Gli F-35 italiani

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Re: Tagli F-35 in italia...costano troppo

Messaggio da RugerOne » 4 gennaio 2012, 18:54

Puntualizzo Phant che l'F35 andrà  a sostituire SOLO AMX e Tornado.. Gli F16 sono in leasing, e torneranno indietro non per l'arrivo (si spera) del Lightning II, ma per la scadenza del contratto.. Te lo sottolinea anche il fatto che i nostri F16 non hanno capacità  aria terra.. Meglio metter i puntini sulle iii ..

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Re: Tagli F-35 in italia...costano troppo

Messaggio da Zakk » 4 gennaio 2012, 23:05

Saranno pure vecchi e magari obsoleti, ma si sentirà  la mancanza dei falcon... :(
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Re: Tagli F-35 in italia...costano troppo

Messaggio da Phant » 5 gennaio 2012, 17:28

Ruger One ha scritto:
Puntualizzo Phant che l'F35 andrà  a sostituire SOLO AMX e Tornado.. Gli F16 sono in leasing, e torneranno indietro non per l'arrivo (si spera) del Lightning II, ma per la scadenza del contratto.. Te lo sottolinea anche il fatto che i nostri F16 non hanno capacità  aria terra.. Meglio metter i puntini sulle iii ..
Confermo: i Falcon che saranno sostituiti dal JSF saranno quelli che coprono il ruolo A-G nelle rispettive aeronautiche.

Bye
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Re: Tagli F-35 in italia...costano troppo

Messaggio da Phant » 5 gennaio 2012, 17:33

Dedalonews.com ha scritto:
Rinunciare al JSF? Un falso risparmio, un vero danno

«E sommessamente lo pensiamo anche noi». Così Enrico Mentana ha concluso l'edizione serale del suo telegiornale, commentando un servizio che chiedeva di rinunciare agli F-35 Joint Strike Fighter da tempo pianificati per l'Aeronautica Militare e la Marina Militare. L'assunto di fondo era quello di rinunciare ai 2,5 miliardi di euro già  investiti nello sviluppo per risparmiare i 13 necessari alla produzione. L'argomento non è nuovo e rimbalza da tempo su internet, trovando eco in diverse posizioni politiche. àˆ un punto di vista lecito ma sbagliato, per motivi aritmetici, industriali e operativi che nel servizio televisivo non hanno trovato spazio. Proviamo a passarli in rassegna, partendo dall'aritmetica.

Il risparmio che non c'è

Diversamente da quanto potrebbe sembrare, cancellare il JSF non si tradurrebbe in un risparmio di 10,5 miliardi. Sulla "Cavour" i JSF dovranno andarci comunque, per il semplice motivo che la portaerei che la Marina insegue da oltre 75 anni è troppo piccola per ospitare aerei a decollo convenzionale e che nel mondo non esistono altri aerei da combattimento a decollo verticale. Se l'Italia uscisse dal programma industriale dovrebbe comunque spendere 2-2,5 miliardi per sostituire gli attuali AV-8B Harrier II+. L'Aeronautica ha in teoria più scelta, ma quando si tratterà  di sostituire gli AMX - presto - e i Tornado - tra una decina d'anni - avrà  comunque bisogno di un centinaio di macchine. Per avere una linea unica dovrebbe scegliere l'Eurofighter, il cui costo non è certo inferiore al JSF: ecco altri 10-11 miliardi. Sorpresa: 12-13,5 miliardi da spendere comunque, più del risparmio di 10,5 sponsorizzato da Mentana.

L'industria

Passiamo al lato industriale. Uscendo dal JSF scomparirebbero i contratti più importanti, a partire dai cassoni alari di competenza Alenia Aeronautica (da ieri Alenia Aermacchi) che di questo programma ha fatto non più tardi di due mesi fa un punto chiave per l'intera attività  militare che fa capo a Torino. Bene: quel lavoro sparirebbe e la ripartenza di Alenia sarebbe ancora più difficile. A compensarlo potrebbero non bastare eventuali Eurofighter in più, perché la quota italiana della cellula è di circa il 20%. Finmeccanica ha un ruolo molto maggiore nella parte elettronica, in particolare il radar, ma molto di questo lavoro avviene negli stabilimenti inglesi. Se per il JSF Mentana ha lamentato che «la manutenzione non sarebbe tutta in Italia», anche qui c'è da andare con i piedi di piombo. Restare fuori dal JSF avrebbe un immediato impatto occupazionale ed in poco tempo porterebbe ad un drastico ridimensionamento dell'industria aeronautica, magari per vederla acquistare dai concorrenti (sì, concorrenti) franco-tedeschi.

