Intervento aereo contro ISIS (Siria, Iraq, Libia, Afghanistan, Filippine)

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Intervento aereo contro ISIS (Siria, Iraq, Libia, Afghanistan, Filippine)

Messaggio da Phant » 26 settembre 2014, 19:26

Analisidifesa.it ha scritto:
Raid in Siria: la “prima volta” dell’F-22

Se un velivolo “stealth” doveva essere impiegato nelle incursioni della Coalizione sulla Siria era più probabile aspettarsi che fosse il B-2 Spirit che già in passato aveva “aperto le danze” nelle operazioni belliche statunitensi. Il limitato numero di obiettivi di valore strategico sembra però aver reso superfluo il costoso impiego dei bombardieri “invisibili” che hanno invece lasciato il posto ai caccia F-22 Raptor al loro battesimo del fuoco.

Caccia impiegati solitamente per la difesa aerea e schierato oltremare (in Giappone e negli Emirati Arabi Uniti) solo in casi sporadici legati a forti tensioni internazionali, i Raptor imbarcano bombe Jdam a guida Gps con le quali ieri hanno colpito obiettivi dello Stato Islamico, come ha confermato il generale William Mayville durante un briefing al Pentagono. La loro presenza, in numero imprecisato così come non è noto in quale base siano rischierati (probabilmente ad al-Udeid, in Qatar o ad al-Dhafra, negli Emirati Arabi Uniti, dove i Raptor vennero rischierati già nel 2009 e poi nel 2012in seguito alle tensioni con l’Iran) pare legata al rischio di un’eventuale reazione di Damasco al sorvolo del suo spazio aereo.

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Un sorvolo non autorizzato ma a quanto pare gradito da Bashar Assad anche se i Paesi della Coalizione sono gli stessi che meno di un anno or sono volevano bombardare Damasco e far cadere il regime. La prudenza non è mai troppo e la presenza dei velivoli “stealth” avrebbe potuto rivelarsi utile contro una difesa aerea di tutto rispetto con moderni apparati missilistici e di guerra elettronica forniti da Mosca alcuni dei quali pare siano gestiti da personale russo. Per lo stesso scopo, almeno parzialmente, sono stai impiegati anche i velivoli da guerra elettronica della Marina EA-6B Prowler, utili a disturbare le comunicazioni degli uomini del Califfo ma anche ad “accecare” i radar di Damasco.

Da quanto è emerso Damasco è stata informata dell’imminenza dei raid ma, come ha precisato il Dipartimento di Stato, non sono state chieste autorizzazioni a Damasco. Ai siriani è stato solo detto di “non ostacolare gli aerei statunitensi” ha detto un portavoce.

Le incursioni aeree contro il Califfato pare abbiano seguito un copione ormai consolidato. I primi obiettivi sono stati colpiti da 47 missili da crociera Tomahawk lanciati ieri dal cacciatorpediniere Arleigh Burke in navigazione nel Mar Rosso e dall’incrociatore Philippine Sea che affianca la portaerei George H. Bush nel Golfo Persico.

Gli obiettivi sono stati, secondo quanto reso noto dal Pentagono, i centri di comando, controllo e comunicazioni, depositi di armi e munizioni e forse qualche batteria antiaerea che i miliziani dello Stato Islamico hanno catturato alle forze di Damasco e soprattutto all’esercito iracheno i cui grandi depositi a Fallujah, Tikrit e Mosul sono stati saccheggiati dai miliziani del Califfato.

Gran parte di questi ingenti quantitativi di mezzi, armamenti e munizioni erano stati trasferiti nei territori siriani amministrati dal Califfato per metterli al riparo da incursioni aeree e per impiegarli nelle vittoriose offensive contro le ultime sacche di resistenza delle truppe di Assad nell’est del Paese e contro i curdi lungo il confine turco.

I Tomahawk avrebbero colpito soprattutto le basi dei qaedisti del gruppo Khorasan (sospettato di essere pronto a colpire con azioni terroristiche gli interessi statunitensi e occidentali) nei pressi di Aleppo. I missili della Navy hanno anche “aperto la strada” ai cacciabombardieri colpendo anche le postazioni dei qaedisti del Fronte al-Nusra e Raqqa, la “capitale” dello Stato Islamico, bersagliata in seguito dai velivoli dell’Usaf e degli alleati arabi del Gulf Cooperation Council. Dalla base di al-Udeid, in Qatar, sede del comando aereo statunitense per l’area medio orientale e centro asiatica (Central Command) che coordina le operazioni contro il Califfato, sono decollati i bombardieri dell’Air Force B-1 Lancer e, probabilmente, gli F-22.

