Operation Barkhane (Niger, Mali, Burkina Faso, Mauritania e Ciad)

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Re: Operation Barkhane (Niger, Mali, Burkina Faso, Mauritania e Ciad)

Messaggio da Phant » 19 luglio 2021, 2:15

Analisidifesa.it ha scritto:
Il primo elicottero NH90 spagnolo è arrivato in Mali

Come annunciato nel maggio scorso l’Ejercito de Tierra spagnolo ha inviato il primo dei tre elicotteri NH90 in Mali nell’ambito della missione di addestramento dell’Unione europea (EUTM) in Mali.

Il personale dell’Aviazione dell’Esercito spagnolo è partito dalla Spagna il 21 giugno e successivamente è arrivato all’aeroporto di Bamako per unirsi all’EUTM Mali come membri dell’unità di trasporto aereo Intra-Theater Air Transport unit (ITAT), ha affermato il ministero della Difesa spagnolo.

Il 26 giugno il generale di brigata Fernando Luis Gracia Herreiz, comandante della missione di addestramento della forza dell’Unione europea (EUTM) in Mali, ha assistito all’arrivo del primo NH90 a Bamako, giunto parzialmente smontato a bordo di un grande cargo Antonov An-124. A breve arriveranno altri due elicotteri NH90.

“Nel contesto del Mandato 5 dell’EUTM Mali, approvato dall’Unione Europea nell’aprile 2020, si è parlato di un decentramento delle attività di addestramento alle Forze Armate del Mali, nonché dell’ampliamento dell’area di missione agli altri quattro Paesi del G5 Sahel. Per rendere possibile questo progetto, si è ritenuto necessario disporre di un’unità di trasporto aereo a disposizione di EUTM Mali, al fine di fornire libertà di movimento.

La Spagna, impegnata per la stabilità del Sahel, ha offerto alla missione questa unità ad ala rotante”, ha reso noto il ministero della Difesa spagnolo confer4mando il suo impegno nella lotta alle milizie jihadiste nel Sahel..

La struttura Intra-Theatre Air Transport (ITAT), guidata dal comandante Miguel Ángel Rodríguez Matías, è composta da 3 elicotteri e 62 militari delle unità di volo, manutenzione, rifornimento, trasmissione e comando. L’unità dispone di tre elicotteri NH90.

Gli NH90 operati dal BHELMA III (3Terzo Battaglione Elicotteri di Manoivra del FAMET (Fuerza Aeromoviles del Ejercito de Tierra) avranno il compito di fornire trasporto tattico, supporto alle forze per operazioni speciali (Task Force Takuba all’interna della quale operano anche 6 elicotteri italiani, 3 CH-47 e 3 A-129 Mangusta), recupero in combattimento e ricerca e soccorso in combattimento, guerra elettronica, supporto logistico, operazioni di evacuazione medica e supporto antincendio.

I 3 elicotteri, dei 14 NH 90 Standard 1 e 2 in servizio nel FAMET dal 2016, sono armati con due mitragliatrici M3M MK3 da 12,7 mm.

La Spagna riceverà nuovi elicotteri nella configurazione Standard 3, che incorpora miglioramenti aggiuntivi come la capacità IFF Mode 5 e la suite di autoprotezione DIRCM. In futuro, tutte le configurazioni Standard 1 e 2 dell’NH90 spagnolo verranno aggiornate allo Standard 3.


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Re: Operation Barkhane (Niger, Mali, Burkina Faso, Mauritania e Ciad)

Messaggio da Phant » 27 agosto 2021, 17:37

Analisidifesa.it ha scritto:
Battesimo del fuoco nel Sahel per i Reaper Block 5 francesi

Il 17 agosto, un velivolo teleguidato armato General Atomics Reaper Block 5 dell’Aeronautica Francese ha sganciato per la prima volta una munizione GBU12 Paveway II da 500 libbre (227 chili) a guida laser in un contesto operativo quale quello dell’Operation Barkhane contro i jihadisti nel Sahel.

