Intervento aereo contro ISIS (Siria, Iraq, Libia, Afghanistan, Filippine)

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Re: Intervento aereo contro ISIS (Siria, Iraq, Libia, Afghanistan, Filippine)

Messaggio da Phant » 27 agosto 2017, 20:02

Analisidifesa.it ha scritto:
Qualche dato di bilancio di due anni di raid aerei russi in Siria

Le forze aeree russe hanno condotto complessivamente 90.000 attacchi contro i terroristi in Siria dall’inizio della campagna nel settembre 2015. “In totale – ha spiegato il colonnello Sergey Rudskoy, capo del Direzione operazioni dello stato maggiore – a partire dall’inizio dell’operazione militare nel settembre 2015, le forze aeree hanno effettuato più di 28.000 sortite e hanno condotto circa 90.000 attacchi aerei”.

Parlando a Mosca alla tavola rotonda del Forum Army-2017, Rudskoy ha osservato che gli attacchi aerei hanno causato danni significativi alla struttura di comando e all’infrastruttura logistica dei terroristi.

“Le rotte principali per il rifornimento ai miliziani di armi e munizioni sono state bloccate. Le organizzazioni terroristiche hanno perso il sostegno finanziario dalla vendita illegale di prodotti petroliferi”. Le forze russe hanno facilitato la liberazione di 78mila chilometri quadrati di territorio siriano occupato dalle diverse forze ribelli.

I velivoli senza pilota russi (UAV) hanno effettuato più di 14.000 sortite in Siria e le loro operazioni comprendono quasi tutto il territorio del paese mediorientale, ha affermato il generale Alexander Novikov, capo del dipartimento di costruzione e sviluppo UAV presso lo Stato maggiore della Federazione. “Il gruppo di UAV comprende droni a breve, medio e lungo raggio. Durante l’operazione sono state effettuate oltre 14.000 sortite”, ha sottolineato a margine del forum Army-2017. Secondo Novikov, gli UAV forniscono il controllo 24 ore su 24 sulla situazione in quasi tutte le parti della Siria.

Più di 8 mila terroristi sono stati uccisi in Siria negli ultimi tre mesi ha detto il generale Sergei Surovikin, comandante delle forze armate russe in Siria. Nello stesso periodo sono state distrutte anche 1.500 materiali militari e altre attrezzature.

Il 1 agosto le forze aeree russe hanno distrutto un grande convoglio dello Stato Islamico che stava dirigendo verso Deir ez-Zor, ultima grande roccaforte del Califfato in Siria insieme a Raqqa, teatro di violenti combattimenti: il ministero della difesa russo ha anche che le forze aeree hanno eliminato nel raid più di 200 miliziani dell’IS e distrutto oltre 20 veicoli che trasportavano armi di grosso calibro, nonchè veicoli blindati, compresi carri armati. “La distruzione dell’IS nella zona di Deir ez-Zor – ha concluso la nota diventerà la sconfitta strategica del gruppo terroristico internazionale nella Repubblica araba siriana”.

Secondo il generale russo Igor Korobov, capo di stato maggiore della Difesa, in Siria ci sono oltre 9.000 terroristi dell’Isis e oltre 15.000 qaedisti del gruppo Jabhat al Nusra: i primi “sono adesso concentrati principalmente nella parte centrale del paese e nelle aree orientali della repubblica che confinano con l’Iraq, soprattutto lungo il fiume Eufrate”.

“Il secondo gruppo terroristico più temibile in Siria – ha spiegato – è Jabhat al-Nusra e comprende più di 15.000 miliziani, la maggior parte dei quali sono siriani”.

Il gruppo, che oggi ha le sue roccaforti a Idlib e lungo il confine turco, ha lasciato ufficialmente l’affiliazione ad al-Qaeda nel luglio 2016 assumendo il nome di Jabhat Fateh al-Sham (“Fronte per la conquista del Levante”).

Da gennaio di quest’anno costituisce la struttura militare portante di una nuova alleanza (che rimpiazza l’Esercito della Conquista che per quasi due anni ha rappresentato il grosso delle forze ribelli siriane) e che comprende altre quattro milizie jihadiste noto Hayat Tahrir al-Sham (“Organizzazione per la liberazione del Levante”).


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Re: Intervento aereo contro ISIS (Siria, Iraq, Libia, Afghanistan, Filippine)

Messaggio da Phant » 12 settembre 2017, 1:19

Analisidifesa.it ha scritto:
Il Mi-28UB Dual Control pronto per l’impiego operativo in Siria

La recente versione dell’elicottero d’attacco russo Mil-Mi 28UB dotata di doppi comandi sarà testata nell’impiego operativo in Siria; ad affermarlo è l’AD di Russian Helicopters Andrei Boginsky in un’intervista rilasciata al canale TV Zvezda e registrata presso la base aerea di Hmeymim in Siria.

