Guerra Ucraina - Russia

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Re: Crisi Ucraina-Russia

Messaggio da Phant » 19 marzo 2022, 23:49

Aviation-report.com ha scritto:
Guerra in Ucraina: la Russia utilizza per la prima volta il missile ipersonico balistico Kinzhal

Il Ministero della Difesa della Federazione Russa ha confermato l’utilizzo per la prima volta del missile ipersonico balistico Kinzhal per colpire un’obiettivo in Ucraina. “Il 18 marzo, il sistema missilistico Kinzhal con missili balistici ipersonici ha distrutto un grande deposito sotterraneo per missili e munizioni per l’aviazione militare ucraina a Delyatin, nella regione di Ivano-Frankovsk.”

A quanto sappiamo è effettivamente il primo utilizzo di questo sistema d’arma nella guerra contro Kyiv [Kiev], ma non si hanno altri dettagli sul lancio e su quanti missili siano stati utilizzati. Al momento possiamo solo ipotizzare che il missile ipersonico Kinzhal sia stato lanciato dai MiG-31K direttamente dal territorio russo al riparo dalle difese aeree di Kiev.

Avevamo riportato a metà febbraio 2022 che, durante un’esercitazione delle forze di deterrenza strategica russa, durante la quale sono stati lanciati missili balistici e da crociera con l’intera triade atomica di Mosca che è stata messa alla prova per verificarne la prontezza operativa, le forze aeree russe avevano testato il missile Kinzhal con il lancio di due missili dagli aerei supersonici MiG31K del 764th Fighter Aviation Regiment (IAP).

Prima di questa esercitazione solo i MiG-31K del 929th GLIT (centro di test) avevano utilizzato il Kinzhal in lanci live. I MiG-31K del 764th IAP che ha lanciato questi missili durante l’esercitazione sono le matricole 30 e 31 BLU. Il 764th Fighter Aviation Regiment è il primo operatore di MiG-31K di prima linea delle forze aeree russe che come abbiamo detto più volte ha modificato l’aereo da combattimento per lanciare i missili da crociera nucleari ipersonici Kh-47M2. Il reggimento dovrebbe avere circa 24 aerei MiG-31K tra i quali il 30 BLUE (RF-95453) e il 31 BLUE (RF-92332).

Il MiG-31 (codice NATO – Foxhound) è un caccia intercettore supersonico di epoca sovietica, ora russa, biposto a lungo raggio. Il primo aereo da combattimento sovietico della quarta generazione. E’ stato sviluppato negli anni ’70 dal team del Separate Design Bureau dello stabilimento n. 155 (ora – RAC MiG JSC come parte della United Aircraft Corporation) sotto la guida del capo progettista Gleb Lozino-Lozinsky.

E’ l’aereo più pesante, quello capace di volare più alto e più veloce della sua generazione, ed è molto apprezzato per la sua capacità di trasportare carichi utili estremamente pesanti su lunghe distanze, così come la suite di sensori con i quali è equipaggiato. Sebbene originariamente progettato quale intercettore puro, l’aereo è stato adattato anche per ruoli di attacco come il MiG-31K, entrato in servizio alla fine del 2017, nonché per la guerra anti-satellite. Si ritiene però che la Russia abbia modificato finora solo circa 10/12 MiG-31K dei 50 previsti per utilizzare il Kinzhal.

Il missile ipersonico Kinzhal è un’arma estremamente manovrabile con la capacità di colpire i bersagli a velocità di Mach 10 e con un raggio d’azione di 2000 km, ma con la variante trasportata dal Tu-22M3 in grado di ingaggiare bersagli fino a 3000 km di distanza. I missili sono considerati effettivamente impossibili da intercettare e forniscono un mezzo importante per l’aviazione militare russa.

Il missile è in grado di trasportare una testata a frammentazione da 1.100 libbre o una testata nucleare da 500 kilotoni anche se ad oggi sarebbe considerata un’arma strategica convenzionale poiché la capacità nucleare potrebbe non essere stata ancora implementata tecnicamente. Queste due risorse Mig-31K + missile Kinzhal rappresentano, oggi, una forte enfasi della modernizzazione militare della Russia.




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Re: Crisi Ucraina-Russia

Messaggio da Phant » 22 marzo 2022, 0:53

Aviation-report.com ha scritto:
Guerra in Ucraina: i missili russi colpiscono e distruggono la fabbrica dove vengono riparati i MiG-29 di Kiev

La Russia ha intensificato gli attacchi aerei sull’Ucraina anche se il continuo appello di Kiev agli Stati Uniti e alla NATO di dichiarare una no-fly zone sul paese dilaniato dalla guerra non ha prodotto risultati positivi. In questo contesto i russi hanno bombardato un impianto industriale ucraino utilizzato per la manutenzione dei caccia MiG-29 Fulcrum di Kyiv [Kiev].

L’impianto statale di riparazione di aeromobili di Leopoli, a poco più di 40 miglia dal confine polacco, è stato colpito dai missili russi lo scorso 18 marzo. Questa struttura ha gestito, tra le altre cose, i lavori di riparazione dei caccia MiG-29 Fulcrum ucraini che Kiev ha ampiamente schierato nella sua resistenza contro l’invasione russa.

Questo è stato il primo colpo a Leopoli, un importante punto di transito per i vari tipi di aiuti esteri che entrano in Ucraina trovandosi molto vicino al confine con la Polonia, che rappresenta il fianco più orientale della NATO. La scorsa settimana, la Russia ha intensificato la sua offensiva nell’Ucraina occidentale, sparando i missili vicino a Leopoli e colpendo una grande struttura militare vicino al confine polacco, presumibilmente uccidendo decine di persone e avvicinando la lotta ai confini della NATO. L’incidente è avvenuto dopo che il Cremlino aveva minacciato di bloccare le forniture di armi occidentali all’Ucraina.

“Diversi missili hanno colpito l’impianto di riparazione degli aerei. I suoi edifici sono stati distrutti dagli attacchi. Il lavoro nello stabilimento è stato interrotto in tempo, quindi per il momento non ci sono vittime“, ha affermato il sindaco dell’Ucraina Andriy Sadovyi. Le sirene del raid aereo hanno suonato in tutta la città pochi minuti prima dell’attacco.

La Russia ha lanciato sei missili da crociera contro il complesso, due dei quali sono stati intercettati dalla difesa aerea ucraina, secondo le autorità. “I missili, che sono stati lanciati dall’area del Mar Nero, e sono stati parzialmente abbattuti. Ma quattro di loro hanno colpito l’impianto di riparazione degli aerei“, ha affermato Maksym Kozytskyy, capo dell’amministrazione militare di Leopoli.

L’impianto statale di riparazione di aeroplani di Leopoli è descritto come la principale società di manutenzione di aeromobili dell’Ucraina e la struttura, gestita dall’azienda statale della difesa Ukroboronprom, serviva principalmente i velivoli da combattimento MiG-29 Fulcrum. Questa struttura si trova sull’aeroporto internazionale Danylo Halytskyi di Leopoli.

Non è chiaro quali potrebbero essere gli impatti immediati di questo attacco sulla capacità dell’aeronautica militare ucraina di continuare a far funzionare i suoi MiG-29 sebbene una parte del lavoro di manutenzione venga sempre condotto presso le basi da cui operano questi aerei. Allo stesso tempo, la perdita dell’hangar e gli altri danni alla struttura di Leopoli potrebbero limitare le opzioni disponibili per eseguire riparazioni più serie, anche su aerei che hanno già subito danni in battaglia.

Una settimana prima, un altro attacco missilistico russo sulla città di Lutsk, nell’Ucraina occidentale, aveva preso di mira un altro impianto che si occupava di riparare i motori a reazione RD-33 che equipaggiano sempre i caccia MiG-29 ucraini. Questa struttura è anche il luogo in cui, tra le altre cose, viene svolto un lavoro simile sui motori AL-21F e AL-31F utilizzati rispettivamente dagli aerei da combattimento ucraini Su-24 Fencer e Su-27 Flanker.

aeroporto internazionale Danylo Halytskyi di Leopoli attivoaeroporto internazionale Danylo Halytskyi di Leopoli distrutto
Ciò indica che la Russia è concentrata sul negare l’opportunità di affermare la superiorità aerea e la difesa aerea all’Ucraina, soprattutto a seguito degli annunci occidentali di voler fornire proprio delle aliquote di caccia MiG-29 dei paesi, ora della NATO, che li hanno ereditati dall’epoca del Patto di Varsavia: Polonia, Slovacchia e Bulgaria. Proprio i primi due hanno dato disponibilità al trasferimento delle loro macchine in cambio di nuove forniture da parte degli Stati Uniti, leggasi F-16 Fightning Falcon.

Inoltre è logico pensare che l’esercito russo, che finora non è stato in grado di ottenere una vera superiorità aerea sull’Ucraina, prenda di mira le strutture che sostengono le flotte di jet da combattimento dell’aviazione ucraina. I caccia ucraini MiG-29 e Su-27, insieme alle difese aeree a terra, sono stati importanti nel mantenere i cieli sopra il paese contesi dopo più di tre settimane.

Il trasferimento di questi aerei è al momento al vaglio degli Stati Uniti ma trova reticenze da parte della NATO che individua problemi logistici non indifferenti, oltre al fatto che la Russia potrebbe vedere in questa mossa una vera e propria interferenza nel conflitto che potrebbe portare a conseguenze gravi. A tal proposito, la Slovacchia ha dato la disponibilità anche al trasferimento a Kiev del suo unico sistema di difesa aerea S-300, sul quale però il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha già annunciato che Mosca “non consentirà” il suo trasferimento in Ucraina.

Colpendo le infrastrutture chiave ucraine per la manutenzione dei MiG-29, Mosca sta dando un chiaro segnale alla NATO sul fatto che non consentirà l’eventuale utilizzo di questi aerei, opponendosi con forza al loro utilizzo dal territorio ucraino e complicando così non poco le decisioni degli Stati Uniti e degli Alleati su questo tema. Senza un’infrastruttura tecnica funzionante i velivoli sarebbero comunque inutilizzabili e dovrebbero operare dal territorio della NATO, cosa che l’Alleanza avrebbe già escluso.


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Re: Crisi Ucraina-Russia

Messaggio da Phant » 22 marzo 2022, 0:55

Aviation-report.com ha scritto:
Vediamo da vicino i droni ucraini Bayraktar TB-2 che stanno devastando l’esercito russo

Il Bayraktar TB-2 ha cambiato l’idea di come vengono combattuti i conflitti odierni. Il fatto che un drone relativamente leggero ed economico possa non solo eludere, ma anche cercare attivamente e distruggere i moderni missili terra-aria e i sistemi di guerra elettronica, subendo solo piccole perdite, ha giustamente attirato l’attenzione mondiale. La domanda i primi giorni del conflitto era se la piccola forza ucraina di droni TB-2 di fabbricazione turca sarebbe sopravvissuta ai primi bombardamenti e attacchi dei missili russi.

Quasi un mese dopo l’inizio del conflitto in Ucraina, è evidente che i TB-2 non solo sono sopravvissuti, ma sono entrati rapidamente in azione. Oggi la flotta di droni killer dell’Ucraina è probabilmente la sua forza più potente, più dei caccia Mig-29 e Su-27. I TB-2 appartenenti all’aviazione militare e alla marina militare ucraina negli ultimi giorni hanno smantellato intere formazioni della rete di difesa aerea russa in prima linea e ora stanno distruggendo senza sosta carri armati, blindati e mezzi di rifornimento russi. E con notizie credibili secondo cui la Turchia ha inviato nuovi velivoli, è possibile che la campagna dei droni di Kiev sia appena iniziata.

Nel tentativo di rafforzare la potenza aerea ucraina fiaccata da numerose perdite, anche significative, fin dai primi giorni delle ostilità, il 2 marzo la Turchia avrebbe trasportato in aereo un numero imprecisato di questi droni d’attacco all’interno dei confini ucraini. Non esistono conferme o smentite a quelle che possiamo definire come mere supposizioni, ma non è da escludere l’ipotesi che il carico sia stato consegnato attraverso la Polonia utilizzando un velivolo Airbus A-400M con le insegne turche.

Nel 2020, la piccola flotta di TB-2 dell’Azerbaigian è stata determinante nella vittoria sull’Armenia in una breve ma violenta guerra territoriale. La storia dei droni potrebbe ripetersi nella guerra in Ucraina. Kyiv [Kiev] ha acquisito il suo primo TB-2 nel luglio 2021. A febbraio di quest’anno la marina e l’aviazione possedevano circa 20 di questi droni armati di missili a guida laser Smart Micro Munition da 14 libbre, il cui acronimo turco è “MAM”.

Non era chiaro se i Bayraktar TB-2, le loro stazioni di terra e gli operatori sarebbero sopravvissuti agli attacchi aerei e agli sbarramenti missilistici che hanno preceduto l’offensiva di terra russa, ma invece lo hanno fatto. In effetti, sembra che la forza dei droni non abbia subito grosse perdite poiché si è dispersa dalle sue basi permanenti, come Mykolaiv nell’Ucraina meridionale, a strutture più piccole probabilmente concentrate nell’ovest del paese. Su questo tema, tralasciando la propaganda dei belligeranti, Kiev avrebbe perso un solo TB-2 del quale ci sono delle evidenze fotografiche.