Le operazioni

E arriviamo agli aspetti operativi. Gli scenari operativi sono oggi fatti di coalizioni alle quali ciascun fornisce quantità  di mezzi che - per la loro efficacia crescente, ma anche per il loro costo - sono sempre minori. In questo quadro è già  un problema scegliere un sistema che, per quanto prestante, non sia allo standard della propria alleanza. Bene: non c'è dubbio che il JSF sarà  l'aereo degli Stati Uniti e di molti loro alleati, dal Regno Unito che è "socio fondatore" del programma al Giappone che è salito a bordo proprio in questi giorni. Né si può pensare di andare avanti per sempre con il Tornado. L'aereo è stato un grande successo, ed ha operato con efficacia anche sulla Libia. Ma è stato concepito nel 1968, volato nel 1974 ed entrato in servizio in Italia nel 1982: esattamente 30 anni fa. (Tra l'altro i costi di manutenzione crescono con l'età  dei mezzi, anche per la difficoltà  di reperire componenti oramai fuori produzione da decenni). Rinunciare ad un successore - fosse pure un Eurofighter - comporterebbe una inesorabile perdita di capacità  e, in definitiva, un declassamento delle forze armate e - in diretta conseguenza - della nazione che rappresentano brillantemente nei più difficili contesti operativi.
Tutto questo non vuol dire, naturalmente, che l'F-35 sia perfetto e che il programma non abbia la sua dose di problemi. Ma sono problemi dovuti al salto tecnologico in sé, alla discutibile moda della "concurrency" (da cui non sono esenti neppure i programmi civili) o sono unici al JSF? La lista dei programmi con ritardi, degli extra costi e dei problemi è molto lunga ed ha toccato da vicino persino dei banali quadrimotori da trasporto: il JSF è in ottima compagnia …

Il precedente F-104

Dietro la scelta di prendere o non prendere il JSF c'è tutto questo. Senza dimenticare la responsabilità  morale di chi tra qualche anno dovrà  mandare in operazioni reali - quelle che si scrivono in rosso, nelle quali "gli altri" sparano addosso - uomini e donne con equipaggiamenti non all'altezza della situazione e degli alleati. Magari, facendo gli scongiuri, per dover poi spiegare di averlo fatto spendendo di più per una soluzione rabberciata a servizio di qualche impuntatura ideologica o di una visione più da ragioniere che da economista.
àˆ un discorso lungo e non vogliamo abusare ancora della pazienza dei lettori. Per spiegare a Mentana quanto sia errato ridurre la questione ad una di "risparmio" dovrebbero però bastare poche date.
Per "risparmiare", nel 1975 l'Italia non aderì al "contratto del secolo", come fu battezzata la scelta del caccia americano F-16 per sostituire gli obsoleti F-104 Starfighter, dei quali acquistò nel 1976 altri 40 esemplari.
Negli anni successivi furono necessari due programmi di ammodernamento (ASA e ASA-M), comunque insufficienti a mettere lo Starfighter in grado di difendere i cieli italiani durante l'emergenza nei Balcani, comprese le operazioni in Bosnia e Kosovo (1994-1999). Di fronte ai ripetuti ritardi dell'Eurofighter fu necessario l'oneroso noleggio dei Tornado ADV (1995-2004), seguito da quello… degli F-16, dei quali il primo arrivato nel 2003 e l'ultimo destinato a partire nel 2012.
Un bel risparmio davvero, che speriamo di non dover ripetere. Per l'efficienza delle forze armate, ma anche per le casse dello Stato.


FONTE: http://www.dedalonews.it/it/index.php/0 ... ero-danno/
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Re: Tagli F-35 in italia...costano troppo

Messaggio da RugerOne » 8 gennaio 2012, 20:48

Phant ha scritto:
Ruger One ha scritto:
Puntualizzo Phant che l'F35 andrà  a sostituire SOLO AMX e Tornado.. Gli F16 sono in leasing, e torneranno indietro non per l'arrivo (si spera) del Lightning II, ma per la scadenza del contratto.. Te lo sottolinea anche il fatto che i nostri F16 non hanno capacità  aria terra.. Meglio metter i puntini sulle iii ..
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Eh rispettive aeronautiche non nella nostra.. Perché come ben sai i nostri ricoprono solo il ruolo di Aria Aria.

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Re: Tagli F-35 in italia...costano troppo

Messaggio da King » 8 gennaio 2012, 21:09

L'unica cosa su cui si potrebbe discutere è la questione Eurofighter cacciabombardiere che potrebbe far apparire superfluo l'acquisto del Lighting II....Gli inglesi ci hanno dimostrato che sono superlativi anche in AG ma ormai abbiamo investito un sacco di soldi e avremo una FACO a Cameri quindi saremo fra gli attori principali del programma a valenza MONDIALE F-35...non si può pensare la breve termine in questo genere di operazioni. I costi ci sono ma dovrebbe valerne la pena.

@ Rootlogan....Nessuno ci ha regalato un tanker....abbiamo speso dei bei soldoni per 4 B-767 (3 già  arrivati) che ci hanno consegnato in incredibile ritardo per problemi ai punti di rifornimento sub-alari ma adesso abbiamo aerocisterne, che fungono anche da trasporto, allo stato dell'arte e che ci permettono di operare ancora più a pieno titolo alle operazioni internazionali. L'aereo a cui ti riferisci tu è il 767-200 che Boeing ci ha prestato per permettere l'addestramento degli equipaggi nell'attesa dei velivoli di proprietà  AM che, ripeto, sono arrivato con anni di ritardo per colpa del costruttore..ecco il perchè del prestito- Ora quel velivolo, che era tutto bianco, è ritornato in USA.