Una prima campagna sperimentale era stata condotta dall’Armèe de l’Air et Espace (AAE) sulla base aerea di Niamey (Niger) che ospita i Reaper BAP da marzo a maggio di quest’anno con l’obiettivo di testare il Reaper Block 5 in un contesto operativo mentre una seconda campagna di test ha avuto luogo alla fine di luglio per testare la capacità di trasporto e di lancio delle GBU12 su questo nuovo standard.

Oggi il Reaper Block 5 armato è impiegato dai francesi nelle operazioni nella Striscia Sahelo-Sahariana (BSS) e offre all’AAE un sistema UAS che offre una migliore qualità video e radar, una migliore connettività e un armamento più versatile che verrà presto implementato con la validazione delle bombe GBU 49 Enhanced Paveway II a guida laser/GPS da 500 libbre (227 chili) e del missile Hellfire.


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Re: Operation Barkhane (Niger, Mali, Burkina Faso, Mauritania e Ciad)

Messaggio da Phant » 8 settembre 2021, 1:56

Analisidifesa.it ha scritto:
Un pallone aerostatico per la protezione della base avanzata tedesca in Niger

Le forze armate tedesche (Bundeswehr) hanno emesso un ordine di 21 milioni di euro con Rheinmetall per un sistema di ricognizione dell’area basato su aerostati per proteggere una base operativa avanzata in Niger.

Rheinmetall Canada sarà responsabile dell’integrazione dei sensori del pallone di sorveglianza nell’architettura militare C4I (comando, controllo, comunicazioni, computer e intelligence) esistente.

Gli aerostati sono già stati utilizzati con successo in compiti di sorveglianza per proteggere le basi operative avanzate in diverse aree operative e da diverse forze armate come quelle statunitensi in Afghanistan già più dieci anni or sono.

Capaci di rimanere posizionati sopra l’installazione per lunghi periodi, i sensori altamente sensibili degli aerostati consentono di individuare elementi ostili anche a grandi distanze, ha reso noto Rheinmetall che valuta come l’adozione di questo tipo di sistemi riduca del cinquanta per cento la probabilità di un attacco da parte di forze ostili, in questo caso le milizie jihadiste del Sahel legate a Stato Islamico e ad al-Qaeda.


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Re: Operation Barkhane (Niger, Mali, Burkina Faso, Mauritania e Ciad)

Messaggio da Phant » 22 gennaio 2022, 0:36

Aviation-report.com ha scritto:
Mali, Task Force Takuba: piena capacità operativa per la squadra MedEvac franco-italiana con gli elicotteri CH-47F e AH-129 dell’Esercito

Un forte simbolo della capacità di combattimento della Task Force Takuba è la squadra di evacuazione medica franco-italiana (MEDEVAC) che include la squadra aero-medica francese (AMET) con elicotteri militari italiani, e che è pienamente operativa dal 15 gennaio 2022. Raggiungere questo obiettivo, lo status della Full Operational Capability (FOC), consentirà alla TF Takuba di avere una capacità di evacuazione medica autonoma 24 ore su 24, 7 giorni su 7 nella parte orientale della sua area operativa, nei Tre Confini.

La Task Force Takuba è una forza operativa multinazionale europea che fa parte dell’operazione francese Barkhane. L’obiettivo è stabilizzare il Mali e le zone dell’area dei tre confini Liptako-Gourma tra Mali, Niger e Burkina Faso e garantire la protezione dei civili contro i gruppi terroristici grazie ad operazioni di antiterrorismo effettuato da distaccamenti leggeri delle forze speciali europee che compongono la Task Force (TF) Takuba che rimarrà sotto il comando francese e sarà al centro dell’azione collettiva nel Sahel. La TF Takuba conta ora 10 membri: Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Francia, Italia, Ungheria, Paesi Bassi, Portogallo e Svezia.

