Falklands 1982

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Falklands 1982

Messaggio da Phant » 9 maggio 2018, 16:33

Aviation-report.com ha scritto:
Le missioni Black Buck: nel 1982 i bombardieri Vulcan attaccano le Falklands

Nella primavera del 1982 una grande task force organizzata dalla Gran Bretagna fece rotta verso l’Atlantico Meridionale per riconquistare le isole Falkland, la Georgia del Sud e le isole Sandwich meridionali invase dall’Argentina il 2 aprile 1982 (operazione Rosario) che ne reclamava il possesso. L’arcipelago delle Falklands è un territorio d’oltremare del Regno Unito ubicato nell’oceano Atlantico Meridionale e storicamente rivendicato dall’Argentina con il nome spagnolo di Islas Malvinas.

La Gran Bretagna, nell’ambito dell’operazione Corporate, mise insieme una task force formata dalle tre forze armate che si trovò ad affrontare l’inverno australe a 13.000 km di distanza da casa e a soli 1300 km dal continente antartico in inferiorità numerica e con oggettivi problemi logistici da affrontare e risolvere. Protagonisti nel cielo, dal lato britannico, furono i velivoli Harrier GR Mk.3 e Sea Harrier FRS Mk.1, nuovi sistemi missilistici e i bombardieri strategici Vulcan. Gli Harrier oltre a portare attacchi aerei contro le postazioni argentine sulle isole, abbatterono numerosi caccia nemici e fecero da protezione alle portaerei britanniche Hermes e Invincible che se colpite dai missili exocet argentini avrebbero portato la Gran Bretagna alla devastante perdita del conflitto.

Gli Avro Vulcan B.2 della Royal Air Force erano sul punto di essere ritirati dal servizio attivo, ritiro previsto per giugno 1982, quando furono pianificati i raids dell’operazione Black Buck a seguito dell’invasione della Falklands. Questi raids prevedevano il bombardamento di Port Stanley sulle isole Falklands non tanto per un vero obiettivo bellico nelle isole del sud dell’Atlantico ma per dimostrare la capacità della Royal Air Force di colpire, in una eventuale escalation, anche il territorio metropolitano argentino se la situazione lo avesse richiesto.

conflitto delle falklandsI bombardieri strategici Avro Vulcan B.2 furono dislocati sull’aeroporto di Wideawake, nell’isola di Ascensione in pieno Atlantico vicino all’equatore. Durante le missioni Black Buck i bombardieri Vulcan sia all’andata verso le Falklands che al ritorno verso Ascensione furono riforniti in volo da undici Victor incluso uno in posizione di standby. Furono necessari cinque rifornimenti in volo verso le Falklands ed uno verso Ascensione. Le missioni durarono circa 16 ore per percorrere 15mila chilometri, facendo ai quei tempi delle missioni Black Buk le missioni di bombardamento più lunghe della storia.

Furono pianificate sette missioni Black Buck, alcune per il bombardamento della pista dell’aeroporto di Port Stanley ed alcune per la ricerca e l’attacco dei radar argentini dislocati sulle isole. I primi bombardieri partirono dal Regno Unito il 29 Aprile per atterrare nove ore e 4000 miglia più tardi sulla base aerea della piccola isola di Ascensione, che tra aprile e giugno 1982 divenne uno degli aeroporti con maggiore traffico al mondo.

Appena prima della mezzanotte del 30 aprile 1982, in completo silenzio radio e con tutte le luci di navigazione spente, due bombardieri Vulcan B.2 (XM598 e XM607) partirono verso le Falklands con 21.000 libbre di bombe ciascuno, scortati dagli 11 tanker Victor K.2, era l’inizio della missione “Black Buck One“. Uno dei Vulcan (XM598) ebbe problemi di pressurizzazione e dovette tornare ad Ascensione. A 300 miglia dall’obiettivo il Vulcan XM607 si abbassò a 250 piedi e sganciò il carico bellico sulla pista di Stanley. Erano le 4 di mattina del 1° Maggio 1982. L’attacco non fece danni importanti alla pista di Stanley, come anche i successivi bombardamenti, ma prese completamente di sorpresa sia gli argentini che il mondo intero.

I Vulcan B.2 delle missioni Black Buck non subirono perdite, e come detto non danneggiarono mai seriamente la base aerea di Port Stanley che continuò ad essere operativa con i C-130 Hercules, gli FMA Pucarà e gli MB-339.

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Rifornimento in volo

Per ogni missione Black Buck due gruppi di aerei decollavano da Ascensione. Il primo gruppo comprendeva due Vulcan e quattro Victor. Uno dei Victor riforniva due volte il Vulcan principale prima di tornare alla base. Un secondo Victor procedeva volando quasi fino alle Falklands, cosa che poteva fare perché rifornito a sua volta da un terzo Victor, che poi sarebbe tornato alla base. Il bombardiere Vulcan di riserva, accompagnato dalla quarta cisterna Victor, sarebbe tornato alla base se il Vulcan principale avesse continuato la missione e nessuno degli aerei tanker Victor avesse avuto un problema significativo.

Nel frattempo, il secondo gruppo di sette Victor decollava per seguire il bombardiere Vulcan verso sud. Il primo Victor del secondo gruppo volava fino al limite del suo raggio d’azione prima di essere rifornito da un secondo Victor, che sarebbe poi tornato ad Ascensione. Quel primo Victor si sarebbe poi unito al Vulcan per rifornirlo altre due volte prima di rifornire di carburante un terzo Victor, che a sua volta era arrivato così lontano perché era stato precedentemente rifornito da un quarto Victor. Sia il primo Victor che il quarto Victor sarebbero quindi tornati indietro ad Ascensione. Il terzo Victor, prima di tornare indietro, avrebbe quindi rifornito di carburante un quinto Victor, che intanto era stato rifornito da un sesto Victor che nel frattempo era tornato ad Ascensione. Il quinto Victor avrebbe quindi rifornito di nuovo il Vulcan altre due volte prima di tornare finalmente indietro. Il bombardiere Vulcan, a quel punto, era quasi giunto sul bersaglio.

