Gli F-35 svizzeri

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Gli F-35 svizzeri

Messaggio da Phant » 3 dicembre 2011, 17:45

Difesanews.it ha scritto:
La Svizzera sceglie il Gripen

Il Governo svizzero ha selezionato il Gripen di Saab quale nuovo caccia multiruolo per l’Aeronautica elvetica, scartando i contendenti più temibili come l’Eurofighter Typhoon, di cui sono dotati tutti i paesi confinanti tranne la Francia, e il Rafale di Dassault, desiderosa di piazzare il primo ordine export per il suo cacciabombardiere.

Saab fornirà 22 JAS-39E/F, basati sul nuovo pacchetto NG, quali sostituti dei vecchi F-5 Tiger, più servizi di addestramento e supporto, con prime consegne previste nel 2015. La ratifica formale dell’accordo avverrà dopo approvazione parlamentare a fine 2012.

Oltre al prezzo finale e ai bassi costi per ciclo di vita (in 30 anni), la società svedese ha puntato tutto sulla cooperazione industriale spinta con le industrie locali della Confederazione, una strategia rivelatasi utile anche in passato e ormai determinante nello stabilire la vittoria nelle gare internazionali. Il costo dell’intero affare si aggira sui 2.44 miliardi di euro, mentre le negoziazioni nel dettaglio circa il trasferimento di lavoro e tecnologia partiranno immediatamente, compresa la discussione su dove avverrà l’assemblaggio finale dell’aereo, che verrà affidato alla RUAG.

Il risultato ottenuto da inoltre ulteriore forza alla proposta di SAAB nella gara brasiliana F-X2, e aumenta la possibilità di ordini da parte di quel gruppo di paesi europei che deve rinnovare la propria linea caccia nei prossimi anni, come Croazia, Bulgaria, Repubblica Ceca (già utilizzatore), Romania, Serbia, Slovacchia e Polonia.

Il caccia Gripen, nelle varie versioni, è in servizio nelle aviazioni militari di Svezia, Repubblica Ceca, Ungheria, Sudafrica e Thailandia. L’Empire Test Pilot School (ETPS) del Regno Unito utilizza il Gripen quale piattaforma di addestramento per i piloti collaudatori.



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Re: Gli F-35 svizzeri

Messaggio da Phant » 19 maggio 2014, 19:27

Analisidifesa.it ha scritto:
Il referendum svizzero boccia il Gripen

Lo stanziamento di 3,1 miliardi di franchi svizzeri in undici anni per finanziare l’acquisto di 22 cacciabombardieri Saab JAS 39 Gripen è stato respinto nella Confederazione elvetica dal referendum popolare con il 53,4%.

La bocciatura del finanziamento rappresenta una vittoria per la sinistra e il mondo pacifista elvetico forti soprattutto nel Ticino e nei cantoni francofoni dove infatti gli elettori si sono espressi a larga maggioranza contro l’acquisto del velivolo che doveva rimpiazzare 54 vecchi F-5E Tiger mentre i cantoni germanofoni si sono espressi in favore dell’acquisto.

Secondo il governo elvetico, e in particolare il suo ministro della Difesa Uli Maurer, è in gioco la sicurezza del paese e la capacità delle forze armate di far fronte a eventuali minacce. Ma per i contrari la spesa era una scelta irragionevole dal punto di vista finanziario e superflua dal punto di vista della sicurezza: calcolando l’acquisto, l’esercizio e le revisioni, i Gripen sarebbero costati circa 10 miliardi di franchi, in un momento in cui si prevedono tagli di risorse per la previdenza, la formazione e la svolta energetica.

Il referendum non prolungherà la vita utile degli F-5E e lascerà la difesa aerea svizzera sulle spalle di 34 F/A-18. Nei giorni scorsi era balenata l’ipotesi di trovare soluzioni alternative come il leasing dei velivoli svedesi. Ipotesi poi smentite dal ministro Maurer.