“E’ nostra intenzione – ha dichiarato Boginsky – sottoporre a delle prove operative qui in Siria questa specifica versione dotata di controlli utilizzabili da entrambi i membri dell’elicottero”. Il Mi-28UB ha la possibilità infatti di essere un addestratore ma al contempo di effettuare missioni d’attacco contro obiettivi corazzati o bersagli volanti definiti slow mover”.

Per la cronaca saranno otto i Mi-28UB che verranno consegnati nell’anno in corso alla Forza Aerospaziale russa entro la fine dell’anno e che saranno destinati al 344° Centro per l’impiego in combattimento e la riqualificazione del personale dell’Aviazione a Torzhok, sito nell’Oblast di Tver.

Come già riportato da Analisi Difesa l’Algeria e l’Iraq hanno ordinato per le proprie forze armate rispettivamente 40 e 4 Mi-28NE Dual Control (NE è la versione export del Mi-28N); nel dettaglio, Baghdad avrebbe ordinato un totale di 19 “Havoc”, di cui 15 nella versione tradizionale e 4 nella versione Dual Contol.


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Re: Intervento aereo contro ISIS (Siria, Iraq, Libia, Afghanistan, Filippine)

Messaggio da Phant » 14 settembre 2017, 1:49

Theaviationist.com ha scritto:
Russia deployed MiG-29SMT to Syria for first time

The Russian Air Force has deployed some MiG-29SMT multirole combat aircraft to Hmeymim airbase, near Latakia, in western Syria, the Russian Ministry of Defense confirmed on Sept. 13, 2017.

It’s the first time the modernized version of the baseline Fulcrum jet is deployed to take part in the Syrian Air War.

The MiG-29SMT is an upgraded variant of the MiG-29 featuring a big 950-litre spine CFT (Conformal Fuel Tank) and an in-flight refueling system on the left hand side of the cockpit: it is equipped with a “glass cockpit” with two MFI-10-6M displays and IKSh-1M HUD (Head-Up Display). With a maximum range of 1,800 km (3,000 with three drop tanks), it can carry guided air-to-surface weapons.

According to “Russia’s Warplanes, Volume 1” by Piotr Butowski published by Harpia Publishing, one of the most authoritative sources on Russian military aircraft and helicopters today, besides the baseline Fulcrum loadout, the MiG-29SMT can carry two R-27T medium-range IR-guided air-to-air missiles or two extended-range R-27ER/ET AAMs, or up to six RVV-AE AAMs. Air-to-ground weapons include two Kh-29T/L, up to four Kh-25M, or two Kh-31A7P missiles, or up to four KAB-500 guided bombs. The first images emerging from Syria show at least one aircraft with two unguided FAB-500s.

The Russian Air Force plans to operate a fleet of 44 MIG-29SMT fighters: 28 were returned from Algeria (that ordered the aircraft in February 2006 and broke the contract after 16 were delivered because they claimed that the airframes were not brand new – these, according to Butowski were acquired by the Russian MoD and delivered to a fighter regiment in Kursk-Khalino beginning in February 2009) and another batch (whose complete delivery status is not known) of 16 aircraft ordered in 2014 and due to delivery by the end of 2016.

Anyway, the deployment of the upgraded Fulcrum is worth of note: it represents the latest of a long series of Russian advanced “hardware” put to test in the Syrian theater.


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Re: Intervento aereo contro ISIS (Siria, Iraq, Libia, Afghanistan, Filippine)

Messaggio da Phant » 24 settembre 2017, 18:03

Analisidifesa.it ha scritto:
I raid della RAF hanno ucciso oltre 3mila miliziani dell’isis

I raid condotti dai velivoli (cacciabombardieri Tornado e Typhoon più velivoli teleguidati Reaper) della Royal Air Force in Iraq a partire dall’estate 2014 e in Siria dal dicembre 2015 hanno ucciso più di 3mila miliziani dello Stato islamico nel corso di oltre 1.500 missioni aeree di attacco, ricognizione e sorveglianza.

E’ quanto emerge dai dati diffusi dal ministero della Difesa britannico in occasione della recente visita in Iraq del Ministro della Difesa, Sir Micheal Fallon, secondo cui tra l’agosto 2014 e lo scorso luglio sono stati uccisi 2.684 miliziani in Iraq e 410 in Siria nell’ambito dell’Operazione e Shader, il contributo britannico all’a Coalizione internazionale a guida statunitense.

