AMVI Aeronautica Militare Virtuale ItalianaAMVI Aeronautica Militare Virtuale Italiana

Manutenzione dell’F-35: Cameri resta al palo A Cameri le manutenzioni sulla cellula dal 2018

08 dic 2016 Aeronautica Militare

A Cameri le manutenzioni sulla cellula dal 2018

Assegnate nel 2014 all’Italia le riparazioni, manutenzioni, revisioni e aggiornamenti (MRO&U in sigla) iniziali delle strutture degli F-35 europei e mediterranei, e alla Turchia le stesse attività sui motori, il 7 novembre scorso il Pentagono ha deciso anche chi farà che cosa al di fuori degli Stati Uniti per le innumerevoli componenti del “sistema aeroplano”, compreso l’ALIS, l’infrastruttura logistica integrata. Il lavoro commissionato per quelle che possono definirsi le parti più “nobili” dell’aereo da attacco di Lockheed Martin, riguarda per ora soltanto 65 componenti su 774, l’8 per cento del totale; per i restanti 709 il Dipartimento della Difesa deciderà fra due o tre anni.

I Paesi designati sono la Gran Bretagna, che si è vista assegnare lavoro su 48 dei 65 componenti, l’Olanda, con 14, e l’Australia, con 3. I tre paesi garantiranno l’efficienza dei 65 elementi del “sistema” per tutte le (per ora) 11 flotte non-USA del Joint Strike Fighter nel quinquennio 2021-2025. Fino al 2021 basteranno le aziende statunitensi a coprire ogni necessità per tutti, a cominciare ovviamente dalle tre forze armate nazionali.
Dopo il 2025, si procederà in termini di “regioni”, quella europeo-mediterranea (Danimarca, Gran Bretagna, Italia, Norvegia, Olanda e Turchia come partner, più Israele come cliente “Foreign Military Sales”) e quella del Pacifico (Australia come partner, e Sud Corea e Giappone come acquirenti FMS). Per la prima, provvederà ancora la Gran Bretagna per 51 dei primi 65 componenti, e l’Olanda con gli stessi 14, mentre per la regione del Pacifico l’Australia se ne vedrà affidare 64 e la Corea uno.

“Divide et impera”

Quello che appare subito chiaro è che da qui a quando gli Americani stabiliranno a chi andrà il 92 per cento rimanente di lavoro, si scatenerà una lotta senza pari fra tutti i paesi utilizzatori del Joint Strike Fighter per accaparrarsi più commesse possibile. Sempre che la nuova stagione neo-protezionistica annunciata da Donald Trump non metta in discussione, almeno nel lungo periodo, i fondamenti stessi della globalizzazione delle forniture (“supply chain”) sulla quale poggiano i maggiori programmi aeronautici degli Stati Uniti.

 

Articolo Completo al seguente link: http://www.analisidifesa.it/2016/12/manutenzione-dellf-35-cameri-resta-al-palo/

Fonte: http://www.analisidifesa.it/2016/12/manutenzione-dellf-35-cameri-resta-al-palo/