I cacciabombardieri F-15E Strike Eagle ed F-16 Fighting Falcon sembra siano basati negli Emirati Arabi Uniti, nell’aeroporto di al-Dhafra (che ospita anche i Rafale francesi impiegati finora in un unico raid contro lo Stato Islamico in Iraq) ma potrebbero essere stati rischierati in basi giordane, a due passi dal confine siriano, da dove sono decollati anche i caccia F-16 della reale forza aerea di Amman.

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Molto vicina al teatro bellico l’aeroporto curdo di Erbil, che nelle ultime settimane ha visto affluire dalla base turca di Incirlik molti militari e diversi velivoli statunitensi inclusi droni Predator e Reaper impiegati per gli attacchi e per la valutazione dei danni inflitti al nemico. Ankara non ha aderito alla Coalizione e non consente agli Stati Uniti di impiegare Incirlik per operazioni offensive ma Washington mantiene un basso profilo sulle forze schierate a Erbil perché costituisce la prima base americana in Iraq dal ritiro delle forze USA nel 2011.

Gli obiettivi del Califfato nella provincia di Deir el-Azor, vicino al confine iracheno, sarebbero stati colpiti dai cacciabombardieri di Marina e Marines F/A-18 Hornet e Super Hornet decollati dalla portaerei Bush e dagli Harrier AV-8B della portaelicotteri Bataan in navigazione nel Golfo Il dispositivo aereo statunitense è stato completato da aerei radar Awacs E-3B Sentry, E-2C Hawekeye e da aerei spia RC -135 Rivet Joint. Secondo il Pentagono 22 siti sono stati colpiti nel primo giorno di incursioni impiegando 160 ordini per il 95 per cento guidati.

Nuovi attacchi questa notte pare siano stati concentrati sulla città di Abu Kamal, al confine con l’Iraq, e sui dintorni di Ain al-Arab, la città che i curdi chiamano Kobane vicina al confine turco e assediata dai miliziani dello Stato Islamico. Le incursioni sarebbero per lo più mirate a distruggere veicoli e armi pesanti offrendo supporto tattico alle fanterie curde.
Pochi i dettagli sulla partecipazione dei velivoli dei cinque Paesi arabi. I sauditi pare abbiano messo in campo 4 F-15S e un tanker Airbus A-330MRTT, gli Emirati Arabi Uniti 2 F-16 e un altro aereo da rifornimento in volo dello stesso tipo, la Giordania 4 F-16, il Bahrein altri 2 mentre il Qatar avrebbe messo in campo 2 Mirage 2000 probabilmente con compiti esclusivamente di ricognizione poiché non risulta abbiano sganciato ordigni.

Dati più precisi sono stati resi noti circa l’esito dei quasi 200 attacchi aerei effettuati sull’Iraq dall’8 agosto che secondo il Pentagono avrebbero portato alla distruzione di 57 postazioni dell’IS, 125 veicoli tipo pick-up e Hummer, 24 trasporto truppe ruotati (inclusi molti MRAP di costruzione statunitense catturati all’esercito iracheno) e 12 tank e cingolati.



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Re: La “prima volta” dell’F-22

Messaggio da Phant » 2 ottobre 2014, 19:22

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Tornado italiani contro il Califfato

Messaggio da Phant » 15 novembre 2014, 18:09

Analisidifesa.it ha scritto:
Tornado italiani contro il Califfato

L’Italia alza il livello di impegno militare contro lo Stato Islamico inviando in Kuwait 4 bombardieri Tornado del 6° Stormo di Ghedi che potrebbero essere operativi già a fine mese. La notizia è stata resa nota ieri al Sole 24 Ore dal Capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, e simultaneamente dal Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, in un’intervista apparsa oggi su La Stampa.

L’opzione di affiancare ai 2 droni Predator e alla cisterna volante KC-767A basati in Kuwait anche 4 velivoli da combattimento era trapelata già il mese scorso ma indiscrezioni riferirono che proprio il ministro aveva bocciato l’idea di impiegare velivoli pilotati sui territori controllati dal Califfato.

