F-35 Lightning II: sviluppo, test e valutazioni

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Re: F-35 Lightning II: sviluppo, test e valutazioni

Messaggio da Phant » 23 novembre 2018, 15:43

Aviation-report.com ha scritto:
“Undefinitized Contract Action” per finanziare oltre 250 F-35 e ridurre i costi

Il Joint Program Office dell’F-35 ha assegnato a Lockheed Martin un contratto del valore di 22,7 miliardi di dollari per 255 nuovi caccia F-35, attraverso una Undefinitized Contract Action. Si tratta di un traguardo significativo per il programma, che ne riduce i costi di produzione e dimostra la sua crescente maturità. Di seguito i dettagli dell’accordo, unitamente ad un fact sheet dedicato.

Dettagli

  • Il 14 novembre 2018 il Joint Program Office F-35 ha assegnato a Lockheed Martin un contratto di tipo Undefinitized Contract Action (UCA) del valore di 22,7 miliardi di dollari per la fornitura di 255 F-35 velivoli, distribuiti in diverse fasi della produzione a basso rateo (Low Rate Initial Production, LRIP).
  • Il contratto UCA è una tipologia di contratto comunemente usato per finanziare un progetto prima che siano definiti i termini del contratto stesso, come le specifiche e il prezzo. Questo UCA permette di mantenere l’efficienza produttiva e di continuare il percorso di riduzione dei costi del programma, mentre si lavora in parallelo per finalizzare l’accordo contrattuale.
  • Il contratto prevede che circa 6 miliardi di dollari vadano a finanziare tutti i velivoli attualmente in produzione all’interno del lotto LRIP 12, così come i velivoli per i clienti internazionali compresi nei Lotti 12, 13 e 14. Nello specifico, i 255 F-35 saranno destinati:
  • 64 F-35A all’U.S. Air Force
  • 26 F-35B ai Marines
  • 16 F-35C all’U.S. Navy
  • 89 tra F-35A e F-35B a partner internazionali del programma
  • 60 F-35A a nazioni incluse nel programma di Foreign Military Sales
  • Questo UCA finanzia altresì componenti per i velivoli statunitensi del Lotto 14.
  • Inoltre, il totale di 255 velivoli include 20 velivoli in più per il FY18 e 16 in più per il FY19 per gli Stati Uniti.
  • Nei 255 è incluso anche un piccolo sottogruppo di velivoli per il mercato internazionale che saranno finanziati più avanti.
  • Le consegne dei velivoli dei Lotti 12, 13 e 14 inizieranno rispettivamente nel 2020, 2021 e 2022.


La strategia di acquisizione dei Lotti dal 12 al 14 è finalizzata a generare un ulteriore risparmio

Per ridurre i costi, l’F-35 Joint Program Office ha gestito in maniera congiunta il procurement dei Lotti 12, 13 e 14, con l’acquisto di una quantità economicamente ottimale (Economic Order Quantity, EOQ) di componenti e parti selezionate.Questo approccio genererà un risparmio di centinaia di milioni di dollari ed è fondamentale per raggiungere l’obiettivo di un costo di 80 milioni di dollari per un F-35A nel 2020 (Lotto 14). Si tratta di una strategia che va a favore dei contribuenti, delle forze armate e delle aziende coinvolte.

Il contratto è un fondamentale traguardo verso la finalizzazione dei Lotti dal 12 al 14 ed è un’ulteriore dimostrazione della sempre maggiore maturità del programma e della crescente fiducia degli acquirenti. L’accordo contribuisce anche a salvaguardare la stabilità della supply chain, ridurre i costi e garantire i tempi di consegna stabiliti, così da soddisfare la crescente domanda a livello internazionale.

Molti clienti internazionali finanzieranno i Lotti dal 12 al 14 in un’unica soluzione; in questo caso l’approccio di acquisizione è differente rispetto a un contratto Multi-Year, perché gli Stati Uniti continueranno a finanziare i loro velivoli annualmente. Le Forze Armate statunitensi acquisteranno i lotti LRIP 12, 13 e 14 con acquisizioni anno dopo anno, con costi che andranno a diminuire progressivamente, beneficiando dalla quantità complessiva dei Lotti 12-14.

Attualmente non c’è un contratto pluriennale per l’acquisizione dei velivoli e dei motori statunitensi; questi continueranno ad essere acquisiti su base annuale per i Lotti dal 12 al 14 (FY 2018 -2020). L’obiettivo è passare a un approccio pluriennale a partire dal Lotto 15, al fine di ridurre ulteriormente i costi.

Le negoziazioni per i Lotti 12-14 sono in corso e il prezzo finale per ciascuna variante verrà determinato a negoziazioni ultimate. Anche l’esatto ammontare del risparmio generato da questo approccio di acquisizione verrà calcolato dopo la finalizzazione dell’accordo. È importante sottolineare che, in momenti diversi del programma, sono state condotte due analisi indipendenti dei reali risparmi generati. La prima stima è stata realizzata già nel 2014 ed è stata basata su presupposti significativamente diversi in termini di timing e approccio, per cominciare a finanziare l’acquisizione di una quantità ottimale (Economic Order Quantity, EOQ) di sottosistemi, parti e componenti.

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Aumentare la produzione e abbassare i costi

Con l’aumento graduale della produzione, ogni anno si è assistito a un abbassamento dei costi e dei tempi di sviluppo, all’aumento della qualità e della puntualità delle consegne. La produzione dell’F-35 sta significativamente aumentando, i costi stanno diminuendo e la flotta è attualmente composta da oltre 330 velivoli che ogni giorno mostrando capacità straordinarie.

Il programma è in linea con l’obiettivo di consegnare 91 F-35 nel 2018. Infatti, il 91esimo velivolo è già uscito dalla linea di produzione e tutti gli altri velivoli del 2018 sono alle fasi finali, in fase di test oppure in consegna alle linee di volo.

Raggiungere l’obiettivo dei 91 velivoli consegnati rappresenterà un aumento prossimo al 40% rispetto alle 66 consegne effettuate l’anno scorso, nonché un aumento del 100% circa rispetto alla produzione del 2016. Il prossimo anno le consegne aumenteranno ancora fino a superare i 130 velivoli, con un ulteriore incremento del 40% in termini di produzione.

Per predisporre questo incremento di produttività, il programma aggiorna costantemente le risorse umane, i macchinari, i materiali e i processi, al fine di soddisfare la crescente domanda e raggiungere gli obiettivi fissati in termini di costi, qualità e scadenze fissate.

Rispetto al contratto originale è stata raggiunta una riduzione dei costi pari al 60%. Nel contratto più recente, il costo per un F-35A è inferiore ai 90 milioni di dollari (incluso il sistema di propulsione).

Grazie al continuo impegno per la riduzione dei costi e grazie all’approccio di acquisizione dei Lotti dal 12 al 14, il programma è sulla strada giusta per raggiungere l’obiettivo degli 80 milioni di dollari per un F-35A nel 2020 (incluso il sistema di propulsione). Questo costo corrisponde o è addirittura inferiore al costo dei caccia di quarta generazione – pur garantendo un notevole avanzamento delle capacità a disposizione.


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Re: F-35 Lightning II: sviluppo, test e valutazioni

Messaggio da Phant » 31 dicembre 2018, 2:32

Aviation-report.com ha scritto:
Lockheed Martin in linea con gli obiettivi di produzione dell’F-35 per il 2018

Lockheed Martin ha consegnato il 91° velivolo dell’anno, rispettando gli obiettivi di consegna per il 2018 condivisi dal Governo statunitense e dall’industria e dimostrando che il programma F-35 è maturo per la fase di produzione a pieno regime.

I 91 aerei consegnati nel 2018 rappresentano un incremento di produzione del 40 per cento dal 2017 e del 100 per cento circa rispetto al 2016. Nel 2019 Lockheed Martin ha in programma di consegnare più di 130 F-35, con un ulteriore aumento di produzione del 40 per cento.

“Il raggiungimento di questo obiettivo dimostra che il programma F-35 è maturo per sostenere la produzione a pieno regime e per far fronte a una domanda crescente da parte dei clienti in tutto il mondo,” ha affermato Greg Ulmer, vice presidente e direttore generale del programma F-35 di Lockheed Martin. “Su base annua abbiamo aumentato la produzione, abbassato i costi, ridotto il tempo di costruzione e migliorato qualità e puntualità delle consegne. Oggi l’F-35 è il jet da combattimento con le migliori prestazioni a livello mondiale e le consegne annuali del velivolo sono superiori rispetto a quelle di qualsiasi altro velivolo sul mercato con un prezzo pari o inferiore.”