Ci sono voluti alcuni giorni prima che gli operatori dei TB-2 preparassero i loro equipaggiamenti e preparassero i loro droni per le operazioni da siti austeri, forse comprese piste di atterraggio civili poco utilizzate. Una volta fatto, i droni hanno aperto un’offensiva aerea sempre più ampia. Al 20 marzo, osservatori stranieri avevano confermato, tramite foto e video, 120 carri armati, 298 veicoli, 9 elicotteri, camion di rifornimento, treni, sistemi radar, artiglieria caduti vittime degli attacchi dei TB-2.

In effetti, il numero effettivo di uccisioni di droni è senza dubbio molto, molto più alto. Non conosciamo il totale reale perché l’Ucraina non rilascia molte informazioni su come colpiscono i suoi droni. Nel tentativo di attirare la minore attenzione possibile sulle sue operazioni, alla fine sono state rilasciate non molte riprese degli attacchi di TB2 in Ucraina, hanno osservato gli analisti di Oryx, una delle principali fonti di intelligence sul conflitto.

La campagna dei droni si è ampliata in più fasi. In primo luogo, i TB-2 hanno inseguito i sistemi di difesa aerea a corto raggio che proteggevano le formazioni di carri armati russi e i convogli di rifornimenti. I droni hanno colpito non meno di 10 lanciatori SAM, inclusi Buks, Tors e un Pantsir. Inoltre nell’area di Kiev hanno colpito molte formazioni corazzate russe, mentre nel sud hanno diretto massicci e precisi sbarramenti di artiglieria sull’aeroporto di Kherson e sulle unità russe.

Non sembrano esserci grandi limiti su dove i TB-2 possono colpire all’interno della zona di guerra dell’Ucraina. Kiev ha pubblicato video che ritraggono attacchi di droni fino a Kherson e a nord fino alla periferia di Kiev. La distanza percorsa dai droni sembra suggerire che la Turchia abbia fornito all’Ucraina l’ultima versione del TB-2 con capacità di comunicazione satellitare, oltre all’accesso ai satelliti Turksat. L’alternativa è la radio in linea di vista, che può portare un drone a soli circa 160 km.

I SAM russi a lungo raggio, S-300 e S-400, sono ancora intatti ma per una serie di ragioni, non sono in grado di fermare i TB-2. Uno dei motivi è che gli operatori dei TB-2 sembrano condurre i loro droni a bassa quota, sotto l’orizzonte dei radar a lungo raggio, fino al momento di attaccare. Questo profilo di missione naturalmente impedisce un’ampia sorveglianza ma il TB-2 di solito sembra evitare il rilevamento anche quando vola a quote più alte.

Le piccole dimensioni e la modesta potenza del TB-2 lo rendono silenzioso, non eccessivamente rilevabile ai sensori a infrarossi e anche difficile da rilevare per molti operatori radar, soprattutto quando vola di notte. Ma il TB-2 non è invulnerabile, ovviamente. Ma a differenza di un caccia pesante pilotato il drone, in caso di perdita, è più facile da sostituire. I russi affermano di aver abbattuto molti TB-2, ma ci sono prove fotografiche di un solo drone distrutto.

In ogni caso, l’Ucraina ha chiaramente ancora la maggior parte dei TB-2 che aveva all’inizio della guerra, oltre alle cellule aggiuntive che dovrebbe aver ricevuto dalla Turchia nelle ultime settimane. La flotta ancora stabile, o addirittura in crescita, dei droni, potrebbe continuare a colpire nelle prossime settimane.

Tornando al conflitto tra Azerbaigian e Armenia, in 44 giorni i circa 10 droni TB-2 di Baku hanno messo fuori combattimento non meno di 567 carri armati armeni e altri veicoli. È stato un contributo potenzialmente decisivo a una campagna vincente. L’Ucraina ha ancora più TB-2 e, come stiamo vedendo, ha elaborato tattiche altamente efficaci per il loro utilizzo. Il TB-2 nelle mani esperte degli ucraini si sta dimostrando un’arma temibile che sta devastando l’esercito russo.

Non sappiamo con esattezza a quanto ammonta la flotta complessiva in carico a Kiev, come non sappiamo quanto sia il numero esatto delle perdite inflitte ai russi. Dai canali ufficiali gli ucraini avrebbero ordinato 24 droni a settembre, mentre per quanto concerne il numero degli apparecchi attualmente in uso le stime sono piuttosto confuse. Alcuni parlano di 6 velivoli mentre altre fonti riferiscono addirittura di 20 unità. Ad oggi l’Ucraina rappresenta il miglior cliente del Bayraktar, avendone ordinati 54 in totale, il che compenserebbe la totale mancanza di velivoli da attacco di precisione di tipo manned, adatti per operazioni a corto o medio raggio.

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Il drone Bayraktar TB-2

Sviluppato dalla turca Baykar Technologies per l’utilizzo da parte delle Forze armate turche questo drone rappresenta il primo UAV hunter-killer di costruzione completamente turca e concepito per scopi di sorveglianza a lunga autonomia ma a medie altitudini. Lo scorso anno, nel febbraio del 2021, il Chief Technology Officer (CTO) della Baykar, Selçuk Bayraktar, aveva dichiarato che il TB2, aveva raggiunto un traguardo importante completando 300.000 ore di volo operativo, facendolo diventare così il primo aeromobile sviluppato localmente a raggiungere un tempo di volo così ampio nella storia dell’aviazione nazionale turca.

Questi droni sono equipaggiati di telemetri e designatori laser concepiti per ingaggiare il bersaglio da una posizione di controllo di tipo remoto che può essere distante dall’apparecchio fino ad un massimo di 185 miglia. Sotto un profilo strutturale, i Bayraktar dispongono di un design di tipo monoscocca e sono integrati da una struttura a coda formata da due derive a V rovesciata. La fusoliera è stata realizzata in fibra di carbonio, Kevlar e altri materiali compositi ibridi con l’intento di rendere il velivolo estremamente leggero e performante.

Il suo carico utile è di 121 libbre e per la propulsione può disporre di un motore da 105 cavalli che lo spinge fino a circa 160 chilometri all’ora, interamente fabbricato in Ucraina, dato che i turchi non avevano i mezzi per spingerli a questa velocità. L’armamento è di 4 missili a guida laser Smart Micro Munition che hanno dimostrato di cosa sono capaci quando l’Azerbaigian li ha usati contro l’Armenia nel conflitto del Nagorno-Karabakh del 2020.

Il Bayraktar rappresenta una piattaforma di attacco relativamente economica e relativamente basso costo ( ciascun esemplare ha un costo che orbita attorno ai 5 milioni di dollari ) che in precedenza ha visto il suo impiego in vari teatri operativi del pianeta. Nonostante il Bayraktar sia stato ampiamente criticato per la sua facilità ad essere abbattuto, come dimostrato in Siria, dove le perdite sarebbero state pesanti, in Ucraina stiamo assistendo ad un inaspettato ribaltamento della situazione.


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Re: Crisi Ucraina-Russia

Messaggio da Phant » 24 marzo 2022, 0:23

Aviation-report.com ha scritto:
Il caccia multiruolo russo Su-35S Flanker-E in combattimento aria-aria nei cieli dell’Ucraina

I missili della contraerea ucraina hanno costretto la Russia ad adeguare le sue operazioni aeree, ma non li hanno fermati, hanno detto alcuni analisti nei giorni scorsi. Lunedì, un alto funzionario della difesa degli Stati Uniti ha detto che la Russia aveva volato circa 300 sortite nelle precedenti 24 ore, rispetto ad una media di circa 200 al giorno all’inizio della guerra.

“È molto probabile che le forze aerospaziali russe abbiano modificato il modo in cui stanno conducendo le operazioni“, ha detto Michael Kofman, direttore degli studi russi presso la CNA, un think tank con sede in Virginia. “C’è logoramento in una percentuale significativa delle difese aeree ucraine, o sono molto più attenti a come stanno eseguendo queste sortite“.

La guerra aerea sull’Ucraina sembra essere entrata in una nuova fase, con l’aviazione russa che aumenta il numero di voli che effettua al giorno. Questa fase arriva dopo che l’Ucraina ha abbattuto numerosi aerei all’inizio della guerra e nonostante gli Stati Uniti e i loro alleati abbiano inviato migliaia di sistemi di difesa aerea portatili a Kiev.

Non è confermato ma sembra che l’Ucraina abbia concentrato la maggior parte delle difese aeree a disposizione in una manciata di località, tra cui la capitale, Kiev, e la seconda città più grande, Kharkiv. Ciò ha lasciato la Russia più libera di effettuare un numero crescente di attacchi aerei intorno alla città portuale meridionale di Mariupol, dove sono in corso combattimenti urbani molto pesanti.

La grande quantità di Manpads che l’Ucraina ora possiede hanno creato diversi problemi alla Russia nell’utilizzare elicotteri e jet a bassa quota, ma ora sembra che abbiano preso le misure rimanendo spesso fuori dalla loro portata, operando anche direttamente dallo spazio aereo russo e bielorusso.

In questo scenario, il Ministero della Difesa della Federazione Russa ha pubblicato un video dell’uso in combattimento dei suoi caccia Su-35S nel conflitto con l’Ucraina. Per la prima volta è stato mostrato anche una clip video delle attività condotte di notte da parte dei velivoli Su-35S, che dovrebbero essere parte del 23rd Fighter Aviation Regiment schierato sulla base aerea di Baranovichi in Bielorussia. Il commento che accompagna il video descrive il rilevamento e l’intercettazione di bersagli aerei e la distruzione di alcuni sistemi di difesa aerea delle forze armate ucraine. Naturalmente tutto ciò è sempre da prendere con le molle a causa della propaganda che entrambi i belligeranti hanno messo in campo dall’inizio del conflitto e che rende molto complessa avere conferma delle informazioni.

“Il pilota russo Major Viktor Dudin è diventato il primo pilota a ricevere il titolo di Eroe della Russia in questo conflitto. Ha colpito il suo primo bersaglio aereo già il primo giorno dell’operazione speciale. Durante il pattugliamento in combattimento, ha scoperto un caccia Su-27 delle forze armate ucraine che ha distrutto dopo un duello aereo. Successivamente, più di una volta ha sventato gli attacchi degli aerei delle forze armate ucraine, abbattendo molti altri velivoli sia singolarmente che come parte di una coppia. Inoltre, il maggiore Viktor Dudin ha distrutto anche un sistema missilistico antiaereo mobile Buk-M1, scendendo ad una quota inferiore a 400 metri.”

Anche un collega di Viktor Dudin, un giovane tenente pilota di caccia Ivan Perepelkin, è stato candidato per un riconoscimento. Durante l’esecuzione di pattugliamento aereo, secondo quanto dichiarato da Mosca, ha rilevato due aerei Su-27 delle forze armate dell’Ucraina. Prendendo una posizione vantaggiosa durante il combattimento aerea, Perepelkin, ha lanciato due missili aria-aria, a seguito dei quali entrambi i Su-27 sarebbero stati abbattuti. Di questo episodio sarebbe emerso un video su twitter del quale, attenzione, non possiamo assolutamente verificarne la veridicità o collegarlo effettivamente a quanto raccontato dal pilota.

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Tralasciando un attimo queste dichiarazioni, quello che è sicuramente vero è che la Russia sta schierando sempre di più il suo caccia multiruolo di punta, il Su-35S Flanker-E, per tutta una serie di compiti che vanno dalle missioni aria-terra, aria-aria e SEAD/DEAD. Per quanto riguarda queste ultime il Su-35S viene impiegato nel tentativo di neutralizzare e dare il colpo finale alla rete di difesa aerea di Kyiv [Kiev] che si sta dimostrando un osso duro da abbattere e lo sarà sempre di più se l’occidente continuerà a far arrivare le forniture di armi per la contraerea.

Armato con i missili anti-radiazioni Kh-31PM Zvezda/Tactical Missile Corporation il Su-35 è sicuramente un avversario temibile. Il Kh-31P (NATO AS-17 Krypton) è un missile anti-radiazioni supersonico (mach 3) a medio raggio che utilizza uno scramjet con un booster integrato per raggiungere un’elevata velocità supersonica. È stato progettato per distruggere i radar dei sistemi SAM a medio e lungo raggio, i radar di controllo delle operazioni aeree e i radar di allerta precoce e rappresenta quindi una risorsa ideale per neutralizzare bersagli come i sistemi di difesa aerea S-300 e BuK-M1 puntando sulle loro emissioni radar. L’aereo è anche equipaggiato con i jammers SAP-518 montati sulle estremità alari.

Il missile è in grado di effettuare la ricerca in una varietà di modalità, inclusa la ricerca automatizzata e il controllo esterno e può intraprendere manovre evasive di pull-up fino a 10 g se venisse rilevato dal radar nemico. Questi missili tuttavia non sono adatti per contrastare i sistemi di difesa aerea portatili quali i Manpads Igla e Stinger che utilizzano la guida a infrarossi anziché radar e che allo stato di fatto rappresentano la principale minaccia per gli aerei e gli elicotteri russi perché molto difficili da rilevare.

Per le missioni di combattimento aereo contro i Su-27 delle quali si parlava in apertura il Su-35 è armato con i missili per il combattimento aria-aria R-73 e R-77-1. L’R-73 (NATO AA-11 Archer) è un missile a infrarossi a ricerca di calore a corto raggio che può essere lanciato utilizzando un mirino montato sul casco visore (HMS), che consente ai piloti di contrassegnare i bersagli semplicemente osservandoli. L’R-73 è un missile molto agile e con elevate capacità di combattimento, anche se molti analisti lo ritengono inferiore agli equivalenti missili occidentali AIM-9X o ASRAAM.