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Re: Tagli F-35 in italia...costano troppo

Messaggio da Taurus » 8 gennaio 2012, 22:21

Non credo che annulleranno l'acquisto. Magari diminuirà  il numero di macchine ma secondo me l'F35 avrà  un futuro nelle nostre FFAA nonostante il rapporto costi/prestazioni non tanto favorevole.
Attenzione! Ho parlato di FFAA non di aeronautica. Naturalemente qui in amvi quando si passa dalla simulazione al mondo reale pensare all'AM è la cosa più naturale. Ma io sono un marinaio e permette una piccola analisi di un "addetto ai lavori".
L'attuale ministro della difesa DiPaola nel decennio 94-04 ha ricorperto altissimi ruoli interni al ministero come Capo Reparto Politica Militare, Capo Gabinetto del ministro della Difesa e infine CSM MM. In pratica ha preso le più importanti decisioni politiche e tecniche delle FF.AA. Tra queste vi è stata la commissione di nave cavour nel 2000.
Come la maggiorparte sapete il cavour è stato uno dei progetti più grandi e costosi realizzati dalla fine della seconda guerra mondiale. La piattaforma è altamente polivalente. Non ha la capacità  bellica delle nimitz ma una capacità  multiriolo fuori dal camune. Al pari della unità  da sbarco LPD. Tittavia in caso di conflitto tradizionale può imbaracare 30 AV8+/ F35.
Il cavour è stato progettato per L'35 e viceversa nella sua versione a decollo verticale. Non ordinare gli F35 dopo aver fatto costruire 1,5 miliardi di nave e messo su l'impianto di assemblaggio in italia sembra masochismo. E non credo vi si rinuncierà  a questi caccia visto che la decisione spetta alla stessa persona che dieci anni fa impostò il tutto. Poi visto il periodo di crisi tutto può succedere.

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Re: Tagli F-35 in italia...costano troppo

Messaggio da RugerOne » 8 gennaio 2012, 23:18

Come ben sai ci sono 3 varianti dell'F35.

- F-35A: a decollo convezionale.
- F-35B: a deccollo corto e ad atterraggio verticale (STOVL).
- F-35C: variante progettata per le super potaerei tipo Nimitz class.

LA Cavour come dici è stata progettata proprio per l' F35B. Ma lessi tempo fa, che avevano bloccato il progetto di quest'ultimo.
Se così fosse, sarebbe davvero un problema, facendomi così riflettere su il perché, come dice King, l' AM non opti per la variante Multi Ruolo dell' EF2000, visto che si parla di sostituire anche il vecchio Tornado e AMX. Sarebbe la cosa migliore..
EF2000 per l'AM.
F35B per la Marina.
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Re: Tagli F-35 in italia...costano troppo

Messaggio da King » 12 gennaio 2012, 11:52

La posto qui......a me viene un po' da ridere ma forse ci sarebbe da piangere...

http://www.f-16.net/news_article4494.html

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Re: Tagli F-35 in italia...costano troppo

Messaggio da Phant » 8 febbraio 2012, 1:23

Dedalonews.it ha scritto:
JSF meno costoso di Eurofighter, consegne diluite per contenere spesa

A regime il costo unitario degli F-35 sarà  di circa 55 milioni di euro contro i 79 dell'Eurofighter, il quale va incontro a «una cessazione di produzione: cambia lo scenario e un rallentamento del programma comporterebbe un aumento dei costi.» Sono alcuni dei passaggi più significativi dell'audizione del gen. s.a. Claudio Debertolis, Segretario Generale/Direttore Nazionale degli Armamenti, alla commissione Difesa della Camera dei deputati.

Le parole di Debertolis hanno ricevuto l'apprezzamento ufficiale del presidente della commissione, Edmondo Cirielli, che dopo la «maggiore chiarezza sulla situazione e attuazione del programma F-35» scaturita dalle risposte di Debertolis «a tutte le domande e perplessità  dei colleghi commissari» ritiene «che si debba considerare positiva l'acquisizione del JSF.» Tra questi chiarimenti vi è anche quello dei costi, che per i primi esemplari sono più alti. «In questo momento difficile per il paese non chiediamo risorse in più», ha detto Debertolis, ma «cerchiamo soltanto il metodo migliore per impiegare quelle che ci saranno date.»

La revisione del programma JSF potrebbe avvenire «agendo sull'allungamento delle consegne degli aerei», cosa che sarebbe «molto più semplice rispetto ad altri programmi, come quello dell'Eurofighter» per via della sua modularità . «Quindi i ritardi non comportano un aumento dei costi.» Debertolis ha spiegato alla commissione che l'Italia ha «ordinati» i suoi primi F-35 - tre secondo le agenzie, quattro secondo quanto risulta a Dedalonews - che «saranno italiani», cioè assemblati nello stabilimento di Cameri. Qui «si sta già  lavorando in hangar provvisori per costruire la parte fusoliera/ali, mentre l' assemblaggio partirà  a inizio 2013.» Questo dovrebbe consentire la «continuità  occupazionale» tra gli 11.000 addetti impegnati sull'Eurofighter e i 10.000 del JSF. «Ma si parte da un minimo garantito, sperando che con la prosecuzione dell'attività  si avrà  un indotto superiore anziché inferiore.»

L'audizione di Debertolis coincide con la conferma del rinvio al 2015 della decisione inglese sul numero complessivo di F-35 da acquistare rispetto ai 138 previsti in precedenza. Il rinvio, già  annunciato dal governo Cameron due anni fa, non toccherà  l'acquisto già  deciso di tre esemplari (due F-35B a decollo corto/verticale e un F-35C da portaerei).