Un ingranaggio veramente complesso che possiamo capire meglio con questo breve video che mostra tutti i movimenti delle aerocisterne Victor K.2.




La missione “Black Buck Two” fu effettuata tra il 3 e il 4 maggio con lo stesso obiettivo. I due Vulcan impiegati (XM598 e XM607) si diressero sulle Falklands e il velivolo XM607 attaccò la pista di Stanley mentre il XM598 fece da riserva. La RAF prese visione anche di un altro pericolo per i suoi aerei e cioè la difesa aerea che gli argentini organizzarono sull’isola, difesa composta da un certo numero di cannoni leggeri e più pesanti inclusi gli svizzeri Oerlikon a guida radar da 35mm. Faceva parte della difesa aerea anche il radar di costruzione americana Westinghouse AN/TPS-43 con una capacità di scoperta radar fino a 220 miglia nautiche.

La missione “Black Buck Three” programmata per il 13 maggio fu cancellata per avverse condizioni meteo prima del decollo dei due Vulcan XM612 e XM607.

La missione “Black Buck Four” del 28 maggio fu la prima missione SEAD e prevedeva la ricerca e la distruzione del radar argentino AN/TPS-43 che aveva capacità di scoperta radar molto elevate e poneva quindi un grande pericolo sia per gli aviogetti inglesi che per la flotta della Royal Navy. Con questo radar gli argentini potevano seguire a lungo gli Harrier inglesi quasi fino all’appontaggio sulle portaerei potendo stabilire, anche se con un margine di errore, una posizione ipotetica delle navi inglesi, che potevano diventare più facilmente bersaglio degli abili piloti argentini di Mirage III e A-4 Skyhawk. La missione condotta dai Vulcan XM597 e XM598 fu però cancellata dopo cinque ore di volo per problemi ad una delle aerocisterne Victor K.2. Per le missioni SEAD fu dapprima valutato il missile Martel ARM che poi venne sostituito dal missile americano AGM-45 Shrike che fu adattato al Vulcan tramite dei piloni sub-alari improvvisati.

Il 31 maggio scattò la missione “Black Buck Five” con i velivoli XM597 e XM598 come riserva. Il Vulcan impiegato per l’attacco, armato di due missili antiradar, agganciò il radar argentino ma il missile cadde a 10 metri dall’installazione provocando pochissimi danni. I serventi argentini dopo il primo missile spensero semplicemente il radar per sganciarsi dai sistemi di tracciamento del Vulcan. Gli argentini riuscirono ad evitare così altri danni e il radar AN/TPS-43 restò operativo fino alla fine del conflitto anche se con un utilizzo meno intensivo per evitare di essere attaccati nuovamente. Dal 13 maggio infatti non riuscendo più a capire che tipo di missione avrebbero svolto i Vulcan in avvicinamento alle Falklands, gli argentini avrebbero sempre spento il radar non potendo più sfruttare al massimo le sue capacità di scoperta e inseguimento.

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Il 3 giugno scattò la seconda missione SEAD, la “Black Buck Six“. I Vulcan impiegati furono il XM597 e il XM598 (riserva). Il Vulcan XM597, armato di quattro missili antiradar, attaccò e distrusse un radar Skyguard con i missili Shrike, senza però riuscire ad individuare il sempre sfuggente AN/TPS-34. Ma in questa occasione non tutto andò per il verso giusto. Il Vulcan XM597 sulla strada del rientrò durante il rifornimento in volo danneggiò la sonda per il travaso del carburante e armato ancora con due missili antiradar fu costretto a dirigersi verso il Brasile per tentare un atterraggio d’emergenza a Rio de Janeiro. Nonostante alcune difficoltà con il controllo del traffico aereo brasiliano, con la mancanza di carburante, con due caccia F-5 Tiger decollati per intercettarlo, con la necessità di sbarazzarsi di alcuni documenti ritenuti top secret e dei missili Shrike, il Vulcan atterrò senza danni a Rio de Janeiro. L’equipaggio del Vulcan ai comandi dello Squadron Leader Neil McDougall riuscì a lanciare fuori del velivolo una cassetta con i documenti da un’altitudine di 45.000 piedi e a 300 nodi di velocità e a sganciare in mare un solo missile Shrike a causa di un guasto al secondo che non di sganciò dal pilone sub-alare.

Il Brasile che era neutrale internò il Vulcan per nove giorni prima di essere restituito (senza il missile Shrike che fu sequestrato) alle autorità inglesi con l’equipaggio l’11 giugno, senza danni per macchina e uomini, strappando però alla Gran Bretagna la promessa di non impiegare più quel particolare velivolo in azioni contro l’Argentina. Il Vulcan rientrò ad Ascensione ed effettivamente non fu più utilizzato in missioni di guerra sulle Falklands anche perchè da li a poco l’Argentina si arrese, alle 21:00 del 14 giugno 1982.

La missione “Black Buck Seven“, l’ultima del conflitto, portò il 12 giugno i Vulcan XM607 e XM598 (riserva) ad attaccare postazioni argentine vicino a Stanley e all’aeroporto. In questa occasione si cercò di risparmiare la pista da danni importanti perchè nei piani inglesi sarebbe dovuta servire a rischierare i loro caccia una volta liberate le isole Falklands dall’occupazione argentina. A settembre 1982 furono, così, rischierti i caccia Phantom FGR Mk.2.