Nel novembre 2016 le perdite tra le forze dell’Isis in seguito ai raid aerei britannici erano state di oltre 1.700 combattenti (1.571 in Iraq e 181 in Siria) secondo quanto reso noto da Londra.

Date: 01-Nov-2010 Image shows: A 39 Squadron Reaper is ready for another mission over Afghanistan and sits on the pan armed with 2 hellfire and a 500lb Paveway under each wing at Kandahar Airfield. Title - 39 Squadron Reaper Image by Sergeant Corrine Buxton RAF

La Difesa sostiene inoltre che “non ci sono prove credibili” della morte di civili. Critico il gruppo pacifista Airwars, per il quale è “statisticamente impossibile” che non siano stati uccisi civili nei bombardamenti

Il direttore di Airwars, Chris Woods, ricorda che anche gli americani hanno ammesso che in media viene ucciso un civile ogni 40 miliziani eliminati nel corso dei bombardamenti. Vittime civili sono state del resto più volte segnalate in Siria anche dall’Ondus (Osservatorio siriano per i diritti umani), ong con sede a Londra vicina ai ribelli siriani filo-occidentali.

Lo scorso giugno il comando centrale dell’Operazione anti-Isis “Inherent Resolve” a guida Usa, aveva riferito di 484 vittime ‘collaterali’ registrate in tre anni di operazioni aeree.


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Re: News da Mosca

Messaggio da Aviators » 25 settembre 2017, 17:06

Analisi Difesa ha scritto: Mosca schiera in Siria anche i MiG-29SMT

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Il Ministro della Difesa russa ha reso noto in un comunicato ufficiale che presso la base aerea di Hmeymim a Latakia, in Siria, sono stati dislocati quattro caccia MiG-29SMT.
E’ la prima volta che la versione modernizzata del Fulcrum prende parte al conflitto siriano e secondo il Ministero russo la versione più aggiornata e potente del Fulcrum (in attesa del nuovo MiG-35) in servizio con la Forza Aerospaziale prenderà immediatamente parte alle missioni aria-terra contro i gruppi terroristici ancora presenti nel paese siriano.
Il caccia multiruolo MiG-29SMT è dotato di armi aria-aria e aria-terra ad alta precisione che gli offrono un elevato livello di combattimento contro obiettivi di ogni tipo (aerei, terrestri e marini), dispone di serbatoi maggiorati integrati in fusoliera (un vero e proprio rigonfiamento dorsale posto dietro l’abitacolo che ne contraddistingue l’intera sagoma laterale), di una sonda per il rifornimento in volo, di una cellula rivestita da vernice radar assorbente e di un carico bellico notevolmente maggiorato rispetto alle versioni precedenti del MiG-29.
Il MiG-29SMT è dotato inoltre del radar multimodale Zhuk-ME sviluppato da Phazotron NIIP: un sistema che consente il monitoraggio fino a 10 bersagli aerei e l’ingaggio simultaneo di 4 velivoli, ancora schermi multifunzionali a colori wide screen e comandi HOTAS.

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Re: Intervento aereo contro ISIS (Siria, Iraq, Libia, Afghanistan, Filippine)

Messaggio da Aviators » 13 ottobre 2017, 20:52

Difesa Online ha scritto: Su-24 si schianta in Siria dopo il decollo, nessun superstite

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Un cacciabombardiere russo Su-24M si è schiantato in Siria questa mattina; l’equipaggio, composto da pilota e navigatore, è rimasto ucciso. A riferirlo è stata l’emittente russa RIA Novosti che ha citato come fonte il Ministero della Difesa.
Il cacciabombardiere si è schiantato in prossimità della pista della base di Khmeimim, nei pressi di Latakia, dopo essere decollato “per una missione di combattimento”. I due piloti della VVS (Voenno-vozdušnye sily Rossijskoj Federacii) non avrebbero avuto il tempo di eiettarsi. La causa dell’incidente potrebbe essere attribuita ad un ‘malfunzionamento tecnico’ secondo il Ministero della Difesa.
ll Sukhoi Su-24M, nome in codice NATO "Fencer", è un bombardiere biposto front-line a geometria variabile prodotto dalla russa Sukhoi Aviation Holding Company (JSC). Classificato con la sigla MK, l'aggiornamento più recente del Su-24, è entrato in servizio nel 1983 ed opera in Siria dal 2015. Nel novembre dello stesso anno un Su-24 della VVS venne abbattuto da un F-16 turco per un discusso caso di violazione nello spazio aereo. Uno dei due membri dell’equipaggio perse la vita.