La decisione di inviare i Tornado sembra sia stata determinata dalle richieste della Coalizione, cioè degli Stati Uniti che hanno effettuato finora ben l’85% delle missioni di attacco aereo effettuate dagli alleati sui cielo di Siria e Iraq. I velivoli italiani, che come quelli degli altri partner della NATO volano solo sull’Iraq ma non sulla Siria (dove gli statunitensi sono affiancati dai velivoli degli Stati arabi), “verranno utilizzati solo per missioni di ricognizione, sorveglianza e intelligence” precisa ad Analisi Difesa una fonte militare.

Vale la pena ricordare che anche il dispiegamento dei Tornado in Afghanistan prese il via nel 2008 con limitazioni simili, escludendo cioè l’impiego bellico con lo sgancio di ordigni. Limitazione poi rimossa nel 2012 quando a Herat erano schierati i cacciabombardieri AMX.

Circa l’impegno militare italiano contro lo Stato Islamico restano da definire i costi finanziari e i tempi e luoghi di schieramento della missione addestrativa dell’Esercito tesa a formare reclute curde e irachene (stimata in 200 militari di cui circa 70 istruttori) e degli 80 consiglieri militari destinati ad affiancare i comandi tattici iracheni e curdi.


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Re: Tornado italiani contro il Califfato

Messaggio da Tycho » 15 novembre 2014, 18:20

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Re: Tornado italiani contro il Califfato

Messaggio da Scion » 16 novembre 2014, 16:47

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La guerra disarmata dell'Italia

Messaggio da Aviators » 20 novembre 2014, 17:40

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Il governo italiano ha deciso di rafforzare la presenza militare nella lotta allo Stato Islamico. All'operazione guidata dagli Stati Uniti, si uniranno 4 bombardieri Tornado del 6° Stormo di Ghedi, e potenzieranno la componente aerea italiana già composta da un aereo cisterna Boeing KC- 767A e due droni Predator, rischierati nelle basi aeree kuwaitiane di Mubarak e al-Salem.

Il rinnovato impegno italiano alla lotta al Califfato, è stato annunciato dal capo di stato maggiore della difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, e dal ministro della difesa, Roberta Pinotti.

La decisione è stata presa per acconsentire alle richieste della Coalizione a seguito dei risultati poco incoraggianti conseguiti dalle operazioni in Iraq e Siria.

La missione dei 4 bombardieri Tornado in Kuwait, non modificherà la caratteristiche della partecipazione italiana alle operazioni della Coalizione, le quali prevedono il sorvolo del solo territorio iracheno.

L’ipotesi di inviare in Kuwait i Tornado era già stata valutata dal governo italiano, ma venne poi esclusa per non sottoporre i velivoli da combattimento con piloti a bordo sul territorio controllato dai miliziani jihadisti, al pericolo di essere abbattuti.

Il KC-767A, infatti, opera in zona di sicurezza ed i droni Predator sono senza pilota e disarmati, anche perché gli Stati Uniti non hanno mai acconsentito a vendere all'Italia i supporti tecnici per i missili Hellfire e le bombe a guida satellitare JDAM.

I cacciabombardieri Tornado, saranno configurati per missioni di acquisizione dati ed avranno solo compiti di ricognizione avanzata, sorveglianza ed intelligence. Dunque agevoleranno gli attacchi aerei dei velivoli alleati.

Come sempre, non mancano le polemiche, in particolare rivolte dal M5S, che accusa i vertici militari ed il ministero della difesa di non aver avvisato preventivamente il parlamento di tale decisione.

In ogni caso, la guerra allo Stato Islamico deve essere la maggiore priorità dell’Occidente e dell’Italia, la quale sembra essere un obiettivo prioritario delle fazioni estremistiche.

Lo stato di allerta è stato infatti innalzato dal ministro Alfano.
Fonte: http://www.difesaonline.it/index.php/it ... ell-italia

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USA rafforza missione contro ISIS con A-10

Messaggio da Giogas » 27 novembre 2014, 1:16

http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/us ... 402a.shtml


Gli Stati Uniti rafforzano il dispositivo aereo che hanno schierato contro l'Isis. Dodici aerei A-10 per l'attacco a terra sono stati di recente ridispiegati dall'Afghanistan al Kuwait, da dove compiranno missioni di sostegno alle truppe di terra irachene. Lo hanno riferito fonti militari al New York Times, secondo cui nell'area verranno spostati dall'Afghanistan nei prossimi due mesi anche cinque o sei droni Reaper in grado di lanciare missili.