Il successo militare delle missioni Black Buck è ancora oggi controverso. Come già accennato i danni alla pista di Port Stanley furono minimi e riparati anche velocemente dai genieri argentini, e la pista continuò a essere utilizzata fino alla fine del conflitto. Sicuramente i primi attacchi aerei dei Vulcan costrinsero gli argentini a tenere i loro agguerriti caccia Mirage III, IAI Dagger e A-4 Skyhawk sul territorio metropolitano, invece di ingaggiare gli Harrier della RAF e della Royal Navy direttamente dalle isole, anche a protezione di obiettivi sensibili sulla terraferma da possibili attacchi britannici. Questo complicò non poco tutta la gestione degli attacchi aerei argentini contro le forze aero-navali inglesi. I britannici dimostrarono, così, la loro superiore capacità militare e l’estrema volontà di riprendersi i territori del sud Atlantico, nonostante una importante inferiorità numerica rispetto alle forze argentine.

Che fine hanno fatto i quattro Vulcan B.2 protagonisti delle msissioni Black Buck?

  • XM597 (Black Buck 4, 5, 7) entrato in servizio il 27 agosto 1963 è conservato presso il National Museum of Flight a East Fortune dal 1984.
  • XM598 (Black Buck 1, 2, 4, 5, 6, 7) ritirato dal servizio il 17 dicembre 1982 fu conservato prima sulla base aerea di RAF Waddington, oggi lo si può ammirare al museo di RAF Cosford nella sezione National Cold War Exhibition.
  • XM607 (Black Buck 1, 2, 3, 7) consegnato alla RAF il 31 dicembre 1963 è conservaato e preservato presso la basea aerea di RAF Waddington.
  • XM612 (Black Buck 3) entrato in servizio con la RAF nel marzo del 1964 è oggi preservato e visitabile presso il museo City of Norwich Aviation Museum.


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Testo: Stefano Monteleone

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Re: Falklands 1982

Messaggio da Banjo » 10 maggio 2018, 10:42

bellissimo articolo e interessantissima ricostruzione :yes: ...
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Re: Falklands 1982

Messaggio da Phant » 3 aprile 2020, 17:26

Aviation-report.com ha scritto:
Guerra delle Falklands 1982: il 1 aprile inizia l’operazione Rosario con lo sbarco degli argentini a Port Stanley

Già dalla fine del 1981 il governo argentino pianificava l’invasione delle isole Falklands pianificando due operazioni, la Alfa per conquistare la Georgia del Sud e la Azul per le Falklands. Nel dicembre del 1981 prese il via l’operazione Alfa con lo sbarco a Leith, sulla costa della Georgia del Sud, di 42 operai argentini per un rilevamento sulla vecchia stazione baleniera abbandonata. Gli argentini si rifiutarono di fare le procedure di ingresso tramite il personale britannico di stanza a Grytviken, a 50 km da Leith. Il 9 marzo 1982 gli argentini lasciarono la Georgia del Sud dopo aver issato la bandiera argentina. A seguito di questa azione, definita una provocazione dagli inglesi, l’unità navale inglese Endurance, con due elicotteri Wasp e 22 marines, fu inviata per difendere Grytviken dove giunse il 24 marzo 1982.

Dopo il fallimento di numerosi colloqui tra Argentina, Regno e Unito e Stati Uniti, il 26 marzo 1982 la “Giunta” argentina emana gli ordini per l’invio della forza d’invasione delle Falklands/Malvinas ed il 29 marzo i piani finali vengono approvati. Nel frattempo il 30 marzo rinforzi dei Royal Marines arrivano a Port Stanley facendo salire il numero degli effettivi a 76 uomini tra ufficiali e soldati e il governo britannico decide l’invio di unità navali verso l’arcipelago nel sud dell’Atlantico. Tra le unità navali anche 3 sottomarini avevano avuto l’ordine di dirigersi verso le Falklands ma questo non suscitò nessun timore negli argentini.

Il 28 marzo dalla base navale argentina di Puerto Belgrano salpò la task Force 40, la forza d’invasione, costituita dal trasporto ARA Isla de los Estados (B-18) e dalla LST ARA Cabo San Antonio (Q-42) con venti veicoli anfibi. Gli uomini a bordo delle due navi erano 900 del 2° Battaglione di Fanteria di Marina (25° Reggimento di Fanteria) e da personale del Buzo Tactico. A queste si aggiungevano i cacciatorpedinieri ARA Hercules (D-1) e ARA Santisima Trinidad (D-2), le fregate ARA Drummond (P-1) e ARA Granville (P-3). La copertura della task force era garantita dalla portaerei ARA Veinticinco de Mayo (V-2), con i velivoli imbarcati Super Étendard, a sua volta scortata da altre unità navali argentine.

Il 31 marzo la stazione di ascolto di Cheltenham intercettò le comunicazioni radio delle task force argentina nelle quali si faceva riferimento allo sbarco, dal sottomarino ARA Santa Fe (S-21), su Mullett Creek a ovest di Port Stanley di incursori per la ricognizione. Avvertiti, la guarnigione dei Royal Marines del Naval Party 8901, ai comandi del Maggiore Mike Norman, e le locali Forze di Difesa (Falkland Island Defence Force), 25 uomini, si prepararono alla difesa e resistenza ed evacuarono le caserme ed il governatorato disponendosi in posizioni più difendibili.

Alle ore 21 del 1 aprile 1982, 84 uomini dei Buzo Tactico, le forze speciali della marina militare argentina (Armada Argentina) al comando del Capitano di Corvetta Guillermo Sánchez-Sabarots partirono dal cacciatorpediniere ARA Santísima Trinidad sbarcando alle 23:00 a Mullett Creek. A quella stessa ora il sottomarino Santa Fe sbarcò altri dieci incursori per una ricognizione della zona principale dello sbarco a nord di Port Stanley. Alle 4:30 del 2 aprile un altro team del Buzo Tactico sbarcò con gli elicotteri a Mullett Creek provenienti dal rompighiaccio ARA Almirante Irizar (Q-5). Gli incursori iniziarono l’attacco alle 6 del mattino. Un gruppo distrusse la caserma e le postazioni britanniche, già abbandonate, a Moody Brook, un altro gruppo attaccò la residenza del governatore ma fu respinto dal fuoco dei Royal Marines.

