Eglin dove si impara a pilotare il JSF
05 mag 2013 •
Aeronautica Militare
dove si impara a pilotare il JSF
In questa stagione gli adolescenti arrivano a Fort Walton Beach per il rito di Spring Break, la vacanza primaverile che si consuma in Florida tra bevute tanto colossali quanto sono rapidi i loro amori. Ma ci si può anche venire per visitare Eglin per misurare il progresso del programma Joint Strike Fighter. Lo fanno esponenti governativi e parlamentari americani e militari di mezzo mondo e - per la prima volta - alcuni giornalisti italiani. Sullo sfondo della visita sono le polemiche politiche in Italia, in parte alimentate dalle critiche di Michael Gilmore, direttore della funzione Operational Test and Evaluation (OTE) dell’ufficio del Segretario della Difesa, che - contrariamente all’USAF - ritiene l’F-35 ancora troppo poco maturo per formarne i futuri piloti.
A colpire è innanzi tutto l’attività di volo, perfettamente visibile anche dall’aerostazione civile dall’altra parte della base: basta alzare gli occhi per vederli volare tra gli F-15 e F-16 di Eglin. Subito dopo viene l’accessibilità: l’F-35 in linea di volo si può toccare e fotografare, con le limitazioni necessarie a evitare l’ingestione di corpi estranei e alcune precauzioni indicate dal "security officer" che segue il gruppo passo per passo.
L’F-35 è «un sistema d’arma giovane e che sta crescendo», dice diplomaticamente il col.Andrew Toth, comandante del 33° FW e pilota di F-15 con circa 2.900 ore di esperienza (a destra). Più che polemizzare con Gilmore, puntualizza e contestualizza. «Grazie al graduale aumento delle consegne - spiega - negli ultimi dodici mesi il reparto ha totalizzato circa 1.200 ore in oltre 950 voli», ed attualmente effettua una quindicina di voli al giorno tra 58° FS e VMFAT-501. Gli stessi piloti sviluppatori sono stati abilitati usando i simulatori e i corsi di Eglin anziché - come avveniva in passato - quelli più limitati disponibili per i collaudatori.
«Abbiamo anticipato l’addestramento operativo», aggiunge Toth, rispetto al passato in cui «si facevano prima le prove di sviluppo, poi quelle operative e infine l’addestramento.» La "concurrency" (simultaneità) di questa fase «ci sta facendo scoprire aspetti dell’aereo che normalmente sarebbero venuti dalle prove operative.»
«L’aereo è estremamente facile in atterraggio», dice Toth. «Ci ho fatto i miei atterraggi più morbidi da molto tempo a questa parte.» Sulla facilità di pilotaggio torneranno tutti i piloti con i quali è stato possibile parlare, dal col. Art Tomassetti dei Marines al ten. col. Eric Smith (sotto, a destra) fino al ten. col. Gillette del VMFAT-501, a prescindere dalla propria provenienza. Questo è vero in particolare per la funzione di atterraggio verticale, tanto automatizzata da essere - paradossalmente - più naturale per i piloti senza esperienza specifica, come Gillette che viene dall’F-18, che non per quelli di Harrier, come Tomassetti ai primi voli. «Dal punto di vista del pilota di aerei convenzionali è molto facile e intuitivo», sottolinea Gillette. Lo stesso casco «è più comodo di quello dell’F-18», così come migliori sono decollo e atterraggio convenzionali. Persino nella fase di rifornimento in volo dal KC-130J l’F-35B è più facile dell’F-18, commenta Gillette.
L’altro tasto sul quale tutti battono durante la visita è la portata innovativa dell’aereo. La formazione base su quattro macchine - due coppie - sarà molto più larga di quella attuale, con separazioni nell’ordine di molti chilometri. Le procedure di riaccensione del motore in volo non possono ancora essere simulate in volo - un altro dei punti dolenti del rapporto Gilmore - «perché anche in "flight idle" il motore dà tantissima potenza», dice Toth, rendendo il classico sistema di simulazione in volo meno efficace di quello al simulatore.