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Re: USA rafforza missione contro ISIS con A-10

Messaggio da DragonITA » 27 novembre 2014, 8:26

Ma non erano da pensionare gli A-10? :what: :D
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Re: USA rafforza missione contro ISIS con A-10

Messaggio da Jay » 27 novembre 2014, 11:25

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Pilot killed as U.S. F-16 crashes in Jordan

Messaggio da Aviators » 2 dicembre 2014, 19:38

Pilot killed as U.S. F-16 crashes in Jordan

A U.S. Air Force pilot was killed when the F-16 he was flying suffered a mechanical malfunction and then crashed in Jordan as he attempted to return. The incident occurred at about 23.00h ET Sunday, U.S. Central Command said in a statement today.


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An RJAF F-16AM, USAF F-16C , Navy F/A-18 Super Hornet and a Mirage from the PAF fly in formation over the Dead Sea on October 27th, 2010 during Falcon Air Meet 2010 at Azraq AB.


Even though the pilot was assigned on a combat mission to bomb ISIS targets in the Middle East, the crash itself was not combat-related and there is no evidence the jet was brought down by enemy fire.

The Fighting Falcon had a mechanical malfunction shortly after takeoff, and the pilot attempted to get back to an airstrip in Jordan but did not make it.

The cause of the crash is under investigation, and per military policy pilot's name has not been immediately released.
Fonte: http://www.f-16.net/f-16-news-article4910.html

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Re: USA rafforza missione contro ISIS con A-10

Messaggio da Phant » 6 dicembre 2014, 3:34

Analisidifesa.it ha scritto:
Facoceri e Fantasmi: i “ferrivecchi” contro il Califfato

Dopo il battesimo del fuoco degli F-22 Raptor è la volta dei “ferrivecchi” chiamati in causa nel tentativo di allargare il fronte della Coalizione anti jihadista o di imprimere una svolta in un conflitto che langue per mancanza di obiettivi da colpire. Finora le forze dello Stato Islamico sono riuscite a occultarsi molto bene bene sul terreno barricandosi in mezzo ai civili nei centri urbani e nascondendo blindati, corazzati e artiglierie.

Contro i cacciabombardieri della Coalizione in volo a quote medio alte hanno avuto buon gioco ma da qualche giorno sui cieli di Iraq e Siria sono in volo gli aerei da attacco della US Air Force (USAF) Fairchild A-10C nooi anche come Warthog (Facocero). Velivoli ormai datati e a bassa tecnologia concepiti per contrastare le ondate di carri armati sovietici nelle pianure europee ma distintisi in tutti i conflitti dal Golfo ai Balcani all’Afghanistan per l’incredibile capacità di incassare colpi e rientrare alla base e l’elevato volume di fuoco in grado di scatenare con il suo cannone GAU-8 da 30 millimetri con 7 canne rotanti e le quasi 12 tonnellate di bombe e missili imbarcabili.

In grado di volare a bassa quota e a velocità minime sono i velivoli ideali per trovare e distruggere le postazioni dell’IS anche se il loro impiego aumenta in modo rilevante il rischio di abbattimenti da parte dei missili e dell’artiglieria antiaerea del Califfato. Schierati dal 24 novembre in Kuwait nella stessa base Ahmed al-Jabr che ospita i Tornado, gli A-10C del 163rd Expeditionary Fighter Squadron sono operativi da alcuni giorni.

Lo steso reparto ha già operato in Iraq e in Afghanistan dove ha recentemente protetto il ripiegamento delle forze anglo-americane dalla provincia di Helmand. L’operazione “Inherent Resolve” potrebbe essere l’ultimo atto bellico degli A-10, destinati e venire rimpiazzati nell’USAF dagli F-35, certo più sofisticati e tecnologici ma anche più costosi e non certo idonei a fare i “segugi” volando a bassa quota a caccia di obiettivi.