Nel frattempo alle 6:30 a York Bay, completamente indifesa, sbarca la forza principale argentina con 20 mezzi da sbarco blindati LVTP-7 Armtrac con 20 uomini ciascuno accompagnati dai blindati LARC-5. A seguire sull’aeroporto sbarcano, con gli elicotteri, altre unità argentine del 25° Reggimento di Fanteria. Le truppe argentine iniziano ad avanzare verso il centro città e verso il governatorato dove i Royal Marines resistevano sotto il fuoco incessante delle truppe argentine che iniziavano a ricevere anche il supporto dei blindati, dei quali uno fu distrutto dal fuoco britannico. Ma gli inglesi completamente circondati e ormai a corto di munizioni, dopo l’ordine del governatore Hunt, si arresero alle 9:15 del mattino del 2 aprile 1982 non prima di aver inflitto le prime perdite agli argentini, ma senza soffrirne nessuna.

Poco dopo la mezzanotte tra il 1° e il 2 aprile il Ministero della Difesa britannico iniziò a diramare gli ordini di operatività alle forze armate. Nella tarda mattinata del 2 aprile arrivarono le prime notizie dell’invasione e le prime immagini contribuirono ad infiammare l’opinione pubblica inglese per un immediato intervento nelle Falklands. Una imponente task force fu messa in campo con l’obiettivo della riconquista dell’arcipelago, una disperata, quanto complicatissima, operazione di guerra mai intrapresa combattuta in condizioni meteo proibitive a 13000 km dal territorio nazionale, a 1300 km dall’Antartico e a soli 650 km dalle coste argentine.

Nel frattempo nella Georgia del Sud, già occupata in parte dagli argentini, era giunta la fregata argentina ARA Guerrico che il 3 aprile tramite due elicotteri tentò di sbarcare truppe argentine a Grytviken incappando però nel fuoco intenso degli inglesi che danneggiarono la nave e pesantemente anche un elicottero Puma con la perdita dell’equipaggio. L’unità navale rispose al fuoco con il suo armamento e con il fuoco incrociato delle truppe argentine a terra portò alla resa dei soldati britannici al comando del Lt. Keith Mills. La Georgia del Sud fu liberata il successivo 25 aprile 1982 da una squadra di 75 tra Royal Marines e forze speciali dello Special Air Service – S.A.S. e dello Special Boat Service – S.B.S. sbarcati sull’isola nell’ambito dell’operazione Paraquat. In questa operazione furono catturati 137 soldati argentini e gli elicotteri inglesi attaccarono e danneggiarono il sottomarino ARA Santa Fe.

A quella distanza dal Regno Unito il conflitto presentava diverse incognite quali la logistica, la difesa della flotta e delle portaerei, il numero di soldati che si sarebbero potuti impiegare e la superiorità numerica dei mezzi e degli uomini dell’Argentina. Grazie però alla tecnologia e alla preparazione degli inglesi la storia ebbe un altro finale rispetto a quello sperato dall’Argentina e da quello ipotizzato dal Regno Unito, per il quale il fallimento era un’ipotesi devastante e quanto mai messa in conto. Il 5 aprile 1982 con la partenza delle due portaerei Invincible e Hermes il Regno Unito dava il via all’operazione Corporate per la cacciata con la forza degli argentini dall’arcipelago delle Falklands.


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Re: Falklands 1982

Messaggio da Phant » 27 aprile 2022, 1:34

Aviation-report.com ha scritto:
A 40 anni dalla guerra delle Falklands: gli Harrier inglesi dominatori dei cieli durante il conflitto nell’Atlantico del Sud

40 anni fa, nella primavera del 1982, una grande task force organizzata dalla Gran Bretagna fece rotta verso l’Atlantico Meridionale per riconquistare le isole Falkland, la Georgia del Sud e le isole Sandwich meridionali invase dall’Argentina il 2 aprile 1982 (Operazione Rosario) che ne reclamava il possesso. L’arcipelago delle Falklands è un territorio d’oltremare del Regno Unito ubicato nell’oceano Atlantico Meridionale e storicamente rivendicato dall’Argentina con il nome spagnolo di Islas Malvinas.

La Gran Bretagna, nell’ambito dell’operazione Corporate, mise insieme una task force formata dalle tre forze armate che si trovò ad affrontare l’inverno australe a 13.000 km di distanza da casa e a soli 1300 km dal continente antartico in inferiorità numerica e con oggettivi problemi logistici da affrontare e risolvere. Protagonisti nel cielo, dal lato britannico, furono i velivoli Harrier GR Mk.3 e Sea Harrier FRS Mk.1, nuovi sistemi missilistici e i bombardieri strategici Vulcan. Gli Harrier oltre a portare attacchi aerei contro le postazioni argentine sulle isole, abbatterono numerosi caccia nemici e fecero da protezione alle portaerei britanniche Hermes e Invincible che se colpite dai missili Exocet argentini avrebbero portato la Gran Bretagna alla devastante perdita del conflitto.

A quella distanza dal Regno Unito il conflitto presentava diverse incognite quali la logistica, la difesa della flotta e delle portaerei, il numero di soldati che si sarebbero potuti impiegare e la superiorità numerica dei mezzi e degli uomini dell’Argentina. Grazie però alla tecnologia e alla preparazione degli inglesi la storia ebbe un altro finale rispetto a quello sperato dall’Argentina e da quello ipotizzato dal Regno Unito, per il quale il fallimento era un’ipotesi devastante e quanto mai messa in conto. Il 5 aprile 1982 con la partenza delle due portaerei Invincible e Hermes il Regno Unito dava il via all’Operazione Corporate per la cacciata con la forza degli argentini dall’arcipelago delle Falklands.