Il 91° aereo è un F-35B del Corpo dei Marines statunitensi, e sarà consegnato alla Marine Corps Air Station di Beaufort, in South Carolina. Le consegne effettuate nel 2018 comprendono 54 F-35 per gli Stati Uniti, 21 per i partner internazionali e 16 per i clienti del programma Foreign Military Sales.

Ad oggi sono stati consegnati oltre 355 F-35 attualmente operativi in 16 basi in tutto il mondo. Oltre 730 piloti e 6.700 addetti alla manutenzione si sono qualificati per operare con gli F-35 e la flotta ha superato le 175.000 ore di volo cumulative. Dieci nazioni hanno attualmente in dotazione l’F-35, sette delle quali dispongono di F-35 che operano da una base interna al territorio nazionale; quattro forze armate hanno dichiarato la Capacità Operativa Iniziale, mentre due hanno annunciato di aver utilizzato i propri F-35 in operazioni di combattimento.

Passaggio alla produzione a pieno regime e manutenzione operativa

Grazie all’esperienza acquisita, l’efficientamento del processo, l’automazione della produzione, il miglioramento dello stabilimento e degli strumenti, le iniziative relative alla supply chain e altro, il programma F-35 ha notevolmente ridotto i costi e raggiunto una maggiore efficienza.

Il prezzo di un F-35A è ora di $89,2 milioni e il programma è in linea con l’obiettivo di scendere a un costo di $80 milioni per l’F-35A entro il 2020 (Lotto 14), vale a dire un prezzo pari o inferiore a quello di un velivolo di 4° generazione con prestazioni inferiori.

Anche la prontezza operativa e i costi di manutenzione dell’F-35 stanno migliorando. Il costo di manutenzione per velivolo annuo di Lockheed Martin è sceso per tre anni consecutivi ed è diminuito del 15 per cento circa dal 2015. Il team congiunto governo-industria ha intrapreso azioni aggressive per raggiungere un tasso di prontezza operativa dell’80 per cento e ridurre i costi per ora di volo del 40 per cento circa.

Grazie alla tecnologia stealth, ai sensori avanzati e alla capacità d’arma, l’F-35 è il caccia più avanzato e interconnesso, in grado di garantire il più elevato tasso di sopravvivenza al mondo. Più che un semplice caccia, le capacità dell’F-35 di raccogliere, analizzare e condividere dati lo rendono un potente moltiplicatore di forze in grado di potenziare tutti gli asset, sia di aria che di terra coinvolti sul campo, consentendo agli uomini e alle donne in uniforme di compiere le loro missioni e rientrare. Durante esercitazioni di combattimento congiunte l’F-35 si è dimostrato oltre 20 volte più efficace rispetto ai velivoli di 4° generazione.


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Re: F-35 Lightning II: sviluppo, test e valutazioni

Messaggio da Phant » 23 aprile 2019, 15:08

Aviation-report.com ha scritto:
Gli F-35 dovrebbero raggiungere l’80% di capacità di missione entro settembre 2019

Secondo quanto riportato da Flight Global i reparti aerei della flotta di caccia stealth Lockheed Martin F-35 dei tre servizi militari statunitensi e degli otto partner del programma internazionale sono sulla buona strada per raggiungere un tasso di capacità dell’80% entro settembre 2019.

E l’intera flotta F-35 Lightning II dovrebbe raggiungere un tasso di missione dell’80% entro settembre 2020, ha confermato il Vice Ammiraglio Mathias Winter, direttore esecutivo del Joint Program Office (JPO) il 4 aprile scorso. I primi modelli dell’F-35 e gli aerei utilizzati per l’addestramento hanno registrato tassi di disponibilità inferiori, ma dopo aver aggiornato gli aerei delle flotte operative, il JPO ritiene che questi velivoli saranno in grado di garantire una maggiore affidabilità.

Raggiungere un tasso di missione dell’80% è stato richiesto dall’ex segretario del Dipartimento della Difesa James Mattis per tutti gli aerei da combattimento chiave per le forze armate statunitensi, tra cui l’F-35, il Lockheed Martin F-22, il Lockheed Martin F-16 e il Boeing F/A-18.

Winter ha affermato che il JPO per l’F-35 prevede di migliorare la disponibilità dei velivoli in coordinamento con il produttore Lockheed Martin, con 133 velivoli che saranno consegnati nel 2019 (131 unità per il lotto di produzione iniziale a basso tasso LRIP 11 e due per il lotto LRIP 10). Ad oggi ha confermato che ci sono già più di 390 F-35 consegnati.

L’ufficio del programma F-35 conferma anche che anche il costo dell’F-35A scenderà a meno di 80 milioni di USD per unità entro il 2020.

Oltre alla US Air Force, alla US Navy e allo US Marine Corps, i partner originali del programma Joint Strike Fighter includono Australia, Canada, Danimarca, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Turchia e Regno Unito.


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Re: F-35 Lightning II: sviluppo, test e valutazioni

Messaggio da Phant » 6 maggio 2019, 19:08

Aviation-report.com ha scritto:
Sidekick, un nuovo rack per aumentare la capacità di carico del F-35

Nel corso di un’intervista, la divisione Lockheed Martin Missiles & Fire Control ha dichiarato di aver sviluppato un nuovo rack per armi chiamato Sidekick, destinato alle varianti A e C del F-35 JSF Lightning II.

Sidekick, è stato progettato per consentire a ciascuna delle due baie interne il trasporto di 3 missili a medio raggio AIM-120 anziché degli attuali 2, implementando così la sua capacità complessiva a ben 6 missili AMRAAM.

Al momento il dispositivo non è compatibile con la versione F-35B in carico all’U.S. Marine Corps, in quanto il velivolo dispone di un vano armi più piccolo. Il costruttore non ha voluto rilasciare ulteriori dettagli sul design e sul funzionamento del meccanismo, ma è possibile che il nuovo rack possa sostituire l’adattatore di lancio dell’ AIM-120 nella sezione alta dell’alloggiamento interno con un nuovo meccanismo che sia in grado di ospitare 2 missili contemporaneamente nello stesso spazio occupato da uno solo.

Nel corso di un’intervista rilasciata ai giornalisti durante un briefing di Lockheed Martin, Tony ‘Brick’ Wilson, test pilot della compagnia, ha dichiarato che il rack è stato sviluppato interamente con i fondi interni di ricerca e sviluppo dell’azienda.

E’ risaputo che il Lightning può trasportare in contemporanea più AMRAAM alloggiati su piloni subalari esterni, ma Wilson ha sottolineato che questo nuovo dispositivo sarà rivoluzionario in quanto implementerà la capacità di fuoco del velivolo senza dover sacrificare le sue caratteristiche stealth: “I missili aggiuntivi aggiungeranno sì un po’ di peso extra al velivolo, ma senza sacrificare la sua resistenza e le sue capacità“.

Il pilota ha inoltre precisato che il Lightning II possiede la capacità strutturale esterna necessaria ad ospitare le armi ipersoniche che verranno richieste in futuro. L’idea di dotare l’F-35A e C di 6 missili all’interno delle baie di carico era ormai in circolazione da oltre un decennio, ma fino all’intervista rilasciata da Tony Wilson, la compagnia non aveva mai discusso pubblicamente quest’idea. Almeno fino ad oggi.


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Re: F-35 Lightning II: sviluppo, test e valutazioni

Messaggio da Phant » 23 settembre 2019, 3:21

Aviation-report.com ha scritto:
I tanker KC-707 di Omega Air certificati per il rifornimento in volo degli F-35B/C

Come riportato sui propri canali social la compagnia statunitense che fornisce servizi di rifornimento aereo per le unità militari statunitensi, Omega Aerial Refueling Services, Inc. ha annunciato che i suoi tanker KC-707 sono stati certificati per rifornire in volo il Lockheed Martin F-35B/C Lightning II a seguito delle prove di volo concluse con successo presso la base aerea di Edwards in California. “La nostra intera flotta ora è pronta a supportare questo velivolo all’avanguardia“, ha dichiarato Omega Air Refueling giovedì.

Oggi la flotta di rifornitori in volo della Omega Aerial Refueling Services, Inc. leader nei servizi commerciali del rifornimento completa più missioni e fornisce più carburante di qualsiasi altro vettore al mondo.

Omega ARS fornisce servizi di rifornimento aria-aria a contratto con una flotta di navi cisterna appositamente equipaggiate e convertite per servire come piattaforme di rifornimento per soddisfare le esigenze operative della Marina degli Stati Uniti, del Corpo dei Marines e degli alleati degli Stati Uniti. Omega attualmente fornisce i propri servizi di rifornimento tramite il sistema probe and drogue (sonda e imbuto). La flotta è composta da aeromobili KC-707 e KDC-10 di proprietà di Omega Air. Tutti i velivoli cisterna sono in grado di volare oltre 1.200 ore all’anno. La società ha anche partecipato attivamente a diversi programmi di sviluppo a supporto della Marina e dell’Aeronautica statunitensi.