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Re: Intervento aereo contro ISIS (Siria, Iraq, Libia, Afghanistan, Filippine)

Messaggio da Aviators » 14 ottobre 2017, 14:50

Analisi Difesa ha scritto: Super Tucano per le forze Libanesi

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Gli Stati Uniti hanno consegnato al Libano due aerei d’attacco leggeri A29 Super Tucano da utilizzare nelle operazioni contro milizie e organizzazioni terroristiche.  I velivoli sono stati presi in consegna il 9 ottobre dal Libano durante una cerimonia alla base aerea di Hamat, a nord di Beirut.
Nel novembre 2015 il governo libanese aveva confermato all’azienda Sierra Nevada Corporation (SNC) l’ordine per 6 A29 Tucano sostenuto finanziariamente dal Dipartimento di Stato americano.
Gli Usa sono tra i maggiori sostenitori delle forze armate libanesi (insieme ai sauditi che finanziano l’acquisto di armi ed equipaggiamenti francesi) impegnate fino a poche settimane fa nel combattere gli insorti dell’Isis e qaedisti lungo la frontiera con la Siria, nel nord-est del Paese.
Lo scorso anno Washington ha consegnato a Beirut tre elicotteri Huey II, portando a dieci il totale di questi velivoli forniti alle forze armate libanesi.  Gli Stati Uniti hanno fornito assistenza militare a Beirut per un valore totale di un miliardo di dollari a partire dal 2006.
Forniture di armi non apprezzate in Israele dove negli ultimi giorni il ministro della Difesa Avigdor Lieberman ha criticato l’apparato militare di Beirut che ”ha perduto la propria indipendenza ed è divenuto parte indissolubile dell’apparato degli Hezbollah”.
Il ministro ha aggiunto che sui confini di Israele la situazione è ”fragile” e può alterarsi ”in qualsiasi momento, dall’oggi al domani”. Mentre un tempo l’intelligence poteva stabilire le probabilità di un conflitto con i vicini, nel nuovo Medio Oriente ciò non è più possibile. Nel nord di Israele, in caso di un conflitto, ”si avrà un fronte unico che includerà Libano e Siria assieme”.

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Messaggio da Aviators » 20 ottobre 2017, 10:58

Analisi Difesa ha scritto: Siria: gli aerei da attacco russi si rischierano a Palmyra

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I cacciabombardieri russi in Siria restano basati nei pressi di Latakya (costa Mediterranea) dive l’aeroporto militare di Hmeymin è stata ampliato e potenziato in questi anni accogliendo oltre decine di velivoli e due dozzine di elicotteri.
L’intensificarsi delle operazioni aeree ad est di Palmyra e soprattutto nell’area di Deir Ezzor e verso il confine iracheno hanno indotto i russi a utilizzare anche la base aerea T-4 di Tiyas (nella provincia di Homs, 50 chilometri a ovest di Palmyra ma quasi 200 a sud est di Hmeymin) come dimostrano le foto scattate da satelliti il 23 settembre scorso e pubblicate da IHS Jane’s Defence Weekly.

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Immagini che mostrano 4 aerei da attacco Sukhoi Su-25 nell’area di parcheggio di quella base che secondo le stesse fonti già in agosto aveva ospitato elicotteri russi oltre a velivoli Su-25 (in azione in Siria nella foto a lato) e aerei cargo Antonov An-12.
I cacciabombardieri atterrerebbero qui per venire riforniti di munizioni e carburante e poter quindi tornare in azione in appoggio alle forze governative siriane in tempi più brevi.
I velivoli da attacco leggeri L-39 delle forze aeree siriane (in azione nella foto sotto) dotati di minore autonomia e carico bellico dei SU-25, opererebbero per le stesse ragioni ancora più a est dalla base di Tadmur (Palmyra).

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Entrambi gli aeroporti sono stati nei mesi scorsi liberati dall’occupazione dell’Isis e fungono ora da basi avanzate per il rifornimento di carburante e munizioni (Forward arming and refuelling point – FARP) garantendo così una più prolungata presenza dei velivoli da supporto aereo tattico sui campo di battaglia di Deir Ezzor e al- Mayadin.
Il 21 agosto scorso il comando russo rivelò che le sue forze aeree in Siria effettuavano mediamente 60/70 sortite e circa 160 attacchi aerei al giorno a supporto dell’offensiva in atto nella Siria Orientale. Più recentemente, il 10 ottobre, MOsca ha riferito di 182 attacchi aerei effettuati in sole 24 ore
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Re: Intervento aereo contro ISIS (Siria, Iraq, Libia, Afghanistan, Filippine)

Messaggio da Phant » 25 ottobre 2017, 17:38

Analisidifesa.it ha scritto:
Primo raid israeliano contro milizie del Califfato in Siria

Finora Israele si era limitato a colpire in territorio siriano depositi di armi delle forze governative dirette alle milizie Hezbollah, evitando di farsi coinvolgere nel conflitto in atto ai suoi confini ma senza nascondere l’ostilità nei confronti del regime di Bashar Assad alleato dell’Iran.