I bombardieri Vulcan nelle missioni Black Buck

Il 1 Maggio 1982 inizia la guerra aerea per sulle isole Falklands con il primo bombardamento da parte di due Avro Vulcan B.2 della Royal Air Force decollati dalla base aerea di Wideawake, nell’isola di Ascensione in pieno Atlantico. Appena prima della mezzanotte del 30 aprile 1982, in completo silenzio radio e con tutte le luci di navigazione spente, due bombardieri Vulcan B.2 (XM598 e XM607) partirono verso le Falklands con 21.000 libbre di bombe ciascuno, scortati da 11 velivoli tanker Victor K.2, era l’inizio della missione “Black Buck One“. Uno dei Vulcan (XM598) ebbe problemi di pressurizzazione e dovette tornare ad Ascensione. A 300 miglia dall’obiettivo il Vulcan XM607 si abbassò a 250 piedi e sganciò il carico bellico sulla pista di Stanley. Erano le 4 di mattina del 1° Maggio 1982. L’attacco non fece danni importanti alla pista di Stanley, come anche i successivi bombardamenti delle missioni Black Buck, ma prese completamente di sorpresa sia gli argentini che il mondo intero.

Gli Avro Vulcan B.2 della Royal Air Force erano sul punto di essere ritirati dal servizio attivo, ritiro previsto per giugno 1982, quando furono pianificati i raids dell’operazione Black Buck a seguito dell’invasione della Falklands. Questi raids prevedevano il bombardamento di Port Stanley sulle isole Falklands non tanto per un vero obiettivo bellico nelle isole del sud dell’Atlantico ma per dimostrare la capacità della Royal Air Force di colpire, in una eventuale escalation, anche il territorio metropolitano argentino se la situazione lo avesse richiesto.

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Furono pianificate sette missioni Black Buck, alcune per il bombardamento della pista dell’aeroporto di Port Stanley ed alcune per la ricerca e l’attacco dei radar argentini dislocati sulle isole. I primi bombardieri partirono dal Regno Unito il 29 Aprile per atterrare nove ore e 4000 miglia più tardi sulla base aerea della piccola isola di Ascensione, che tra aprile e giugno 1982 divenne uno degli aeroporti con maggiore traffico al mondo.

Gli Harrier inglesi in azione sulle Falklands

Veri protagonisti della battaglia aerea delle Falklands furono però i velivoli STOVL Harrier, in particolare gli Harrier GR della Royal Air Force e i Sea Harrier della Royal Navy Fleet Air Arm, entrambi i modelli imbarcati sulle portaerei Hermes ed Invincible. La Royal Air Force impiegò gli Harrier GR Mk3 del No.1 Squadron mentre la Royal Navy impiegò i Sea Harrier FRS Mk1 dei No. 800 Squadron, No. 801 Squadron e No. 809 Squadron.

Nonostante svariate esercitazioni fatte con molti alleati, il velivolo non era mai stato utilizzato in combattimento reale e nessuno poteva sapere che risultati avrebbe portato a casa contro i bravi piloti argentini sui loro jet supersonici. Lo stato maggiore inglese aveva previsto ingenti perdite che avrebbero portato alla perdita dell’intero distaccamento di volo entro i primi giorni di guerra. Così fu predisposto l’attivazione di un terzo gruppo di volo l’809 Squadron i cui primi sei velivoli furono imbarcati, con i primi sei Harrier GR Mk3, sulla nave porta container commerciale Atlantic Conveyor il 5 maggio dopo il volo di trasferimento dal Regno Unito all’isola di Ascensione.

Il 18 maggio 1982 tutti i velivoli Harrier sulla Atlantic Conveyor decollarono per raggiungere le due portaerei della task force. La nave porta container fu colpita dagli argentini con un missile Exocet il giorno 25 maggio 1982. Fortunatamente gli Harrier erano già andati via, sfortunatamente gli elicotteri no. La task force britannica perse, oltre a 12 uomini, un elicottero Lynx, sei elicotteri Wessex, tre elicotteri Chinook, munizionamento di vario tipo, attrezzature per la manutenzione, parti di ricambio per i velivoli e il materiale per predisporre una base aerea avanzata sulla East Falkland. La perdita dell’unità navale comportò a seguire molte difficoltà logistiche e tattiche per le truppe di terra inglesi.

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Per tutta la durata del conflitto il maggior pericolo per la flotta inglese fu rappresentato dai Dassault Super Étendard argentini armati con il missile Exocet. Il CANA – Comando de la Aviacion Naval ordinò nel 1979 14 esemplari del velivolo imbarcato francese, insieme ad uno stesso quantitativo di missili Exocet. Dopo l’addestramento in Francia, cinque velivoli furono consegnati nel novembre del 1981. Con il deterioramento delle relazioni tra Argentina e Regno Unito e l’intravedersi di una seria possibilità di un conflitto tra le sue nazioni la Francia cessò l’assistenza e le consegne di ulteriori velivoli ed armamenti all’Argentina.

Proprio per il pericolo che la l’accoppiata Super Étendard / Exocet poteva portare alla task force inglese, il 18 maggio 1982 un elicottero Sea King HC Mk4 del No.846 Squadron con a bordo un team dello Special Air Service, le forze speciali del British Army, intraprese una missione segreta per infiltrare gli uomini del SAS sul territorio argentino. La missione doveva essere quella di confermare la presenza dei velivoli argentini a Rio Grande e di sorvegliarne le operazioni per anticiparne le mosse e mettere in allerta le forze navali a protezione delle due portaerei e, se si fosse presentata l’occasione, anche di metterli fuori combattimento. La missione fu un fallimento e l’unica perdita fu l’elicottero che venne distrutto dall’equipaggio una volta atterrati in Cile in località Agua Frescas a Punta Arenas perchè, per evidenti problemi di autonomia, la missione sarebbe stata comunque di solo “andata”.