Ad esempio la Omega ha supportato l’Air Test and Evaluation Squadron VX-1 quando ha supportato il volo più lungo mai registrato di un E-2 Hawkeye della US Navy. Su questo storico volo, l’E-2D è rimasto in volo per più di 8 ore. Ricordiamo anche il supporto dato agli F-18E/F Super Hornet arrivati in Svizzera a Maggio per la dimostrazione alle Forze Aeree Svizzera nell’ambito del loro programma Air 2030. E ancora, il 22 aprile 2015, Omega ha rifornito con 4.100 libbre di carburante, nel primo rifornimento di carburante aereo autonomo di un aereo senza pilota, l’X-47B come parte del programma UCAS della US Navy.

Omega Aerial Refueling Services oggi è l’unico fornitore di servizi commerciali di rifornimento aereo al mondo e ha completato oltre 6.000 missioni e consegnato oltre 238 milioni di libbre di carburante con più di 49.000 agganci sonda-imbuto. Omega offre una gamma di soluzioni di rifornimento alle forze armate statunitensi e agli alleati statunitensi in tutto il mondo.


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Re: F-35 Lightning II: sviluppo, test e valutazioni

Messaggio da Phant » 3 novembre 2019, 2:30

Analisidifesa.it ha scritto:
Pentagono e Lockheed Martin riducono il costo dell’F-35A del 12,8 percento

Il Joint Program Office dell’F-35 e Lockheed Martin hanno finalizzato un accordo del valore di 34 miliardi di dollari per la produzione e la consegna di 478 F-35 al prezzo più basso mai raggiunto nella storia del programma. Il contratto riguarda tutti i velivoli dei lotti di produzione 12, 13 e 14 destinati agli Stati Uniti, ai partner internazionali e ai paesi che stanno acquistando il velivolo attraverso i Foreign Military Sales.

Secondo i termini dell’accordo il programma F-35 ha raggiunto e superato gli obiettivi fissati da tempo di riduzione dei costi per ogni variante – e il costo unitario dell’F-35A, comprensivo di velivolo e motore, è ora inferiore a 80 milioni di dollari per i lotti 13 e 14.

Il costo unitario dell’F-35A corrisponde a una riduzione stimata complessiva del 12,8% rispetto al lotto 11 per la versione ad atterraggio convenzionale, e a un risparmio medio del 12,7% per tutte e tre le versioni dal lotto 11 al 14.

“La riduzione dei costi è un aspetto fondamentale per il successo del programma. Sono lieto che il Joint Program Office dell’F-35 e Lockheed Martin abbiano raggiunto un accordo su questo importante contratto per i prossimi tre lotti. L’accordo garantisce una riduzione di costo in media del 12,7% per tutte e tre le varianti e porta a un costo inferiore a 80 milioni di dollari per un F-35A dell’USAF entro il lotto 13 – in anticipo di un lotto rispetto al previsto,” ha commentato Lt. Gen. Eric Fick, Executive Officer del programma F-35. “Questo accordo del valore di 34 miliardi di dollari rappresenta una vera pietra miliare per il programma F-35.”

L’accordo riguarda 291 velivoli delle Forze Armate statunitensi, 127 dei partner internazionali del programma e 60 dei Paesi che stanno acquistando l’F-35 attraverso i Foreign Military Sales. In dettaglio i costi sono:

  • Variante Lotto 12 Lotto 13 Lotto 14 % Riduzione dal Lotto 11 *
    • F-35A $82,4M $79,2M $77,9M 12,8%
    • F-35B $108,0M $104,8M $101,3M 12,3%
    • F-35C $103,1 $98,1M $94,4M 13,2%


    * Nota: I costi finali per le varianti dell’F-35 a seguito degli aggiustamenti per le integrazioni del Congresso e altri adeguamenti contrattuali sono i seguenti: F-35A – $89,3M; F-35B – $115,5M; e $108,8M.


“Grazie ad attente strategie di acquisizione, alla solida collaborazione tra governo e industria e alla costante attenzione a qualità e riduzione dei costi, il programma F-35 ha raggiunto con successo la riduzione dei costi di acquisizione del velivolo di quinta generazione F-35, che sono ora pari o inferiori rispetto ai velivoli di quarta generazione,” ha commentato Greg Ulmer, vice presidente di Lockheed Martin e general manager del programma F-35. “Il costo di un F-35A inferiore a 80 milioni di dollari per il Lotto 13 ci consente di superare l’obiettivo fissato da tempo di riduzione dei costi un anno prima del previsto.”

Il costo unitario ricorrente flyaway inferiore a 80 milioni di dollari per un F-35 rappresenta il prezzo di acquisizione integrato per il sistema d’arma di quinta generazione.

Comprensivo di sensori integrati e pod di puntamento, questo valore unitario dell’F-35 include elementi che si aggiungono ai costi di acquisizione e manutenzione dei velivoli di generazione precedente.

Con oltre 450 velivoli operativi da 19 basi in tutto il mondo, l’F-35 svolge un ruolo fondamentale per la sicurezza mondiale. Oltre 910 piloti e 8.350 addetti alla manutenzione sono stati formati e la flotta dell’F-35 ha superato 220.000 ore di volo a livello globale. Otto nazioni operano con l’F-35 da basi presenti sul proprio territorio e sette Forze Armate hanno dichiarato la Capacità Operativa Iniziale.

Oltre a rafforzare la sicurezza e le partnership globali, l’F-35 contribuisce all’economia degli Stati Uniti e dei singoli partner internazionali, con posti di lavoro, scambi commerciali e sicurezza, e alla bilancia commerciale globale. Solo negli Stati Uniti il programma F-35 supporta oltre 220.000 posti di lavoro diretti e indiretti, mentre nel mondo coinvolge oltre 100 fornitori internazionali contribuendo a creare o sostenere migliaia di posti di lavoro.


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Messaggio da Phant » 4 gennaio 2020, 1:42

Aviation-report.com ha scritto:
Lockheed Martin consegna 134 velivoli stealth di 5° generazione F-35 nel 2019

Lockheed Martin ha consegnato il 30 dicembre 2019 il 134° velivolo F-35 dell’anno, superando l’obiettivo di consegna stabilito tra l’industria e il governo di 131 velivoli. Centotrentaquattro consegne rappresentano un aumento del 47% dal 2018 e quasi un aumento della produzione del 200% dal 2016. L’anno prossimo, Lockheed Martin prevede di consegnare 141 F-35 ed è pronta ad aumentare il volume di produzione anno dopo anno per arrivare al picco di produzione nel 2023.

“Questo risultato è una testimonianza della prontezza dell’impresa F-35 per raggiungere la piena produzione e continuiamo a concentrarci sul miglioramento delle consegne dell’intero sistema di armamenti“, ha affermato Greg Ulmer, vicepresidente di Lockheed Martin e direttore generale del programma F-35. “Abbiamo raggiunto i nostri obiettivi di consegna annuali per tre anni consecutivi e continuiamo ad aumentare i tassi di produzione, migliorare l’efficienza e ridurre i costi. L’F-35 è il jet da combattimento più capace al mondo e ora stiamo offrendo il sistema d’arma di quinta generazione ad un costo pari o inferiore a un velivolo legacy di quarta generazione meno capace.“

Il 134° aereo è un modello “B” a decollo corto e atterraggio verticale (STOVL) per il Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Nel 2019, le consegne includevano 81 F-35 per gli Stati Uniti, 30 per le nazioni partner internazionali e 23 per i clienti delle vendite militari all’estero (Foreign Military Sales). Nel dettaglio nel 2019 sono stati consegnati 102 F-35A (versione convenzionale), 25 F-35B (versione STOVL) e 7 F-35C (versione per portaerei).

Riduzione dei costi unitari e di supporto, miglioramento della prontezza

Utilizzando le lezioni apprese, l’efficienza dei processi, l’automazione della produzione, gli aggiornamenti delle strutture e degli strumenti, le iniziative della catena di approvvigionamento e altro ancora, il programma F-35 continua a migliorare significativamente l’efficienza e a ridurre i costi. Il prezzo di un F-35A è ora di 77,9 milioni di dollari, raggiungendo l’obiettivo di 80 milioni di dollari un anno prima del previsto.

I costi di prontezza operativa e di sostegno alla missione dell’F-35 continuano a migliorare, con la flotta globale che ha una prontezza operativa superiore al 65% e con i gruppi di volo operativi che lavorano costantemente vicino al 75%. Anche il costo di sostentamento per aereo all’anno di Lockheed Martin è diminuito per quattro anni consecutivi, a oltre il 35% dal 2015.