FONTE: http://www.dedalonews.it/it/index.php/0 ... ere-spesa/
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Re: Tagli F-35 in italia...costano troppo

Messaggio da Flanker » 17 febbraio 2012, 20:10

JET RESET, di Gabriele Polo
Intervista al generale Fabio Mini


Un caccia in picchiata sui bilanci. Pubblici. Centotrentuno F-35 – prodotti dalla Lockheed – ordinati dieci anni fa dal governo italiano e oggi al centro di un bel po' di problemi, a partire dal costo che supera i 15 miliardi di euro. Ora il consiglio superiore di Difesa sta mettendo in discussione quell'ordine, ma solo nella sua quantità . Il generale Fabio Mini – lunga esperienza sul campo e che, tra i tanti incarichi, ha comandato la missione KFOR-NATO in Kosovo nel 2002/2003 – ha tuonato spesso contro l'acquisto di quei caccia, arrivando a definirne velleitaria la logica.
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[Illustrazione di Francesco Di Pastena]

Generale, a che ci servono questi F35?
Sono stati ordinati per dare il cambio agli Amx, agli F16 che avevamo preso in leasing e ai Tornado. L'F35 è un caccia multiruolo – di quegli aerei che possono fare un po' di tutto finendo per non fare bene nulla. Un centinaio sono per l'aeronautica, 22 – a decollo verticale – per la marina. Ma sono stati ordini un po' incauti: oggi non servono più a nulla, perché non c'è il nemico comparabile a questo aereo.

Con tutte le guerre che ci sono in giro e i nostri soldati sparsi per il mondo, ci siamo persi il nemico?
Il nemico per quegli aerei lì. Solo i russi potrebbero impegnare in battaglia gli F35, ma escludo che si pensi a una guerra con la Russia. Dove si combatte – in Libia o in Afghanistan – non faranno più di quanto faccia un vecchio aereo. Insomma, sono uno spreco, costosissimo e inutile.

E, allora, perché li abbiamo ordinati e li stiamo comperando? Non saranno mica tutti scemi nelle alte sfere?
L'Italia ha firmato dei contratti capestro per far felici quei vertici delle Forze Armate, cui si scalda il cuore all'idea di rinnovare il parco armamenti, anche a scapito del personale. L'idea era quella di sostituire i vecchi con i nuovi – alla pari – come nella guerra fredda, senza pensare che nel frattempo erano cambiate tutte le condizioni operative. Poi si voleva far piacere agli amici americani, cui non si nega mai nulla, soprattutto commesse che sono di 200 milioni di dollari all'ordine, ma che si gonfiano a dismisura quando con l'aereo ti vendono manutenzione e assistenza: agli Usa l'F22, detto "raptor", alla fine è costato un miliardo di dollari a velivolo.

Sprechi a parte, che ne faremo di questi aerei?
Un po' di esercitazioni. Saranno delle Ferrari che dovranno fare il lavoro di una 500. Per questo il programma che li riguarda è velleitario, un po' come il varo della seconda portaerei italiana, quando già  la prima in questi anni ha fatto soprattutto crociere.

Generale, non è che lei ce l'ha tanto con caccia e navi per spirito di corpo, perché non si tratta di carri armati per l'esercito?
Ma no! Sono il primo a dire che abbiamo troppi carri armati… 400.. che ce ne facciamo? Anche "a terra" gli sprechi non mancano. Per esempio abbiamo buttato via degli ottimi cannoni, usati solo per le esercitazioni, per sostituirli con dei semoventi d'artiglieria… che fanno anch'essi solo esercitazioni.

In questo mare di sprechi, chi è che decide davvero d'acquistare le armi pesanti? Il governo? I militari? Le fabbriche d'armi?
Tutto è condizionato dall'incrocio tra politiche d'immagine delle caste con gli interessi economici delle industrie. I militari chiedono il desiderabile, il ministro della difesa giustifica, il governo ordina, generali e ammiragli firmano i contratti e le fabbriche di armi…..

Sollecitano?
Eh (ride)…. diciamo "spingono", anche con gli amici della politica.

Cioè "ungono"?
Anche. E fanno pressioni con non troppo velate minacce o con grandi promesse. Di prebende immediate, promozioni, incarichi di vertice per nuove carriere: sono molti i militari che si riciclano come consulenti o commessi viaggiatori delle industrie belliche, in particolare quelle private.

Dice che girano un bel po' di soldi sottobanco?
Intanto ne girano tantissimi sul banco, quel che succede "sotto" non è difficile immaginare e neppure verificare. Ci sono aziende che dichiarano fiscalmente le mazzette versate. Come ha fatto la Lockheed negli anni '70: lo scandalo che coinvolse anche il presidente della Repubblica dell'epoca, Giovanni Leone, scoppiò quando il gruppo americano dichiarò di aver versato un bel po' di dollari per spingere all'acquisto degli aerei Hercules. Non mi risulta che il sistema fiscale sia cambiato molto in America e nemmeno la corruzione in Italia.

Ma ora, con un militare al ministero della difesa, cambierà 
qualcosa? Almeno sul versante degli sprechi?