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Re: Gli F-35 svizzeri

Messaggio da Phant » 14 giugno 2017, 0:21

Analisidifesa.it ha scritto:
La Svizzera ha bisogno di un nuovo cacciabombardiere

La Svizzera starebbe valutando l’acquisto di nuovi caccia, dopo la bocciatura referendaria del 18 maggio 2014 dell’acquisto di 22 Saab Gripen, volto sostituire la flotta di Boeing McDonnell Douglas F/A-18 C/D Hornet e Northrop F-5 Tiger ritenuta non più adeguata alle esigenze del paese.

La raccomandazione del gruppo di esperti incaricato nel 2016 dal Consiglio federale prevede che i velivoli vengano acquistati attingendo al normale budget delle forze armate escludendo in tal modo stanziamenti ad hoc che potrebbero indurre all’effettuazione di un nuovo referendum popolare.

Il numero di caccia dipenderebbe dal modello scelto e varierebbe da 20 a 70 unità, con costi totali compresi fra i 4 e 14 miliardi di franchi. Il budget potrebbe, inoltre, crescere di un miliardo nel caso in cui venisse aggiunto un sistema di difesa terra-aria. Secondo la stampa elvetica l’acquisto riveste carattere d’urgenza poichè in caso contrario la Svizzera non sarebbe più in grado di difendere il proprio spazio aereo.

Alternative quali maggiore cooperazione internazionale e uso di velivoli a controllo remoto (UAV) sarebbero state invece scartate. La scelta del modello dei nuovi caccia dovrebbe avvenire nel 2020 mentre i primi stanziamenti e l’inizio delle consegne sarebbe invece previsti per il 2022 e il 2025. (IT log defence)


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Re: Gli F-35 svizzeri

Messaggio da Phant » 25 aprile 2019, 19:41

Analisidifesa.it ha scritto:
Gara a 5 per il nuovo caccia elvetico

L’Aeronautica svizzera riprova a dotarsi di nuovi caccia dopo l’esito negativo del referendum del 2014 e potrebbe puntare nuovamente sul caccia svedese Saab JAS 39 Gripen per rinnovare la sua flotta di aerei da combattimento sostituendo gli F-5E Tiger II e gli F/A-18A/B Hornet oggi in servizio.

La gara per il Programma Air 2030, che comprende anche un nuovo sistema missilistico antiaereo, prevede 10 settimane di test effettuati da piloti svizzeri già addestrati su simulatori sui cinque velivoli offerti a Berna da diversi produttori: oltre al Gripen (dato da molti per favorito), il Boeing F-18E/F Super Hornet, il Lockheed Martin F-35A Lightning II, il Dassault Rafale e l’Eurofighter Typhoon.

Questi ultimi, nella versione Tranche 3 della Royal Air Firce britannica, sono i primi ad aver iniziato i test sulla base aerea svizzera di Payerne. Berna prevede al momento di acquistare una quarantina di velivoli e ha stanziato per l’intero Programma Air 2030 (quindi aerei più batterie missilistiche) 7 miliardi di franchi svizzeri (cifra simile anche in euro) contro i 3,1 previsti per 22 Gripen nel programma tramontato cinque anni or sono in cui non erano però previste anche batterie di missili da difesa aerea.

Il vincitore della gara dovrebbe essere reso noto l’anno prossimo e le consegne sono previste a partire dal 2025.


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Re: Gli F-35 svizzeri

Messaggio da Phant » 30 maggio 2019, 1:56

Aviation-report.com ha scritto:
Svizzera Air2030: il candidato Super Hornet

Le prove in aria e al suolo dei cinque aviogetti da combattimento candidati per il programma svizzero Air2030 si stanno svolgendo presso la base aerea di Payerne, iniziati ad aprile termineranno a giugno. Sull’aerodromo militare svizzero, i velivoli saranno sottoposti a severe verifiche in merito alle proprie caratteristiche e alla loro performance.

