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L’ultimo volo di John Henry Coates

27 mar 2019 Aeronautica dal mondo

L’ultimo volo di John Henry Coates

Quando il tenente John Henry Coates morì aveva 24 anni. La mattina del 6 marzo 1945 venne centrato dalla contraerea mentre sorvolava a bassa quota la località di Cavarzere, non lontano da Venezia. Erano le 6 e 40. Il suo Spitfire precipitò, polverizzandosi in mille pezzi in quel fazzoletto nebbioso di campagna in cui il velivolo sparì, conficcandosi a otto metri di profondità come fosse un dardo appuntito e trascinato dall’elica che, ancora in movimento, scavò nel terreno tagliandolo con le pale. Le esequie di John — che aveva tre fratelli e tre sorelle e non era sposato — si terranno mercoledì 27 proprio a Cavarzere. Il ministero della Difesa britannico ha deciso di tumularlo nel cimitero militare di Padova, dove riposano altri soldati del Commonwealth caduti in Italia nella prima e nella seconda guerra mondiale. Se i resti del pilota sono stati ritrovati è merito di quegli «archeologi del cielo» che fanno parte del «Romagna Air Finders», associazione di volontari che impegnano gran parte de loro tempo libero alla ricerca ed al recupero di aerei della seconda guerra mondiale dispersi dopo essere precipitati. Lo Spitfire — il caccia «icona» della Raf impiegato su tutti i fronti del secondo conflitto— del tenente Coates venne ritrovato un paio d’anni fa. Dapprima nient’altro che rottami, pezzi di metallo. Frammenti però finiti nelle mani degli «investigatori» romagnoli (la loro sede è a Fusignano) che ben presto (studiando carte di volo inglesi e rintracciando le testimonianze di chi nel posto poteva ricordare qualcosa di quell’aereo caduto) localizzarono il posto esatto in cui scavare. Vennero recuperati strumenti di bordo, pezzi di fusoliera. E anche ciò che restava del piccolo abitacolo dello «Spit» all’interno del quale c’erano i resti di John. Della missione sappiamo questo: l’aereo era decollato da Ravenna alle 6.06 assieme ad altri cinque velivoli per bombardare una ventina di chiatte sull’Adige che rifornivano i tedeschi in ritirata. Coates portò a termine la sua missione, sganciando la bomba, ma venne colpito dalla contraerea mentre faceva ritorno. Erano le 6.40 e l’aviatore non riuscì ad eiettarsi, forse perché era già morto.

Disegnatore e poi pilota di caccia

Di John sappiamo molto poco. La stampa inglese, che ha dato molto risalto alle esequie dell’eroe di guerra, riferisce che l’aviatore oggi ha una discendenza di circa 62 parenti. Alcuni di loro — che tra l’altro hanno consentito l’identificazione della salma grazie alla prova del Dna — saranno alla cerimonia. Nativo di York — città nella contea del North Yorkshire, poco sotto la Scozia — prima di arruolarsi come volontario nella Royal Air Force lavorava come disegnatore industriale. Poi il brevetto da pilota e il volo sulla caccia, prima in Nord Africa e successivamente sul fronte italiano. Una cosa importante è emersa dalla documentazione messa a disposizione dall’ambasciata britannica: in quel freddo 6 marzo John non avrebbe dovuto volare. Era già in congedo da pochi giorni. Avrebbe dovuto rientrare a York, lasciando la divisa. Ma quella mattina decise di sostituire un amico-pilota per un ultimo volo sullo Spifire. L’ultimo volo dal qualche non è più tornato.

Il museo di Fusignano

La «Romagna Air Finders» «è un sodalizio formato da volontari che impegnano gran parte del tempo libero alla ricerca ed al recupero — spiega il presidente Leo Venieri— di aerei della seconda guerra mondiale dispersi dopo essere precipitati e dei loro piloti dimenticati per tanti anni». Sono 38 gli aerei recuperati sinora. E con loro 14 aviatori di tutte le nazioni belligeranti in Italia. Quattro tedeschi, tre italiani, re inglesi, due sudafricani, uno statunitense e un brasiliano. «Il nostro nuovo museo in Fusignano di Ravenna è considerato nel suo genere unico in Italia e forse anche oltre» racconta con orgoglio Venieri.

FONTE https://www.corriere.it/cronache/cards/ultimo-volo-john-veneto-75-anni-funerali-pilota-spitfire/i-resti-ritrovati-romagna-air-finders_principale.shtml