A Sigonella i droni killer degli Stati Uniti d’America
03 giu 2013 •
Aeronautica Militare
i droni killer degli Stati Uniti d’America
Prima gli aerei-spia Global Hawk e una forza di pronto intervento del Corpo dei marines, adesso pure i velivoli senza pilota MQ-1 Predator per bombardare Maghreb, Sahel e Corno d’Africa. Da qualche mese nella grande stazione aeronavale di Sigonella vengono ospitati in gran segreto una flotta dei famigerati droni che US Air Force e CIA utilizzano nei maggiori scacchieri di guerra internazionali: Afghanistan, Pakistan, Yemen, Somalia, regione dei Grandi Laghi, Mali. Niger.
A rivelare la presenza in Sicilia di non meno di sei Predator Usa da ricognizione e attacco è l’Osservatorio di Politica Internazionale, un progetto di collaborazione tra il CeSI (Centro Studi Internazionali), il Senato della Repubblica, la Camera dei Deputati e il Ministero degli Affari Esteri. “La presenza dei droni temporaneamente basati a Sigonella ha fondamentalmente lo scopo di permettere alle autorità americane il dispiegamento di questi determinati dispositivi qualora si presentassero delle situazioni di crisi nell’area nordafricana e del Sahel”, esordisce il rapporto sui velivoli senza pilota Usa in Sicilia, pubblicato nei giorni scorsi dall’Osservatorio. “Ai tumulti della Primavera Araba che hanno portato alla caduta dei regimi di Tunisia, Egitto e Libia ha fatto seguito un deterioramento della situazione di sicurezza culminato nel sanguinoso attacco al consolato di Bengasi e nella recente crisi in Mali, dove nel gennaio scorso la Francia ha lanciato l’Operazione Serval. In considerazione di tale situazione, la Difesa Italiana ha concesso un’autorizzazione temporanea allo schieramento di ulteriori assetti americani a Sigonella”.
Nello specifico, il Pentagono ha trasferito in Sicilia “alcuni ulteriori velivoli P-3 Orion AIP da pattugliamento marittimo e velivoli cargo C-130 Hercules con il relativo personale di supporto logistico”, a cui si aggiungono i droni realizzati dalla General Atomics Aeronautical Systems Inc. che in alcune loro versioni “possono eventualmente essere armati”. Lungo appena 8,22 metri, l’MQ-1 Predator è un velivolo di medie altitudini e lunga durata: può raggiungere infatti i 9.000 metri sul livello del mare e volare ininterrottamente per più di 40 ore. Il drone è dotato di sensori ottici e sistemi di video-sorveglianza che possono individuare e fotografare qualsiasi target anche in condizioni di intensa nuvolosità. Ma si tratta soprattutto di un’arma letale da first strike, in grado d’individuare, inseguire ed eliminare gli obiettivi “nemici” grazie ai due missili aria-terra a guida laser AGM-114 “Helfire” di cui è armato. Le sofisticatissime tecnologie a bordo non gli consentono tuttavia di distinguere i “combattenti” nemici dalla popolazione inerme con la conseguenza che oggi il Predator è uno dei sistemi di guerra più attenzionati dalle organizzazioni internazionali umanitarie e dalle stesse Nazioni unite che hanno avviato una commissione d’inchiesta sul suo spregiudicato utilizzo in Africa e Medio oriente.
L’Osservatorio di Politica Internazionale prova comunque a tranquillizzare l’opinione pubblicatenuta all’oscuro dell’installazione a Sigonella dei droni killer. “Concedendo le autorizzazioni, le autorità italiane hanno fissato precisi limiti e vincoli alle missioni di queste specifiche piattaforme”, si legge nel report. “Ogni operazione che abbia origine dal territorio italiano dovrà essere condotta come stabilito dagli accordi bilaterali in vigore e nei termini approvati nelle comunicazioni 135/11/4^ Sez. del 15 settembre 2012 e 135/10063 del 17 gennaio 2013”. Nello specifico potrebbero essere condotte solo le sortite di volo volte all’“evacuazione di personale civile, e più in generale non combattente, da zone di guerra e operazioni di recupero di ostaggi” e quelle di “supporto” al governo del Mali “secondo quanto previsto nella Risoluzione n. 2085 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”. Sempre per l’Osservatorio, le forze armate Usa dovrebbero informare le autorità italiane prima dell’effettuazione di qualsiasi attività, ma non si spiega tuttavia in che modo potrebbe essere impedito a Washington di utilizzare Sigonella per operazioni contrarie agli interessi strategici nazionali.
fonte: http://www.agoravox.it/A-Sigonella-i-droni-killer-degli.html
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