Ora la Francia, nazione leader della TF Takuba, può contare sul contributo di sei elicotteri militari (tre coppie) italiani, CH-47F Chinook e AH-129 Mangusta, le cui squadre di manutenzione garantiscono la disponibilità permanente di almeno una coppia. Questi versatili elicotteri con ampie e dimostrate capacità di combattimento, sono in grado di decollare con l’AMET a bordo, in pochi minuti, di giorno come di notte, in caso di evacuazione medica.

Questa capacità è il risultato di una preparazione rigorosa e meticolosa, iniziata il 9 settembre 2021 con l’arrivo del primo Chinook CH-47F presso la base operativa avanzata (BOA) a Ménaka. La fase di preparazione iniziale, Force Integration Training (FIT), ha consentito di effettuare, giorno e notte, simulazioni di scenari di evacuazione medica. Queste intense e serrate sessioni di addestramento hanno permesso di perfezionare l’automazione e di raggiungere la fase di capacità operativa iniziale (IOC) già a dicembre del 2021.

L’accoglienza dei Chinook e dei Mangusta italiani sulla base aerea avanzata di Ménaka ha costituito una sfida per la Task Force e per proteggerli dalle intemperie è stata creata un’area dedicata, con hangar di dimensioni speciali. Dalla sua costituzione il Task Group (TG) ha completato quasi 200 ore di volo e quattro evacuazioni mediche tra Ménaka e Gao. Tra queste, a inizio 2022, è stata effettuata una missione di evacuazione direttamente dal fronte a beneficio del partner maliano.

Sin da luglio 2021, quando è iniziato lo schieramento del contingente italiano, è stata avviata un’intensa attività addestrativa finalizzata a rafforzare e implementare l’interoperabilità con gli assetti della coalizione. Circa 200 militari italiani opereranno all’interno della TF Takuba, garantendo capacità di evacuazione medica del personale della coalizione in operazione mediante l’impiego dei 3 velivoli da trasporto CH-47F Chinook del 1° Reggimento Aviazione dell’Esercito, in configurazione medevac che si avvarranno della necessaria cornice di sicurezza assicurata dai 3 elicotteri da esplorazione e scorta AH–129D Mangusta, del 5° e 7° reggimento della Brigata Aeromobile dell’Esercito, inquadrati nella Task Force “JACANA” agli ordini del Col. Andrea Carbonaro, primo Comandante del contingente italiano in Mali.

La TF JACANA si avvale inoltre di squadre fucilieri “Guardian Angel” del 66° Reggimento fanteria aeromobile dell’Esercito che garantiranno la sicurezza dei CH-47F da bordo dei velivoli. Il contributo italiano si completa con la disponibilità di un assetto sanitario di capacità pre-ospedaliera di tipo Role 1, con un team che assicurerà il supporto medico a tutto il personale della coalizione e con la presenza del National Support Element.

Guidata dall’Esercito francese, in partnership con i paesi del G5 Sahel, l’Operazione Barkhane è stata costituita il 1 agosto 2014. Si basa su un approccio strategico basato su una logica di partnership con i principali paesi della striscia sahelo-sahariana (BSS) : Burkina Faso, Mali, Mauritania, Niger e Ciad. Riunisce circa 4.800 soldati la cui missione è combattere i gruppi terroristici armati e sostenere le forze armate dei paesi partner affinché possano tenere conto di questa minaccia.


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Re: Operation Barkhane (Niger, Mali, Burkina Faso, Mauritania e Ciad)

Messaggio da Phant » 2 febbraio 2022, 1:50

Analisidifesa.it ha scritto:
Elicotteri tedeschi in Mali dove l’impegno militare Ue resta in forse

Le forze armate tedesche hanno annunciato che schiereranno intorno alla metà del 2022 cinque elicotteri da trasporto CH-53G e 120 militari della Luftwaffe presso la base aerea di Gao, in Mali, a sostegno della missione delle Nazioni Unite MINUSMA.

Gli elicotteri appartengono Hubschraubergeschwader 64 della Luftwaffe, che impiega elicotteri Sikorsky CH-53G e Airbus H145M.