La radiazione degli A-10 doveva essere anticipata a quest’anno per risparmiare qualche miliardo di dollari da destinare al programma F-35 ma negli Stati Uniti in molti si sono levati a difendere la specificità di un velivolo nato per la Guerra Fredda ma rivelatosi prezioso in termini di efficacia e di costi operativi nei conflitti asimmetrici.

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La notizia dei raids aerei compiuti dall’Aeronautica iraniana contro lo Stato Islamico in territorio iracheno ha messo in luce un altro “veterano” ancor più datato del Facocero. Benché Teheran abbia smentito fonti del Pentagono hanno rilevato le incursioni di cacciabombardieri F-4 Phantom D/E iraniani contro postazioni nemiche nella provincia orientale di Diyala, vicino al confine tra Iraq e Iran. Al-Jazeera ha reso noto che almeno un Phantom iraniano ha colpito con bombe bersagli situati presso la cittadina di Sa’adiya, occupata dai jihadisti e che le milizie sciite irachene cercano di riconquistare.

Abbiamo indicazioni che l’Iran nei giorni scorsi ha condotto attacchi aerei contro l’Is nell’est dell’Iraq”, ha invece affermato il 3 dicembre il portavoce del Pentagono, l’ammiraglio John Kirby. I raid non sono stati coordinati con gli Stati Uniti e sarebbero stati gestiti in maniera indipendente dal governo di Teheran. Sono notizie “false e imprecise”. Così la portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Marzieh Afkham, ha commentato le indiscrezioni, confermate dal Pentagono, riguarda a presunti raid di caccia iraniani sulle postazioni dello Stato islamico in Iraq.

La Casa Bianca ha precisato che gli Stati Uniti non si stanno coordinando con Teheran e che non hanno intenzione di farlo .”A questo punto, i nostri calcoli sul senso di una cooperazione militare con gli iraniani non sono cambiati: non abbiano intenzione di [cooperare]“, ha detto Josh Earnest, il portavoce del presidente americano Barack Obama. Il Pentagono ha detto di credere che l’Iran abbia usato jet F-4 Phantom per gli attacchi aerei contro i miliziani sunniti dello Stato islamico.

L’azione ha sollevato preoccupazioni da parte del dipartimento della Difesa, che teme che l’incremento del coinvolgimento dell’Iran nella regione alimenti tensioni tra gli alleati arabi sunniti della Coalizione. I primi raid aerei iraniani pare risalgano al 30 novembre e rappresenta la più recente escalation del coinvolgimento iraniano nel conflitto dopo la fornitura di aerei da attacco Sukhoi Su-25 all’Iraq e di materiale terrestre alle milizie curde e sciite irachene tra cui mitragliatrici calibro 12,7, cannoni senza rinculo da 107 millimetri montati su jeep Safir e lanciarazzi campali multipli da 122 millimetri.

Forniti in 225 esemplari all’Iran all’epoca dello Shah Reza Palevi, i cacciabombardieri statunitensi attualmente in servizio dovrebbero essere una cinquantina aggiornati con avionica cinese. Il Phantom è ancora utilizzato in Medio Oriente dalle forze aeree turche.


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Israele bombarda l’aeroporto di Damasco

Messaggio da Aviators » 7 dicembre 2014, 23:31

Israele bombarda l’aeroporto di Damasco

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Fonti ufficiali siriane riferiscono di un attacco aereo israeliano avvenuto verso le 11.00 (ora della costa est degli Stati Uniti) di oggi su obiettivi posti nelle vicinanze dell’aeroporto di Damasco e nella città di Dimas, nei pressi del confine con il Libano. Sembra che non si lamentino perdite di vite umane, ma i danni alle infrastrutture pare siano ingenti.

Gli obiettivi degli incursori sono stati principalmente depositi di armi e siti missilistici. Le testimonianze dei residenti rivelano che l’aeroporto di Dimas è stato pesantemente colpito e sono state udite almeno 10 forti esplosioni.

L’Agenzia di stampa siriana, ha etichettato l’accaduto come un attacco diretto alla Siria. Fonti ufficiali libanesi confermano il raid, testimoniando che il loro spazio aereo è stato violato da velivoli da guerra israeliani.

Al momento il governo di Tel Aviv non ha rilasciato dichiarazioni in merito.