Maturità del programma e impatto economico

Con oltre 490 aeromobili che operano da 21 basi in tutto il mondo, l’F-35 svolge un ruolo fondamentale nell’attuale ambiente di sicurezza globale. Oggi vengono addestrati 975 piloti e 8.585 manutentori e la flotta F-35 ha superato le oltre 240.000 ore di volo cumulative. Otto nazioni hanno F-35 che operano da una base sul loro territorio di origine, otto forze aeree hanno dichiarato la capacità operativa iniziale e almeno tre hanno già impiegato gli F-35 in operazioni di combattimento.

Oltre a rafforzare la sicurezza globale e le partnership, l’F-35 fornisce stabilità economica agli Stati Uniti e ai partner internazionali creando posti di lavoro, commercio e sicurezza e contribuendo alla bilancia commerciale globale. Migliaia di uomini e donne negli Stati Uniti e in tutto il mondo costruiscono l’F-35. Con oltre 1.400 fornitori in 47 stati e Porto Rico, il programma F-35 supporta oltre 220.000 posti di lavoro.


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Messaggio da Phant » 9 gennaio 2020, 2:46

Aviation-report.com ha scritto:
Pentagono e Lockheed Martin firmano un contratto per il supporto alla flotta mondiale degli F-35 del valore di 1,9 miliardi di dollari

L’ufficio del programma congiunto F-35 (F-35 Joint Program Office) ha assegnato al team industriale Lockheed Martin un contratto da 1,9 miliardi di dollari per sostenere le operazioni e il sostegno della flotta globale di F-35, migliorando al contempo la prontezza delle missioni e riducendo ulteriormente i costi.

Il contratto annuale finanzia attività di supporto critico per gli aeromobili attualmente nella flotta e sviluppa la capacità industriale per supportare la futura flotta di oltre 3.000 velivoli F-35. Ciò include esperti del settore che supportano la manutenzione di base e di deposito, la formazione di piloti e manutentori e il supporto tecnico in tutto il mondo. Il contratto copre anche l’analisi dei dati a livello di flotta e la gestione della catena di approvvigionamento per la riparazione e il rifornimento di materiali per migliorare la disponibilità complessiva di approvvigionamento per la flotta.

“L’F-35 continua a fornire eccezionali capacità sul campo e questo contratto garantisce che gli F-35 siano pronti per la missioni per soddisfare le esigenze degli utilizzatori“, ha dichiarato Greg Ulmer, vicepresidente di Lockheed Martin e direttore generale del programma F-35. “Il team congiunto del governo e dell’industria continua a fare progressi significativi migliorando il tasso di disponibilità e riducendo i costi di sostentamento. Nel 2020 continueremo a ottimizzare e far progredire il sistema di sostegno. Siamo certi che i costi di sostentamento dell’F-35 saranno uguali o inferiori ai jet legacy.”

Il Joint Program Office del F-35, insieme a ciascun servizio statunitense, agli operatori internazionali e al team industriale del F-35, è alla testa del programma per il supporto globale del caccia stealth di quinta generazione. Questo contratto di sostentamento annuale coprirà le attività di sostegno del settore fino al 31 dicembre 2020.

Obiettivi: migliorare la prontezza operativa e ridurre i costi

Il costo di sostentamento di Lockheed Martin per aeromobile all’anno è diminuito negli ultimi quattro anni consecutivi, e di oltre il 35% dal 2015. L’affidabilità dell’F-35 continua a migliorare e la flotta globale sta registrando una media superiore al 65% del tasso di missione, con squadroni operativi costantemente vicino al 75%. Il programma F-35 continua a perseguire un rateo di operatività vicino al 80% nel breve termine e continuerà a ridurre il costo per ora di volo a 25.000 dollari entro il 2025, che è pari o inferiore al costo per sostenere velivoli legacy e meno capaci.

Per raggiungere questi obiettivi, il team di programma sta conducendo gare di appalto per la catena di approvvigionamento per costruire migliori capacità nella logistica, sincronizzando gli acquisti di ricambi, migliorando l’affidabilità e la manutenibilità dei materiali, implementando strumenti di analisi avanzati, accelerando le modifiche di aerei di versioni precedenti e supportando la realizzazione di magazzini e depositi per la manutenzione regionali guidati dai governi.

Ad oggi più di 490 aeromobili, di cui 134 nel 2019, sono stati consegnati e operano da 21 basi aeree in tutto il mondo. Più di 975 piloti e 8.585 manutentori sono stati addestrati finora e la flotta F-35 ha superato le oltre 240.000 ore di volo cumulative.


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Re: F-35 Lightning II: sviluppo, test e valutazioni

Messaggio da Phant » 22 gennaio 2020, 1:46

Analisidifesa.it ha scritto:
F-35: il flop (annunciato) del sistema ALIS

Ancora una brutta notizia per il programma dell’aereo da attacco americano di quinta generazione Lockheed Martin F-35. Il suo sistema logistico integrato, conosciuto come Autonomic Logistics Information System (ALIS), deve essere rifatto da cima a fondo.

Quello nuovo si chiamerà Online Data Integrated Network (ODIN), e funzionerà non più solo attraverso la catena di server progettati e implementati per ALIS dallo stesso costruttore del velivolo, ma soprattutto nel “cloud”, cioè avvalendosi di quella serie di tecnologie informatiche che permettono di elaborare, archiviare e memorizzare dati grazie all’utilizzo di risorse hardware e software distribuite nel Web senza dover ricorrere a grandi super-computer.

Come il sistema precedente, ODIN – nome dato dagli antichi germanici al loro dio, significa “totalmente Altro” – assicurerà addestramento, pianificazione delle missioni, supporto logistico, stesura e aggiornamento dei manuali e quant’altro serve a velivolo ed equipaggi, ma in maniera semplificata in qualche modo più elastica.

La notizia è del 14 gennaio, ma è da almeno un anno che il Pentagono e il costruttore dell’aereo come pure di questa sorta di suo alter ego informatico pensano di dover realizzare un sistema interamente nuovo, per assicurare alle flotte di F-35 un sistema logistico davvero in grado di garantirne la prontezza operativa e l’efficienza ai livelli richiesti.

L’allarme sulle numerose inefficienze di ALIS, che obbligano da anni i manutentori a bypassare in certi casi il sistema applicando vecchie, lunghe e costose procedure, è stato ufficializzato giusto un anno fa da un rapporto del Director of Operational Test and Evaluation del Dipartimento della Difesa americano, e poi certificato a marzo dal Government of Accountability Office.

Il nuovo ODIN, ha dichiarato la responsabile degli acquisiti del Pentagono Ellen Ford, non costerà un centesimo in più ai contribuenti e dovrà essere pronto entro la fine del 2022. Un annuncio che, intanto, contraddice notizie del gennaio 2019 che davano per lanciato un meno impegnativo “ALIS Next”, per il quale erano però previsti non due ma cinque anni di lavoro.

Quel “Next” era stato affibbiato secondo la moda un po’ sfacciata di designare così (o con “Advanced”, o ancora “New Generation”) ciò che prima era obsoleto o, peggio, non funzionava. Due mesi or sono si parlò di renderlo disponibile addirittura nel novembre di quest’anno. Uno o due anni appaiono comunque un arco di tempo insufficiente, dati i difficili trascorsi del programma, e nella fattispecie, di un sistema logistico così complesso i cui problemi vennero evidenziati da Analisi Difesa già nel lontano 2013.

ODIN sarà più al riparo dai cyberattack?

Se si è arrivati alla decisione di rottamare ALIS dopo più di due decenni di sforzi e miliardi di dollari profusi per svilupparlo e farlo andare a regime, è evidentemente perché, a causa della sua enorme complessità, le cure somministrategli attraverso il classico rilascio periodico di successive “release” e “patch” di software, possibilmente da ravvicinare nel tempo (su base trimestrale e non più ogni anno e mezzo), non hanno funzionato.

Nel febbraio 2019 il segretario all’Air Force Heater Wilson se ne uscì con questa affermazione: “Nessuno fra i nostri specialisti battezzerà mai la sua bambina col nome di Alice (la pronuncia di ALIS – ndr)”.

Il sistema sviluppato da Lockheed Marin doveva semplificare e far risparmiare sulla logistica, ma in realtà l’ha complicata e resa più onerosa, con il risultato finale di rendere molto più costosa di quanto promesso l’ora di volo del velivolo, attestata al momento sui 45.000 dollari. Insomma, il classico passo più lungo della gamba.

“Uno dei nostri reparti” ha spiegato la Ford, “ha stimato che ci sono volute più di 45.000 ore di lavoro all’anno per operazioni extra-ALIS, ore necessarie per ovviare ai problemi posti dal sistema”. Decine di milioni di dollari spesi in aggiunta a quelli preventivati e, a questo proposito, sarebbe interessante sapere che cosa succede ad Amendola, che schiera da quattro anni i primi dei 60 F-35 a decollo convenzionale attesi all’Aeronautica Militare.

