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30 anni di Eurofighter Typhoon
Il 27 marzo 1994, l’Eurofighter Typhoon DA1 (Development Aircraft) decollò per il suo primo volo a Manching, in Baviera. Un’esperienza unica per il pilota collaudatore Peter Weger: “Sapevo che stavo pilotando un aereo incredibile e che avevamo qualcosa di speciale. È stato uno di quei giorni che ricorderai per il resto della tua vita.”
L’Eurofighter è un aereo da combattimento multiruolo bimotore che può essere utilizzato per combattimenti aria-aria e aria-terra. È stato sviluppato congiuntamente da quattro paesi europei: Germania, Gran Bretagna, Italia e Spagna. Airbus (Germania e Spagna), BAE Systems (Regno Unito) e Leonardo (Italia) formano il consorzio Eurofighter, che gestisce l’Eurofighter Typhoon con i quattro paesi partner.
Con oltre 850.000 ore di volo, l’Eurofighter Typhoon costituisce la spina dorsale delle forze aeree tedesche, britanniche, italiane e spagnole. Ad oggi, 680 Eurofighter Typhoon sono stati ordinati da 9 paesi, 603 dei quali sono già stati consegnati. Il primo Eurofighter venne consegnato all’aeronautica militare tedesca nel 2003. Cinque clienti esteri volano con l’Eurofighter Typhoon: Austria (15 aerei), Arabia Saudita (72), Oman (12), Kuwait (28) e Qatar (24).
Airbus produce l’Eurofighter a Manching vicino a Ingolstadt (per la Luftwaffe) e a Getafe vicino a Madrid (per l’Ejercito del Aire). BAE Systems e Leonardo producono gli aerei rispettivamente nel Regno Unito (Warton) e in Italia (Torino).
I componenti principali dell’Eurofighter provengono dalle quattro società partner dell’Eurofighter. Airbus Germany fornisce la sezione centrale della fusoliera, Airbus Spain l’ala destra. BAE Systems dal Regno Unito contribuisce alla sezione anteriore della fusoliera, alla deriva e, insieme all’italiano Leonardo, alla fusoliera posteriore. Leonardo realizza anche l’ala sinistra.
In particolare, Leonardo partecipa direttamente, con una quota del 21%, nella definizione, progettazione, sviluppo e produzione del velivolo, frontiera della tecnologia dell’industria europea. Considerando le quote di responsabilità relative alla costruzione della cellula dell’aereo e quelle relative all’avionica e all’elettronica di bordo, la quota complessiva di Leonardo raggiunge il 36% circa del valore dell’intero programma.
L’assemblaggio finale dell’Eurofighter comprende l’assemblaggio dei componenti principali, comprese le successive prove a terra e in volo prima della consegna al cliente. In totale, ci sono 14 fasi industriali per arrivare all’Eurofighter finito. Il programma Eurofighter è un fattore economico significativo poiché attualmente garantisce 100.000 posti di lavoro in Europa, di cui 20.000 in Italia (tra occupazione diretta, indiretta e indotta), e coinvolge 400 fornitori in tutto il continente, 200 dei quali italiani.
Airbus sta attualmente producendo a Manching 38 Eurofighter Tranche 4 per l’aeronautica militare tedesca, i cosiddetti Quadriga. L’azienda consegnerà 30 monoposto e 8 biposto tra il 2025 e il 2030. Il contratto è stato firmato alla fine del 2020. Questi nuovi velivoli dovrebbero sostituire la prima tranche di Eurofighter della Bundeswehr. Airbus equipaggerà anche gli Eurofighter della Luftwaffe per il combattimento elettronico entro il 2030. L’Eurofighter EK (Elektronischer Kampf) amplierà il già ampio spettro operativo del jet e rafforzerà la sovranità e l’autonomia europea nel settore.
Inoltre, Airbus, consegnerà 20 nuovi Eurofighter della Tranche 4, noti anche come Halcon I, all’aeronautica militare spagnola dal 2026 al 2030. Il 12 settembre 2023, il governo spagnolo ha anche approvato la spesa per un’ulteriore serie di Eurofighter detta Halcon II che dovrebbe circa 25 Eurofighter.
Il percorso evolutivo dell’Eurofighter prevede la capacità di interoperare con i caccia di prossima generazione e con il loro “ecosistema”, costituito da droni cooperanti, sistemi d’arma avanzati ed electronic warfare sensors, il tutto integrato in un sistema informativo di tipo combat cloud.
In questo scenario orientato al futuro, Eurofighter sta sviluppando nuove tecnologie che riguarderanno l’architettura del sistema di missione, l’interfaccia uomo-macchina, la gestione operativa e le prestazioni del motore. Gran parte del lavoro legato all’evoluzione del caccia potrà esser trasferito nei programmi “Combat Air” di prossima generazione, per i quali l’Eurofighter potrà fungere da dimostratore di tecnologie, consentendo una sostanziale riduzione del rischio nella fase di progettazione.
Il programma di sviluppo delle capacità di evoluzione a lungo termine delle quattro nazioni principali (Germania, Spagna, Gran Bretagna e Italia) prevede la modernizzazione di componenti importanti, tra cui la cabina di pilotaggio e l’aggiunta di maggiore potenza di calcolo. Ciò manterrà l’Eurofighter all’avanguardia della tecnologia. La firma del contratto è prevista nel 2024.
Grazie al suo continuo sviluppo, l’Eurofighter rimarrà a lungo termine all’avanguardia. Rimarrà la spina dorsale della difesa delle forze aeree europee fino al 2050, ponendo importanti basi tecnologiche per la prossima generazione di piattaforme di combattimento aereo.
A trent’anni dal primo volo e a venti anni dalla prima consegna al 4° Stormo dell’Aeronautica Militare, primo reparto operativo in Italia a ricevere il velivolo, l’Eurofighter Typhoon rappresenta la spina dorsale della difesa aerea nazionale. I due motori dell’Eurofighter Typhoon producono circa 150.000 cavalli e la accelerano fino a Mach 2,35, ovvero poco meno di 2.900 chilometri orari. L’Eurofighter impiega solo 2 minuti per salire a quasi 11.000 metri. Ciò lo rende ideale per il servizio QRA (Quick Reaction Alert) sia nazionale che per la NATO dove, tra gli altri compiti, protegge il fianco orientale dell’Alleanza Atlantica.
Bye
Phant