Se i bombardamenti dovessero venire confermati, l’equilibrio dell’area del Vicino Oriente potrebbe accusare una flessione, in considerazione degli attriti politico-militari fra i principali attori.

Benché anche l’Iran si sia unito al contrasto all’Isis, i rapporti fra le due Nazioni potrebbero accusare una recrudescenza.

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ASSAD BOMBARDA IL CALIFFRATO PIÙ DELLA COALIZIONE

Messaggio da Aviators » 13 dicembre 2014, 11:04

Analisi Difesa ha scritto: ASSAD BOMBARDA IL CALIFFATO PIÙ DELLA COALIZIONE

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Le forze aeree di Bashar Assad dispongono di Mig e Sukhoi (e Aero L-39) in buona parte superati rispetto ai moderni cacciabombardieri della Coalizione e di ordigni non guidati certo meno precisi di quelli a guida laser e gps degli alleati ma hanno effettuato in meno di due mesi più incursioni aeree contro il Califfato di quante ne abbia registrate l’Operazione a guida statunitense “Inherent Resolve” in oltre 4 mesi. L‘Osservatorio siriano per i diritti umani ha documentato 2.429 raid aerei messi a segno dal regime di Damasco in 50 giorni, dal 20 ottobre scorso al 10 dicembre.

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Da quanto si legge sul sito dell’ong (che ha sede a Londra ed è vicina alle posizioni dei cosiddetti “ribelli moderati”) gli attacchi hanno causato la morte di 603 civili, tra cui 129 bambini e 112 donne e il ferimento di altri 2.400.In dettaglio, i caccia siriani hanno lanciato 1.304 raid nelle zone di Damasco, Daraa Aleppo, Idlib, Reef Dimashq, al-Quneitra, Homs, Hama, Der-Ezzor, Lattakia, al-Hasakah e gli elicotteri ihanno sganciato nelle stesse zone non meno di 1.125 barili esplosivi.
“L’Osservatorio siriano per i diritti umani invita i Paesi che hanno influenza nella comunità internazionale e che sostengono di difendere i diritti umani di adoperarsi per far cessare i crimini di guerra e contro l’umanità commessi ogni giorno contro il popolo siriano e di affidare il dossier alla Corte penale internazionale (Cpi)

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Oppure di creare corti speciali in Siria, qualora Russia e Cina dovessero continuare a usare il loro diritto di veto al Consiglio di sicurezza dell’Onu per evitare che il caso venga trasmesso alla Cpi”, si legge nel comunicato.

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Gli A-10 o i 'Demoni'

Messaggio da Aviators » 24 gennaio 2015, 9:53

Difesa Online ha scritto: Gli A-10 o i 'Demoni', come li chiamano quelli dell'Isis: la morte dal cielo

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Una piccola squadra di soldati iracheni, durante una sortita nei pressi di Mosul, area controllata dall'Isis, è rimasta accerchiata dal fuoco dei terroristi giunti in massa. Il destino della squadra, formata da pochi uomini, a corto di munizioni e trincerata in un rifugio improvvisato, sembra praticamente segnato.

L'allarme rimbalza fino al comando aereo della coalizione che proprio in zona ha un A-10 di pattuglia che riceve l'ordine di intervenire. Il Thunderbolt “ha schiacciato i terroristi dell'Isis come fossero scarafaggi sulle pianure desertiche irachene”.

Iraqi News, poche ore fa, ha aperto il proprio Tg di punta con questo episodio, ancora inedito in Occidente. Protagonista è il mostruoso ed immenso A-10 Thunderbolt II, l'aereo dotato dell’arma tattica aviotrasportata più potente del pianeta.

L'ira del 'Demone'

Il contatto è avvenuto la settimana scorsa. Una piccola squadra formata da soldati fedeli al regime iracheno, tenta una sortita nei pressi di Mosul, zona controllata dai miliziani dell'Isis. Ignoto l'obiettivo della missione, ma per la piccola squadra le cose si mettono male fin da subito. La loro posizione è immediatamente scoperta e gli uomini non possono fare altro che asserragliarsi in un rifugio di fortuna. I mezzi, lasciati a pochi chilometri di distanza, sono l'unica loro salvezza, ma ogni via di fuga è preclusa. La battaglia diventa subito feroce. Troppi i miliziani dell'Isis da contrastare mentre le munizioni iniziano a scarseggiare.