L’ultima release è (o si deve dire era?) la ALIS 3.5, attesa ai reparti di volo nel novembre scorso. Contiene da sola 300 modifiche a varie funzionalità, a partire da quelle più strettamente di base.

Sviluppate e implementate da uno stuolo di softweristi assunti ad hoc dal costruttore texano per rimediare ai problemi del sistema, che ancora per buona parte dell’anno appena trascorso non lo rendevano fruibile neppure per l’addestramento di piloti, specialisti e istruttori sulla base di addestramento di Eglin.

Le numerose modifiche ai software di ALIS dovevano anche andare di pari passo con tutte le modifiche e migliorie che l’aeroplano ha ricevuto durante la lunga fase di sviluppo e dimostrazione.

Un lavoro di continua implementazione di nuovi software che non è mai cessato e ora ha di fronte l’importantissima scadenza del radicale aggiornamento dell’aereo (il famoso Block-4). Un lavoro, per giunta, che non ha impedito che a un certo punto arrivassero ai reparti dei Marines e della US Navy montati sull’F-35 alcuni pezzi di ricambio inutilizzabili in quanto prodotti prima che si fossero decise le modifiche da apportarvi. Come è stato possibile?

La questione della proprietà intellettuale

Modifiche e migliorie al sistema esistente dovevano poi ridurre il più possibile i rischi in termini di cybersecurity tanto a livello centrale (la “centrale” di ALIS è operativa dal 2007 a Forth Worth nel complesso industriale di Lockheed) quanto a livello operativo presso le linee di volo che impiegano le tre versioni del Joint Strike Fighter. Ma ci si chiede: chi potrà garantire gli utenti che il nuovo sistema basato sulla “nuvola” sarà più al riparo da intrusioni cibernetiche di quello precedente?

Altra questione cruciale: il passaggio a un sistema basato sul cloud computing risolverà finalmente, o invece complicherà ancora di più la annosa battaglia per il trasferimento dal costruttore all’utilizzatore della proprietà intellettuale di ciò che il primo svilupperà?

ODIN dovrà essere anche più “userfriendly” di ALIS, descritto a suo tempo da Lockheed come un mega-smartphone con 65 applicazioni che svolgono e risolvono tutta la logistica. Tra i suoi requisiti di base ci saranno i comandi vocali, impartiti tanto dai piloti quanto dagli specialisti a terra allo scopo di ridurre i tempi di reazione del sistema e quelli – oggi troppo lunghi – della “amministrazione” della manutenzione.

Si affiderà ancora a dei server, ma con molte meno costose e ingombranti (specie in teatro operativo) infrastrutture di hardware.

Dovrà ovviare tra gli altri al principale problema che affligge ALIS da sempre, e cioè il cattivo funzionamento del fondamentale sotto-sistema di base che monitora senza sosta lo stato di funzionamento di tutto il velivolo: dall’efficienza di ogni apparato e componente ai parametri di volo, dalle sollecitazioni della struttura al livello di calore nelle aree più a rischio.

PHMS, così si chiama questo sotto-sistema, rileva eventuali malfunzionamenti, elabora diagnosi, prognosi e persino previsioni di eventi futuri. Poi trasmette i suoi dati ai terminali ALIS nazionali (quello italiano si trova nello stabilimento di Cameri) i quali a loro volta li rimbalzano al centro operativo americano.

Tutto il traffico di dati si svolge in tempo reale. Spetta al “grande fratello” di Fort Worth il compito di elaborare e mandare a destinazione la risposta più adeguata all’input partito dalla linea di volo, segnalando come intervenire e dove e come far arrivare l’eventuale necessario pezzo di ricambio.

E’ troppo presto per capire se, come e quanti elementi di hardware e software e funzionalità di ALIS il nuovo ODIN incorporerà. Bisognerà poi stabilire come avverrà il “passaggio di consegne” fra il vecchio sistema e quello nuovo, con quali misure transitorie, e se queste funzioneranno o metteranno ancora di più i bastoni fra le ruote del programma più incasinato di tutta la storia dell’aviazione.


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Re: F-35 Lightning II: sviluppo, test e valutazioni

Messaggio da Phant » 6 marzo 2020, 0:37

Aviation-report.com ha scritto:
Lockheed Martin consegna il 500° velivolo F-35 e la flotta supera le 250.000 ore di volo

Lockheed Martin e il Joint Program Office F-35 hanno consegnato il 500° esemplare di F-35 e a febbraio 2020 la flotta di F-35 ha superato le 250.000 ore di volo.

Il 500° velivolo di produzione è un caccia convenzionale per la US Air Force, consegnato sulla base aerea della Guardia Nazionale del Vermont di Burlington al 158th Fighter Wing “Green Mountain Boys” della US Air National Guard. I 500 F-35 attualmente consegnati includono 354 varianti F-35A a decollo e atterraggio convenzionali (CTOL), 108 varianti F-35B a decollo corto e atterraggio verticale (STOVL) e 38 varianti F-35C per le portaerei in uso negli Stati Uniti e i clienti internazionali. Le 250.000 ore di volo includono tutti gli F-35 della flotta composta da jet di test, di sviluppo, da addestramento, operativi, aerei statunitensi e internazionali.

“Questi obiettivi sono una testimonianza del talento e della dedizione del governo, dei militari e dell’industria”, ha dichiarato Greg Ulmer, Lockheed Martin, vicepresidente e direttore generale del programma F-35. “L’F-35 sta offrendo una capacità di combattimento di quinta generazione senza precedenti al costo di un velivolo legacy di quarta generazione.“

L’F-35 opera oggi da 23 basi in tutto il mondo. Più di 985 piloti e oltre 8.890 manutentori sono addestrati. Nove nazioni usano l’F-35 dal loro territorio di origine, otto servizi hanno dichiarato la capacità operativa iniziale e quattro servizi hanno già impiegato gli F-35 nelle operazioni di combattimento.

La Lockheed Martin ha consegnato nel 2019 il 134 velivoli F-35, superando l’obiettivo di consegna del governo e dell’industria prefissato nel 2019 di 131 velivoli. Queste consegne del 2019 rappresentano un aumento del 47% dal 2018 e quasi un aumento della produzione del 200% dal 2016. nel 2020, Lockheed Martin prevede di consegnare 141 F-35 ed è pronta ad aumentare il volume di produzione anno dopo anno per raggiungere il picco di produzione nel 2023. Il prezzo di un F-35A è ora di 77,9 milioni di dollari, raggiungendo l’obiettivo degli 80 milioni di dollari un anno prima del previsto .… meno di un Eurofighter F-2000 Typhoon europeo migliorato.

Per quanto riguarda l’Italia ricordiamo che la versione F-35A è già in servizio con il 32° Stormo e ha raggiunto la Capacità Operativa Iniziale a novembre 2018, mentre della versione F-35B sono operativi due velivoli attualmente negli Stati Uniti per i test e per l’addestramento dei primi piloti e tecnici della Marina Militare più un terzo esemplare di F-35B consegnato all’Aeronautica Militare il 22 febbraio scorso.

Durante i primi passi del programma JSF, l’Italia prevedeva di ricevere 131 velivoli: 79 F-35A e 30 F-35B per l’Aeronautica Militare, e 22 che sarebbero stati commissionati dalla Marina Militare per essere imbarcati sulla portaerei “Cavour” e sulla futura nave d’assalto anfibia “Trieste”. Con una decisione presa dall’ex governo Monti nel 2012, il piano di acquisizione fu ridotto a 60 F-35A e 30 F-35B, 15 per ciascuna delle due forze armate.


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Re: F-35 Lightning II: sviluppo, test e valutazioni

Messaggio da Phant » 29 luglio 2020, 19:57

Insideover.com ha scritto:
L’F-35 è davvero il cacciabombardiere più caro della storia?

Il programma per il Jsf (Joint Strike Fighter), che ha dato la nascita al cacciabombardiere F-35 della Lockheed Martin, è forse il più controverso, discusso e parimenti bistrattato progetto di sviluppo di un velivolo nella storia dell’aeronautica dai tempi del Tfx, che generò la serie di F-111 della General Dynamics.

L’F-35 è un velivolo di quinta generazione con elevate capacità stealth in grado di essere una piattaforma di raccolta, elaborazione e trasmissione dati in tempo reale sul campo di battaglia che non ha eguali nel panorama aeronautico odierno. In quanto caccia di quinta generazione deve rispettare determinati parametri: i propulsori devono esser dotati di spinta vettoriale; devono essere impiegati materiali compositi; e devono esser adottati sensori, radar e avionica integrata di tipo avanzato per migliorare enormemente la situational awareness (ovvero la capacità del pilota di prendere coscienza dell’ambiente tattico circostante).