Da aprile a giugno 2019 Payerne sarà teatro di un’importante e rigorosa campagna di test valutativi nei quali si vedranno sfidare ben 5 concorrenti attraverso varie fasi di analisi e di prova, per quello che sarà indetto come l’erede del F/A-18 Hornet e del F-5 Tiger II.

Dopo l’esito negativo del referendum elettorale del 2014 che ha visto bocciare l’acquisto di 22 caccia Saab Gripen con oltre il 50% dei voti a sfavore, l’aeronautica militare svizzera messa ormai ancor più alle strette da esigenze tecniche sempre più impellenti, ha deciso di riprovarci.

Con gli Hornet ormai verso la fine della vita operativa e i rimanenti Tiger F-5 che possono essere impiegati solo durante il giorno e con ottime condimeteo e che verranno ritirati dal servizio entro quest’anno, il Consiglio federale ha autorizzato il DDPS in data 8 novembre 2017 a pianificare l’acquisto di nuovi aerei da combattimento e di mezzi di difesa terra-aria per l’intero Programma Air 2030 (velivoli più batterie missilistiche) 8 miliardi di franchi svizzeri.

Mentre il 23 marzo 2018 il DDPS aveva definito i requisiti che i nuovi sistemi d’arma avrebbero dovuto soddisfare, il 25 gennaio 2019 i cinque candidati hanno presentato ad Armasuisse le loro offerte per nuovi aviogetti da combattimento: Eurofighter (Airbus, Germania), F/A-18 Super Hornet (Boeing, USA), Rafale (Dassault, Francia), F-35A (Lockheed-Martin, USA) e Gripen E (Saab, Svezia).

La gara prevede ben 10 settimane di test complessivi effettuati dai piloti svizzeri che già si sono addestrati a bordo dei relativi simulatori dei velivoli offerti. Berna al momento ha in previsione l’acquisto di una quarantina dii velivoli e ha stanziato ben 8 miliardi di franchi, a fronte dei 3,1 necessari per i 22 Gripen inclusi nel programma tramontato cinque anni or sono, nel quale però non era previsto il sistema di difesa aerea.

La difesa aerea svizzera oggi è incentrata su una rete di sensori, stazioni radar, due dozzine di cannoni anti-aerei Oerlikon da 35mm ed un centinaio di lanciatori FIM-92 Stinger. A questi sistemi “terrestri” si aggiungono i caccia multiruolo McDonnell-Douglas (ora Boeing) F/A-18 Hornet e i vecchi caccia leggeri Northop F-5E Tiger II in servizio dal 1978 i quali hanno partecipato per l’ultima volta alle esercitazioni di tiro di Axalp 2018, 40 anni dopo la sua entrata in servizio.

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A causa della loro vetusta, questi velivoli possono essere impiegati per il servizio di Air Policing esclusivamente durante il giorno e soltanto in condizioni meteo con buona o ottima visibilità. Nel caso poi in cui dovessero far fronte ad un avversario dotato di un sistema d’arma tecnologicamente più avanzato, non avrebbero alcuna possibilità di successo. Nel caso dei sistemi di difesa terra-aria (DTA) poi, esiste già da lungo tempo una lacuna per quanto riguarda la difesa a lunga gittata.

La disponibilità dei velivoli della flotta di F/A-18 della Swiss Air Force è attualmente ridotta ma il Parlamento ha approvato il prolungamento della durata di utilizzazione della flotta di F/A-18 da 5000 a 6000 ore per ogni singolo velivolo per poter svolgere fino al 2030 l’attività di protezione dello spazio aereo elvetico. Di conseguenza oggi le Forze aeree Svizzere dispongono di un minor numero di velivoli per il servizio di volo. Attualmente sono disponibili 10 dei complessivi 30 F/A-18, e l’obiettivo è di averne 12 entro la conclusione del programma di risanamento prevista per il 2024. Secondo l’aeronautica militare svizzera i velivoli F/A-18 disponibili sono tuttavia sufficienti a garantire in qualsiasi momento il servizio di polizia aerea come pure le operazioni per la protezione di conferenze ed eventi.