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Il destino, per la piccola formazione irachena sembra essere segnato: i soldati non possono fare altro che comunicare l'imminente sfondamento del perimetro difensivo, la loro ultima posizione e la distruzione della squadra. Se fossero caduti in mano nemica, non sarebbero più ritornati a casa. Il comando aereo alleato, intanto, monitora a distanza la situazione da un Predator di pattuglia. Impossibile mandare altri soccorsi da terra, ma forse c'è una soluzione.

A pochi chilometri di distanza, si trova quello che i terroristi dell'Isis iniziano a chiamare il “Demone”: l'A-10 Thunderbolt II, il migliore aereo mai costruito per il Close Air Support. Il pilota riceve la chiamata dal comando strategico alleato ed accetta la missione. Dovrà agire da solo: altri quattro A-10 stanno per raggiungerlo, ma ci vorranno alcuni minuti. Il caccia non è stato pensato per essere veloce. Il pilota è stato autorizzato ad usare tutte le armi in suo possesso ed a svuotare il suo caricatore da 1350 colpi da 30 mm. Pochi secondi dopo, si scatena l'inferno.

La prima raffica del cannone a sette canne rotanti GAU-8 Avenger (sette secondi di benvenuto), sconvolge i terroristi. Il cannone da 30 mm dell' A-10 è unico nel suo genere. Spunta dal muso del velivolo che di solito viene dipinto con il volto di alcune bestie feroci che ringhiano. Contro l'Isis, in molti hanno ridipinto il muso adottando l'immagine di un demone infernale.

Quando il cannone inizia a sputare fuoco, emette una fiammata ed un suono particolare: “è come se il cielo si strappasse”. E se anche il bersaglio si trovasse dentro un carro armato di ultima generazione, la corazza si piegherebbe come fosse cartone. Il "Warthog" inizia ad effettuare alcuni passaggi radenti al suolo, seminando morte e distruzione.

I terroristi rispondono al fuoco, ma i loro proiettili non scalfiscono nemmeno il titanio che avvolge le parti sensibili del velivolo. I fondamentalisti gli lanciano contro anche quattro missili Strela-2, ma nessuno di loro raggiunge il 'Demone' che intanto continua a martellarli senza sosta. I terroristi dell'Isis non solo sono stati costretti alla ritirata, ma nella loro fuga hanno anche lasciato sul terreno i caduti. La piccola squadra irachena ha fatto ritorno a casa sana e salva. Per l'A-10 è stata soltanto un'altra missione.

Per Iraqi News: “Gli A-10 o i 'Demoni', come li chiamano quelli dell'Isis, sono la morte dal cielo”.

Gli A-10 schierati in Iraq hanno effettuato l'11% del totale delle sortite contro l'Isis. Questi dati, però, vanno visti considerando che gli A-10 sono stati schierati a novembre, tre mesi dopo l'inizio dei bombardamenti alleati.

Secondo una relazione del Pentagono “L' A-10 terrorizza il nemico, è l'unico sistema d'arma in grado di raggiungerlo con un preavviso minimo”.

Gli aerei che hanno raggiunto l'Iraq nell'ultima decade di novembre, fanno parte del 163 ° Expeditionary Fighter Squadron. L'unità è nota anche come "Blacksnakes".

Ma perché contro i terroristi dell’Isis è stato schierato un velivolo progettato negli anni ‘70?

Semplice. L’ A-10 è stato progettato con per sopravvivere e riversare un inferno di fuoco sul nemico.

Il Close Air Support

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L’appoggio tattico è effettuato da velivoli con spiccate capacità di soppressione delle difese antiaeree nemiche ed in grado di affrontare forze avversarie terrestri in prossimità di quelle amiche. Tali missioni devono essere svolte necessariamente da velivoli robusti, agilissimi a bassa quota, in grado di riversare un enorme potenza di fuoco, incassare i colpi del nemico e ritornare alla base anche se pesantemente danneggiati. Compito svolto ancora oggi, fin dal primo volo avvenuto nel 1976, dall’A-10: una macchina mostruosa. Nelle previsioni, l’ F-35 avrebbe dovuto sostituirlo, dando al ‘Fairchild’ una meritata pensione. Quest’ultima, però, è stata prorogata fin dal 1990, quando le esigenze trasformarono l’ A-10 da prossimo alla pensione a protagonista.