L’R-77-1 (NATO AA-12 Adder), invece, è un missile a ricerca radar attivo a medio raggio (BVR), il che significa che ha un piccolo sistema che invia impulsi radar per rilevare il bersaglio e quindi utilizza tali informazioni per puntare su di esso. Può essere lanciato anche durante manovre di combattimento ad angoli di attacco molto elevati. Anche in questo caso le prestazioni sarebbero inferiori agli equivalenti AIM-120D o Meteor. Questo missile era stato precedentemente avvistato in Siria, su un aereo Su-35S, dove Mosca sostiene il regime di Bashar al Assad nella guerra in corso con i gruppi jihadisti.

Con un velivolo pari classe o inferiore, come già detto, il Su-35S da il meglio di se come per gli abbattimenti descritti primi o per quelli avvenuti tra la notte del 4 e 5 marzo durante la quale si sarebbe svolta una battaglia aerea nei cieli ucraini con i Su-27 di Kiev che hanno avuto la peggio con quattro velivoli abbattuti.

Attualmente la famiglia di velivoli da combattimento Flanker che include i caccia Su-27 nonché i caccia multiruolo Su-30 e Su-35, costituisce la linea da combattimento principale dell’aviazione militare russa con circa 350 velivoli nella flotta. Inoltre, ci sono circa 32 velivoli Su-33 dell’aviazione navale russa. A causa dei ritardi e degli alti costi del Su-57, la Russia continuerà a procurarsi caccia di 4++ generazione (cioè non stealth) della famiglia Flanker nei prossimi anni, soprattutto i caccia Sukhoi Su-35S Flanker-E e i bombardieri Su-30SM2 Flanker-H, un caccia da attacco biposto simile nel concetto all’americano F-15E Strike Eagle.

Il Su-35S ha ricevuto il battesimo del fuoco nel 2015, nel corso della partecipazione russa alla guerra civile siriana e al 2020, è in servizio attivo in 98 esemplari nelle forze aerospaziali russe. Il Su-35S è un caccia di alto livello di 4++ generazione con eccellenti caratteristiche di agilità e carico utile grazie ai suoi potenti motori, con una super-manovrabilità in combattimento, alta velocità supersonica e lungo raggio, un’ampia gamma di armamenti che possono essere utilizzati, un moderno sistema di guerra elettronica multicanale e un’alta sopravvivenza in combattimento.

Tra le qualità di questo moderno caccia però manca di un radar di tipo AESA, più potente e più resistente ai disturbi. Il Su-35S è infatti equipaggiato con il radar Irbis-E che oltre ad avere scarse prestazioni di scoperta radar, tracciamento e inseguimento dei bersagli è vulnerabile al jamming delle moderne suite EW. Combinato con missili sostanzialmente a corto o medio raggio, il Su-35 si trova in uno svantaggio significativo nel combattimento BVR soprattutto contro un eventuale avversario equipaggiato con un radar AESA che offre non solo una portata superiore, ma è anche altamente resistente ai disturbi del sistema di guerra elettronica L-175V Khibiny del Su-35S.




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Re: Crisi Ucraina-Russia

Messaggio da Phant » 26 marzo 2022, 0:00

Aviation-report.com ha scritto:
Guerra in Ucraina: come l’aeronautica militare di Kiev sta combattendo contro i jet russi

A quasi un mese dall’inizio dei combattimenti, una delle più grandi sorprese della guerra in Ucraina è l’incapacità della Russia di sconfiggere l’aviazione militare ucraina. Gli analisti militari si aspettavano che le forze russe distruggessero o paralizzassero rapidamente le difese aeree e gli aerei militari dell’Ucraina, ma nessuno dei due eventi è accaduto. I combattimenti aerei in stile Top Gun, rari nella guerra moderna, sono avvenuti in alcuni casi tra i Su-27 di Kiev e i Su-35 di Mosca.

Il successo dei piloti ucraini ha aiutato a proteggere i soldati ucraini a terra e ha impedito bombardamenti più ampi nelle città, poiché i piloti hanno intercettato alcuni missili da crociera russi. Funzionari ucraini affermano anche che l’esercito del paese ha abbattuto 97 aerei russi, un numero che non può essere verificato, anche se i resti accartocciati di alcuni caccia russi si sono schiantati su fiumi, campi e case.

L’aviazione militare ucraina opera nella quasi totale segretezza. I suoi aerei da combattimento possono decollare da alcune piste dell’Ucraina occidentale, da alcuni aeroporti che sono stati bombardati ma conservano abbastanza pista per decolli o atterraggi, o anche dalle autostrade, affermano alcuni analisti. Gli ucraini sono ampiamente in inferiorità numerica, si ritiene che la Russia effettui circa 300 sortite al giorno mentre l’Ucraina ne effettua da cinque a dieci.

Ma i piloti ucraini hanno un vantaggio. Nella maggior parte del paese, gli aerei russi sorvolano il territorio controllato da Kiev che può utilizzare il proprio arsenale di missili antiaerei per cercare di abbattere gli aerei di Mosca. “L’Ucraina è stata efficace nel cielo perché operiamo sulla nostra stessa terra“, ha detto Yuriy Ihnat al New York Times, il portavoce dell’aeronautica militare ucraina. “Il nemico che vola nel nostro spazio aereo sta volando nella zona dei nostri sistemi di difesa aerea“.

Anche su questo tema è difficile avere un quadro definitivo sui mezzi in campo e quelli persi da parte di Kiev. All’inizio del conflitto le difese aeree di Kiev comprendevano sistemi a medio raggio S-300P/PS/PT degli anni ’80 (fino a 75/90 km di portata), sul sistema BuK-M1 anch’esso dell’era sovietica, alcuni Tor-M e S-125 a corto raggio, Strela-10, Osa-AKM e Tunguska per la difesa di punto. Poi ci sono esemplari di SAM spalleggiabili Igla e cannoni da difesa aerea ZU-23. A questi si sono aggiunti altri sistemi spalleggiabili come gli Stinger e alcuni sistemi sempre di era sovietica che stanno arrivando da Stati Uniti e Germania. Alcuni paesi ex Patto di Varsavia, ed ora nella NATO, sarebbero favorevoli anche al trasferimento di alcuni sistemi S-300, ipotesi ancora al vaglio da parte degli alleati occidentali.

Dave Deptula, decano del Mitchell Institute for Aerospace Studies e principale pianificatore degli attacchi aerei durante la campagna aerea della Desert Storm in Iraq, ha affermato che le prestazioni impressionanti dei piloti ucraini hanno contribuito a contrastare i loro svantaggi in termini numerici. Ha detto che l’Ucraina ora ha circa 55 aerei da combattimento operativi, un numero che sta diminuendo a causa di abbattimenti e guasti meccanici, poiché i piloti ucraini li stanno “stressando per ottenere le massime prestazioni“.

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha ripetutamente fatto appello ai governi occidentali per ricostituire l’aviazione ucraina e ha chiesto alla NATO di imporre una no-fly zone sul paese, un passo che i leader occidentali si sono finora rifiutati di compiere. La Slovacchia e la Polonia hanno preso in considerazione l’invio di caccia MiG-29, che i piloti ucraini potrebbero pilotare con un minimo di addestramento aggiuntivo, ma finora non sono stati effettuati trasferimenti.

“Le truppe russe hanno già lanciato quasi 1.000 missili contro l’Ucraina, innumerevoli bombe“, ha detto Zelensky in un discorso video al Congresso USA il 16 marzo scorso, chiedendo più aerei. “Sapete che esistono e li avete, ma sono a terra e non in Ucraina, nel cielo ucraino”. Dave Deptula ha affermato che il trasferimento di questi jet in Ucraina è fondamentale. “Senza rifornimento“, ha detto, “rimarranno a corto di aeroplani prima di esaurire i piloti“. Ma come sappiamo il tema del trasferimento dei Mig-29 è un tema molto delicato che potrebbe avere delle enormi implicazioni su un eventuale intervento della NATO nel conflitto.

I droni senza pilota sono anche uno strumento nell’arsenale dell’esercito ucraino, ma non nella battaglia per il controllo dello spazio aereo. Come sappiamo l’Ucraina gestisce un drone armato di fabbricazione turca, il Bayraktar TB-2, un aereo a elica estremamente efficace nel distruggere carri armati o pezzi di artiglieria russa ma che non può combattere contro altri aerei. Se le difese aeree dell’Ucraina fallissero, i jet russi potrebbero facilmente eliminarli sia a terra che in volo.

Il combattimento aria-aria è stato raro nella guerra moderna, con solo esempi isolati negli ultimi decenni. I piloti statunitensi, ad esempio, non hanno effettuato estesi combattimenti aerei dalla prima guerra in Iraq nel 1991. Da allora, i caccia statunitensi si sono impegnati in combattimenti aria-aria solo in poche occasioni, abbattendo 10 aerei nelle guerre balcaniche e un aereo in Siria, secondo Dave Deptula. I piloti militari ucraini avrebbero abbattuto alcuni jet russi in combattimento aria-aria ma non gli è consentito dire quanti o di che tipo alimentando così numeri ed ipotesi non verificabili, ma lo stesso vale per i russi che oppongono ai Su-27 Flanker ucraini i più moderni Su-35S Flanker-E.


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Re: Crisi Ucraina-Russia

Messaggio da Phant » 26 marzo 2022, 0:04

Aviation-report.com ha scritto:
I piloti russi di Mi-24 Hind raccontano l’assalto all’aeroporto di Gostomel dove è rimasto distrutto l’iconico velivolo da trasporto An-225 Mriya

Zvezda ha intervistato alcuni piloti russi di elicotteri che hanno partecipato all’assalto all’aeroporto di Gostomel dove è rimasto distrutto l’iconico velivolo da trasporto Antonov An-225 Mriya. “Gli equipaggi dei nostri elicotteri d’attacco hanno distrutto tutti i punti di tiro nemici e la forze di terra sono state sbarcate senza perdite.”

I piloti russi hanno raccontato i dettagli di una delle loro sortite, quella sull’aeroporto di Gostomel. “In sette minuti, gli equipaggi non solo sono sfuggiti all’impatto di 15 missili Stinger, ma grazie alle tattiche di volo sono stati in grado di sopprimere completamente le postazioni di tiro delle forze armate ucraine.”

Oleg, comandante di elicottero d’attacco Mi-24 Hind, intervistato da Zvezda dice di avere più di 400 sortite tra Cecenia, Siria, Africa e ora Ucraina. Indicando l’elicottero dice che “Ecco uno dei buchi, questo è un proiettile. E il razzo è esploso da qualche parte qui vicino e ha sfondato questi blocchi. Questi sono i proiettili. Uno, uno, uno. E qui c’era il buco maggiore”, ha commentato Oleg sui danni al suo elicottero.

I danni di cui parla il pilota sono stati inferti nella battaglia per l’aeroporto di Gostomel. Otto Mi-8 erano accompagnati dallo stesso numero di Mi-24. Quasi per tutto il percorso, il nemico non ha opposto resistenza. Ma quando i piloti russi hanno attraversato il Dnepr, i proiettili delle postazioni antiaeree ucraine hanno iniziato a piovere sugli elicotteri da diverse direzioni insieme agli Stinger che hanno iniziato a lavorare a stretto contatto con l’artiglieria, racconta Oleg. Un altro pilota ricorda che, dopo che i primi 10 missili sparati verso il suo elicottero, ha semplicemente smesso di contarli.

“I nostri equipaggi hanno immediatamente deciso di applicare la tattica elaborata in Afghanistan, chiamata “Fire Chariot”. Hanno chiuso un’area di circa due chilometri quadrati e hanno iniziato a ripulire.” Solo Oleg ha distrutto una ZSU, un corazzato da trasporto truppe e una postazione di mortai che aveva colpito l’equipaggio di uno degli elicotteri che aveva effettuato un atterraggio di emergenza.

“Ad un certo punto, ho visto che da qualche parte da 900 metri mi hanno lanciato uno Stinger. Una frazione di secondo era il tempo per prendere una decisione. Ho girato l’elicottero verso sinistra. Quando si è avvicinato a 100 metri, ho virato bruscamente l’elicottero verso destra“, il pilota ha ricordato i dettagli della battaglia. “Il missile è esploso sotto il montante di coda. Ora ci sono macchie appena visibili sui buchi delle schegge. Vedi, ecco in cosa si sono trasformati i blocchi interni responsabili del funzionamento dei sistemi aeronautici.” Dopo aver valutato la situazione e aver realizzato che l’elicottero poteva essere tenuto in volo e poteva fare fuoco, il comandante Oleg ha deciso di continuare la battaglia.



“Prima del volo, devi avvicinarti all’elicottero. Mi avvicino, gli chiedo di aiutarmi e prometto che cercherò di non deluderlo in volo“, ha affermato il comandante Artem pilota del Mi-24 gregario. Artem ha preso parte alla stessa battaglia. Tra i suoi meriti ci sono la distruzione di una postazione di mortai e una di Manpads, che avevano sparato ai suoi compagni, nonché l’assistenza nell’evacuazione dell’equipaggio di un elicottero d’attacco Ka-52 colpito e costretto ad un atterraggio d’emergenza con il carrello danneggiato.

Molto probabilmente questo episodio può essere ricondotto a quello che abbiamo raccontato qualche giorno fa sul Ka-52 colpito 18 volte dalla contraerea ucraina e che era dovuto atterrare in emergenza in un campo adiacente all’aeroporto di Gostomel. Il comandante di uno degli elicotteri d’attacco Ka-52 “Alligator” era stato colpito da un intenso fuoco della difesa aerea durante la copertura di un gruppo di elicotteri Mi-8 con a bordo le truppe russe. L’elicottero sarebbe stato colpito da un Manpads da terra e da cannoni antiaerei 18 volte. Dopo aver ricevuto danni, l’equipaggio ha effettuato un atterraggio di emergenza e sbarcando ha assunto la difesa dell’elicottero, posizione che avrebbe mantenuto nonostante il continuo impatto del fuoco delle forze armate ucraine, fino all’arrivo di un secondo gruppo di elicotteri d’attacco che ha provveduto all’evacuazione.