La prova dei candidati è iniziata ad aprile e viene svolta in ordine alfabetico in base al nome del costruttore:

  • Airbus, Germania, Eurofighter: conclusa nelle settimane 15 e 16
  • Boeing, USA, F/A-18 Super Hornet: nelle settimane 17 e 18
  • Dassault, Francia, Rafale: nelle settimane 20 e 21
  • Lockheed Martin, USA, F-35A: nelle settimane 23 e 24
  • Saab, Svezia, Gripen E: nelle settimane 25 e 26?
  • Il vincitore della gara dovrebbe essere reso noto l’anno prossimo mentre le consegne sono previste a partire dal 2025. A vincere non sarà il miglior caccia, ma quello ritenuto più adatto alle esigenze della forza armata.


Nei giorni di volo messi a disposizione per ognuno dei 5 candidati sono previste complessivamente 8 missioni, delle quali una notturna (in ogni caso prima della mezzanotte), con uno o due apparecchi. Prima dello svolgimento effettivo delle prove in aria e al suolo verrà effettuato un volo introduttivo durante il quale i piloti potranno prendere familiarità con lo spazio aereo svizzero. Nei giorni festivi e nei fine settimana invece non sarà effettuata alcuna attività volativa.

Il calendario previsto per i voli notturni è il seguente (tra parentesi le date di riserva):

lunedì, 15/04/2019 (16/04/2019) CONCLUSA
lunedì, 29/04/2019 (30/04/2019)
lunedì, 20/05/2019 (21/05/2019)
giovedì, 06/06/2019 (11/06/2019)
mercoledì, 26/06/2019 (27/06/2019)

Nei test verranno verificate le caratteristiche di performance dei vari vari aerei, quelle di stability & control (flying qualities and handling qualities), i systemi (avionica, sensori, armamento…) e quanto specificato nelle varie offerte presentate dai produttori.

Per ognuno dei partecipanti le Forze Aeree svizzere, sempre nella loro grande trasparenza, hanno organizzato una giornata dedicata appositamente ai media (la mattina) e agli spotter (il pomeriggio) affinchè si possa assistere di persona ai test e fotografare da vicino e in action i vari velivoli.

Le prove disposte in ordine alfabetico con l’iniziale del costruttore sono cominciate lo scorso 9 aprile, con il test di prova del Typhoon del consorzio Airbus Eurofighter. Per l’occasione nella base di Payerne sono giunti appositamente 2 EFA di Tranche 3 (1 monoposto e 1 biposto) del 41° Test and Evaluation Squadron della RAF, che rappresentano al momento la configurazione più avanzata possibile del caccia. La giornata organizzata per media e spotter si è tenuta lo scorso 12 aprile mentre il 16 gli aerei sono stati ospiti a Meiringen per le prove di accesso all’hangar in sotterraneo.

Il Boeing F/A-18E/F Super Hornet Block III

Il 30 aprile 2019 abbiamo partecipato alla giornata per la stampa organizzata per la presentazione del velivolo americano Boeing F/A-18E/F Super Hornet Block III del quale due esemplari biposto (169653/251 e 169654/250) sono giunti in Svizzera accompagnati da un tanker KDC-10 della Omega Air Refueling. Alla presentazione erano presenti Dan Gillian vice-presidente del programma Boeing Super Hornet & Growler e il Comandante della US Navy Strike Fighter Wing Atlantic Capitano Kevin McLaughlin (con all’attivo più di 3700 ore di volo e 875 atterraggi su 10 differenti portaerei) che ha dichiarato che il Super Hornet è stato già testato in combattimento ed è in grado di competere e vincere in qualunque scenario aria-aria.