Royal Air Force Harrier GR Mk 3

Gli Harrier GR Mk3 della Royal Air Force iniziarono ad operare da bordo della portaerei HMS Hermes il 20 maggio 1982 quando nel pomeriggio sferrarono il primo attacco su un deposito carburante argentino su West Falkland. Il giorno seguente, 21 maggio, le truppe britanniche iniziarono lo sbarco a Port San Carlos sotto la protezione degli Harrier GR3 che furono impiegati anche nell’attacco ad una base avanzata argentina, attacco tramite i cannoni Aden da 30mm che distrussero un elicottero Chinook e due elicotteri Puma.

Sempre il 21 maggio la RAF perse però il primo Harrier pilotato dal Flight Lieutenant Jeff Glover che durante una sortita a copertura delle forze di terra a San Carlos Settlement fu abbattuto dal fuoco nemico. Il pilota britannico lanciatosi con il paracadute, e in buone condizioni fu immediatamente catturato dagli argentini. Glover fu l’unico pilota inglese prigioniero di guerra. Alla sua richiesta di sapere cosa lo avesse abbattuto, il dottore argentino il capitano di marina Santiago Llanos rispose “Tutto, ti abbiamo sparato tutti“. Molto probabilmente l’Harrier fu abbattuto da un missile SAM Blowpipe. Jeff Glover fu trasferito da Stanley in Argentina in compagnia di un altro pilota, ma argentino e abbattuto dai Sea Harrier, e poi consegnato dopo qualche tempo alle autorità uruguaiane a Montevideo. Il pilota britannico rientrò subito dopo nel Regno Unito.

La seconda perdita di un Harrier GR3 avvenne il 27 maggio durante un attacco alle postazioni argentine a Goose Green. Lo Squadron Leader Bob Iveson fu abbattuto e lanciatosi con il paracadute fu recuperato dopo tre giorni, di fuga, dalle truppe inglesi. La missione più importante del No.1 Squadron fu quella del pomeriggio del 28 maggio quando tre velivoli intervennero a Goose Green a supporto del 2nd Battalion Parachute Regiment a corto di munizioni. Sotto pesanti nubi e ad una quota di 50 piedi gli Harrier attaccarono con le cluster bombs e i razzi le postazioni argentine. La mattina seguente, anche se numericamente superiori, gli argentini si arresero ai britannici. L’attacco a sorpresa degli Harrier aveva avuto sia un effetto tattico che un effetto psicologico sulle truppe argentine.

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Le ultime due perdite del No.1 Squadron furono il 27 e il 30 maggio e i piloti Bob Iveson e Jerry Pook si lanciarono con il paracadute e riuscirono a scampare alla cattura. La sera del 30 maggio gli Harrier GR3 rimasti operativi erano solo due così il 1 giugno con un volo di oltre otto ore, accompagnati dai rifornitori Victor, ulteriori due velivoli arrivarono sulla Hermes provenienti dall’isola di Ascensione. Altri due GR3 arrivarono sempre da Ascensione l’8 giugno.

Nel frattempo e una volta stabilizzata e messa in sicurezza la testa di ponte a San Carlos, i Royal Engineers, nonostante le cattive condizioni meteo e con l’attenzione a possibili attacchi aerei da parte degli argentini, nel giro di una settimana prepararono una base operativa avanzata, chiamata “Sid’s Strip”, per gli Harrier GR3 con una breve pista per il decollo e un’area per l’atterraggio verticale. La base iniziò ad operare il 2 giugno. A causa del maltempo i primi due Harrier arrivarono solo il 5 giugno.

Il 10 giugno gli Harrier GR3 effettuarono il primo tentativo del conflitto di utilizzo di armamento a guida laser, senza successo a causa di problemi con la designazione laser delle postazioni nemiche. Il secondo tentativo, questa volta con successo, ebbe luogo il 13 giugno quando i velivoli inglesi attaccarono alle 12:00 il comando di compagnia argentino a Mount Tumbledown tramite un forward air controller sul terreno. Fino alla resa degli argentini, il 14 giugno, gli Harrier GR3 operarono tutti i giorni, sia da terra che dal mare, senza perdite ma incassando ogni tanto qualche colpo dal nemico più o meno grave ma senza conseguenze.

Oggi al RAF Museum di Cosford è conservato e messo in mostra proprio uno degli Harrier GR Mk3 (XZ997) che ha combattuto nelle isole Falklands e il primo ad utilizzare il munizionamento intelligente durante il conflitto (almeno fino al 2016 il velivolo era al museo RAF Museum London di Hendon). L’esemplare ordinato nel 1978 e costruito dalla British Aerospace di Dunsfold è entrato in servizio in Germania con il No.4 Squadron a Gütersloh il 12 Febbraio 1982.

  • Il 16 aprile 2018 è stato trasferito al No.1 (F) Squadron.
  • Il 4 maggio 1982 è uno dei 5 velivoli a partire per l’isola di Ascensione sulla quale arrivano alle ore 18:30 dopo un volo non-stop di 4600 miglia e più di 9 ore di volo supportato dai tanker Victor.
  • Il 7 maggio 1982 salpa imbarcato, insieme ad altri 5 aerei, sulla nave Atlantic Conveyor alla volta della TEZ – Territorial Exclusion Zone.
  • Il 18 maggio 1982 viene trasferito sulla portaerei HMS Hermes per iniziare le missioni di attacco il 21 maggio 1982.
  • Il 13 giugno 1982 lancia la prima LGB Laser Guided Bomb della guerra delle Falklands.
  • Il 4 luglio 1982 viene trasferito con il No.1 (F) Squadron sul RAF Stanley dove opererà dopo la riconquista delle isole Falklands con l’Harrier Detachment.
  • Il 6 ottobre 1982 viene assegnato al No.1 Squadron sulla RAF Wittering in patria.
  • Il 21 agosto 1990 termina la sua carriera operativa dopo 2200 ore di volo e 6050 atterraggi.
  • Il 4 dicembre 1991 viene trasferito al RAF Museum di Londra.