Anche senza un’analisi dettagliata, i russi considerano molto importante l’operazione per prendere l’aeroporto di Gostomel. “Vedi, tali operazioni … abbiamo catturato un aeroporto strategico vicino a Kiev con venti elicotteri. C’era qualcosa di simile in Afghanistan, nella gola del Panjshir, ma le forze lì erano molto più grandi. Ciò suggerisce che abbiamo lavorato professionalmente, con alta qualità e completato la missione“, ha sottolineato il comandante del Mi-24 Oleg.



Il Mi-24 Hind è stato sviluppato principalmente per attaccare i veicoli corazzati e le truppe nemiche, per traportare e sbarcare truppe e supportarle con la copertura e l’azione di fuoco. Inoltre, può essere utilizzato per trasportare merci ed evacuare i feriti. La cabina di pilotaggio dell’elicottero è blindata e c’è una corazza che divide i piloti posizionati in tandem. Inoltre l’elicottero ha i controlli di volo duplicati in modo da poter essere condotto dal mitragliere, secondo pilota, anche se il comandante venisse ferito.

Il compartimento per il trasporto delle truppe è blindato sul fondo e sui lati per proteggerlo dal fuoco da terra. L’elicottero può trasportare fino a otto paracadutisti completamente equipaggiati e se necessario i soldati possono fare fuoco con le loro armi individuali inclinando all’indietro i finestrini del vano di carico e utilizzando dei supporto speciali affinché i paracadutisti non colpiscano il loro elicottero.

Interessante vedere che alcuni elicotteri russi, in particolare i Mi-8/17 Hip e i Mi-24/35 Hind, sono stati avvistati con nuovi contrassegni composti da tre bande verticali bianche, molto simili a quelle portate proprio dagli elicotteri ucraini nel 2014 durante le operazioni nel Donbass e in Crimea.

I contrassegni sono particolarmente utili in questo scenario poiché sia ​​la Russia che l’Ucraina utilizzano per lo più la stessa attrezzatura, rendendo l’identificazione più difficile e aumentando il rischio di fuoco amico. L’introduzione di una sorta di contrassegno visivo dovrebbe aiutare ad evitare che i due belligeranti abbattano per errore alcuni dei loro elicotteri. Questi nuovi contrassegni russi inoltre sono stati avvistate solo sugli elicotteri che portano la mimetica verde standard, più simile a quella ucraina, e non su quelli con la livrea grigio scuro.



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Re: Crisi Ucraina-Russia

Messaggio da Phant » 26 marzo 2022, 0:06

Analisidifesa.it ha scritto:
Prime valutazioni russe circa l’impiego in Ucraina del missile ipersonico Kh-47M2 Kinžal

Secondo il Ministero della Difesa russo l’impiego nel conflitto in Ucraina del nuovo sistema missilistico ipersonico Kh-47M2 Kinžal (“pugnale” o “stiletto” in russo) ne ha confermato la sua efficienza.

Si tratterebbe dunque del primo impiego “ufficiale” in combattimento del Kinžal (dotato di testata convenzionale) avvenuto lo scorso 18 marzo in Ucraina contro un magazzino di missili Tochka-U e munizioni aeronautiche delle truppe ucraine nel villaggio di Delyatin, nella regione di Ivano-Frankvisk.

Secondo il portavoce del dicastero russo: – «L’uso in combattimento del missile ipersonico aria-terra Kh-47M2 Kinžal ha confermato la sua efficacia nel distruggere obiettivi nemici speciali altamente protetti. Gli attacchi del Kinžal alle infrastrutture ucraine – ha proseguito nel commento – continueranno durante l’operazione militare speciale».

Pochi giorni dopo lo stesso Ministero della Difesa russo comunicava di aver colpito depositi di carburante nel villaggio di Kostantinovka, nella regione di Mykolaiv e in quest’azione il lancio sarebbe avvenuto dallo spazio aereo sul territorio della Crimea.

Derivato dal missile balistico tattico (superficie-superficie) a corto raggio 9K720 Iskander-M, il Kinžal è capace di una velocità massima di Mach 10 (tra i Mach 5 e 7 secondo alcuni analisti, Mach 9 secondo altri) e di un raggio d’azione di 2.000 chilometri (solo 1.500 secondo alcune valutazioni). Il missile eseguire manovre evasive in ogni fase del suo volo per eludere i sistemi di difesa aerea e di difesa missilistica e può essere inoltre equipaggiato con testate convenzionali o nucleari.

Entrato in servizio sperimentale nelle Forze Armate russe nel 2006 e al momento equipaggia una variante del caccia intercettore trisonico MiG-31 “Foxhound” nota come MiG-31K, che, adibita al lancio di questa speciale arma ha subito alcune modifiche strutturali come il potenziamento dei punti di attacco.

Per ampliarne l’impiego sono noti i programmi della Difesa russa per imbarcare il Kinzhal a bordo dei bombardieri supersonici Tupolev Tu-22M3M “Backfire”, Tupolev Tu-160 “Blackjack” e dei bombardieri di prima linea Sukhoi Su-34 “Fulback”.

Il Kinžal, così come ampiamente trattato in questi anni da Analisi Difesa, è stato rivelato dal Presidente russo Vladimir Putin durante il noto discorso all’Assemblea Federale del 1 marzo 2018 assieme ad altri quattro tipi di armi strategiche che garantirebbero – a detta dello stesso – il vantaggio strategico sugli Stati Uniti poiché ritenute invincibili.

In effetti lo sviluppo, la realizzazione e il collaudo di armi ipersoniche è stato un programma prioritario per la Difesa russa degli ultimi dieci anni che ha permesso a Mosca di realizzare un vantaggio tattico persino rispetto agli Stati Uniti; al Kinžal vanno infatti aggiunti i sistemi Avangard e Zircon, il primo alloggiato dentro missili intercontinentali ICBM e il secondo lanciabile da navi e sottomarini; lo stesso Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha commentato così l’uso del Kinžal: – «Ha la stessa testata di qualsiasi altro missile; non c’è molta differenza, tranne che è quasi impossibile fermarlo…»

Anche se alcuni analisti affermano tuttavia che i due attacchi in Ucraina siano solo degli eventi isolati e che nonostante i vantaggi che i missili ipersonici hanno rispetto ai missili balistici convenzionali Mosca difficilmente utilizzerà in maniera indiscriminata questa particolare tipologia di arma, l’utilizzo riuscito del Kinžal ha fatto sì che la Russia diventasse il primo paese a usare un missile ipersonico in combattimento.

Sul perché si utilizzi un’arma così complessa al posto di un tradizionale missile balistico che potrebbe fare lo stesso lavoro con meno rischi di fallimento e costi più bassi, la risposta è molto semplice: i conflitti reali vengono da sempre utilizzati come terreno di prova per nuove armi in condizioni operative e la Russia in tal senso non è da meno, basti considerare i test in teatro di guerra di vari sistemi d’arma realizzati in passato in Afghanistan e Cecenia e di recente in Siria.

Un test di collaudo sul teatro di guerra ha un valore inestimabile poiché i successi possono essere sfruttati per un ulteriore miglioramento e i difetti emersi possono essere evidenziarti e risolti.


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Re: Crisi Ucraina-Russia

Messaggio da Phant » 27 marzo 2022, 0:23

Aviation-report.com ha scritto:
Il potente jet russo Su-34 Fullback in azione contro le truppe ucraine

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Sebbene il Su-34 mantenga molto in comune con il Su-27 Flanker da cui è originariamente derivato, il design del cockpit e del muso è radicalmente diverso e il jet incorpora una varietà di modifiche che lo ottimizzano per svolgere il suo ruolo primario, quello dell’attacco.

Spinto da due motori Lyulka AL-31FM1 da 13.500 kg, il cacciabombardiere bireattore supersonico Su-34 ha prestazioni di volo elevate, efficacia in combattimento e manovrabilità. Il design e l’ergonomia della sua cabina di pilotaggio biposto e corazzata in titanio consentono di effettuare voli a lungo raggio. L’aereo Su-34 è progettato per attaccare bersagli terrestri, aerei e di superficie in qualsiasi condizione meteorologica di giorno come di notte con armamenti missilistici aria-superficie e aria-aria a lungo raggio.

Il Su-34 ha un’autonomia massima di 4.000 km e un raggio di combattimento di circa 1100 Km, può sviluppare una velocità massima di 1.900 km/h in quota e di 1400 Km/h a livello del mare, ed è in grado di trasportare un carico utile di armi fino a 8 tonnellate. Tutte queste caratteristiche unite al sistema di rifornimento in volo e un sistema di controllo delle armi migliorato assicurano al velivolo una maggiore sopravvivenza al combattimento.

Con la produzione a pieno regime del Su-24 Fencer a geometria variabile, quale caccia d’attacco e ricognitore, il Flanker versione bombardiere rimase una priorità bassa fino al 1986. Nel giugno di quell’anno fu formalmente presa la decisione di sviluppare un Flanker da attacco al suolo inizialmente noto come Su-27IB. Il primo prototipo del Su-27IB è stato costruito dalla Sukhoi utilizzando una cellula adattata da un addestratore Su-27UB nel quale l’originale cabina di pilotaggio a due posti in tandem fu sostituita da una nuova cabina con i sedili affiancati, segno distintivo del velivolo.

Il prototipo fece il suo primo volo il 13 aprile 1990 con il programma che andò avanti, nonostante il crollo dell’Unione Sovietica, tramite l’impianto aeronautico di Novosibirsk incaricato della produzione su vasta scala. Un primo jet di produzione di serie volò nel dicembre 1993 e nel 1004 fu annunciata la designazione Su-34, ma solo nel 2001 il sesto velivolo fu consegnato per le prove presso l’impianto di prova di Akhtubinsk, come il primo Su-34 con una suite avionica completa.

Nel 2008 il settimo e l’ottavo velivolo furono utilizzati per bloccare i radar della difesa aerea georgiana. Infine nel marzo del 2014 il Su-34 è stato ufficialmente messo in servizio con le forze aeree russe che oggi hanno circa 140 Fullback in servizio che hanno visto anche l’impiego operativo in Siria. Importante sottolineare che, come gli altri aerei della famiglia Flanker, anche il Su-34 conserva la capacità di operare da aeroporti austeri e semi-preparati, una parte importante della dottrina di combattimento dell’era sovietica e ora russa.

Il Su-34 Fullback è equipaggiato con il sistema radar Sh141 ottimizzato per le missioni aria-terra ma che offre anche alcune funzionalità aria-aria che gli consentirebbero di volare alcune missioni anche senza scorta di intercettori. In questa missione, secondo quanto riferito dal produttore, il sistema radar sarebbe in grado di tracciare 10 bersagli aerei e di ingaggiarne quattro contemporaneamente con un aereo delle dimensioni di un caccia che può essere rilevato a circa 140 km. Questo aereo armato con i missili Kh-31P può svolgere anche missioni di soppressione delle difese aeree SEAD/DEAD ed ha anche una buona capacità di guerra elettronica grazie al al suo sistema di autoprotezione Khibiny e ai sistemi SAP-18 e SAP-518.

Invece nel suo ruolo primario di attacco al suolo, il sistema radar può rilevare una nave da guerra a una distanza di oltre 150 km, un ponte ferroviario a oltre 110 km o un camion in movimento a 35 km. Queste cifre sono quelle fornite dal produttore per la versione da esportazione del radar, quindi è probabile che l’equipaggiamento russo possieda caratteristiche anche superiori, sebbene le prestazioni di questo radar siano meno impressionanti rispetto al suo rivale F-15E Strike Eagle equipaggiato con l’AN/APG-70 o con il nuovo AN/APG-82 AESA.

Al radar il Su-34 aggiunge anche il sistema di puntamento laser/TV Platan parte fondamentale della capacità del Su-34 di attaccare bersagli al suolo con elevata precisione di giorno come di notte. Il sistema Platan fornisce una guida per le munizioni laser, sia missili aria-superficie che bombe a guida laser a caduta libera, la più grande delle quali, il KAB-1500L da oltre 1.500 kg.

Come abbiamo detto il segno distintivo di questo aereo è il suo cockpit con i sedili affiancati, con il pilota a sinistra e il navigatore/armiere a destra. Entrambi i membri dell’equipaggio sono seduti su sedili eiettabili zero-zero. Rispetto al suo predecessore Su-24 Fencer, ancora in servizio, il cockpit del Su-34 risulta moderno e dotato di cinque grandi display multifunzionali e di HUD per l’equipaggio. Naturalmente l’aereo è stato sottoposto anche ad un programma di aggiornamento che lo porta alla versione Su-34M che mira a migliorare ulteriormente le capacità del jet, con modifiche al sistema radar, al complesso di mira e navigazione, oltre a nuove armi. I jet aggiornati hanno iniziato a essere riconsegnati nel 2021.

Un altro aspetto particolarmente impressionante del jet è la sua capacità di trasportare una quantità sbalorditiva di carburante per un caccia tattico, portandolo a poter svolgere alcune missioni potenzialmente a lungo raggio, anche senza rifornimento aereo. Come già detto, l’aereo che il Su-34 avrebbe dovuto sostituire, il Su-24 Fencer era descritto in Occidente quale controparte sovietica dell’F-111 americano, anche se in realtà, in termini di autonomi, era molto più vicino al Tornado IDS.