Questo ministro dovrà  mantenere gli impegni presi da quello precedente e si comprerà  gli F35, magari non tutti. E' normale assolvere agli impegni presi dal predecessore… se poi il "precedente" e il "seguente" sono la stessa persona…

Cioè?
Beh, gli F35 li aveva richiesti lui, Di Paola. Ha anche attinto alla strategia americana per giustificare aerei, portaerei, sommergibili, reti digitali, semoventi e così via. Mi riesce difficile pensare che limiterà  di molto il numero di ordinazioni. Più facile che per salvare i materiali mandi in cassa integrazione gli uomini, che sono sempre dei "rompiballe".
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Re: Gli F-35 italiani

Messaggio da Phant » 12 maggio 2013, 17:43

Tomshw.it ha scritto:
La fabbrica italiana degli F35 è pronta: a luglio si parte

Lo stabilimento italiano che sfornerà  i caccia F35 è quasi pronto. L'aereo militare più all'avanguardia, per alcuni, e più fallimentare, per altri, inizierà  a essere assemblato a Cameri dal prossimo 18 luglio. Dietro al progetto ci sono Lockheed Martin e Alenia Aermacchi, società  italiana controllata da Finmeccanica, oltre ad altri partner più o meno grandi.

"Non spetta a noi entrare nel merito delle polemiche che ci sono state in questi mesi, ci adeguiamo alle decisioni che la politica prenderà . Ma adesso il nostro compito è portare avanti questo progetto per le attività  che sono già  state contrattualizzate. Non si arriva a questo punto nel giro di due mesi...", ha spiegato il generale Giuseppe Lupoli, della direzione armamenti aeronautici.

Lo stabilimento è costato 700 milioni di euro ma il ritorno economico generato dalle vendite, dagli aggiornamenti, dall'indotto e dalla manutenzione dei velivoli è stimato in 14,6 miliardi di euro. Un affare, a quanto pare. "I vari governi che si sono succeduti hanno già  investito 2,5 miliardi di dollari nel programma F35 se un domani dovessero prendere delle decisioni drastiche in senso contrario, quei soldi andrebbero persi", ha aggiunto Lupoli.

E quindi avanti con l'assemblaggio per consegnare i primi cinque F35 entro il 2015, come prevede uno dei contratti. Il tempo di avvitare l'ultimo bullone e saranno spediti negli Stati Uniti per l'addestramento dei piloti europei. Il sesto velivolo, previsto per il 2016, sarà  il primo ad essere consegnato all'Italia.

"Il programma prevede di costruire 3mila F35 nei prossimi 15 anni per tutti i paesi partner. Ne sono già  stati ordinati cento. Quello di Cameri sarà  il secondo stabilimento per importanza produttiva nel mondo", ha concluso il generale.
"Assembleremo pezzi americani, inglesi, italiani e prossimamente turchi. A pieno regime, arriveremo alla capacità  di 2 velivoli e 6 ali al mese. Se il programma andrà  avanti, dopo la fase di produzione, ci sarà  quella di manutenzione, riparazione e aggiornamento. Per un totale di 42 anni di lavoro garantito. Solo qui a Cameri mille addetti, senza contare l'indotto. Più di sessanta aziende coinvolte".

Finmeccanica ha di che esserne felice, e in parte anche gli italiani che guardano al portafoglio perché il colosso è detenuto al 30% dal Ministero dell'Economia e delle Finanze. Insomma, è un pezzo di Stato e se si decidesse di stracciare il contratto di sei anni firmato con Loockeed saremmo costretti a pagare "penalità  operative, finanziarie e sociali". Le ragioni di chi sforbicerebbe volentieri il programma di acquisto, per motivi tecnici, ideologici o strategici, hanno tutte dignità  ma i numeri sono chiari. Abbiamo ordinato 90 F35 dal costo medio di 65 milioni di euro. Possiamo permettercelo?

Secondo il generale Lupoli oggi abbiamo velivoli sono obsoleti e siamo obbligati a sostituirli per rimanere fuori da ogni operazione internazionale. Ok, ma cosa stiamo acquistando in verità ? Il "depliant" dice che si tratta di un caccia monoposto, a singolo propulsore che vanta caratteristiche stealth. Insomma, dovrebbe essere "invisibile" al radar e agevolare le operazioni di supporto aereo ravvicinato, il bombardamento tattico e missioni di superiorità  aerea. Sono previste tre versioni: tradizionale, a decollo corto e a decollo verticale. Al momento sono disponibili due propulsori: il Pratt & Whitney F135 come principale e il General Electric/Rolls-Royce F136 per la versione STOVL ad atterraggio verticale.

Le interfacce di controllo sono di ultima generazione e basate su display "panoramic cockpit display (PCD)". Non manca il riconoscimento vocale e la visualizzazione di dati e funzioni direttamente sul vetro dell'elmetto. I comandi principali sono un joystick e una manetta per il controllo della spinta.

Gli F-35 saranno armati con un cannone interno a cinque canne GAU-22/A da 25 mm oppure con un pod esterno di minore potenza. Gli alloggiamenti interni consentiranno il montaggio di due missili aria-aria e due armi aria-terra o bombe. Ovviamente sono previsti anche piloni esterni per ampliare la dotazione di offesa, aumentare l'autonomia e potenziare le dotazioni elettroniche.