Non è la prima volta che Berlino assegna assetti elicotteristici alla missione dell’ONU in Malì dove hanno già operato negli amni scorsi elicotteri da trasporto NH90 e d’attacco Tiger, non senza difficoltà logistiche. La partecipazione tedesca agli sforzi della comunità internazionale ha visto schierati in Mali 1.350 militari tra le missioni MINUSMA dell’ONU e EUTM – Mali della Ue.

La pianificazione d’impiego dei CH-53G potrebbe tuttavia non essere definitiva tenuto conto della difficile situazione politica e strategica del Mali dove la giunta militare è ai ferri corti con Parigi e diversi paesi europei per il rinvio delle elezioni ma soprattutto per il concreto sostegno ricevuto da consiglieri militari e contractors russi del Gruppo Wagner nelle operazioni contro le milizie jihadiste che fanno capo ad al-Qaeda e Stato Islamico.

Berlino dovrà decidere in maggio se rinnovare o meno la missione in Mali, la Francia ha già ampiamente ridotto il suo impegno militare nel paese e la Danimarca inizierà a febbraio a ritirare le sue truppe dal Mali, la Svezia a marzo. Nel 2022 è previsto l’arrivo in Mali di contingenti da Norvegia, Ungheria, Portogallo, Romania e Lituania, anche a sostegno della task Force Takuba, a comando francese ma composta da forze speciali e assetti specialistici dei paesi UE. Ma il condizionale resta d’obbligo.


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Re: Operation Barkhane (Niger, Mali, Burkina Faso, Mauritania e Ciad)

Messaggio da Phant » 16 febbraio 2022, 0:50

Analisidifesa.it ha scritto:
Operation Barkhane: I francesi uccidono 40 jihadisti ai confini tra Niger, Benin e Burkina Faso

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I soldati francesi dell’operazione anti-jihadista Barkhane hanno eliminato in Burkina Faso 40 jihadisti coinvolti nei recenti attacchi nel nord del Benin che hanno provocato 9 morti nell’area del parco naturale W che si estende lungo i confini di Niger, Benin e Burkina Faso.

Le forze di Barkhane, “allertate dai partner beninesi e burkinabè, hanno impegnato capacità di intelligence aerea per localizzare questo gruppo armato” prima di effettuare attacchi aerei giovedì in cui sono stati uccisi 40 jihadisti, ha reso noto un comunicato del comando francese.

“La mattina del 10 febbraio, dopo aver localizzato e individuato una prima colonna di terroristi che viaggiava in moto, in accordo e in coordinamento permanente con le autorità del Burkinabè, è stato effettuato un primo attacco aereo da parte di un drone Reaper alla testa della colonna in territorio del Burkina Faso e una dozzina di terroristi sono stati neutralizzati.

L’ingaggio di una pattuglia di caccia Mirage 2000 ha permesso di effettuare tre nuovi attacchi contro gruppi di terroristi in prossimità del luogo del primo attacco”, durante i quali “sono stati neutralizzati più di trenta terroristi, un pick-up e più di un dozzine di motociclette sono state distrutte”, ha aggiunto il comunicato.

Fino a poco tempo fa il Benin era considerato un’isola di stabilità in una regione, l’Africa Occidentale, in cui operano molti gruppi jihadisti legati ad al-Qaeda e all’organizzazione dello Stato Islamico (IS). Di recente una serie di raid alle frontiere nei paesi a sud del Sahel ha confermato i timori che i gruppi jihadisti che operano in Mali, Niger e Burkina Faso cerchino di avanzare verso la costa.

Come riporta RFI e in Italia l’Agenzia Nova, il governo del Benin ha annunciato oggi che rafforzerà le misure antiterrorismo e la cooperazione militare con i Paesi vicini per lottare in modo più efficace contro i gruppi armati. Lo ha annunciato il presidente Patrice Talon ricordando che il Paese è membro dell’iniziativa Accra, creata nel 2017 per far fronte alla minaccia terroristica e che il governo si è detto impegnato a lavorare nell’area del “Parco W”, dove di recente diverse guardie forestali sono state uccise, ed in particolare in quella nota come “triplo punto”, dove si uniscono i confini di Benin, Niger e Burkina Faso.