Il 23 ottobre, per la prima volta, i cacciabombardieri con la Stella di David hanno attaccato una milizia siriana ribelle legata allo Stato Islamico.

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus), Ong con sede a Londra, vicina ai ribelli moderati e che conta su una vasta rete di attivisti in tutto il Paese, i raid hanno colpito la città di Sahm al-Jolan, nell’ovest della provincia meridionale di Daraa.

La stessa Ong attribuisce l’incursione ai velivoli israeliani, ha riferito dell’uccisione di 10 combattenti del gruppo Jaish Khaled Bin Walid (nella foto a lato), insieme a due donne ritenute mogli dei combattenti uccisi.

Il gruppo colpito nel maggio 2016 aveva giurato fedeltà al Califfo Abu Bakr al Baghdadi senza mai essere formalmente incorporato nell’organizzazione terroristica conterebbe su una milizia stimata in circa 1.200 combattenti attivi nella provincia di Daraa, lungo il confine con il Golan, che combattono sia le truppe di Damasco sia le altre formazioni ribelli legate all’Esercito Siriano Libero sostenute dagli Occidentali direttamente dal confine giordano.


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Messaggio da Aviators » 28 ottobre 2017, 23:08

Analisi Difesa" ha scritto: Middle East Eye: 3.500 ordigni lanciati dalla RAF in Iraq e Siria

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I velivoli della Royal Air Force britannica hanno sganciato circa 3.500 bombe e missili su obiettivi in Iraq e Siria nelle operazioni contro lo Stato Islamico senza provocare, sostiene Londra, vittime civili. I jet Typhoon e Tornado e i droni Reaper della Royal Air Force hanno effettuato dall’estate 2014 (operazione Shader) circa 1.600 attacchi aerei uccidendo secondo le stime oltre 3mila miliziani dell’Isis.
Lo riporta un rapporto di Middle East Eye che ha ricavato il dato sugli ordigni impiegati aggregando gli aggiornamenti settimanali delle operazioni nella regione forniti dal Ministero della Difesa e le informazioni raccolte dall’associazione britannica Drone Wars.

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I dati mostrano che fino alla fine di settembre le forze del Regno Unito avevano sganciato almeno 3.482 bombe e missili nella battaglia contro il Califfato, tra cui 2.089 bombe Paveway IV e 486 missili Brimstone impiegati da aerei Typhoon e Tornado. A questi si aggiungono i 724 missili Hellfire lanciati dai droni Reaper.
Tali dati non possono però venire considerati attendibili in assenza di conferme ufficiali poiché gli aggiornamenti settimanali resi noti dal ministero della Difesa britannico in molte occasioni non hanno specificato il numero di bombe o missili impiegati nelle operazioni come invece hanno fatto, ad esempio, la settimana scorsa in cui è stato reso noto l’impiego di 86 ordigni.
Del resto a fine settenbre lo stesso Ministero della Difesa britannico aveva reso noto che i velivoli della RAF avevano effettuato oltre 1.500 missioni aeree di attacco, ricognizione e sorveglianza in Iraq e Siria uccidendo pià di 3mila miliziani dello Stato Islamico.

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Messaggio da Aviators » 6 novembre 2017, 21:41

Analisi Difesa ha scritto: Isis sconfitto: la RAF ritirerà i suoi cacciabombardieri a marzo

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La Gran Bretagna si appresta a ritirare nei prossimi mesi dal teatro di guerra i cacciabombardieri Tornado e Typhoon e i droni Reaper della Royal Air Force impegnati nelle operazioni della Coalizione a guida Usa contro obiettivi dello Stato Islamico in Siria e Iraq.
Lo riferisce il Times online citando un alto ufficiale dell’aeronautica di Sua Maestà, il commodoro dell’aria Johnny Stringer, fino al mese scorso comandante delle operazioni aeree in Medio Oriente condotte dai velivoli britannici dalla base aerea di Akrotriry, a Cipro (nella foto un Tornado in atterraggio su quell’aeroporto).
Secondo Stringer, il contingente aereo composto da una dozzina di velivoli da combattimento verrà rimpatriato entro marzo 2018 e Londra manterrà solo una presenza di “droni e aerei di sorveglianza” nei cieli di Iraq e Siria. La decisione è legata “alle sconfitte subite dall’Isis” a Mosul, in Iraq, come a Raqqa e in altre roccaforti siriane. Sviluppi che secondo l’ufficiale segnano dal punto di vista militare “la fine delle operazioni belliche convenzionali.