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FONTE: http://www.tomshw.it/cont/news/la-fabbr ... 524/1.html
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Re: Gli F-35 italiani

Messaggio da Aviators » 28 giugno 2013, 1:14

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Quasi un miliardo di euro. E' quanto complessivamente l'Italia sta pagando ed entro il prossimo 31 dicembre dovrebbe impegnarsi a versare per l'acquisto dei suoi primi 3 aerei d'attacco Lockheed Martin "Joint Strike Fighter" nella versione convenzionale F-35A e come acconto per i successivi 3 esemplari. Cifre e dettagli riguardanti costi e modalità  di acquisizione degli F-35 italiani finora non resi noti ma che Analisi Difesa ha ottenuto da fonti riservate. In dettaglio, 396,4 milioni è a tutto giugno la cifra in corso di pagamento, mentre per i rimanenti 516 milioni è prevista lo sottoscrizione dei relativi impegni contrattuali entro il 31 dicembre. Ulteriori contratti per 60,3 milioni di euro saranno firmati sempre entro quest'anno come anticipi per altri 7 F-35A e per il primo F-35B a decollo corto e atterraggio verticale (STOVL) destinato alla Marina Militare.
Dal 2007 a tutto il 2017, quando terminerà  il suo sviluppo, il Joint Strike Fighter americano viene acquistato a lotti annuali "a basso rateo di produzione", una misura prudenziale sotto il profilo industriale che tuttavia ha tradito le intenzioni finendo per complicare tutto il programma e aumentare il costo del velivolo di oltre il 70 per cento. Ogni lotto annuale ha una "vita contrattuale" di 5 anni: inizia due anni prima del cruciale "Buy year", il terzo, l'anno dell'acquisto vero e proprio nel quale l'impegno diventa definitivo e in caso di rinuncia scattano le penali, e termina con due anni durante i quali i velivoli ordinati vengono consegnati. Gli importi da corrispondere vengono rateizzati spalmandoli sui 5 anni per i contratti degli aeroplani e sugli ultimi 3 anni per quelli relativi al supporto logistico, che è assicurato dal sistema ALIS del quale Analisi Difesa si è occupata nei giorni scorsi con un ampio articolo.
Ecco in pratica che cosa succede durante questi 5 anni:
1) Il primo anno, quindi tre anni prima dell'inizio delle consegne, si firma un contratto di acquisto delle parti che richiedono più tempo per essere fabbricate, i cosiddetti Long-Lead Items (LLI). I pagamenti relativi a questo contratto, che copre il 6% del valore dell'aereo, avvengono in 2 rate annuali.
2) Il secondo anno, un anno prima del fatidico "Buy year", si firma un contratto completo di acquisto degli aeroplani e dei loro propulsori. Questo contratto, chiamato Full Funding, copre un altro 14 % del costo finale e viene onorato con pagamenti rateizzati su 3 rate annuali, l'ultima delle quali viene versata al momento della consegna del velivolo.
3) A cavallo fra il secondo anno e il "Buy Year" si firma il contratto di acquisto degli equipaggiamenti di volo, del supporto a terra, dei simulatori e dei pezzi di ricambio. Il contratto viene onorato con 3 rate annuali, l'ultima delle quali da versare alla consegna. Viene altresì sottoscritto un contratto per il supporto delle attività  di volo, per il training dei piloti e degli specialisti, che copre la vita operativa della linea di volo per un anno. Nel Buy Year in pratica ci si impegna nel procurement degli aerei di quel determinato lotto per un ulteriore 33%, arrivando così al 53% del suo valore.
4) Nel quarto e nel quinto anno avvengono le consegne dei velivoli al cliente e i pagamenti delle ultime rate dei contratti per il rimanente 47%.
Ma vediamo cosa coprono i 396,4 milioni di euro in corso di pagamento e gli ulteriori 516 per cui dovremmo impegnarci entro dicembre.
a) 6° Lotto (3 F-35A per l'Aeronautica Militare). Dal 2009 – quando il Parlamento approvò l'acquisto degli F-35 e la costruzione della FACO – fino ai primi di quest'anno sono stati sottoscritti impegni per 323 milioni di euro per i primi 3 aerei e i relativi motori. E' poi stato firmato il contratto di supporto logistico per complessivi 26,5 milioni di euro. I primi di giugno Segredifesa ha autorizzato la Rappresentanza militare italiana presso l'Ufficio di Programma JSF di Washington alla firma dell'Unedfinitized Contract Action per il sì definitivo all'acquisto di questi aerei, il primo dei quali inizierà  l'assemblaggio a Cameri il 18 luglio e verrà  consegnato nel novembre 2015. Rientrano in questi ultimi accordi per il 6° lotto i contratti di completamento degli aerei e dei relativi propulsori per complessivi 45 milioni di euro e del supporto logistico, per altri 68 milioni; contratti questI di cui è attesa la firma entro Natale. Facendo il totale dell'ammontare di tutti questi contratti (i 323 e 26,5 milioni già  in pagamento, più i 45 e i 68 da sottoscrivere entro l'anno), si ottiene la cifra complessiva di 462,5 milioni di euro, che divisi per 3 fa 154,1 milioni di euro ad aereo. Una cifra molto distante dai 97,9 milioni dichiarati a dicembre in Parlamento dal Segretariato Generale della Difesa/Direzione Nazionale Armamenti, e che sale ulteriormente se vi si sommano le quote dei costi sostenuti per la nostra adesione al programma e per la costruzione della FACO.
b) 7° Lotto (altri 3 F-35A sempre per l'Aeronautica Militare). Nel 2011 sono stati firmati i contratti per i pezzi di ricambio (LLI) dei velivoli e dei motori, per un totale di 47,4 milioni di euro. Entro dicembre 2013 ne verrà  sottoscritto un altro sempre per aerei e motori per circa 314 milioni di euro, e un altro ancora per la logistica di circa 89 milioni.
Come s'è accennato sono già  stati versati anticipi per i 4 F-35A dell'8° lotto a basso rateo e per i 4 del numero 9 (3 F-35A e un F-35B) . Ecco il dettaglio: l'anno scorso sono stati firmati i contratti per le parti di ricambio (LLI) di aerei e propulsori dell'8° lotto per complessivi 38,1 milioni di euro, mentre nel primo scorcio di quest'anno è stato autorizzato il contratto per i pezzi di ricambio a lunga consegna dei 3 F-35A e per la prima rata del primo F-35B del nono lotto, per un totale di 22,2 milioni.
Riassumendo, se si sommano gli impegni finanziari per i primi 14 aerei sottoscritti a tutto giugno e quelli attesi entro dicembre, si ottiene un totale di 973,2 milioni di euro, ai quali, per completare l'iter di acquisto, dovranno aggiungersene circa altrettanti. Da segnalare infine l'elaborazione da parte dello Stato Maggiore della Difesa di un piano di consegne dei 90 F-35 previsti più "prudente" di quello di Segredifesa. Rispetto a quest'ultimo, entro il 2019 verrebbero acquistati 11 aerei in meno (fra i quali i primi 5 F-35B STOVL per l'Aeronautica), da recuperare poi nel periodo 2020-2025, quando saranno stipulati contratti "multiyear" e comperati aeroplani più "maturi" oltreché – si spera - molto meno cari dei primi.
Fonte: http://www.analisidifesa.it/2013/06/esc ... di-euro-2/
Ultima modifica di Aviators il 28 giugno 2013, 11:48, modificato 1 volta in totale.