Nonostante il possibile ritiro delle truppe francesi dal Mali a causa dei contrasti con il governo di Bamako anche in seguito alla crescente presenza di militari e contractors russi nel paese, Parigi mantiene la ferma intenzione di continuare a combattere la diffusione del jihadismo nella regione.

La priorità della Francia resta quella di “continuare la lotta al terrorismo” al fianco dei paesi africani, ha affermato l’8 febbraio il capo di stato maggiore dell’esercito francese, il generale Thierry Burkhard, durante una visita in Costa d’Avorio.

l presidente francese Emmanuel Macron riunirà il 16 febbraio a Parigi gli omologhi dei Paesi membri della forza congiunta G5 Sahel per discutere del futuro del dispositivo. Secondo l’emittente radiofonica Radio France Internationale (RFI) è possibile che al termine del summit venga annunciato il ritiro del contingente francese impiegato nell’operazione Barkhane in Mali.

Alla riunione saranno presenti il presidente del Niger, Mohamed Bazoum, quello del Ciad, Mahamat Idriss De’by, e quello della Mauritania, Mohamed Ould Ghazouani. Presenti anche il presidente dell’Unione africana, Macky Sall, quello della Comunita’ economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao), Nana Akufo-Addo, quello del Consiglio europeo, Charles Michel, e Josep Borrel, alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri.

Al vertice non sono state invitati rappresentayti della giunta militare del Mali ne le autorità del governo di transizione del Burkina Faso, dove è stato dichiarato “presidente” dal Consiglio costituzionale il tenente colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba, che ha preso il potere con un colpo di stato del 24 gennaio che ha portato alla rimozione del presidente Roch Marc Christian Kaboré.

In una decisione notificatagli mercoledì 9 febbraio, il Consiglio costituzionale ha indicato che “Paul-Henri Sandaogo Damiba, tenente colonnello delle forze armate nazionali, presidente del Movimento patriottico per la salvaguardia e il restauro (MPSR) è presidente del Brukina Faso, nonché Capo supremo delle forze armate”.

La Francia resta quindi un punto di riferimento per la lotta ai gruppi terroristici islamici nel Sahel ma il suo sistema di alleanze comincia a perdere pezzi importanti quali il Mali e il Burkina Faso che sembrano interessati a rivolgersi altrove (Russia) per migliorare la propria sicurezza e contrastare l’insurrezione jihadista.


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Re: Operation Barkhane (Niger, Mali, Burkina Faso, Mauritania e Ciad)

Messaggio da Phant » 20 febbraio 2022, 0:50

Ilpost.it ha scritto:
Il ritiro della Francia dal Mali

Giovedì, durante una conferenza stampa, il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che a breve inizierà il ritiro dei soldati francesi che da anni, in Mali, sono impegnati a contrastare il terrorismo jihadista nell’ambito della “Operazione Barkhane”. L’annuncio arriva in un momento complicato nella regione del Sahel, dove la presenza francese è sempre più malvista e oggetto di forte opposizione sia tra i governi sia tra la popolazione. I rapporti tra Mali e Francia, per esempio, peggiorano da mesi, e Macron ha accusato la giunta militare che governa il Mali grazie a un colpo di stato di ostacolare le operazioni francesi contro il terrorismo, dicendo che non ci sono più le condizioni per continuarle.

Il ritiro dei soldati inizierà a breve, anche se ancora non c’è una data precisa, e sarà graduale: Macron ha detto che ci vorranno dai quattro ai sei mesi. La Francia manterrà comunque i propri contingenti in altri paesi della regione subsahariana del Sahel: col ritiro dei soldati dal Mali, ha detto Macron, il centro delle operazioni si sposterà progressivamente in Niger, e la Francia svolgerà attività di antiterrorismo anche nei paesi che danno sul golfo di Guinea (quindi, tra gli altri, Ghana, Benin, Nigeria e Camerun), sempre più minacciati, ha detto, dal terrorismo jihadista e dall’estrema instabilità dell’area.