Il programma di sviluppo si è esplicitato in tre varianti diverse: la A, quella “base” per un caccia basato a terra, la B quella Stovl (Short Take-off Vertical Landing) per l’impiego navale su unità “minori” e a terra, la C nata appositamente per essere utilizzata sulle portaerei dotate di sistema Catobar (Catapult Assisted Take Off But Arrested Recovery). Un programma che è anche uno dei più costosi di sempre: a dicembre del 2017 il costo complessivo di acquisizione e sviluppo per l’F-35 ammontava a 325,1 miliardi di dollari inclusi 59,8 di ricerca e sviluppo, 260,9 di procurement (tutti i meccanismi di approvvigionamento necessari) e 4,4 di military construction (la costruzione di infrastrutture).

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L’F-35 è quindi davvero una macchina molto costosa e inutile? L’utilità non si discute: pur con tutti i limiti dati da uno sviluppo lento, causato dalla complessità del velivolo, l’F-35 rappresenta il giusto connubio tra invisibilità, carico bellico, raggio d’azione, velocità, manovrabilità con in più una capacità di situational awareness mai vista prima, e soprattutto con la possibilità di condivisione immediata delle informazioni con tutti gli altri assetti presenti sul campo di battaglia. Potenzialmente un game changer dei conflitti del presente.

Per quanto riguarda il costo anche qui bisogna sfatare il mito che vuole l’F-35 una macchina molto cara rispetto ad altri velivoli. Una precisazione però: se questa considerazione poteva essere valida negli anni passati, all’inizio della sua produzione segnata da un futuro incerto, ora, con un pacchetto di ordini via via crescente (ultimo quello giapponese per altre 100 macchine), i prezzi si sono notevolmente abbattuti tanto da essere paragonabili a quelli di altri caccia.

Quando il Dipartimento della Difesa americano ha concluso un accordo con la Lockheed Martin per la produzione dei lotti dal 12 al 14 lo scorso ottobre, ha annunciato contestualmente che avrebbe raggiunto l’obiettivo di un ulteriore abbattimento del costo unitario un anno prima rispetto quanto preventivato (per il lotto 13), coi velivoli pronti a uscire dalla linea di produzione nel 2021. In dettaglio il prezzo per un F-35A dovrebbe scendere dai 82,4 milioni dollari nel lotto 12 ai 79,2 milioni nel lotto 13 fino ai 77,9 milioni nel lotto 14.

Per fare un paragone, il costo unitario dell’ultima versione del cacciabombardiere F-16 (chiamata Viper), un velivolo progettato all’inizio degli anni ’70 ed entrato in servizio nel 1978, è stata venduta dalla Lockheed Martin al Bahrein nel 2019 ad un costo di 147 milioni di dollari per velivolo (con un accordo per la fornitura di 19 macchine in totale).

Facciamo ora una carrellata dei prezzi dei cacciabombardieri occidentali sul mercato per capire meglio quanto ormai l’F-35 sia diventato più abbordabile rispetto a qualche anno fa.

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Il Boeing F-18E/F, il caccia imbarcato spina dorsale della Us Navy, ha un prezzo unitario compreso tra i 57 milioni di dollari e i 67, a seconda delle versioni. Restando negli Stati Uniti e guardando sempre in casa Boeing, l’ultima versione dell’F-15, la EX che in molti considerano come valida alternativa all’F-35, costa 87,7 milioni di dollari a velivolo. Passando in Europa, il nostro Eurofighter Typhoon, attualmente in servizio nell’Aeronautica Militare Italiana oltre che in Germania, Spagna, Regno Unito e Arabia Saudita, ha un costo unitario di 73,9 milioni di dollari (62,9 milioni di euro), il francese Dassault Rafale M si aggira sulla stessa cifra con 67,9 milioni di dollari, mentre lo svedese Saab Jas-39C Gripen 68,9. L’aereo dal costo unitario più caro della storia risulta essere uno dei primi caccia stealth in assoluto: lo sfortunato F-22 Raptor: si stima si aggiri tra i 177 e i 180 milioni di dollari.

Insomma, intorno all’F-35, per via della sua travagliata gestazione, continuano a circolare voci che contribuiscono ancora oggi a rendere pessima la sua reputazione: per alcune c’è sempre un fondo di verità, del resto il protrarsi delle problematiche tecniche è ben noto, ma altre, come quella dell’essere il caccia più caro della storia, non lo sono affatto.

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Per quanto riguarda l’efficacia della sua invisibilità, la prova sarà il campo di battaglia, anche se pare che gli Adir israeliani abbiano avuto già modo di sperimentare cieli ostili senza essere visti (e quindi senza le lenti di Luneburg che aumentano la segnatura radar con le quali volano solitamente), quindi al momento possiamo solo dire che, sulla carta, la “stealthness” dell’F-35 è la migliore sul mercato (perfino esasperata), soprattutto se paragonata a quella del russo Su-57 e del cinese J-20, ma per le costruzioni “orientali” si tratta probabilmente di precise scelte progettuali.


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Re: F-35 Lightning II: sviluppo, test e valutazioni

Messaggio da Phant » 18 settembre 2020, 18:54

Aviation-report.com ha scritto:
Il Pentagono assegna a Lockheed Martin il potenziamento della FACO di Cameri, il sito di produzione italiano degli F-35

Con un contratto dell’11 settembre 2020, il Pentagono ha assegnato alla Lockheed Martin il potenziamento della FACO – Final Assembly and Check Out di Cameri, il sito di produzione italiano dei caccia stealth di quinta generazione F-35 Joint Strike Fighter.

Nel dettaglio il contratto di poco più di 9 miliardi di dollari del Dipartimento della Difesa americano per il potenziamento della FACO di Cameri, comprende “manodopera, pianificazione degli ordini di modifica ingegneristica, attività di installazione e supporto” in particolare per le attività di “modifica, riparazione, revisione e aggiornamento regionale per gli F-35 destinati al governo italiano”. I lavori finanziati dal contratto saranno realizzati per l’85% nello stabilimento di Novara (il restante 15% a Fort Worth, in Texas), con completamento del potenziamento previsto entro la fine dell’anno.

Lockheed Martin Corp., Lockheed Martin Aeronautics Co., Fort Worth, Texas, is awarded a $9,049,721 modification (P00004) to cost-plus-fixed-fee order N00019-20-F-0571 against previously issued basic ordering agreement N00019-19-G-0008. This modification provides labor, engineering change order planning, installation and site support activities to operate the Cameri Regional Modification, Repair, Overhaul and Upgrade facility for F-35 aircraft for the government of Italy. Work will be performed in Cameri, Italy (85%); and Fort Worth, Texas (15%), and is expected to be completed by December 2020. Non-Department of Defense funds in the amount of $9,049,721 will be obligated at time of award, none of which will expire at the end of the current fiscal year. The Naval Air Systems Command, Patuxent River, Maryland, is the contracting activity.

Per l’Italia questo contratto conferma la fiducia nell’Italia e la crescita per i ritorni occupazionali ed economici della partecipazione italiana al programma F-35, che, come sappiamo, spesso è finito al centro dell’attenzione politica e dei media. L’adesione al programma Joint Strike Fighter si regge sull’esigenza di sostituire le ormai anziane linee tattiche di caccia formate dai Tornado, dagli AMX e dagli Harrier e sui rapporti con la NATO e con gli Stati Uniti.

Co-gestita da Leonardo e Lockheed Martin, per conto del Ministero della Difesa italiano, la FACO di Cameri è ubicata presso il sedime aeroportuale dell’Aeronautica Militare. Insieme alla FACO di Nagoya in Giappone, sono le uniche unità produttive al di fuori degli Stati Uniti a produrre gli aerei di quinta generazione. Oggi Cameri è il sito di produzione degli F-35, versione A e B, italiani, degli F-35A olandesi e delle sezioni alari per tutta la flotta mondiale.

Sono 6 gli F-35A olandesi e 12 F-35A più 3 F-35B italiani i velivoli stealth di Lockheed Martin già usciti dalla linea di produzione della FACO di Cameri. Ricordiamo che sono 60 gli aerei F-35A a decollo convenzionale ordinati dal Ministero della Difesa per l’Aeronautica Militare, oltre a 30 F-35B a decollo corto ed atterraggio verticale destinati sia all’Aeronautica Militare che alla Marina Militare per un totale di 90 macchine, quantità tagliata nel 2021 dalle iniziali 131 macchine previste.

Durante i primi passi del programma JSF – Joint Strike Fighter, l’Italia prevedeva di ricevere 131 velivoli: 79 F-35A e 30 F-35B per l’Aeronautica Militare, e 22 F-35B che sarebbero stati commissionati dalla Marina Militare per essere imbarcati sulla portaerei “Cavour” e sulla futura nave d’assalto anfibia “Trieste”. Con una decisione presa dall’ex governo Monti nel 2012, il piano di acquisizione fu ridotto a 60 F-35A e 30 F-35B, 15 per ciascuna delle due forze armate.