La storia dei velivoli da appoggio ravvicinato, dovrebbe fare riflettere. Infatti, il ruolo di supporto tattico è quasi sempre stato svolto da velivoli ritenuti obsoleti, lenti e non al passo con i tempi. Basti pensare al Douglas A-1 Skyrider, velivolo entrato in servizio nel 1947 e ritirato nel 1968. Era lento ed obsoleto, ma molto robusto. Poteva incassare centinaia di colpi dalla fanteria nemica, poteva stazionare per ore sulla zona operativa e trasportava un arsenale impressionante grazie ai suoi quattordici piloni sub alari. Era il velivolo perfetto. Stessa storia per l’ A-10: più volte dichiarato finito, ma sempre richiamato in prima linea fino ad essere ritenuto dall’Usaf l’unico velivolo specifico per il Close Air Support.

Ma perché?

Intanto il contesto. Il ruolo di supporto alla fanteria è un compito specifico. Il caccia vola a pochi metri dal terreno, quindi è a tiro delle armi di piccolo e grosso calibro del nemico, così come anche della contraerea per non parlare, infine, dei missili Sam. Il velivolo deve essere in grado di continuare a ‘martellare’ il nemico eseguendo più passaggi, stazionando per un periodo ragionevole sulla zona operativa, proteggendo le proprie forze. Di solito, il velivolo di supporto tattico, agisce in situazioni molto critiche, con fanteria nemica predominante ed è il primo a fornire supporto e l’ultimo a lasciare l’area (proteggendo per esempio una squadra in fase di recupero). Essenziale, quindi, la blindatura del velivolo. Nel supporto aereo ravvicinato, dove il combattimento asimmetrico raggiunge le sue vette più alte, l’invisibilità (ai radar), l’essere stealth, il detenere l’avionica più sofisticata, non conta quasi nulla, considerando che si può ingannare un missile, ma non di certo i proiettili da 23 mm. E al di là della teoria, la storia insegna: gli Stati Uniti hanno sempre affidato il supporto aereo ravvicinato a velivoli obsoleti rispetto al periodo.

Il Demone

L’ A-10 è stato progettato con un unico scopo: sopravvivere. E’ pesantamente blindato, con piastre corazzate per proteggere le parti vitali del velivolo. Il pilota è protetto da un tettuccio a prova di proiettili ed è avvolto da una specie di “vasca” corazzata in titanio che pesa circa 600 kg. L’ A-10 è stato progettato per resistere ai cannoni da 23 mm e contro alcuni da 57 mm. Può volare con un’ala danneggiata e parzialmente distrutta, un solo motore, un solo timone, un solo alettone. Può volare con il sistema idraulico danneggiato, grazie a comandi meccanici di riserva. Le sue estremità alari incurvate verso il basso, incrementano la portanza alle basse velocità. Le ruote principali del carrello sporgono dalle gondole quando esso è retratto: un’ulteriore garanzia di sopravvivenza anche quando il carrello non può essere disteso.

Il "Warthog" è stato progettato attorno al cannone a sette canne rotanti GAU-8 Avenger, l’arma tattica aviotrasportata più potente del pianeta. E’ un cannone tipo gatling da 30 mm a due cadenze di tiro: 2100 o 4200 colpi al minuto e può essere portato alla massima cadenza di tiro in 0,55 secondi. Il serbatoio delle munizioni porta un massimo di 1350 colpi. E’ in grado di distruggere un carro armato a quasi 7 km di distanza.
L’ A-10 è dotato di dieci piloni sub alari ed è uno degli aerei più pesantemente armati dell’Us Air Force. Può trasportare quasi 7 mila e 500 chili di armi. E’ propulso da due turbo ventole TF34 che gli consentono una velocità di 834 km/h ed un raggio d’azione di 460 km.
Nonostante tutto, l'Air Force sta cercando di mandare in pensione la flotta per risparmiare denaro, ma dal Pentagono sanno che non esiste un velivolo che può sostituire completamente il “Warthog”.

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DragonITA
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Re: Gli A-10 o i 'Demoni'

Messaggio da DragonITA » 24 gennaio 2015, 23:49

Bell'articolo. Forte il vecchio facocero eh? :ave:
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