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Messaggio da Phant » 1 dicembre 2017, 19:36

Aviation-report.com ha scritto:
Bombardieri russi Tu-22M3 colpiscono obiettivi dei terroristi in Syria

Durante il mese di novembre i bombardieri russi a lungo raggio Tu-22M3 hanno lanciato diversi attacchi aerei contro obiettivi e strutture terroristiche in Siria per distruggere le loro capacità militari.

In ogni missione sei bombardieri strategici russi Tu-22M3 sono decollati da un aeroporto in Russia e hanno lanciato gli attacchi aerei su obiettivi dello Stato Islamico sulla sponda occidentale dell’Eufrate vicino all’insediamento di Abbas, nel nord-est della Siria vicino alla località di Alishar e nella provincia di Deir ez-Zor.

Secondo il ministero della difesa russo, gli aerei da guerra hanno colpito tutti gli obiettivi designati, roccaforti, veicoli e mezzi di supporto e posti di comando. In ogni missione, velivoli senza pilota hanno registrato i risultati dei bombardamenti.

I bombardieri russi sono stati scortati, nello spazio aereo siriano, da caccia da superiorità aerea Su-30SM e Su-35S, basati sulla base aerea di Khmeimim.




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Messaggio da Phant » 7 dicembre 2017, 17:48

Analisidifesa.it ha scritto:
Coalizione: l’Isis in Iraq e Siria schiera ancora 3.000 combattenti

Lo Stato Islamico è stato militarmente sconfitto in Iraq e Siria, dove sono rimasti meno di 3.000 terroristi. Lo ha confermato a Difesa & Sicurezza il colonnello Thomas Veale, addetto stampa dell’operazione Inherent Resolve. Nei due paesi, “Daesh è stato sconfitto in ogni centro abitato maggiore.

La Coalizione e i nostri partner hanno degradato e rotto la leadership dello Stato Islamico. Stimiamo che al massimo della sua forza nel 2015 – ha spiegato l’alto ufficiale – il gruppo avesse tra i 35.000 e i 45.000 jihadisti che cercavano di imporre il loro fraudolento Califfato alle popolazioni di Iraq e Siria. Oggi questi sono meno di 3.000, la maggior parte dei quali viene eliminata nelle regioni desertiche della Siria orientale e dell’Iraq occidentale”.

Il colonnello Veale ha ricordato che in Iraq “al 23 novembre sono stati liberati circa 54.400 chilometri quadrati di territorio da Isis e in Siria 52.200”. A seguito di ciò “l’area di influenza del Daesh si è ridotta più o meno a 4.800 chilometri complessivi”, sommando quella nelle due nazioni. Inoltre, sono state liberate in Iraq 4,5 milioni di persone e altre 3,2 milioni in Siria.

Comunque, ha sottolineato l’addetto stampa della Coalizione Internazionale, “ciò non vuol dire che lo Stato Islamico come organizzazione sia stato sconfitto. Alcuni suoi leader si stanno nascondendo e ci aspettiamo che possano reclutare nuovi membri”.

Perl’Isis reclutare nuovi miliziani e diffondere la propaganda non sarà facile. “Attraverso le nostre operazioni, la Coalizione non solo ha degradato le capacità del Daesh sulle prime linee – ha aggiunto l’addetto stampa di Inherent Resolve -. Ma abbiamo smantellato anche il loro apparato di comando e controllo. I leader superstiti sono completamente scollegati dai jihadisti sul terreno”.

Inoltre, “abbiamo ridotto drasticamente la loro base industriale, il loro sistema finanziario, i network di propaganda e di comunicazione, nonché il sistema che usavano per far confluire nei ranghi dello Stato Islamico in Iraq e Siria i foreign fighters”. La maggior parte di questi, peraltro, è stata uccisa o arrestata. E a quanto risulta alla Coalizione, “nessuno di loro è potuto rientrare legalmente o illegalmente nei paesi d’origine”.

La Coalizione Internazionale continuerà inoltre a lavorare con i partner siriani (le SDF) e iracheni per garantire la prosecuzione del contrasto a Isis anche in futuro. “Non abbiamo una timeline per la fine della missione – ha sottolineato Veale. La sconfitta durevole del Daesh richiede che nella regione siano portate stabilità e sicurezza. Inoltre, che ci siano la governance e soluzioni economiche e di tutela, che prevengano il risorgere dello Stato Islamico o di altri gruppi di estremisti come questo”.