F-35 italiani prodotti a Cameri

Per quanto riguarda l’Italia, l’acquisto del lotto 14 è stato precisato e dettagliato nel DPP – Documento Programmatico Pluriennale 2019-2021 della Difesa, dove è riportato il programma d’acquisto di 28 velivoli (versioni A e B) fino al 2022. Per i lotti successivi dal 2023 in poi è stato il ministro Lorenzo Guerini, lo scorso mese di maggio, a dare il via libera per finalizzare il piano di acquisto totale dei 90 velivoli previsti ad oggi per la difesa italiana.

Inutile ribadire che 90 macchine sono poche per sostituire tre linee da combattimento, inutile raccontare le sterili polemiche ideologiche, politiche ed elettorali o le prese di posizione dogmatiche sulla spesa destinata all’acquisto degli F-35, macchina oggi indispensabile alla difesa sia in termini di capacità operativa sia in termini di ritorno economico per l’industria italiana.

Stato della flotta mondiale degli F-35 (settembre 2020)

Più di 555 F-35 sono stati consegnati in tutto il mondo a partire da ottobre 2019 e l’approvazione a marzo 2021 della produzione a pieno regime consentirebbe alla Lockheed Martin di iniziare a produrre fino a 160 aeromobili all’anno entro il 2023. La decisione della produzione a pieno ritmo segnerebbe la fine formale della fase di sviluppo iniziale dell’F-35 e spianerebbe la strada al Pentagono per chiedere al Congresso il permesso di acquistare l’F-35 in lotti pluriennali. Questo consentirebbe ulteriori riduzioni di prezzo. I contratti pluriennali sono vietati fino a quando un importante sistema d’arma non è ritenuto maturo.

Ad oggi 8 servizi hanno dichiarato la IOC, la capacità operativa iniziale, 24 basi aeree su terra e su mare sono operative, 9 nazioni utilizzano il velivolo dal loro territorio, più di 1145 piloti e più di 9535 manutentori e tecnici abilitati ad operare con il velivolo, più di 317.000 ore di volo. L’Italia in particolar modo ha raggiunto già le 5000 ore di volo con i suoi F-35 del 32° Stormo di Amendola dell’Aeronautica Militare.

Ad oggi il prezzo di un F-35A del lotto di produzione a basso rateo LRIP 14 era di 77,9 milioni di dollari, la versione STOVL (F-35B) aveva un costo di 101,3 milioni mentre un F-35C, la versione CATOBAR, ha un prezzo fissato in 94,4 milioni di dollari.


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Re: F-35 Lightning II: sviluppo, test e valutazioni

Messaggio da Phant » 15 ottobre 2020, 2:34

Insideover.com ha scritto:
Ecco come l’F-35 si connette al network del campo di battaglia

Durante una recente esercitazione dell’esercito degli Stati Uniti effettuata nel poligono di Yuma (Arizona), un F-35B del Corpo dei Marines è stato connesso al network di comunicazione del campo di battaglia consentendo al velivolo di ricevere i dati di individuazione degli obiettivi (targeting) dai satelliti e di inviarli alle truppe a terra.

L’esercitazione è stata svolta in seno al Project Convergence, un programma “di apprendimento” per interconnettere gli armamenti e le capacità con le quali si prevede di combattere negli anni 2030 (e oltre) in un network unico.

L’intento finale, infatti, è quello di dare priorità all’integrazione nell’esercito del maggior numero possibile di capacità tecnologiche avanzate (Intelligenza Artificiale – Ia, robot autonomi ecc) e di metterle “a sistema” durante manovre che tengono presente il nuovo concetto di combattimento multidominio delle operazioni (Mdo – Multi Domani Operations).

Nello specifico l’U.S. Army è particolarmente focalizzato su tre fasi chiave delle Mdo: la penetrazione e neutralizzazione dei sistemi nemici a lungo raggio e l’ingaggio delle forze di manovra nemiche da distanze operative e strategiche, la neutralizzazione dei sistemi A2/Ad del nemico eliminando gli assetti a lungo e corto raggio, e infine sfruttare la libertà di manovra così conseguita per sconfiggere le forze avversarie.

Un piano molto importante il Project Convergence dell’esercito americano. Un piano che originariamente non prevedeva l’utilizzo degli F-35, ma il velivolo “prestato” dai Marines ha dimostrato le enormi potenzialità della macchina.

È stato dimostrato, infatti, di poter utilizzare i dati di targeting provenienti dai sensori di un F-35 per organizzare il fuoco terreste. Come già accennato sono stati anche utilizzati assetti in orbita e capacità di intelligenza artificiale per sintetizzare i dati e quindi fornirli all’F-35.

L’integrazione sensoristica – la capacità cioè di prendere i dati dai sensori e dal radar dell’F-35 e combinarli con le informazioni di altri F-35 – è considerata uno dei tratti distintivi dei caccia di quinta generazione e un punto di forza del Joint Strike Fighter: un caccia è in grado di essere una piattaforma volante che riceve e trasmette dati raccolti in tempo reale comunicandoli non solo agli altri velivoli, ma anche agli altri assetti sul campo di battaglia come satelliti, unità navali, centri di comando sino al singolo soldato. Tuttavia, l’esercito statunitense ha iniziato solo ora a sperimentare l’utilizzo dell’F-35 per mettere a sistema i dati raccolti da più piattaforme gestite da attori diversi.

Tornando all’esercitazione effettuata per il Project Covergence, quella prima connessione tra piattaforme diverse ha dimostrato non solo la flessibilità della rete tattica dell’esercito americano, ma anche il successo che le Forze Armate possono conseguire quando “mettono in rete” sistemi diversi.

Nello specifico, i satelliti hanno raccolto le immagini del campo di battaglia simulato per poi inviarle a una stazione di terra Titan simulata situata nello stato di Washington. Da lì, le immagini sono state analizzate da un sistema di intelligenza artificiale, chiamato Prometheus, che ha scansionato e unito quelle immagini per rilevare minacce e creare dati di targeting. Questi sono poi stati inviati al poligono di Yuma tramite comunicazioni satellitari tattiche. Quindi i dati sono arrivati all’F-35B tramite il collegamento dati Link 16. I sistemi d’arma di bordo del velivolo hanno quindi incamerato le informazioni sulla minaccia e consentito al pilota di rispondere in modo adeguato e rapido.

Sostanzialmente, e per la prima volta in assoluto secondo quanto riferiscono gli esperti militari dell’U.S. Army, gli operatori sono stati in grado di utilizzare il network di comunicazione avanzato per fornire a un pilota di F-35 tutti i dati di un bersaglio derivanti da immagini satellitari processate utilizzando un’intelligenza artificiale.

Si tratta di un evento che certifica, una volta di più, la capacità dell’F-35 di essere un velivolo rivoluzionario che, se usato secondo i suoi parametri di impiego, sarà un vero e proprio game changer dei conflitti del presente e dell’immediato futuro. I sensori del cacciabombardiere e la sua capacità di connettersi con altri sistemi sul campo di battaglia (se dotati di Link 16 o simili), ovvero di comunicare in tempo reale con essi scambiando informazioni, permettono all’F-35 di gestire al meglio lo scenario di combattimento e danno al pilota una situational awareness (consapevolezza della situazione) mai vista prima, tanto che sappiamo che il caccia è stato usato, più di una volta, come “velivolo Awacs” da Israele durante i suoi raid sulla Siria col compito di coordinare i bombardamenti effettuati dagli F-16 ed F-15 della Iaf.

Anche durante l’esercitazione in Arizona l’esercito è stato in grado di utilizzare il caccia come una piattaforma sensoristica volante che ha passato i dati di targeting ad altri assetti sul campo.

Unendo i dati satellitari con quelli raccolti dagli strumenti elettronici di bordo, l’F-35B ha identificato una potenziale minaccia e ha trasmesso le informazioni attraverso il sistema di comunicazione Link 16. Successivamente gli operatori dell’esercito, attraverso l’intelligenza artificiale Firestorm, hanno trovato la miglior unità a terra possibile per colpire il bersaglio. Nello specifico è stata coinvolta una piattaforma di artiglieria con cannoni a gittata estesa per colpire il bersaglio oltre la linea di visuale.

L’F-35, quindi, vede finalmente la sua integrazione nel campo di battaglia pur considerando le difficoltà, ancora presenti, che ha a comunicare con i diversi assetti: l’Usaf, ad esempio, sta mettendo a punto un sistema radio di interconnessione dati tra F-35 ed F-22 che dovrebbe essere pronto a condurre il suo primo test entro la fine dell’anno.