Quello di giovedì non è stato un annuncio particolarmente sorprendente: già lo scorso giugno Macron aveva annunciato la sospensione della cooperazione militare con il governo maliano e la fine della propria operazione militare nel Sahel. È comunque il segnale di un peggioramento dei rapporti tra il governo francese e la giunta maliana, che complica la missione della Francia nella regione. Tuttavia, come dimostra il mantenimento dei contingenti fuori dal Mali, la Francia non può permettersi ancora di ritirarsi completamente dal Sahel, la cui estrema instabilità rischierebbe di allargarsi ad altri paesi africani.

Oltre al Mali, il Sahel comprende anche stati come Burkina Faso, Ciad e Niger: è un’area povera di risorse, molto instabile, anche a causa del durissimo regime coloniale che la Francia vi ha attuato fino agli inizi del Novecento, e in cui si concentrano vari interessi che riguardano anche gli altri paesi europei (che in parte non sembrano avere nessuna intenzione di andarsene).

La missione francese nel Sahel, nota come “Operazione Barkhane”, era iniziata nel 2013 con l’obiettivo di combattere i numerosi gruppi jihadisti attivi da anni nell’area. Inizialmente comprendeva circa 3mila soldati e doveva durare qualche settimana: alla fine è durata anni e i soldati sono diventati circa 5mila, oltre a basi militari e vari armamenti, il che ha reso la Francia lo stato straniero con la maggior presenza militare nella regione. In Mali, la Francia aveva anche alcuni soldati all’interno della Task Force “Takuba”, avviata nel 2019 e che prevede l’addestramento e l’assistenza di forze locali da parte degli eserciti europei. Il ritiro dei soldati francesi dal Mali comprende anche quelli attivi in quest’operazione.

Nelle sue fasi iniziali l’operazione Barkhane aveva avuto un certo successo soprattutto in Mali: in quel periodo il paese rischiava di cadere sotto il controllo di gruppi jihadisti e l’arrivo dei soldati francesi fu accolto con ottimismo e festeggiamenti. Ma le cose peggiorarono rapidamente: le attività dei gruppi jihadisti non si interruppero e anzi, dopo un certo periodo tornarono a farsi molto cruente, soprattutto ai confini tra Mali, Burkina Faso e Niger. Inoltre la presenza del contingente francese divenne sempre più oppressiva e malsopportata dal governo locale e dalla popolazione.

L’operazione francese, in sostanza, è stata considerata da molti un fallimento: giudizio che Macron «rifiuta categoricamente», come ha detto durante la conferenza stampa di giovedì.

In Mali, l’aumento dell’instabilità era stato anche una delle ragioni che avevano portato al colpo di stato del 2020, con cui una parte dell’esercito, dopo varie proteste, aveva deposto il presidente Ibrahim Boubacar Keita e il governo guidato dal primo ministro Boubou Cissé. Tra le altre cose, le proteste avevano riguardato l’incapacità del governo di combattere i gruppi islamisti attivi soprattutto nel nord del paese. Nove mesi dopo c’era stato un secondo colpo di stato, guidato dallo stesso colonnello del primo, Assimi Goïta, che aveva preso il potere imponendo di nuovo il controllo dei militari sul governo civile.

Con il colpo di stato del 2020 i rapporti tra Francia e Mali erano rapidamente peggiorati (così come l’opinione della stessa popolazione maliana sulla presenza francese sul territorio). Ed è stato dopo il secondo colpo di stato, compiuto a maggio del 2021, che Macron aveva annunciato di voler interrompere ogni collaborazione militare col Mali. A quel punto la giunta militare maliana aveva preso accordi con soldati mercenari russi del Gruppo Wagner, noti per i loro abusi e le loro violazioni di diritti umani, per un intervento nel paese.

Una ventina di giorni fa, con un annuncio letto in televisione, la giunta militare al potere in Mali aveva anche annunciato l’espulsione dell’ambasciatore francese, Joël Meyer, a cui aveva dato 72 ore per lasciare il paese.


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