A proposito, ha spiegato l’addetto stampa di Inherent Resolve, “proseguiremo a supportare SDF e ISF per la completa liberazione delle aree sotto controllo Isil e sosterremo le operazioni di sicurezza per permettere la stabilizzazione della regione”. Per quanto riguarda “il futuro di Inherent resolve, questa è una decisione politica”.

L’uccisione di Bahrun Naim

L’Isis nei giorni scorsi potrebbe aver perso in Siria uno dei suoi più alti leader, l’indonesiano Bahrun Naim, che sembra sia stato ucciso nella zona di Abu Kamal (Al Bukamal) nell’area meridionale della provincia di Deir ez-Zor, al confine con la Siria. Il capo Daesh ha perso la vita nel corso di un’operazione speciale degli Isis Hunters, tesa a eliminare il gruppo di jihadisti che recentemente ha catturato e giustiziato due paramilitari russi.

Il raid è avvenuto a nord di Abu Kamal, ma non si hanno ulteriori dettagli in merito. Se fosse confermata la morte di Naim, per lo Stato Islamico sarebbe l’ennesimo colpo durissimo. L’uomo, infatti, era il comandante dei miliziani nel paese asiatico, nonché la mente dietro all’attacco terroristico di Giakarta del 2016, quello al centro commerciale Sarinah e vicino a una serie di ambasciate, che causò almeno 8 morti e 23 feriti.

Bahrun Naim, nome completo Muhammad Bahrun Naim Anggih Tamtomo, è nato in Isis anche come Na’im, Abu Rayyan o Abu Aishah. È nato a Pekalongan il 6 settembre 1983 ed è cresciuto a Pasar Kliwon. Nel 2002 entro nell’università statale di Sukararta, dove studiò Information Technology (IT) nel 2005. Nel frattempo ha lavorato in un Internet café come tecnico dei computer.

Il jihadista entrò poi nelle file di Mujahidin Indonesia Timur (MIT), il cui leader Abu Wardah, giurò alleanza al Daesh. Da almeno il 2010 è noto alle autorità locali come un sospetto terrorista, emerso a seguito dell’arresto di un uiguro chiamato Alli a Bekasi.

Il distaccamento 88 (anti-terrorismo) perquisì la casa del fermato e al suo interno furono trovati una cintura esplosiva e numerose munizioni. Successivamente, l’account Facebook di “Muhammad Bahrunnaim Anggih Tamtomo”, collegato all’uiguro, distribuì tutorial su come fabbricare armi e bombe.

Secondo l’intelligence indonesiana, Bahrun Naim si recò in Siria nel 2014 per unirsi a Isis. Inizialmente fece parte di un gruppo di supporto del Daesh a Solo. Poi, sfruttando le sue abilità informatiche e di comunicazione, cominciò la scalata ai vertici dello Stato Islamico. Tanto che istituì un blog, chiamato bahrunnaim.co, per interagire e radicalizzare i suoi supporters attraverso internet e i social media. Da quel momento, rimase nel paese mediorientale a gestire la jihad, diventando uno dei vertici della formazione.

Mantenendo, però, allo stesso tempo legami con la sua madre patria e con i gruppi locali di estremisti. Se la sua morte verrà confermata, per Isil la strada di uno spostamento verso il sud est asiatico diverrà più in salita. Sarebbe stato lui, infatti, il facilitatore naturale che avrebbe dovuto accompagnare l’esodo dei terroristi dal Medio Oriente verso la regione.


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Re: Intervento aereo contro ISIS (Siria, Iraq, Libia, Afghanistan, Filippine)

Messaggio da Aviators » 16 dicembre 2017, 9:40

Analisi Difesa ha scritto: Siria: i cacciabombardieri russi Su-34 tornano a casa

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Le forze armate russe hanno ritirato dal teatro siriano i cacciabombardieri Sukhoi Su-34, tra i maggiori protagonisti della campagna aerea russa contro le diverse milizie jihadiste grazie anche al loro carico bellico di ben 8 tonnellate, riportandoli nella loro base aerea permanente di Khurba, nella regione di Khabarovsk.
A riferirlo è stato giovedì il ministero della Difesa russo in un comunicato pubblicato oggi e citato da diverse agenzie di stampa del paese. “Gli equipaggi dei bombardieri Su-34 sono tornati all’aerodromo della base di Khurba, nella regione di Khabarovsk”, si può leggere nel comunicato del ministero.
“I piloti hanno volato dall’aerodromo di Hmeymim, dopo aver completato con successo la propria missione sul territorio della Repubblica araba siriana”.
Lunedi’ 11 dicembre il presidente Vladimir Putin, in una visita a sorpresa alla base aerea di Hmeymim, in Siria, dove ha incontrato anche il presidente Bashar al-Assad, ha rivelato di aver ordinato il ritiro parziale delle forze russe dal teatro operativo siriano.