Volando a bassa quota e a 1200 km/h, armato, i sovietici sapevano che il Su-24 avrebbe avuto un raggio di combattimento di soli circa 600 km. Questa carenza fu tenuta molto in considerazione quando fu progettato e sviluppato il Su-34. Il Su-27 aveva già grandi capacità di carburante, con cinque serbatoi interni per circa 9.400 kg di carburante, potendo vantare un’autonomia impressionante, senza rifornimento in volo di 3.700 kg in configurazione pulita e ad alta quota.

Nel Su-34 il carico interno di carburante è stato aumentato a 11/12.000 kg ed è stata aggiunta la sonda per il rifornimento in volo. Questa nuova capacità era secondaria perché l’autonomia senza rifornimento in volo rimase di fondamentale importanza, poiché in epoca sovietica, ma ancora oggi, i tanker per il rifornimento in volo erano e sono f0ndamentalmente assegnate ai bombardieri strategici a lungo raggio e non all’aviazione tattica. Questa capacità di trasporto carburante consente al Su-34 Fullback di effettuare rischieramenti a lunghissimo raggio su tutto il territorio della Russia.

Ciò significa che, in caso di conflitto, un Su-24 Fencer potrebbe colpire obiettivi da 145 a 290 km dietro la linea del fronte in un ambiente ad altissima minaccia, mentre il Su-34 Fullback potrebbe colpire obiettivi oltre 480 km dietro la linea del fronte. Che poi, come accennato, è sempre la missione principale del Fullback. Isolare le truppe avanzate dal ricevere i rifornimenti provenienti dalle retrovie, prendendo di mira le linee di comunicazione, nonché i centri di comando e controllo e i depositi di armi ed equipaggiamenti.

Ma come sappiamo non tutto è oro quello che luccica e dall’inizio del conflitto in Ucraina questa macchina ha sofferto e subito alcune perdite. Dal 24 febbraio al 25 marzo, quindi in un mese, le forze aeree russe hanno perso quatto Su-34, si ipotizza, a causa della contraerea missilistica di Kiev.




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Re: Crisi Ucraina-Russia

Messaggio da Phant » 27 marzo 2022, 0:24

Aviation-report.com ha scritto:
Gli USA dichiarano che fino al 60% degli attacchi missilistici russi sull’Ucraina falliscono l’obiettivo

“I missili russi a guida di precisione lanciati sul suolo ucraino stanno riscontrando un tasso di fallimento fino al 60% delle volte“. Sono queste le parole di 3 funzionari statunitensi impiegati nel settore dell’intelligence in merito ad alcune domande in riferimento ad una possibile spiegazione per gli scarsi progressi dell’invasione russa e che riporta la Reuters.

Da quando il 24 febbraio 2022 il presidente Vladimir Putin ha ordinato l’invasione dell’Ucraina, la Russia sembra non essere riuscita a raggiungere gli obiettivi di base che si erano prefissi come la neutralizzazione dell’aviazione militare ucraina, nonostante lo spiegamento di una forza Armata che vanta numeri decisamente più grandi. O almeno è quello che sembra e che viene riportato dall’Occidente, naturalmente smentito dalla Russia.

I funzionari statunitensi, che ovviamente hanno parlato in condizione di totale anonimato proprio a causa della sensibilità delle informazioni, non hanno però voluto o saputo fornire prove a suffragio della loro valutazione e non hanno neppure rivelato quale è l’esatta causa che sta determinando tutti questi alti tassi di fallimento dei missili russi.

Nonostante non siano in grado di determinare quale sarebbe il tasso standard di malfunzionamento per i missili da crociera lanciati, due esperti militari hanno affermato che qualsiasi tasso di guasto del 20% e oltre sarebbe già considerato alto. Nel frattempo il Cremlino sta continuando ad affermare che quella che chiama un’operazione militare speciale raggiungerà tutti i suoi obiettivi come previsto.

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha rifiutato qualsiasi tipo di commento ai media che hanno provato a chiedere informazioni e ha suggerito a tutti i giornalisti di rivolgersi direttamente al ministero della Difesa per ottenere qualsiasi informazione. Nei giorni scorsi il Ministero della Difesa della Federazione Russa ha lodato la professionalità e la tecnologia missilistica delle sue forze armate e ha affermato che uutte le affermazioni sui loro fallimenti fanno parte del rodato meccanismo di propaganda fuorviante occidentale proveniente dai nemici della Russia, con a capo gli Stati Uniti.

Alcuni funzionari della difesa americana hanno riferito ai giornalisti questa settimana che il Pentagono stima che la Russia abbia lanciato più di 1.100 missili di ogni tipo dall’inizio della guerra, ma finora non hanno confermato quanti di questi hanno effettivamente raggiunto i loro obiettivi e quanti non sono invece riusciti a farlo. Citando l’intelligence statunitense, tre di loro hanno affermato che gli Stati Uniti hanno stimato che il tasso di fallimento della Russia variava giorno per giorno e dipendeva dal tipo di missile lanciato.

Un tasso che talvolta poteva superare anche il 50%. Due di loro hanno detto che in alcuni casi hanno raggiunto il 60%. I fallimenti possono includere qualsiasi cosa, da fallimenti di lancio a un missile che non esplode all’impatto.

Nel complesso l’intelligence USA ha mostrato che i missili da crociera lanciati dalla Russia avevano un tasso di guasto compreso tra il 20% e il 60%, a seconda del giorno. La Russia attualmente è stata vista schierare diversi tipi di missili da crociera lanciati in Ucraina come il Kh-555, il Kh-101, il Kalibr o l’Iskander secondo quanto affermato dal Progetto di difesa missilistica del centro di studi strategici e internazionali. A questi si è aggiunto anche il missile ipersonico balistico Kinzhal usato per la prima volta in due unità contro un obiettivo militare.

Gli Stati Uniti ritengono che la Russia abbia iniziato a lanciare missili aria superficie dallo spazio aereo russo all’inizio di questo mese quando ha attaccato una base militare ucraina vicino al confine polacco. Lo studio del caso da parte dei funzionari statunitensi ha permesso di scoprire che esisteva un tasso di fallimento particolarmente alto nel corso di questo attacco. L’attacco ha purtroppo ucciso 35 persone, secondo quanto rilasciato dalle autorità governative ucraine. Gli attacchi missilistici contro obiettivi militari e depositi di armi sono stati una peculiarità dell’invasione russa.


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Re: Crisi Ucraina-Russia

Messaggio da Phant » 28 marzo 2022, 0:28

Aviation-report.com ha scritto:
Con la capacità di volare per oltre 30 ore continuative, gli RQ-4D Global Hawk sono i droni della NATO che sorvegliano le operazioni militari sull’Ucraina

I media e i social network ci hanno ormai abituato alle immagini dei droni ucraini che stanno combattendo contro le colonne corazzate e blindate dei russi. L’Ucraina sta facendo un uso intensivo dei suo droni per supportare delle truppe di terra nel tentativo di arginare l’avanzata delle forze armate russe, e al momento i velivoli maggiormente utilizzati dalle forze aeree d Kiev sono, come abbiamo già scritto altre volte, i droni turchi Bayraktar TB-2.

Anche la NATO dal canto suo ha messo in campo i droni da ricognizione e intelligence per sorvegliare e monitorare tutti i movimenti delle forze armate russe impiegate sul terreno, in mare e nei cieli. Ma quali sono i droni che sta utilizzando la NATO per sorvegliare le operazioni militari sull’Ucraina?

L’Alleanza Atlantica dispone di una flotta di droni per missioni ISR (Intelligence, Surveillance, and Reconnaissance) denominata AGS – Alliance Ground Surveillance composta da cinque aerei RQ-4D basati presso l’aeroporto militare di Sigonella, in Sicilia. A questi Global Hawk dell’Alleanza Atlantica si aggiungono altri quattro RQ-4 Global Hawk dell’US Air Force, oltre ai Predator italiani e statunitensi che si trovano rispettivamente all’interno della base dell’aeronautica militare italiana e della US Navy.

Il velivolo RQ-4D della NATO rappresenta lo stato dell’arte in termini di piattaforme di intelligenza aerea ad alta quota e di lunga durata. Con un’autonomia di 16.000 chilometri ed una quota di 18.000 metri, l’RQ-4D può rimanere in volo per più di 32 ore.

Volando dalla sua base operativa principale, la base aerea dell’aeronautica militare di Sigonella vicino a Catania in Italia, i cinque droni supportano le operazioni della NATO monitorando il campo di battaglia e fornendo consapevolezza della situazione, nota anche come Joint Intelligence, Surveillance and Reconnaissance o JISR. Ciò offre ai decisori e ai comandati un un quadro completo della situazione, una maggiore consapevolezza tattica di ciò che accade a terra, in aria e in mare, consentendo un processo decisionale accurato basato su informazioni condivise in tempo reale.

Affinché il velivolo a pilotaggio remoto della NATO possa svolgere la sua missione in sicurezza, non solo è necessario disporre di piloti ben addestrati che lavorano su diversi turni, ma anche di personale informatico che assicuri il collegamento satellitare e le comunicazioni tra la base operativa di Sigonella e il velivolo, oltre a personale dell’intelligence che possa gestire e interpretare i dati ricevuti dal velivolo stesso.

I cinque droni RQ-4D “Phoenix” e le relative stazioni di comando e controllo a terra costituiscono il sistema AGS – Alliance Ground Surveillance. La NATO gestisce il sistema completo per conto di tutti i 30 paesi alleati. Il sistema di sorveglianza, di proprietà e gestione collettiva della NATO, fornisce una capacità all’avanguardia unica acquisita da 15 alleati (Bulgaria, Danimarca, Estonia, Germania, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Stati Uniti) e condivisa con tutti e 30 i membri dell’Alleanza Atlantica. Il programma AGS dell’Alleanza è quindi una capacità vitale per le operazioni e le missioni dell’Alleanza stessa. Tutti gli alleati avranno accesso ai dati acquisiti da AGS e beneficeranno dell’intelligence derivata dalle missioni di sorveglianza e ricognizione che AGS intraprende.

L’AGS RQ-4D della NATO è basato sul velivolo a pilotaggio remoto Global Hawk dell’aviazione militare statunitense. Il sistema NATO AGS fornisce capacità di intelligence, sorveglianza e ricognizione all’avanguardia in grado di fornire una consapevolezza della situazione quasi in tempo reale 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana. Guidato da Northrop Grumman, il team industriale della NATO è composto da società di tutti i paesi membri della NATO, tra cui Leonardo, Airbus e Kongsberg e altre società di difesa di tutte le nazioni appaltatrici AGS.

Il primo RQ-4D della NATO AGS era arrivato a Sigonella il 21 novembre 2019, mentre il secondo RQ-4D NATO era arrivato il 19 dicembre 2019. Il terzo Phoenix era decollato martedì 14 luglio 2020 sempre dalla base aerea di Edwards in California, negli Stati Uniti, alle 07:47 ora locale ed è atterrato a Sigonella circa 21,8 ore dopo, il quarto NATO RQ-4D Phoenix era arrivato il 26 luglio 2020. L’ultimo, il quinto RQ-4D è arrivato a Sigonella il 12 novembre 2020.

Con i suoi elementi fondamentali, il NATO AGS è un sistema su misura appositamente progettato per soddisfare i requisiti di sorveglianza identificati dal North Atlantic Council e SACEUR. L’aeromobile a pilotaggio remoto RQ-4D della NATO AGS si basa sul velivolo della US Air Force Global Hawk block 40, ma è stato adattato in modo univoco per soddisfare i requisiti della NATO e per fornire una capacità di intelligence, sorveglianza e ricognizione all’avanguardia a vantaggio di tutti gli alleati dell’Alleanza Atlantica.

Il pubblico sta imparando a conoscere questi particolari droni della NATO grazie alle rotte di volo visibili sui siti come Flight Radar 24 dove tutti i giorni questi droni volano per interminabili missioni, lunghe anche 20 ore, nelle aree dell’Est Europa lungo i confini dell’Ucraina oppure sul mar Nero, vicino ad Odessa.




NATO AGS – Allied Ground Surveillance – il ruolo dell’Italia

Come detto il programma NATO AGS – Allied Ground Surveillance, strutturato su velivoli APR HALE (High Altitude Long Endurance) e su vari sistemi di terra, nasce da un’iniziativa di 15 Nazioni Alleate, all’interno della quale l’Italia riveste un ruolo di primaria importanza, in quanto terzo paese contributore (dopo Stati Uniti e Germania) ed Host Nation, ruolo fondamentale in termini di supporto logistico, infrastrutturale e tecnico-operativo, ruolo che viene svolto a partire dalla base aerea di Sigonella in Sicilia.

La capacità espressa dal NATO AGS permette alle nazioni dell’Alleanza di effettuare attività di sorveglianza persistente su vaste aree, operando al contempo a distanze considerevoli delle zone di interesse, in qualsiasi condizioni meteorologiche e di luce attraverso l’uso di un assetto a pilotaggio remoto acquisito ed operato da personale NATO.

Il 28 ottobre 2019 presso la Casa dell’Aviatore, si era svolta la cerimonia di consegna della Military Type Certification (MTC), la necessaria certificazione di aeronavigabilità rilasciata al sistema dalla Direzione degli Armamenti Aeronautici e per l’Aeronavigabilità (D.A.A.A), e della comunicazione del callsign (nominativo radio) designato per i velivoli del programma AGS (Alliance Ground Surveillance) dell’Alleanza Atlantica. L’Italia ha attivamente partecipato al gruppo di lavoro in ambito NATO favorendo l’integrazione dei velivoli a pilotaggio remoto nello spazio aereo ed adoperandosi fattivamente per il rilascio del nominativo radio da parte dell’ICAO – International Civil Aviation Organization.