La presentazione della Boeing tra le potenzialità del Super Hornet ha messo in luce soprattutto i vantaggi che le forze aeree svizzere avrebbero nell’acquistare il velivolo “fratello maggiore” dell’attuale Hornet legacy in servizio.

  • facilità di transizione dei piloti e dei manutentori
  • il raggiugimento in tempi più brevi, rispetto ai competitors, della Initial Operational Capability
  • il recupero del 60% di mezzi, materiali ed infrastrutture già in uso presso le forze aeree svizzere
  • riutilizzo dello stesso armamento già in uso con il legacy Hornet
  • minimo upgrade delle infrastrutture esistenti a costi contenuti
  • 560 velivoli Super Hornet consegnati
  • vita operativa delle cellule portata da 6000 a 10000 ore
  • costo operativo per ora di volo più basso di tutti gli altri velivoli da combattimento americani
  • Sicuramente il Super Hornet ha delle notevoli carte da giocare nella gara svizzera e il fatto di essere un upgrade del velivolo già in uso sarà valutato in maniera molto positiva non solo per quanto riguarda le prestazioni ma anche per quanto riguarda i costi di gestione e di inserimento in servizio.


Oggi e per i decenni prossimi il Super Hornet sarà la spina dorsale dei gruppi aerei imbarcati della Marina degli Stati Uniti. Collaudato in combattimento, offre capacità multiruolo all’avanguardia, di nuova generazione, potendo sovrastare le minacce attuali ed emergenti anche in futuro. Costruito dal team industriale di Boeing, Northrop Grumman, GE Aviation e Raytheon, il Super Hornet fornisce capacità di combattimento e tecnologiche allo stato dell’arte. La sua suite di sistemi integrati e di networking offre maggiore interoperabilità e supporto per le forze di terra e ai comandi in teatro operativo.

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Due versioni del Super Hornet, il modello E monoposto e il modello F biposto, sono attualmente in produzione e in servizio in tutto il mondo con la US Navy che lo utilizza dal giugno del 2001 in nove U.S. Navy Carrier Air Wings e trenta Squadrons. La Royal Australian Air Force opera attualmente con 24 velivoli del modello biposto del Super Hornet e con 11 (su 12 ordinati) EA-18G Growler, il derivato per la guerra elettronica e anti-radar, mentre la Kuwait Air Force ha selezionato il Super Hornet e opererà con 28 velivoli tra monoposto e biposto.

Nell’aprile 2005, Boeing ha consegnato il primo Block II Super Hornet, completo del primo radar tattico AESA multimodale al mondo, che è diventato pienamente operativo alla fine del 2007. Nel marzo 2019, la US Navy ha assegnato alla Boeing un contratto triennale di approvvigionamento per 78 Super Hornet Block III, estendendo la produzione fino al 2023.

Entrambi i modelli sono veri velivoli multiruolo, in grado di eseguire ogni missione nello spettro tattico, tra cui superiorità aerea, attacco diurno e notturno con armi a guida di precisione, scorta aerea, supporto aereo ravvicinato, soppressione delle difese aeree nemiche, strike marittimo, missioni di ricognizione, forward air controlled e rifornimento in volo buddy/buddy.

Boeing ha lavorato a stretto contatto con la US Navy per lo sviluppo di un aggiornamento del Super Hornet che abbia le capacità necessarie per affrontare e superare le minaccia future nei decenni a venire. Per rispondere a queste esigenze, la Boeing ha sviluppato il Super Hornet Block III con funzionalità che saranno incorporate nei nuovi aeromobili di produzione e incorporate negli aeromobili esistenti durante la Service Life Modification.