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Re: Intervento aereo contro ISIS (Siria, Iraq, Libia, Afghanistan, Filippine)

Messaggio da Phant » 26 dicembre 2017, 17:39

Analisidifesa.it ha scritto:
Siria: La Russia ritira parte delle forze ma potenzia la base navale di Tartus

La Russia ha completato il ritiro parziale delle proprie forze schierate in Siria, iniziato a metà’ dicembre per ordine del presidente Vladimir Putin. A riferirlo è stato il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, durante una riunione del Consiglio di Difesa della Federazione russa il 22 dicembre.

“L’ordine di ritirare parte delle forze russe dalla Siria è stato eseguito”, ha detto Shoigu al presidente russo. Secondo quanto riportato da diverse agenzie del paese, la Russia ha ritirato le unità di medici militari, un battaglione di polizia militare, 36 cacciabombardieri e 4 elicotteri d’attacco.

Lo scorso 13 dicembre il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha detto che contingenti militari russi non saranno completamente ritirati dalla Siria.

“Per quanto concerne il parziale ritiro, le basi di Hmeimim e Tartus proseguiranno le loro operazione, come dichiarato dal presidente e comandante in capo delle Forze armate Vladimir Putin”, ha detto Peskov, secondo cui il ritiro non è legato alla vittoria nei confronti delle organizzazioni terroristiche ma in base al fatto che i principali obiettivi delle operazioni militari sono stati sconfitti.

Lo scorso 11 dicembre, il presidente russo Putin si è recato in Siria per visitare la base aerea di Hmeimim, nella provincia di Latakia, sede del comando delle Forze armate russe nel paese. Nella base aerea Putin ha incontrato l”omologo siriano, Bashar al Assad, annunciando il graduale ritiro dal paese delle Forze armate russe. Durante il colloquio era presente anche il ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu.

Lo scorso 6 dicembre il presidente russo Putin ha annunciato che lo Stato islamico (Is) è stato completamente sconfitto su entrambe le rive dell’Eufrate. Riportando i dati forniti dal ministero della Difesa, Putin ha affermato che “le operazioni sulla riva occidentale e su quella orientale dell’Eufrate si sono concluse con la completa sconfitta dei terroristi.

Naturalmente, possono esservi ancora delle sacche di resistenza isolate”, ha aggiunto il capo dello Stato russo, ma “le operazioni di combattimento su larga scala in questo territorio sono terminate”.

Il giorno precedente la Duma di Stato russa (camera bassa del parlamento) aveva ratificato l”accordo con la Siria sull”ampliamento della rete di rifornimento navale nel porto siriano di Tartus (nella foto sotto) utilizzato da anni dalla flotta russa.

Lo scorso 13 dicembre Putin, aveva presentato il documento alla Duma e in base all’accordo la Russia ha diritto ad avere fino ad undici navi da guerra dispiegate nel porto contemporaneamente. Inoltre, l’intesa stabilisce che la Russia gestirà la struttura navale siriana.

“La Russia ha il diritto di inviare il numero necessario di truppe per mantenere la struttura navale” si legge nel documento. La struttura navale avrà piena immunità dalla giurisdizione civile e amministrativa della Siria. La proprietà mobile e immobile dell’infrastruttura è immune da perquisizione, sequestro e altri procedimenti.

Le truppe schierate nella struttura navale, così come i loro familiari, godranno dell’immunità e di privilegi simili a quelli forniti ai diplomatici. La Siria sarà responsabile della protezione della struttura navale, mentre la Russia garantirà la sicurezza delle frontiere marittime e la sicurezza missilistica.

La durata dell’accordo è di 49 anni, ma può essere prorogata automaticamente per un periodo di 25 anni nel caso in cui nessuna delle parti invii una notifica scritta all’altra almeno un anno prima della scadenza del termine che annuncia i piani di risoluzione del contratto.

“La ratifica dell’accordo è di importanza strategica”, ha detto il presidente della commissione per gli Affari esteri della Duma di Stato, Leonid Slutsky, in occasione della riunione plenaria della Duma. “La presenza di una struttura navale russa sul territorio siriano è totalmente in linea con gli obiettivi di assicurare la pace e la stabilità regionali, è puramente difensiva e non è rivolta contro altri paesi”.


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