52 anni fa l’aviazione Usa perse 4 bombe nucleari in Spagna

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52 anni fa l’aviazione Usa perse 4 bombe nucleari in Spagna

Messaggio da Phant » 12 febbraio 2019, 19:10

It.businessinsider.com ha scritto:
52 anni fa l’aviazione Usa perse 4 bombe nucleari in Spagna

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La mattina presto del 16 gennaio 1966, un bombardiere B-52 Stratofortress decollò dalla base dell’aeronautica militare di Seymour Johnson, nel North Carolina.

Il bombardiere era diretto verso l’Europa, dove avrebbe fatto da pattuglia vicino ai confini dell’Unione Sovietica con quattro testate nucleari, come parte dell’Operazione Chrome Dome, un programma della Guerra Fredda per garantire una capacità di risposta rapida 24 ore su 24 in caso di guerra.

Durante il suo ritorno negli Stati Uniti il giorno successivo, il B-52 doveva incontrarsi con un aereo-cisterna KC-135 per fare rifornimento nei cieli della Spagna. Il capitano Charles Wendorf, 29 anni, pilota dell’Air Force ai comandi del bombardiere, chiese al suo pilota, il maggiore Larry Messinger, di prendere il comando mentre si avvicinavano al punto di rifornimento.

Subito dopo le 10 del mattino del 17 gennaio, gli aerei iniziarono il loro avvicinamento a 31.000 piedi sulla Spagna sud-orientale. Messinger sentì che qualcosa non andava.

“Siamo arrivati dietro l’aereo-cisterna, e siamo stati un po’ veloci, e abbiamo iniziato a sorpassarlo di poco”, ha ricordato Messinger, secondo la rivista American Heritage.

“C’è una procedura nel rifornimento di carburante, dove se il boom operator – l’operatore a bordo dell’aereo-cisterna responsabile della comunicazione con l’altro mezzo – sente che ti stai avvicinando troppo e che si tratta di una situazione pericolosa, dirà: ‘Allontanarsi, allontanarsi, allontanarsi!’”, ha detto Messinger. “Non c’è stato nessun ordine di allontanarsi, quindi non abbiamo visto nulla di pericoloso nella situazione, ma all’improvviso è sembrato che si scatenasse l’inferno”.

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Il B-52 entrò in collisione con l’aereo-cisterna. Il ventre del KC-135 fu squarciato, e il carburante si riversò nella cisterna e sul bombardiere. Le esplosioni hanno distrutto entrambi gli aerei, uccidendo tutti e quattro gli uomini a bordo dell’aereo-cisterna. Anche tre uomini nella coda del bombardiere morirono, mentre gli altri quattro membri dell’equipaggio si eiettarono fuori dal B-52.

Il capitano Ivens Buchanan, legato al sedile di espulsione, fu inghiottito dalla palla di fuoco e si schiantò a terra, ma è sopravvissuto. I paracaduti di Wendorf e del Tenente Richard Rooney si sono aperti a 14.000 piedi, e sono finiti alla deriva in mare dove i pescatori li hanno salvati.

Messinger ha sbattuto la testa durante l’espulsione. “Ho aperto il mio paracadute, beh, non avrei dovuto farlo, avrei dovuto lasciarmi cadere e il paracadute si sarebbe aperto automaticamente a 14.000 piedi”, ha detto. “Ma ho aperto il mio comunque, immagino sia stato per il fatto che ho sbattuto la testa,.” È andato alla deriva per otto miglia verso il mare, dove anche lui è stato recuperato dai pescatori.

Un pescatore spagnolo a 5 miglia al largo al momento ha riferito di aver visto l’esplosione e la pioggia di detriti. Poi vide cinque paracadute – tre con membri dell’equipaggio sopravvissuti del bombardiere; altri due che trasportavano “mezzo uomo, con le budelle di fuori” e un “uomo morto”.