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L’assegnazione del callsign “MAGMA”, infatti, era avvenuta al termine di un articolato processo avviato dall’Aeronautica Militare, che ha visto coinvolto l’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), ed ha portato all’attribuzione da parte dell’ICAO del nominativo radio che sarà utilizzato in volo dall’aeromobile.

Queste furono tappe fondamentali per il raggiungimento della piena capacità operativa del NATO AGS, un programma nel quale l’Italia assume un ruolo di rilievo, mettendo a disposizione dell’Alleanza una comprovata esperienza in specifici settori come quello della certificazione tecnica del sistema ma anche dell’impiego degli APR (Aeromobili a Pilotaggio Remoto).

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Re: Crisi Ucraina-Russia

Messaggio da Phant » 28 marzo 2022, 0:30

Aviation-report.com ha scritto:
I velivoli militari italiani G550 CAEW per sorveglianza e intelligence volano lungo i confini con l’Ucraina

La NATO sta pattugliando da settimane i confini con l’Ucraina e tra gli aerei pilotati e non da ricognizione, intelligence e sorveglianza dell’Alleanza Atlantica, che si alternano soprattutto nei cieli di Polonia e Romania, troviamo il G550 CAEW della nostra Aeronautica Militare. Il sito flightradar24.com ha tracciato più voli dei nostri aerei nello spazio aereo dell’Europa dell’Est.

I velivoli G550 CAEW del 14° Stormo dell’Aeronautica Militare, stanno effettuando alcune missioni di sorveglianza all’interno dello spazio aereo rumeno e polacco a sud del confine con l’Ucraina. Una missione è stata effettuata l’8 marzo 2022 e un’altra il 25 marzo 2022. Il velivolo italiano G550, come detto, si unisce agli altri assetti della NATO, tra cui gli E-8 JSTARS e RC-135V/W americani, agli E-3 Awacs della NATO e agli RC-135W Rivet Joint britannici che monitorano quasi costantemente la situazione a terra e in aria in Ucraina e lungo i confini con Bielorussia e Moldova.

L’Aeronautica Militare ha in servizio presso il 71° Gruppo Volo, l’unità che è stata sempre focalizzata sulle missioni SIGINT (Signal Intelligence) e EW (Electronic Warfare), del 14° Stormo di Pratica di Mare due velivoli Gulfstream G550 CAEW dei quali il primo consegnato il 19 Dicembre 2016 e il secondo il 26 gennaio 2018.

Con il velivolo CAEW, l’Aeronautica Militare ha acquisito una contenuta ma importante capacità. Contenuta per il numero ancora limitato dei velivoli, importante perché la capacità in grado di esprimere è di estrema importanza strategica per l’Italia e per la NATO, e non si limita solamente a quella Early Warning, poiché il Sistema d’Arma CAEW è in grado di svolgere anche attività di intelligence, sorveglianza e ricognizione (non-traditional ISR).

L’assett0 CAEW italiano è sostanzialmente un “radar volante” anche se, come detto, può fare molto di più. Il sistema di missione del CAEW è stato realizzato dalla ditta israeliana Elta che ha montato dei sistemi radar molto diversi da quelli che equipaggiano il più attempato ma più conosciuto velivolo AEW, ovvero l’ AWACS della NATO. Sul CAEW non troviamo il noto radar a forma di disco che ruota sul dorso del velivolo AWACS, ma abbiamo un radar phased array applicato sui lati del velivolo, con garantisce una copertura a 360° attraverso una tecnologia molto più avanzata. Basta pensare che viene gestito da un equipaggio formato da soli due piloti e da sei operatori, ovvero circa la metà dell’equipaggio previsto per il cugino in servizio presso la NATO.

Attraverso questo sistema gli operatori DAMI (Difesa Aerea Missilistica Integrata) che operano a bordo del CAEW sono in grado di gestire il controllo tattico del Battle Management Airspace, quindi in sintesi, lo spazio aereo di un’operazione sia aerea che joint, ovvero interforze. L’assetto è un sensore avanzato per la catena di comando e controllo nazionale che oggi risiede presso il Comando delle Operazioni Aerospaziali a Poggio Renatico e che, se necessario, potrebbe essere rischierata anche lontano dai confini nazionali. E’ importante capire che questo Sistema d’arma lavora come un elemento di una rete, ma può anche diventare uno snodo avanzato di comando e controllo.

Il valore aggiunto di impiegare un tale velivolo, soprattutto nelle operazioni Joint, risiede nella capacità di comunicare con diversi tipi di interlocutori appartenenti a tutti i domini: marittimo, aereo e terrestre, non solo attraverso l’inviluppo di volo sfruttando la terza dimensione per superare i limiti dell’orografia del terreno o quella della “Line of Sight” su cui si basano molti sistemi di comunicazione, ma abilitando le comunicazioni digitali anche Beyond Line of Sight, oltre la linea di vista, attraverso la connessione satellitare e un’ importante struttura a terra di reachback, per la diffusione selettiva dei segnali, garantendo l’efficacia delle comunicazioni ed del flusso informativo anche quando impiegato molto lontano da casa.

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Nell’ambito del programma italiano JAMMS (Joint Airborne Multi-sensor Multi-mission System), l’Aeronautica Militare prevede di operare una flotta di 10 G550 configurati per missioni speciali: insieme ai due velivoli G550 CAEW, sono previsti due nuovi velivoli AISREW (Airborne Intelligence, Surveillance, Reconnaissance, and Electronic Warfare) per le missioni SIGINT e sei altre cellule che potranno essere convertite in una fase successiva sia in configurazione JAMMS che CAEW.

In particolare questo programma attiene ad un sistema multi missione, basato su piattaforma aerea Gulfstream G550, equipaggiato con moderni sensori per la raccolta informativa strategica e la superiorità elettronica, idoneo a integrarsi in un’architettura net-centrica di C4ISTAR per la condivisione in real time delle informazioni, in grado di operare sia in contesto autonomo che, soprattutto, di complessa struttura interforze. In futuro si prevede l’ampliamento delle capacità del sistema al settore Comando e Controllo multi dominio nonché alla protezione elettronica delle forze, attraverso la scoperta in profondità della minaccia.

Il programma, strutturato per successive tranche persegue la realizzazione progressiva della capacità avviando una prima fase il cui fabbisogno complessivo ammonta a 1.223,1 M€, interamente finanziati sul Bilancio Ordinario del Ministero della Difesa. Il completamento avverrà in una fase successiva, utile a beneficiare dell’ulteriore sviluppo tecnologico e del maturare degli accordi di cooperazione internazionale già in itinere.

Il primo dei due G550 AISREW (MM62329 e codice 14-13) è stato consegnato al 14° Stormo di Pratica di Mare lo scorso 7 marzo 2022 dopo un volo di nove ore partito da Dallas. Questo primo aereo non è ancora dotato di tutte le apparecchiature e le carenature esterne previste per questa tipologia di aereo e di missione poiché sarà inizialmente utilizzato per scopi di addestramento e convertito alla configurazione finale di missione in un secondo momento. Il governo italiano aveva richiesto l’acquisto di equipaggiamenti per supportare l’integrazione di due sistemi di missione di intelligence aerea, sorveglianza, ricognizione e guerra elettronica (AISREW) su due nuovi aeromobili Gulfstream G550 forniti dal Ministero della Difesa italiano.

Il 15 dicembre 2020 il Dipartimento di Stato americano aveva deciso di approvare un’eventuale vendita militare straniera al governo italiano di aeromobili Gulfstream G550 con sistemi di missione di intelligence, sorveglianza, ricognizione e guerra elettronica AISREW – Aircraft with Airborne Intelligence, Surveillance, Reconnaissance and Electronic Warfare e relative apparecchiature per un costo stimato di 500 milioni di dollari.

I due sistemi di missione saranno costituiti da:

  • quattro sistemi multifunzionali di distribuzione delle informazioni – sistema radio tattico congiunto (MIDS JTRS) (2 installati più 2 di riserva)
  • tre embedded / GPS / INS (EGI) con dispositivi di sicurezza GPS (2 installati più 1 di riserva)
  • quattro RIO™ Communications Intelligence Systems (2 installati più 2 di riserva).
  • sensori di allarme missilistico
  • set di lanciatori di contromisure AN / ALE-47 (CMDS)
  • sistemi elettro-ottici e infrarossi MX-20HD
  • radar Osprey 50 AESA
  • apparecchiature ISR AISREW
  • apparecchiature di comunicazione sicure
  • sistemi di identificazione amico o nemico
  • modifica e integrazione degli aeromobili


Inoltre saranno forniti anche sistemi di terra per l’elaborazione dei dati e l’addestramento dell’equipaggio, apparecchiature di supporto a terra, pubblicazioni e dati tecnici, servizi di supporto tecnico e logistico, test di volo e certificazione e altri elementi correlati di supporto logistico e di programma. Il costo totale stimato del programma è di 500 milioni di dollari. Non sono noti accordi di compensazione proposti in relazione a questa potenziale vendita. L’appaltatore principale sarà l’azienda L3Harris di Greenville in Texas.

Questo progetto sosterrà la politica estera e la sicurezza nazionale degli Stati Uniti contribuendo a migliorare la sicurezza di un alleato della NATO, l’Italia, che è un partner importante per la stabilità politica e il progresso economico in Europa. Il programma inoltre supporta e integra gli sforzi in corso dell’Italia per modernizzare le sue capacità di Intelligence, Sorveglianza, Ricognizione e Guerra Elettronica aviotrasportate e aumenta l’interoperabilità tra l’US Air Force e l’Aeronautica Militare.


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Re: Crisi Ucraina-Russia

Messaggio da Phant » 3 aprile 2022, 18:16

Aviation-report.com ha scritto:
Gli elicotteri da combattimento russi Ka-52 e Mi-28 continuano ad essere in prima linea nei combattimenti in Ucraina

Dopo più di 4 settimane di conflitto possiamo sicuramente annoverare tra i protagonisti dei combattimenti, nel bene e nel male, gli elicotteri d’attacco russi Ka-52 Alligator e Mi-28 Night Hunter. Queste potenti macchine messe in campo da Mosca stanno mettendo a dura prova le truppe di Kiev che hanno comunque avuto modo di danneggiarne o abbatterne un certo numero durante queste prime settimane di conflitto.

A tal proposito un video di ieri e che è circolato sui social media mostrerebbe proprio l’abbattimento di un Mi-28 da parte di un missile terra-aria spalleggiabile, si pensa ad uno Stinger. Sembra che l’elicottero senza il troncone di coda, staccatosi a seguito dell’impatto dello Stinger, abbia continuato a volare ancora per alcuni chilometri precipitando successivamente. I piloti sarebbero usciti illesi, o quasi, e vivi per essere poi recuperati da un team russo del Combat SAR.

In questi ultimi giorni abbiamo diversi filmati hanno mostrato i Ka-52 e i Mi-28 utilizzare una tattica inusuale per il lancio dei razzi non guidati. Una tipologia di attacco che se da un lato estende la portata dei razzi dall’altro li rende totalmente approssimativi ed inaccurati. Li abbiamo visti arrivare ad alta velocità alzarsi e colpire da una distanza maggiore ritornando poi bassi per tenersi probabilmente fuori dalla portata delle difese aeree ucraine, soprattutto dai Manpads, che sono il maggior pericolo per questi mezzi. Ad oggi, infatti, le forze aeree russe avrebbero perso in Ucraina 9 elicotteri Ka-52 Alligator e 2 Mi-28, secondo quanto pubblicato dai canali OSInt come Oryx.

Il Ka-52 “Alligator”

ll Kamov Ka-52 (codice NATO: Hokum-B) anche noto come “Alligator”, è un elicottero da combattimento di fabbricazione russa sviluppato negli anni novanta a partire dal Kamov Ka-50 ed entrato in servizio con l’allora Aeronautica militare russa nel 2009. Monta 2 turbine Klimov VK-2500 che gli permettono di sviluppare una potenza fino 1,985 kW (2,699 hp), a seconda della versione. L’elicottero può raggiungere circa 310 km/h di velocità massima e una velocità di crociera di 260 km/h, una velocità di salita di 12 m/s, con una autonomia stimata di 1.110 km e un’altitudine massima di volo di 5.500 metri.

L’Alligator è una macchina potentissima ognitempo dal design molto particolare con i classici due rotori principali contrapposti e senza il rotore di coda tipico del costruttore Kamov. Grazie a questo design, l’Alligator sarebbe più manovrabile rispetto ai suoi concorrenti ed avrebbe un maggiore carico utile, oltre che una velocità massima di tutto rispetto. Altra peculiarità di questo elicottero è l’utilizzo di seggiolini eiettabili K-37-800M (soluzione più unica che rara per un elicottero), con l’eiezione resa possibile grazie ad un ingegnoso sistema che permette il distacco delle pale poco prima dell’espulsione dei sedili e che permette all’equipaggio di uscire dall’abitacolo dell’elicottero in tutta sicurezza, sicurezza garantita anche da una corazzatura abbastanza forte da proteggere l’aereo da proiettili da 23 mm e sistemi automatizzati per rendere più agevole il pilotaggio.