Alla fine del conflitto il No.1 Squadron della Royal Air Force effettuò 126 missioni di combattimento, circa sei sortite al giorno per velivolo, impiegando in totale 10 velivoli dei quali 4 persi in combattimento.

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Royal Navy Sea Harrier FRS Mk 1

I due gruppi di volo di Sea Harrier, 800 Squadron e 801 Squadron furono imbarcati rispettivamente sulla HMS Hermes e sulla HMS Invincible in partenza per le isole Falklands il 5 aprile 1982. Come già detto i vertici militari inglesi erano molto dubbiosi sulle capacità operative che gli Harrier avrebbero potuto sviluppare durante il conflitto e molto preoccupati sulle eventuali perdite dei velivoli.

Si dovettero ricredere perchè a fine conflitto il risultato fu impressionante e le maggiori capacità tattiche ed operative dei piloti britannici unite alla straordinaria manegevolezza del velivolo e dei suoi missili AIM-9L Sidewinder portarono i Sea Harrier inglesi a numerose vittorie in combattimento aereo manovrato.

I Sea Harrier durante il conflitto dell’Atlantico del sud si scontrarono con i Mirage, i Dagger e gli Skyhawk argentini e iniziarono le operazioni aeree sulle Falklands il 1 maggio 1982. Per consolidare il primo attacco aereo dei Vulcan sull’aeroporto di Port Stanley, 12 Sea Harrier del No.800 Sqn provenienti dalla HMS Hermes attaccarono gli aeroporti di Port Stanley e Goose Green. Nel dettaglio nove attaccarono Port Stanley e tre Goose Green dove furono distrutti tre velivoli Pucarà con la perdita di un pilota argentino che stava decollando.

Sempre il primo maggio ci fu il primo scontro aereo tra i Sea Harrier e i Mirage IIIEA, dei quali due furono abbattuti dai piloti del No. 801 Sqn. che nel corso della giornata abbatterono anche un Canberra B Mk.2. I colleghi del No.800 Sqn abbatterono invece un Dagger. La giornata si concluse senza perdite tra le fila britanniche.

La FAA – Fuerza Aerea Argentina disponeva di buoni piloti anche se con poca esperienza e di buone macchine che però non furono sufficienti a contrastare la preparazione e l’esperienza dei piloti inglesi. Sia la FAA che il CANA furono costretti ad operare sempre dalla terra ferma e quindi a notevole distanza dall’arcipelago e nonostante il supporto dei rifornitori KC-130 Hercules molti dei velivoli si trovarono ad operare sempre al limite delle loro autonomie e con pochissimo tempo da spendere sugli obiettivi.

Nonostante ciò gli argentini, con tenacia ed audacia, riuscirono ad infliggere notevoli perdite alle unità della task force navale britannica, che riuscì comunque a proteggere le due portaerei e ad abbattere grazie alle difese missilistiche un buon numero di aerei argentini.

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Tra il 4 e il 5 maggio il distaccamento dei Sea Harrier perse tre velivoli, uno il 4 maggio durante un raid sulla base aerea di Goose Green a causa della contraerea e due il 5 maggio a causa di una collisione in volo a bassa quota mentre i due aerei erano in ricognizione sull’area dell’affondamento della HMS Sheffield. Sempre il 4 maggio l’Armada Argentina ritirò dalle operazione la portaerei ARA Veinticinco del Mayo per metterla al sicuro dalle forze aeree britanniche. Gli A-4Q Skyhawk continuarono le operazioni aeree da terra dalla base aerea di Rio Grande.

Il 21 maggio, primo giorno dell’invasione di terra britannica, gli aerei argentini della Fuerza Aerea Argentina iniziarono già dalla mattina gli attacchi contro le unità navali inglesi impegnate nello sbarco e nella copertura delle truppe di terra. Alle 12:00 un Pucarà argentino impegnato dell’attacco contro la HMS Ardent viene abbattuto a colpi di cannone da un Sea Harrier del No.801 Sqn in missione Combat Air Patrol sull’arcipelago. Alle 13 un secondo attacco viene portato alle navi inglesi, la HMS Ardent viene colpita dagli A-4 Skyhawk dei quali però due vengono abbattuti dai missili sidewinder dei Sea Harrier del No.800 Sqn.

Nel primo pomeriggio del 21 maggio è il turno dei caccia Dagger che portano i loro attacchi sulle navi inglesi a bassissima quota volando letteralmente a pelo d’acqua tra le unità militari britanniche. La nave HMS Ardent viene ancora colpita ma quattro Dagger vengono abbattuti dai missili dei Sea Harrier, uno dal No.800 Sqn e tre dal No.801 Sqn. A metà pomeriggio è il CANA a portare l’ennesimo attacco aereo con gli A-4Q Skyhawk che distruggono definitivamente la HMS Ardent, che affonderà il giorno seguente, ma che perdono tre velivoli abbattuti dai Sea Harrier del No.801 Sqn. A fine giornata tra aerei abbattuti dalle difese aeree e nei combattimenti aerei l’Argentina perse 12 velivoli contro 1 del Regno Unito.