Poco dopo, a terra in Spagna, gli ufficiali delle basi dell’Aeronautica si misero a imbarcare in tutta fretta tutte le truppe che potevano trovare – cuochi, impiegati e musicisti – su autobus per dirigersi verso Palomares, un villaggio agricolo costiero nel sud-est della Spagna.

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Giorni di ricerca

Le bombe – ognuna delle quali trasportava 1,45 megatoni di potenza esplosiva, circa 100 volte di più della bomba sganciata su Hiroshima – non erano armate, il che significa che non c’era possibilità di detonazione nucleare.

Una è stata recuperata intatta, ma gli esplosivi ad alto potenziale in due di esse, progettati per detonare e innescare un’esplosione nucleare, sono esplosi. Le esplosioni hanno lasciato crateri delle dimensioni di una casa su entrambi i lati del villaggio, disseminando plutonio e contaminando colture e terreni agricoli.

“Non si parlava di radiazioni o plutonio o altro”, ha detto Frank B. Thompson, allora venticinquenne suonatore di trombone, al New York Times nel 2016.

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Thompson e altri trascorsero giorni alla ricerca di campi contaminati senza equipaggiamento protettivo o nemmeno un cambio di vestiti. “Ci hanno detto che era sicuro, e siamo stati abbastanza stupidi, credo, da crederci”, ha detto.

La quarta bomba rimase dispersa anche dopo giorni di ricerche: una sparizione imbarazzante per gli Stati Uniti e potenzialmente mortale per le persone della zona.

Il Pentagono inviò gli ingegneri dei Sandia National Laboratories del New Mexico, che lavorarono sui dati disponibili per determinare dove fosse atterrata la bomba mancante. Le circostanze dello schianto e la moltitudine di variabili hanno reso difficile una stima del genere.

Gli indizi indicavano un atterraggio in mare per la quarta bomba, ma c’erano pochi dati chiari per indicare dove fosse.

La svolta fu un colloquio con il pescatore che aveva visto cinque membri dell’equipaggio del bombardiere atterrare in mare.

Il “morto” era in effetti la bomba attaccata al suo paracadute, e il “mezzo uomo, con le budella di fuori” era il sacco vuoto del paracadute con le sue corde di imballaggio che si trascinavano nell’aria.

Questa informazione ha portato gli ingegneri che si occupavano della ricerca a delimitare una nuova area di ricerca, portando l’area totale da perlustrare a 70 km quadrati – con una visibilità di soli 6 metri in alcuni punti.

L’11 febbraio, la Marina mise in campo Alvin, un sommergibile da 7 metri, largo 2,5 metri dal peso di 13 tonnellate. Aveva spazio per un pilota e due osservatori, trasportava diverse macchine fotografiche e un braccio articolato, e poteva immergersi fino a 1.800 m.

La tecnologia primitiva di Alvin rese quella ricerca una faticaccia. Non ci furono progressi fino al 1 marzo, quando individuarono una pista sul fondo del mare.

Passarono altre due settimane di ricerche prima che individuassero la bomba – 770 metri sotto la superficie, quasi esattamente nel punto in cui il pescatore l’aveva vista entrare nell’acqua. Il 24 marzo, i sub di Alvin riuscirono a collegare un cavo al paracadute della bomba. Poco dopo le 8 di sera, un argano su una nave della Marina militare cominciò a arrotolare quel cavo. Circa un’ora dopo, il cavo si ruppe, rimandando la bomba sul fondo dell’oceano.

La trovarono di nuovo il 2 aprile, a circa 100 metri più in profondità nella stessa area. La Marina allestì un altro piano di recupero utilizzando un veicolo senza pilota, ma questo rimase intrappolato nel paracadute della bomba. Il 7 aprile, l’ammiraglio che guidava la ricerca ordinò al suo equipaggio di sollevare il tutto.

Il laborioso processo che seguì, coadiuvato dai marinai della Marina, portò a sollevare la bomba nucleare mancante in superficie, mettendo fine alla saga di 81 giorni.


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