Il Ka-52 Alligator nasce come elicottero “multiruolo” in grado di fornire supporto aereo ravvicinato (CAS – Close Air Support) e per la copertura delle forze speciali come un pesante elicottero da combattimento, nonché in grado di svolgere missioni di ricognizione, CSAR – Combat Search and Rescue e scouting fornendo dati di mira e monitoraggio del campo di battaglia: è dotato infatti, di un sistema di puntamento all’avanguardia, che comprende un radar a doppia antenna (una sul rotore, per l’acquisizione dei bersagli in aria, e l’altra frontale per i target terrestri) che è considerato, secondo quanto dichiarato dal costruttore, immune dalle attuali minacce elettroniche occidentali.

Naturalmente può operare in qualunque condizione atmosferica e in qualsiasi momento della giornata. E’ equipaggiato con il radar FH01 ma nella versione modernizzata “M” dovrebbe essere equipaggiato con un radar a scansione attiva elettronica (AESA) V006 Rezets (Cutter). Secondo il produttore può rilevare un gruppo di carri armati da 45 km di distanza, un ponte ferroviario da 100 km e una nave da guerra di classe cacciatorpediniere da 150 km. Nella modalità aria-aria, è in grado di rilevare un aereo da caccia con una sezione radar di 3 mq da un massimo di 50 km frontalmente e un elicottero in hovering da 20 km.

L’elicottero da combattimento russo dispone inoltre dell’avanzato sistema di guerra elettronica KRET Vitebsk EW (Electronic Warfare) con capacità di contromisure a infrarossi diretti (DIRCM). Il sistema Vitebsk comprende sistemi di allarme radar e laser, nonché jammer elettro-ottici e radar attivi. I DIRCM sono progettati per sconfiggere i sistemi missilistici terra-aria a guida infrarossa. L’avionica comprende anche il sistema “Okhotnik” per il lancio di armi a guida laser con l’elaborazione delle immagini video per la guida dei missili. Grazie a questi sistemi, l’elicottero può rapidamente individuare e agganciare contemporaneamente più bersagli.

Sul fronte armamenti dispone di potenti armi offensive con sei i punti di fissaggio per gli armamenti per un peso utile totale di 2.000 kg. Il cardine delle capacità di attacco al suolo del Ka-52 è il cannone automatico 2A42-1 da 30mm, oltre che missili guidati anticarro VIKHR (ATGM), missili ATAKA con sistema di guida laser e lanciarazzi B8V-20 per razzi S-8 non guidati da 80 mm. Il missile anticarro VIKHR ha una portata da otto a dieci chilometri. I Ka-52 possono anche essere armati con missili guidati antiaerei IGLA-V. La suite di contromisure includono unità di disturbo elettronico e jammers attivi, sistemi di allarme laser Pastel (L150) RWR, Mak (L136) IR e Otklik (L140) e lanciatori di chaff e flares UV-26 inseriti nelle carenature nelle estremità alari.

Il Mi-28N/NM “Night Hunter”

Il concetto di supporto aereo per le forze di terra con “carri armati volanti” pesantemente armati, gli elicotteri da combattimento , è emerso già alla fine degli anni ’50. Il Mi-24 Hind (detto anche il carro del diavolo), il cui primo volo risale al 1969, del geniale designer Mikhail Mil è diventato il primo elicottero da combattimento nelle Repubbliche Socialiste Sovietiche e il secondo nel mondo.

Il suo successore, il Mi-28 (codice NATO: Havoc), è stato sviluppato come risultato di una gara tra il Mil Design Bureau e il Kamov Design Bureau per il diritto di creare un nuovo elicottero d’attacco in grado di resistere all’americano AH-64 Apache e sostituire l’obsoleto Mi-24. Per molto tempo, il Mi-28 e il Kamov Ka-50 sono andati su un piano di parità nei test.

Il Mi-28 è andato in volo per la prima volta nel 1982 con il compito di supportare le forze di terra, i veicoli corazzati e gli elicotteri da trasporto e 14 anni dopo fu sviluppata la versione Mi-28N “Night Hunter” migliorato che è andato in volo per la prima volta il 14 novembre 1996 ed è entrato in servizio in Russia nell’ottobre 2009. L’elicottero continua ad essere sotto upgrade e il Mi-28N è in sostituzione con il Mi-28NM, aggiornato tenendo conto dell’esperienza di combattimento in Siria.

L’elicottero d’attacco Mi-28 ha un potente sistema di armamento, che include un cannone automatico da 30 mm con un raggio di oscillazione sinistra-destra di ± 110 °, missili guidati anticarro di tre tipi con una portata di 6 e 10 chilometri, e missili guidati aria-aria, razzi non guidati di due tipi, cannoni e mitragliatori in pod esterni, bombe fino a 500 kg. Utilizza motori VK2500-01 potenziati di fabbricazione russa al posto dei motori TV3-117VMA originali, prodotti in Ucraina. I nuovi motori e il rotore aggiornato conferiscono un alto grado di agilità acrobatica, che è stata dimostrata nell’impressionante spettacolo di volo a Dubai.

L’elicottero è stato progettato per operare in condizioni difficili e ha una fusoliera parzialmente corazzata, offrendo una significativa tolleranza ai danni da battaglia con un’elevata capacità di sopravvivenza e può volare anche con un solo motore se l’altro è danneggiato. Il parabrezza e i finestrini laterali della cabina di pilotaggio sono blindati. Il cockpit del Mi-28 è protetto da un’armatura in ceramica ed utilizza il sistema di ricognizione e attacco Khrisantema. Inoltre il Mi-28N è dotato di un dispositivo di schermature degli scarichi del motore con una nuova protezione dalla polvere.

Il cockpit blindato protegge l’equipaggio da proiettili fino a 20 mm. Nell’abitacolo del navigatore è stato creato un vero e proprio sistema di controllo di volo dell’elicottero, in modo che anche in caso di urto diretto nell’abitacolo del pilota, il navigatore potrà essere in grado di tenere l’elicottero in volo. Uno schema simile è già stato implementato nella versione di addestramento al combattimento, il Mi-28UB. Secondo quanto riportato dai piloti collaudatori, la cabina del Mi-28NM in termini di dimensioni e isolamento acustico ha iniziato ad assomigliare alla cabina di un aereo passeggeri.

Il Mi-28NM Night Modernized (Mi-28НМ ночной модернизированный) è l’ultima modifica del “Night Hunter” chiamata anche “Night Super Hunter”, il cui sviluppo è iniziato nel 2009. Prende in considerazione tutti i requisiti degli equipaggi utilizzatori del Mi-28N. Un altro requisito di modernizzazione è stata quella della sostituzione di sistemi e componenti esteri con quelli nazionali. Inoltre gli ingegneri hanno fatto molto per rendere più confortevole il lavoro dell’equipaggio del “Night Super Hunter”, soprattutto durante le operazioni notturne così le informazioni sul funzionamento dei sistemi e sulla dinamica del volo sono diventate più ampie.

Il Mi-28NM utilizza il design del suo predecessore e la differenza esterna più evidente è il radar H025. Questo radome, situato sopra il rotore principale dell’elicottero, aiuta l’equipaggio a trovare i bersagli anche fuori dal campo visivo. In precedenza, tali apparecchiature erano installate solo sui modelli per l’esportazione. Le pale del rotore principale sono realizzate in materiali compositi, il che consente di tenere l’elicottero in volo anche se colpito da proiettili di calibro 20-30 mm e dovrebbero permettere al velivolo di raggiungere velocità prossime ai 400 km/h. l’arsenale del Mi-28NM include vari tipi di missili guidati e non guidati.

Ma l’innovazione chiave del Mi-28NM è il motore. I Mi-28 di serie erano dotati di motori Isotov TV-3-117VM da 2200 shp, la cui produzione principale è rimasta in Ucraina. Come già detto, come parte della sostituzione di componenti d’importazione, UEC-Klimov ha sviluppato il motore VK-2500, che è assemblato interamente con componenti russi. La sua ultima modifica è il VK-2500P ed è installata sul Mi-28NM. I motori VK-2500 sono montati sugli elicotteri Mi-8/17, Mi-24/35 e Ka-50/52 e anche sugli elicotteri civili Ka-32. Come detto la modifica VK-2500P è stata sviluppata proprio per la cannoniera Mi-28NM.

I motori VK-2500 sono montati sugli elicotteri Mi-8/17, Mi-24/35 e Ka-50/52 e anche sugli elicotteri civili Ka-32. Come detto la modifica VK-2500P è stata sviluppata proprio per la cannoniera Mi-28NM.




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Re: Crisi Ucraina-Russia

Messaggio da Phant » 5 aprile 2022, 0:41

Aviation-report.com ha scritto:
Guerra in Ucraina: abbattuto il primo Su-35S Flanker-E delle forze aeree russe

Una serie di scatti effettuati nella giornata di ieri 3 aprile 2022 e circolati sulla rete fino a diventare virali, mostrano il relitto carbonizzato di un caccia assimilabile per forma e caratteristiche ad un Su-35S Flanker-E russo.

Il velivolo protagonista precipitato nella campagna di Izium, nell’Ucraina orientale, a circa 120 chilometri a sud-est di Kharkiv, come abbiamo già scritto in un altro articolo è uno dei fiori all’occhiello dell’aviazione militare di Mosca. Le cause dello schianto sono senza ombra di dubbio da ricollegarsi ad un abbattimento ad opera degli ucraini ma al momento si ignora quale sistema d’arma sia stato impiegato per colpirlo.

Per quanto concerne il destino del pilota, questo rimane sconosciuto, ma sappiamo che è riuscito a lanciarsi ed atterrare incolume e che è stato catturato dalle forze armate ucraine. La foto di un sedile eiettabile vuoto recuperato nei pressi, sarebbe la conferma che l’occupante abbia avuto la possibilità di lanciarsi.

Nell’ultimo mese questa classe di velivoli è stata impiegata in modo molto esteso con decolli e atterraggi da basi localizzate sia in madrepatria che nella vicina Bielorussia per svolgere una serie di missioni aria-aria oltre che di soppressione e distruzione della difesa aerea (SEAD/DEAD) che includono non solo l’eliminazione di batterie di missili terra-aria (SAM) o artiglieria antiaerea (AAA), ma anche sistemi interconnessi come radar di allerta precoce oltre all’identificazione e il targeting di obiettivi per gli aerei da attacco.

Il velivolo coinvolto è un multiruolo di 4 ++ gen. di tipo monoposto, senza i classici canard frontali, equipaggiato con i pod alari L-265M10P/R ECM e dotato di scudi termici sugli stabilizzatori. E’ equipaggiato con un triplo radar array Irbis E a scansione elettronica passiva, un sistema IRST (Infra-Red Search and Track) e una suite di guerra elettronica Khibiny M con finalità di jamming. Il Su-35 può essere armato con i missili anti-radiazione Kh-31P/PM e con i missili aria-aria R-77-1 e R-73.

l Kh-31P (NATO AS-17 Krypton) è un missile anti-radiazioni supersonico (mach 3) a medio raggio che utilizza uno scramjet con un booster integrato per raggiungere un’elevata velocità supersonica. È stato progettato per distruggere i radar dei sistemi SAM a medio e lungo raggio, i radar di controllo delle operazioni aeree e i radar di allerta precoce e rappresenta quindi una risorsa ideale per neutralizzare bersagli come i sistemi di difesa aerea S-300 e BuK-M1 puntando sulle loro emissioni radar. Il missile è in grado di effettuare la ricerca in una varietà di modalità, inclusa la ricerca automatizzata e il controllo esterno e può intraprendere manovre evasive di pull-up fino a 10 g se venisse rilevato dal radar nemico. Questi missili tuttavia non sono adatti per contrastare i sistemi di difesa aerea portatili quali i Manpads Igla e Stinger che utilizzano la guida a infrarossi anziché radar e che allo stato di fatto rappresentano la principale minaccia per gli aerei e gli elicotteri russi perché molto difficili da rilevare.

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D’altra parte, l’R-73 (NATO AA-11 Archer) è un missile a infrarossi a ricerca di calore a corto raggio che può essere lanciato utilizzando un mirino montato sul casco visore (HMS), che consente ai piloti di contrassegnare i bersagli semplicemente osservandoli. L’R-73 è un missile molto agile e con elevate capacità di combattimento, anche se molti analisti lo ritengono inferiore agli equivalenti missili occidentali AIM-9X o ASRAAM. L’R-77-1 (NATO AA-12 Adder), invece, è un missile a ricerca radar attivo a medio raggio (BVR), il che significa che ha un piccolo sistema che invia impulsi radar per rilevare il bersaglio e quindi utilizza tali informazioni per puntare su di esso. Può essere lanciato anche durante manovre di combattimento ad angoli di attacco molto elevati. Anche in questo caso le prestazioni sarebbero inferiori agli equivalenti AIM-120D o Meteor. Questo missile era stato precedentemente avvistato in Siria, su un aereo Su-35S, dove Mosca sostiene il regime di Bashar al Assad nella guerra in corso con i gruppi jihadisti.

Nel complesso l’apparecchio può vantare una serie di prestazioni di volo molto elevate grazie anche alla sua tecnologia “trust vectoring” che lo rendono per gli avversari un bersaglio molto difficile da ingaggiare. Si pensa che nel corso degli ultimi combattimenti aerei i Su-35 abbiano abbattuto almeno cinque caccia ucraini, quattro dei quali erano Su-27 da superiorità aerea, ad oggi i migliori in carico all’Aeronautica Militare Ucraina.