La grande base ospita l’addestramento dei primi piloti del caccia F-35, che avviene presso il 33° Fighter Wing, un reparto dell’USAF nel cui ambito operano il 58° Fighter Squadron dell’USAF, il VMFAT-501 dei Marines e il VFA-101 della US Navy, che formano i piloti rispettivamente sugli F-35A convenzionali, gli F-35B a decollo corto/atterraggio verticale e gli F-35C da portaerei.
Al momento della visita il 33° FW contava 22 aerei (nove A e 13 B, dei quali due della RAF), 17 piloti (compresi due inglesi) e 53 specialisti. A Eglin è basato anche il 53° Wing, specializzato nella valutazione operativa di aerei e sistemi d’arma e anch’esso in parte dotato di F-35A, che sono però assegnati al 422° Squadron di Nellis, in Arizona. Nel raggio di poche decine di chilometri da Eglin ci sono Tyndall con i suoi F-22, Pensacola con le scuole di volo della US Navy, Hurlburt Field con i V-22 delle operazioni speciali. Nonostante spazi addestrativi impensabili per le abitudini europee, l’affollamento degli spazi aerei e dei poligoni fa sì che l’attività di volo inizi molto presto, quando la mattina è fredda anche sul golfo del Messico. Alle otto del mattino quattro piloti stanno già raggiungendo i propri F-35 per una missione addestrativa.
In questa fase a Eglin vengono formati gli istruttori che dal 2014 addestreranno i piloti operativi sulla base di Luke, in Arizona. Per questo delicato compito l’USAF ha scelto piloti di grande esperienza, con oltre 2.000 ore di volo su caccia. In tre mesi effettuano sei voli e 14 missioni al simulatore, coprendo gli aspetti di base del volo in formazione, del combattimento aria-aria e di quello aria-suolo, per ora senza sgancio di armamento. I primi corsi per piloti di prima assegnazione sono previsti tra un paio di anni. In più Eglin forma i manutentori, che hanno a disposizione una serie di simulatori e simulacri a grandezza naturale che riuniscono le caratteristiche delle versioni A e C (su un lato) e B (sull’altro).
In parallelo all’apertura dell’inviluppo di volo - per ora l’angolo di attacco è limitato a 15° contro i 50° previsti a regime - i corsi passeranno fino a sei mesi con contenuti analoghi agli attuali corsi F-16. I Marines, invece, prevedono di spostare i propri corsi a Beaufort, nel South Carolina, dove quindi in futuro andranno i piloti operativi italiani degli F-35B dell’Aeronautica e della Marina. Intanto i Marines hanno già attivato un primo reparto operativo, il VMFA-121 di Yuma, in Arizona, che ha ricevuto i suoi primi F-35B a fine 2012, al quale hanno assegnato piloti con almeno 500 ore di esperienza.
fonte: http://www.dedalonews.it/it/index.php/03/2013/eglin-dove-si-impara-a-pilotare-il-jsf/
S.Ten. Aviators
Simulatori
- Falcon BMS
- East Mediterranean Front Theater
- IL-2 Sturmovik
- DCS World - Eagle Dynamics
- DCS: F-16C Viper
- DCS: Ka-50 Black Shark
- DCS: A-10C Warthog
- DCS: P-51D Mustang
- DCS: MIG-21BIS
- DCS: F/A-18C Hornet
- DCS: Combined Arms
- Microsoft Flight Simulator
- Altri simulatori
Reparti AMVI
- SMAV
- Comando Squadra Aerea
- Comando Scuole
- Reparto Affari Generali
- Reparto Sperimentale Volo Virtuale
- Gruppo Falcon
- Gruppo Hornet
- Gruppo IL2
- Gruppo Black Shark
- Gruppo Warthog
- Gruppo Radar
- Accademia
- RACSAV
- Vola con AMVI