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Re: Gli F-35 italiani

Messaggio da Aviators » 10 agosto 2013, 20:18

F-35 A COSTI PIU' BASSI ACCORDO DI PRINCIPIO TRA PENTAGONO E LOCKHEED MARTIN

Il Dipartimento della Difesa Americano e Lockheed Martin hanno raggiunto il 30 luglio un accordo di principio per i due prossimi contratti di produzione dell'F-35 Lightning II (corrispondenti ai lotti LRIP 6 e 7) che si prevede sia relativo a 71 velivoli stealth e incorpori una ulteriore riduzione del costo dei velivoli. La negoziazione è avvenuta nell'arco di sei mesi. Una diminuzione nel costo unitario dell'F-35 LRIP 6 e 7, congiuntamente a negoziazioni per la riduzione del prezzo in altri contratti minori, consentiranno al Dipartimento di acquistare tutti i velivoli originariamente pianificati, inclusi quelli che erano a rischio di taglio a causa delle riduzioni del budget previste dalla sequestration. I dettagli dei costi saranno resi noti una volta che entrambi i contratti saranno finalizzati; in ogni caso, in generale, il prezzo unitario per tutte e tre le varianti dei velivoli U.S.A. appartenenti all'LRIP-6 sarà  inferiore di circa il 4 per cento rispetto ai contratti precedenti. Il prezzo unitario dei veicoli appartenenti alL'LRIP-7 presenterà  un'ulteriore riduzione del 4 per cento. Il prezzo dell'LRIP-7 sarà  pertanto inferiore di circa l'8 per cento rispetto al contratto relativo all'LRIP-5 firmato nel Dicembre 2012."Questi due contratti rappresentano un accordo equo, vantaggioso sia per il Governo sia per Lockheed Martin" ha affermato il Generale Chris Bogdan, Executive Officer del programma F-35. "Migliorare il profilo di sostenibilità  è fondamentale per il successo di questo programma, e lavorando insieme siamo stati in grado di negoziare un costo minore per l'F-35. C'è ancora molto lavoro da fare, ma questi accordi dimostrano che la curva dei costi sta andando nella direzione giusta. Continueremo a lavorare insieme all'industria per identificare le possibili aree di risparmio nei futuri contratti di produzione".

I nuovi contratti comprenderanno inoltre i primi F-35 per Australia, Italia, Norvegia e il quarto F-35 per il Regno Unito. Oltre all'acquisizione dei velivoli, questi contratti finanzieranno anche le attrezzature per il supporto alla produzione e l'equipaggiamento necessario per missioni secondarie.Le consegne dei 36 velivoli degli Stati Uniti e dei partner, appartenenti all'LRIP-6, inizieranno a metà  del 2014, mentre le consegne per i 35 velivoli degli Stati Uniti e dei partner, appartenenti all'LRIP-7, inizieranno a metà  del 2015. "All'inizio di queste negoziazioni, L'F-35 Joint Program Office e il nostro team si sono impegnati congiuntamente per condurre le negoziazioni relative ai lotti di produzione 6 e 7 in maniera efficiente, facendo leva sui risultati conseguiti con il contratto per il lotto di produzione LRIP-5" ha dichiarato Lorraine Martin, Vice Presidente e General Manager dell'F-35 per Lockheed Martin. "Gli accordi di oggi riflettono l'impegno comune del JPO e di Lockheed Martin. Sappiamo quanto sia importante che la tempistica della produzione rispetti le date previste per la Initial Operational Capability, a partire dalla data prevista per i Marines nel 2015, e ci stiamo impegnando affinché ciò avvenga".