Al contempo, assieme al Flanker-E, l’Ucraina in questi durissimi giorni ha rivendicato un numero molto elevato di abbattimenti sebbene alcuni di essi siano apparsi fin da subito come dubbi. Fra quelli ancora col punto interrogativo, sei caccia russi tra cui un Su-35 distrutti da un Mig-29 in poche ore. Nonostante il Governo Ucraino abbia confermato l’accaduto, sussistono ancora numerosi dubbi. Considerato che la propaganda mediatica di entrambe le fazioni la sta facendo ormai da padrone, sta diventando anche per noi molto difficile filtrare le fonti e approvvigionarsi di informazioni che possono risultare come reali e veritiere. C’è da aggiungere e da sottolineare che le forze aeree russe non sono state certo del tutto immune dagli attacchi ucraini. Da Mosca riferiscono la perdita confermata di almeno un caccia Su-34, abbattuto proprio lo scorso 5 marzo.

Il copioso schieramento russo effettuato fin dai primi giorni del conflitto di una cospicua forza aerea, ha fornito un supporto in più alle forze di terra costantemente prese di mira da parte della resistenza. Nonostante l’aviazione militare ucraina sia una delle forze più estese dell’Europa orientale e sia formata da validi elementi, la sua incapacità di modernizzare in modo significativo il suo arsenale dopo il crollo dell’Unione Sovietica ha di fatto prodotto un arsenale grande ma al contempo molto obsoleto complessivamente.

Per risultare ugualmente efficace sul campo e dare filo da torcere all’invasore, l’Ucraina ha dunque imparato fin da subito a sfruttare gli errori commessi del nemico, fra i quali i ripetuti voli a bassa quota dei suoi velivoli facendo leva sull’impiego di avanzati sistemi antiaerei portatili, i famosi Manpads, per contrastarli ed infine abbatterli.

Mentre nei primi giorni l’uso verteva quasi esclusivamente sull’Igla di fabbricazione sovietica di dotazione nazionale, a seguito dei cospicui aiuti forniti da potenze straniere come Usa, Unione Europea e Regno Unito sono stati impiegati sia gli Stinger che i Javelin statunitensi assieme all’innovativo Starstreak inglese che ha fatto il suo battesimo sul campo qualche giorno fa abbattendo un Mi-28 Havoc.

Con l’aviazione militare russa che è costretta a far volare a bassa quota i propri elicotteri per coprire le sue recenti ritirate o per impiegarli come sistemi MLRS volanti a copertura delle forze di terra, grazie a questi innovativi sistemi le possibilità di fare centro per Kiev sono diventate molto alte. Anche i caccia che i primi giorni volavano fuori dalla portata di tiro sono stati costretti a scendere di quota principalmente causa della costante carenza di munizionamento di precisione.

I Manpads sono sistemi che si basano sulla guida a infrarossi o mista come nel caso dello Starstreak e possono essere facilmente trasportabili e riposizionabili in poco tempo da qualsiasi formazione di fanteria, risultando assieme ai droni i veri armamenti protagonisti di questa battaglia.

Nonostante il relitto del caccia sia stato già circondato e ispezionato dalle forze ucraine, resta un’ipotesi plausibile che i russi cercheranno di recuperare almeno le componenti più interessanti della cellula del Su-35 precipitato proprio per evitare che possano cadere dritte nelle mani della NATO per finalità di ricerca e di studio. Con il Su-57 ancora in pochissimi esemplari, il Su-35 rappresenta la spina dorsale della flotta da superiorità aerea russa e le informazioni sensibili e classificate di alcuni dei suoi sistemi di bordo sarebbero un bottino molto apprezzato se finissero nelle mani occidentali.

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Re: Crisi Ucraina-Russia

Messaggio da Phant » 16 aprile 2022, 0:27





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Re: Crisi Ucraina-Russia

Messaggio da Phant » 21 aprile 2022, 3:50

Aviation-report.com ha scritto:
Il Pentagono conferma che l’Ucraina avrebbe ottenuto ulteriori aeromobili e parti di aeromobili per sostenere le operazioni della propria forza aerea

Secondo il portavoce del Dipartimento della Difesa, John Kirby, l’Ucraina avrebbe ricevuto ulteriori aerei da combattimento da altri paesi partner, ma non dagli Stati Uniti, nonché parti aggiuntive di aeromobili per consentire a Kiev di poter operare più aerei. “Vorrei solo dire, senza entrare in ciò che le altre nazioni stanno fornendo, che hanno ricevuto piattaforme e parti aggiuntive per poter aumentare le dimensioni della loro flotta di aeromobili.“, ha affermato il Pentagono tramite il suo segretario stampa John Kirby durante l’ultima conferenza stampa.

Inoltre, secondo un funzionario del Pentagono gli ucraini “Hanno ancora a disposizione la maggior parte dei loro velivoli ad ala fissa. La grande maggioranza delle loro risorse ad ala rotante sono ancora a loro disposizione. Hanno ancora la maggior parte dei loro missili balistici. E molti dei loro missili da crociera. Quindi, hanno a disposizione armamento a lungo raggio.” Il portavoce del Pentagono John Kirby non ha fornito dettagli su quali paesi avrebbero fornito gli aerei in questione, ma ha riconosciuto i nuovi trasferimenti e ha affermato anche che l’Ucraina avrebbe ora più aerei da combattimento operativi rispetto a due settimane fa. “Abbiamo certamente aiutato con il trasbordo di alcuni pezzi di ricambio aggiuntivi che hanno aiutato con le loro esigenze di aeromobili, ma non abbiamo trasportato gli aerei“, ha affermato Kirby.

Tuttavia, ciò potrebbe presto cambiare. Gli Stati Uniti hanno annunciato l’intenzione di trasferire in Ucraina elicotteri di fabbricazione russa Mi-17 che un tempo erano stati destinati all’Afghanistan. Sabato scorso un funzionario della Casa Bianca aveva, infatti, dichiarato alla CNN che le spedizioni dell’ultimo pacchetto di assistenza alla sicurezza approvato dall’amministrazione Biden per l’Ucraina erano iniziate.

Ricordiamo che la scorsa settimana il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva approvato un pacchetto aggiuntivo di armi, munizioni e assistenza alla sicurezza per l’Ucraina per un valore di 800 milioni di dollari. Gli Stati Uniti, per la prima volta, hanno accettato di fornire a Kiev alcune capacità militari che alcuni funzionari dell’amministrazione Biden poche settimane fa consideravano un rischio di escalation troppo grande, inclusi 11 elicotteri Mi-17; 18 pezzi di artiglieria da 155 mm e altri 300 droni Switchblade.

Kirby non ha specificato i paesi che avrebbero trasferito gli aerei in Ucraina ma, come abbiamo già riportato più volte su Aviation Report nelle scorse settimane, non è difficile fare delle ipotesi. Kiev allo stato dei fatti può mettere in servizio solamente aerei dello stesso tipo già operativi con le sue forze aeree. Parliamo quindi di MiG-29, Su-27, Su-25 e Su-24. Ora a parte incredibili sorprese, gli unici paesi ex Patto di Varsavia, ed ora NATO, ad operare queste macchine sono la Polonia e la Slovacchia con i MiG-29 e la Bulgaria con i MiG-29 e i Su-25.

Per settimane si sono alternate affermazioni e smentite su questi possibili trasferimenti, ben visti da Washington ma mai approvati ufficialmente dagli USA, trasferimenti sui quali Polonia e Slovacchia avevano dato immediata disponibilità. Come sappiamo, inoltre, la Slovacchia ha già ceduto all’Ucraina il suo unico sistema di difesa aerea S-300 sebbene la Russia ne abbia già confermato la distruzione una volta giunto in territorio ucraino. Al momento non ci sono ulteriori conferme o smentite sulla questione, ma le notizie che circolano sui social media confermano la Slovacchia come paese fornitore di alcune parti di ricambio, come gli stessi USA tramite alcuni vecchi MiG-29 acquistati alla fine degli anni ’90 dalla Moldova. Non è chiaro ancora se la Slovacchia abbia fornito anche alcuni aerei completi.

A Kiev farebbero comodo entrambi i modelli, MiG-29 e Su-25, anche se tatticamente potrebbero essere ininfluenti sull’andamento del conflitto sia per la quantità di aerei forniti sia per le loro capacità di combattimento, non aggiornate o scarsamente aggiornate, che gli garantirebbero scarse probabilità di sopravvivenza sul campo di battaglia contro i più moderni velivoli e le difese aeree di Mosca. Naturalmente quest’ultima aveva avvertito la NATO, gli USA e l’Unione Europea che un trasferimento del genere avrebbe scatenato una rappresaglia contro il paese fornitore che sarebbe stato automaticamente dichiarato come nemico e in guerra contro la Russia.

Sappiamo bene che se questo accadesse e il paese fosse un membro della NATO scatterebbe il famigerato articolo 5 dell’Alleanza Atlantica che vincola gli stati membri alla difesa collettiva a seguito di un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale e che verrebbe considerato come un attacco diretto contro tutte le parti.

Ma in quali condizioni si trova esattamente l’aeronautica militare di Kiev in concomitanza con questa notizia? Questo è il tema importante. Se l’aviazione militare ucraina continuasse a perdere aerei ad un ritmo elevato, anche questi rinforzi potrebbero non durare a lungo, oltre a scatenare, come detto, una eventuale rappresaglia russa. Forse il gioco non vale la candela!

Il bimotore supersonico MiG-29 era il tipo più numeroso nell’aviazione prebellica ucraina. Circa 70 MiG-29 equipaggiavano tre basi con sei squadroni. I caccia Su-27, i velivoli d’attacco Su-25 e i bombardieri Su-24 costituivano il resto dell’inventario degli aerei da guerra ucraini, che era di circa 125 aerei operativi al 23 febbraio 2022. In 54 giorni, i russi hanno abbattuto non meno di 15 jet ucraini che gli analisti OSInt hanno potuto confermare visivamente. Quel totale verificato include quattro MiG-29, ma le perdite effettive potrebbero essere indubbiamente maggiori.

Gli abbattimenti non raccontano tutta la storia poiché le forze russe hanno anche attaccato anche le strutture di supporto quali l’impianto statale di riparazione di aeromobili a Leopoli che revisionava proprio i MiG-29 e i depositi di carburante delle principali basi aeree ucraine con i missili balistici. Il risultato è una costante erosione della flotta di caccia operativi dell’Ucraina. Al primo mese di combattimenti gli ucraini stavano lanciando solo da cinque a 10 sortite al giorno, contro le 200 o più sortite dei russi.

Polonia

Tra gli alleati della NATO con disponibilità di velivoli da combattimenti di epoca sovietica, la Polonia è stata la prima nazione ad aver dato piena disponibilità di fornitura dei suoi 23 Mig-29M Fulcrum. Anche in questo caso la Polonia cedendo i suoi 23 Mig-29, o parte di essi, avrebbe richiesto a Washington di ripianare il vuoto con un altro velivolo che potrebbe essere l’F-16C/D, di seconda mano, che già milita in 48 esemplari, nella versione Block 52+ F-16C/D Vipers, nelle forze aeree polacche. Una soluzione comoda che, come detto, andrebbe incontro anche alle altre due forze aeree della NATO dotate di MiG-29, la Bulgaria e la Slovacchia, che sono già in ballo con l’acquisizione degli F-16 Fightning Falcon.

Bulgaria

Anche la Bulgaria è uno dei paesi dell’Europa orientale che possiede i sistemi di difesa aerea S-300 che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato essere urgentemente necessari per respingere l’assalto aereo della Russia. L’alleato della NATO del Mar Nero ha anche gli stessi caccia MiG-29 e Su-25 dell’era sovietica usati dall’aviazione militare ucraina. Ma la Bulgaria dipende anche dal gas russo, e finora il primo ministro bulgaro Kiril Petkov ha rifiutato un’assistenza militare all’Ucraina e ha escluso il trasferimento dei suoi jet.

Ottenere i sistemi d’arma dalla Bulgaria ad oggi non sarà facile poiché la Bulgaria non ha abbastanza aerei da combattimento per difendere il proprio territorio. “La posizione ufficiale del governo non è un supporto militare, ma solo umanitario“, ha affermato un funzionario bulgaro. Nell’ottobre 2020, la Bulgaria e gli Stati Uniti avevano firmato un accordo decennale per approfondire i legami di difesa e migliorare la prontezza e le capacità militari della Bulgaria. Sofia ha acquistato otto F-16 Fightning Falcon, ma i recenti ritardi nella produzione della Lockheed Martin farà slittare la modernizzazione aerea della Bulgaria non prima del 2025.

Slovacchia

La Slovacchia aveva accettato di fornire i suoi sistemi di difesa aerea S-300 e MiG-29 all’Ucraina “immediatamente” in cambio di sostituzioni “adeguate” in modo tempestivo, aveva detto ai giornalisti il ​​ministro della Difesa slovacco Jaroslav Nad in una conferenza stampa congiunta con il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd J. Austin III il 17 marzo scorso. Austin ha affermato che parte del motivo della sua visita era quello di dimostrare l’unità della NATO e la solidarietà con l’Ucraina. Le discussioni sugli S-300 e sui MiG-29 indicavano che l’alleanza sta “lavorando urgentemente” per aiutare l’Ucraina a difendersi, aveva affermato.

La Slovacchia dovrebbe ricevere 14 nuovi caccia F-16 Block 70, ma la consegna di questi jet è stata ritardata di un anno, dal 2023 al 2024. Javorcik ha affermato che i MiG-29 saranno eliminati gradualmente nell’ottobre 2023, indipendentemente dal fatto che i nuovi jet F-16 siano disponibili o meno. In questo scenario la Slovacchia ha già trasferito il suo unico sistema di difesa aerea S-300PMU all’Ucraina intorno al 9 aprile scorso.


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