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Re: F-35 Lightning II: sviluppo, test e valutazioni

Messaggio da Phant » 19 ottobre 2020, 19:34

Aviation-report.com ha scritto:
I primi velivoli di quinta generazione F-35B sono stati dotati del nuovo sistema ODIN

Per la prima volta i Lockheed Martin F-35 sono stati dotati del nuovo hardware ODIN – Operational Data Integrated Network, un primo passo per sostituire il travagliato sistema di supporto del caccia stealth di quinta generazione.

Uno squadrone di F-35B del Corpo dei Marines degli Stati Uniti basati presso la base aerea di Yuma in Arizona ha ricevuto il nuovo sistema il 29 settembre scorso, ha annunciato il 9 ottobre 2020 l’F-35 JPO – Joint Program Office. Un velivolo F-35B con il nuovo hardware ODIN è andato in volo lo stesso giorno, mentre il giorno successivo sono stati effettuati altri quattro voli con l’hardware a bordo.

Il sistema ODIN, basato su cloud, sostituirà l’ALIS – Autonomic Logistics Information System dell’F-35 che gestisce la diagnostica, la manutenzione, la catena di approvvigionamento e tracciamento dei pezzi di ricambio, le operazioni di volo e l’addestramento. L’ODIN dovrebbe raggiungere la piena capacità operativa da dicembre del 2022.

L’ALIS nel corso del suo sviluppo ed utilizzo ha incontrato vari problemi e non è riuscito a soddisfare le aspettative. A gennaio 2020, il GAO – US Government Accountability Office aveva dichiarato in un rapporto che il sistema aveva ancora 4.700 carenze da risolvere. Tali problemi includevano dati inesatti o mancanti, difficoltà nell’implementazione del sistema, necessità di più personale del previsto, un processo di risoluzione dei problemi inefficiente, una scarsa esperienza utente, applicazioni immature, una formazione inefficace e falle nel software che lo hanno reso oggetto di attacchi informatici.

Gli F-35B con hardware ODIN stanno utilizzando anche l’ultima release del software ALIS, ma sono progettati per ospitare le future applicazioni ODIN. “I test delle prestazioni di ODIN hanno mostrato una riduzione del carico di lavoro amministrativo e tempi di elaborazione significativamente ridotti rispetto ai server ALIS, più del 50% in meno, riducendo il carico di lavoro dei manutentori e rendendo più veloci le interazioni con il sistema“, afferma il JPO. Il sistema dovrebbe essere più facile da aggiornare con nuove funzionalità e contribuirà ad aumentare il tasso di capacità di missione degli F-35.

Inoltre la parte a terra di ODIN si inserisce “comodamente” in due valigie trasportabili delle dimensioni di un bagaglio a mano, invece di un rack informatico con moduli di alimentazione di backup di ALIS. Il JPO afferma che può essere spostato più facilmente perchè pesa soli 32 kg rispetto ai 363 kg di ALIS.

“Diversamente da ALIS, ODIN è uno sviluppo guidato dall’F-35 Joint Program Office che fa leva su partner governativi e industriali come Kessel Run, il 309th Software Engineering Group, il Naval Information Warfare Center, Lockheed Martin e Pratt and Whitney“, ha confermato il Generale Eric Fick, F-35 Programme Executive Officer dell’USAF. “L’ODIN sfrutterà le pratiche di sviluppo e di delivery del software agile potenziato da Kessel Run e gli investimenti di Lockheed Martin per migliorare l’affidabilità della flotta di F-35 e per aumentare e mantenere un alto tasso di prontezza al fine di soddisfare i requisiti operativi“.

L‘Air Force Life Cycle Management Center Detachment 12, Kessel Run, è un’unità di sviluppo software dell’US Air Force, un’unità operativa con la missione di rivoluzionare il modo e i metodi utilizzati per acquisire e mettere in campo soluzioni software per i velivoli da combattimento. La loro metodologia utilizza lo sviluppo agile del software un termine generico per un insieme di strutture e pratiche basate sui valori e sui principi espressi nel Manifesto per lo sviluppo agile del software e sui 12 Principi che ne sono alla base. Rispetto ai modelli di sviluppo tradizionali del software, la metodologia agile propone un approccio meno strutturato e focalizzato sull’obiettivo di consegna al cliente, in tempi brevi e con maggiore frequenza software funzionante e di qualità.


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Re: F-35 Lightning II: sviluppo, test e valutazioni

Messaggio da Phant » 25 ottobre 2020, 18:43

Aviation-report.com ha scritto:
Pratt & Whitney si aggiudica un contratto di 1.5 milioni di dollari per l’ammodernamento del motore F135 utilizzato dagli F-35

Pratt & Whitney, una divisione di Raytheon Technologies Corp., ha annunciato di aver ricevuto un contratto da 1,5 milioni di dollari per condurre uno studio di modernizzazione sul motore F135 ed una valutazione operativa da parte del F-35 Joint Program Office per determinare i requisiti di crescita specifici del sistema di propulsione per gli aeromobili F-35 del Blocco 4.2 e oltre. Lo studio dovrebbe concludersi a marzo 2021.

“Questo contratto è obiettivo significativo per il programma e il caccia stealth di quinta generazione, poiché cerchiamo di garantire che il sistema di propulsione F135 continui a fornire la base per tutti i requisiti di capacità dei velivoli durante l’intero ciclo di vita dell’F-35“, ha affermato Matthew Bromberg, presidente della divisione Motori militari di Pratt & Whitney. “Guardando al futuro, la crescita della capacità dei velivoli deve essere soddisfatta con una modernizzazione adeguata della propulsione. Fortunatamente, l’F135 ha un ampio margine di progettazione per supportare aggiornamenti agili e convenienti che consentiranno a tutti gli operatori dell’F-35 di tenere il passo con gli ambienti di minaccia in evoluzione“.

In base a questo contratto, Pratt & Whitney valuterà i miglioramenti del motore F135 necessari per supportare i futuri requisiti di capacità del sistema d’arma F-35 su tutte le varianti del velivolo di quinta generazione a partire dal blocco 4.2. L’ambito della valutazione si concentra sui miglioramenti volti a migliorare la spinta verso l’alto e verso l’esterno, la spinta del sollevatore elettrico, la capacità di gestione della potenza e delle emissioni termiche e la riduzione del consumo di carburante.

Progettato con la consapevolezza che gli ambienti operativi si evolveranno e le minacce avanzeranno, l’F135 è predisposto per soddisfare i futuri requisiti di capacità dell’F-35. Il suo design modulare e l’architettura digitale avanzata consentono lo sviluppo agile e l’inserimento a spirale di aggiornamenti sia hardware che software. Come parte dello studio, l’organizzazione GatorWorks di Pratt & Whitney completerà la progettazione concettuale e l’analisi di più opzioni di crescita del F135 Engine Enhancement Package (EEP) con piani di aggiornamenti graduali.

Sfruttando significativi investimenti del governo degli Stati Uniti e di Pratt & Whitney nelle tecnologie di propulsione adattiva di prossima generazione, l’approccio EEP di Pratt & Whitney offre opzioni di aggiornamento a basso rischio a varianti comuni per l’F135 che forniscono prestazioni migliorate in linea con la strategia di sviluppo e fornitura di capacità continue C2D2 – Continuous Capability Development and Delivery del programma e fungere da abilitatore fondamentale per la futura crescita delle capacità del sistema d’arma F-35.

L’F135, collaudato in combattimento, è il motore militare operativo più avanzato al mondo, che offre il 26% in più di spinta, il 116% in più di portanza e oltre il 300% di aumento della potenza e della gestione termica rispetto ai motori militari per caccia di quarta generazione, il tutto con un dimostrato tasso di capacità di missione superiore al 94%.

L’aereo da caccia F-35 Lightning II di Lockheed Martin è un aereo da combattimento monoposto, multiruolo, stealth e monomotore e il suo motore Pratt & Whitney F135 è utilizzato in tutte e tre le varianti: F-35A CTOL (Conventional Takeoff and Landing), F-35B STOVL (Short Takeoff and Vertical Landing) e F-35C CV (Carrier Variant). L’F135 offre oggi la migliore affidabilità della categoria e si è evoluto dal collaudato motore F119 che alimenta esclusivamente l’F-22 Raptor della US Air Force.

“Costruito su decenni di esperienza di propulsione per il combattimento, l’F135 fornisce al caccia steatlh un vantaggio tecnologico fondamentale sugli avversari a un valore economico senza precedenti“, ha affermato Bromberg. “Con più di 40.000 libbre. di spinta, bassa osservabilità, gestione termica di livello elevato e sistema di controllo del motore innovativo, l’F135 è un apparato critico del sistema d’arma F-35 e delle operazioni condotte in ambienti di minaccia avanzati – un elemento centrale della difesa.“


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