I velivoli dei lotti di produzione 6 e 7 andranno ad aggiungersi ai 95 F-35 previsti dal contratti per i lotti di produzione dall' 1 al 5. Ad oggi, 67 F-35 (compresi i velivoli per i test) sono stati consegnati dall'impianto di produzione di Lockheed Martin di Forth Worth, in Texas. Gli Stati Uniti e le otto nazioni partner prevedono di acquisire oltre 3.100 caccia F-35. Israele e Giappone hanno inoltre annunciato piani di acquisizione del velivoli in base ad accordi FMS (Foreign Military Sales). Gli accordi di principio raggiunti tra il Governo e Lockheed Martin riguardano i velivoli e non comprendono i sistemi di propulsione. Il contratto per il motore dell'LRIP-6 è in fase di negoziazione tra il governo e Pratt&Whitney.

Fonte: http://www.analisidifesa.it/2013/08/f-3 ... ed-martin/

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Re: Gli F-35 italiani

Messaggio da Aviators » 30 settembre 2013, 20:27

Venerdì 27 settembre il Governo italiano, attraverso i suoi rappresentati militari in seno al JSF Program Office del Dipartimento della Difesa del Governo americano, ha ordinato in via definitiva i primi 6 dei 90 aerei da attacco Lockheed Martin F-35 Lightning II attesi dall'Aeronautica e dalla Marina Militare. Secondo le procedure del programma, il DoD ha girato l'ordine alla Lockheed Martin, che provvederà  alla costruzione degli aerei avvalendosi della sua linea di produzione in Italia, la Final Assembly and Check-Out in corso di completamento sulla base di Cameri dell'Aeronautica Militare (i lavori termineranno l'anno venturo). Questi primi 6 aerei appartengono al 6° e 7° Lotto annuali di produzione "a basso rateo" (71 velivoli in tutto per USA, Italia, Australia, Norvegia e Gran Bretagna, per un ammontare complessivo di 7 miliardi di dollari, motori esclusi) e subiranno a carico del committente le modifiche imposte dallo svolgimento dei programmi di collaudo del nuovo aereo da combattimento statunitense, che non si concluderanno prima di quattro anni. Ogni eventuale ulteriore aumento di costo degli aerei resterà  invece a carico degli Stati Uniti, coperto per l'80% da Lockheed Martin e il restante 20% dal Governo.
Dopo mesi di voci contrastanti e informazioni poco chiare e/o incomplete da parte del Ministero della Difesa, complici i lunghi ed articolati passaggi contrattuali governo-governo e industria-industria, l'Italia, dopo aver versato negli anni scorsi vari anticipi, ha dunque ordinato solo ora i suoi primi 6 F-35, pari al 6,6 % dell'intera futura flotta nazionale. Non aveva quindi un riscontro nei fatti la mozione votata a giugno alla Camera dei Deputati da PD e PdL, là  dove, preso atto dell'avvenuto acquisto dei primi tre esemplari, si fissava una moratoria di 6 mesi per "ogni ulteriore acquisizione di velivoli". Moratoria che gli impegni già  presi per gli aerei dei lotti annuali successivi (LRIP-8 e LRIP-9) rendono di fatto inapplicabile.
Intanto le audizioni parlamentari per l'indagine conoscitiva sulla acquisizione di sistemi d'arma avviata con quella mozione partendo proprio dal caso F-35, non hanno ancora chiarito i contorni finanziari e più in generale la tempistica dell'acquisto di questi nuovi aeroplani da combattimento "stealth", nonostante la promessa fatta in proposito il 16 luglio alle due Commissioni Difesa riunite dall'ex segretario Generale della Difesa generale Claudio Debertolis. Né aiutano a farsi un'idea di quanto l'Italia stia spendendo, almeno per questa prima tranche, i dati più recenti sui costi del caccia americano divulgati dal Pentagono (vedi il documento a pagina 1-7). Il budget per i 29 esemplari delle tre versioni destinate ai soli USA nel nuovo anno fiscale 2014 ammonta complessivamente a 8,44 miliardi di dollari, comprensivi dei costi di ricerca, sviluppo, collaudo e valutazione. Tolti questi costi, il totale si riduce a 6,3 miliardi di dollari, che divisi per 29 fanno 225 milioni di dollari al pezzo. Lo stesso Pentagono tuttavia nell'annunciare i due contratti firmati il 27 settembre parla di un costo unitario della versione convenzionale di 103 milioni i dollari per i 3 aerei del LRIP-6 e di 93 per quelli del LRIP-7, non specificando però che a questi importi manca il costo del motore (altri circa 25 milioni di dollari) ma soprattutto tutte le altre voci del procurement (addestramento, pezzi di ricambio, logistica, ecc) che completano la famosa lista della spesa.
Fonte: http://www.analisidifesa.it/2013/09/f-3 ... i-primi-6/

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