A causa del maltempo, condizione quasi giornaliera nelle Falklands, i combattimenti aerei ripresero vigore il 23 maggio quando i Sea Harrier abbatterono un elicottero A-109 e due elicotteri Puma dell’esercito argentino. Nel pomeriggio a seguito di attacchi aerei sulle unità navali inglesi a San Carlos Water e nel Falkland Sound un Dagger fu abbattuto dai Sea Harrier del No.800 Sqn e un A-4B dalla contraerea navale, mentre nel tardo pomeriggio un Sea Harrier del No.800 Sqn cadde in acqua distruggendosi durante un volo a bassa quota. Anche il 24 maggio gli argentini persero tre Dagger abbattuti dai Sea Harrier del No.800 Sqn e un A-4C dalla contraerea navale inglese.

I combattimenti a terra iniziarono a farsi più intensi e i Sea Harrier rimasero a copertura delle unità navali e terrestri per i giorni a seguire. Il 29 maggio un Sea Harrier fu perso a causa di un incidente e tre giorni dopo il 1 giugno un altro Sea Harrier fu abbattuto da un missile SAM Roland. Il pilota venne recuperato vivo dall’acqua molte ore dopo. Sempre il primo giugno 1982 i Sea Harrier del No.800 Sqn abbatterono un C-130E Hercules in missione di ricognizione per la ricerca della flotta navale inglese.

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Qualche statistica

Tra il 1 maggio e il 14 giugno 1982 i Sea Harrier effettuarono 1.335 sortite, delle quali 1.135 circa per il Combat Air Patrol, sparando 27 missili AIM-9L Sidewinder dei quali 24 andarono a segno abbattendo 19 velivoli argentini, dei quali 11 jet supersonici tra Mirage IIIEA e Dagger. Altri sei velivoli argentini furono abbattuti con l’utilizzo del cannone dal 30mm. I Sea Harrier FRS Mk1 subirono sei perdite mentre gli Harrier GR Mk3 subirono 4 perdite, nessuna sofferta in combattimento aria-aria con gli argentini.

Le difese contraeree britanniche navali abbatterono sette velivoli con il sistema Sea Dart e tre con il sistema Sea Wolf, mentre la difesa aerea da terra fu accreditata di tre velivoli abbattuti ognuno tramite i sistemi Rapier, Stinger e Blowpipe.

I velivoli da combattimento argentini, grazie al coraggio indiscusso dei piloti, effettuarono 2.782 ore di volo per 505 sortite di combattimento delle quali sono però solo 280 raggiunsero i loro obiettivi. I 40 Skyhawk impiegati (26 A-4B, 12 A-4C e 10 A-4Q) distrussero un cacciatorpediniere, due fregate, una nave da sbarco e un mezzo da sbarco subendo però la perdita di ben 23 aerei. Di queste perdite otto sono da assegnare ai Sea Harrier, tre ad incidenti, 12 alla contraerea.

Oggi, tra le fila delle forze aeree inglesi, sia i Sea Harrier che gli Harrier sono stati radiati dal servizio attivo ma non prima di aver partecipato attivamente ad altri conflitti in Iraq, nei Balcani, in Afghanistan, in Sierra Leone. La decisione di mandare precocemente in pensione entrambe le versioni degli Harrier, è stata criticata negli anni da molti ufficiali all’interno delle forze armate britanniche.

Le varianti terrestri dell’Harrier sono state la GR Mk1, la GR Mk3, la GR.5, GR.7 e GR.9 monoposto e GR.2, GR.4 biposto per addestramento operativo. La GR.7 e la GR.9 avevano capacità ognitempo e notturne, grazie al Flir montato sul muso e agli NVG (Night Vision Goggles) indossati sul casco del pilota. Dalla versione GR.5 in poi gli aerei furono dotati di una nuova ala più grande con quattro piloni in più e capace di trasportare carburante nei serbatoi integrati dentro le ali potendo così contare su maggiore autonomia e carico bellico.

Le versioni navali sviluppate sono state la FRS Mk1 e FRS Mk2 (Fighter Recon Strike) per la Royal Navy e la FRS Mk51 per la marina militare indiana. Il Sea Harrier era un aereo subsonico progettato per l’attacco, la ricognizione e il combattimento aereo. La versione FRS Mk1 era essenzialmente un GR Mk3 con il muso modificato per il radar di ricerca e tiroBlue Fox e l’abitacolo rialzato per aumentare la visibilità del pilota e per fornire più spazio per alloggiare il radar ed i relativi comandi. Nonostante il grande successo nella guerra delle Falkland, i limiti del velivolo furono subito evidenti così venne sviluppata la versione FRS Mk2 con il più capace radar Blue Vixen, i missili AIM-120 Slammer a guida radar attiva, contromisure elettroniche e il motore Pegasus Mk 106. La scarsa potenza del motore delle due versioni portò comunque al ritiro dalla Royal Navy nel marzo 2006.

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Reparti aerei velivoli da combattimento della Fuerza Aerea Argentina e del Comando de la Aviacion Naval

  • Grupo 3 de Ataque: IA-58 Pucarà
  • Grupo 4 de Caza: A-4C
  • Grupo 5 de Caza: A-4B
  • Escuadron II, Grupo 6 de Caza: Dagger
  • Grupo 8 de Caza: Mirage IIIEA
  • Grupo 2 de Bombardeo: Canberra B Mk2
  • 1 Escuadrilla de Ataque: MB-339A
  • 2 Escuadrilla de Caza y Ataque: Super Etendard
  • 3 Escuadrilla de Caza y Ataque: A-4Q Skyhawk


Perdite velivoli da combattimento della Fuerza Aerea Argentina e del Comando de la Aviacion Naval

  • 14 IA-58 Pucara
  • 2 Canberra B Mk2
  • 2 MB-339A
  • 2 Mirage IIIEA
  • 11 Dagger
  • 9 A-4C Skyhawk
  • 10 A-4B Skyhawk
  • 4 A-4Q Skyhawk

Bye
Phant
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