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Caratteristiche principali del Super Hornet Block III

  • Infrastruttura di rete avanzata che utilizza un computer (DTP-N), un sistema di comunicazioni satellitari SATCOM, throughput di rete (TTNT) e un’integrazione tra sensori e piattaforma, che consente la gestione e la comunicazione di grandi quantità di dati con una maggiore capacità di ricevere informazioni di targeting da piattaforme come l’EA-18G e l’E-2D Hawkeye.
  • Una migliore sitational awareness grazie ad un nuovo Advanced Cockpit System. Un nuovo display touchscreen da 10 x 19 pollici offre al pilota la capacità di vedere, tracciare e inseguire più obiettivi a lungo raggio generati da una comune immagine tattica.
  • Raggio d’azione maggiorato grazie ai nuovi CFTs – Conformal Fuel Tanks serbatoi di carburante conformi e a bassa resistenza aerodinamica. I serbatoi montati sulla fusoliera possono trasportare 3.500 libbre di carburante con bassissima resistenza aerodinamica, consentendo all’aeromobile di operare più a lungo, andare più veloce e/o trasportare un maggior carico bellico.
  • Capacità di scoperta radar a lungo raggio con un nuovo IRST – Infrared Search & Track. Il sensore a lungo raggio è in grado di rilevare e gestire le minacce indipendentemente dalla distanza, generando un’immagine tattica comune a più velivoli e consentendo al Super Hornet di operare come un nodo, un sensore intelligente.
  • Riduzione e miglioramento della segnatura radar grazie ad una bassa sezione radar osservabile di prossima generazione per una maggiore sopravvivenza sul campo di battaglia.
  • 10.000 ore di vita delle cellule per ridurre i costi del ciclo di vita opertivo grazie a modifiche di progettazione in velivoli di produzione sulla base delle lezioni apprese tramite il programma “Service Life Analysis Program”.
  • 11 punti per il trasporto del carico bellico.
  • un radar APG-79 AESA – Active Electronically Scanned Array integrato con un sistema Advanced Targeting Forward Looking Infrared, con il casco visore Joint Helmet Mounted Cueing System e con un Multifunctional Information Distribution System.
  • due motori General Electric F414-GE-400 altamente affidabili con una spinta combinata di 44.000 libbre.


Sicuramente il Super Hornet è una macchina di elevate prestazioni forse anche troppo elevate per le esigenze di polizia aerea delle forze aeree svizzere ma con tanti vantaggi a livello gestionale e di mantenimento della flotta. In attesa delle future decisioni del governo elvetico aspetteremo i test dei rimanenti competitors tra i quali il Gripen E che resta sempre, secondo la nostra opinione, il candidato con maggiori chances di vincita per maggior semplicità del velivolo e minori costi di gestione per un paese come la Svizzera dove le possibilità di addestramento per la difesa aerea sul proprio territorio sono limitate da spazi scarsamente disponibili e ristretti, da limiti di quota e di velocità, da orari di volo limitati, da un denso traffico aereo civile e commerciale nonché da un’elevata densità di popolazione.


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Re: Gli F-35 svizzeri

Messaggio da Phant » 30 maggio 2019, 2:01

Aviation-report.com ha scritto:
Svizzera Air2030: il candidato Rafale

Le prove in aria e al suolo dei cinque aviogetti da combattimento candidati per il programma svizzero Air2030 si stanno svolgendo presso la base aerea di Payerne, iniziati ad aprile termineranno a giugno. Sull’aerodromo militare svizzero, i velivoli saranno sottoposti a severe verifiche in merito alle proprie caratteristiche e alla loro performance.

Da aprile a giugno 2019 Payerne sarà teatro di un’importante e rigorosa campagna di test valutativi nei quali si vedranno sfidare ben 5 concorrenti attraverso varie fasi di analisi e di prova, per quello che sarà indetto come l’erede del F/A-18 Hornet e del F-5 Tiger II.

Mentre il 23 marzo 2018 il DDPS aveva definito i requisiti che i nuovi sistemi d’arma avrebbero dovuto soddisfare, il 25 gennaio 2019 i cinque candidati hanno presentato ad Armasuisse le loro offerte per nuovi aviogetti da combattimento: Eurofighter (Airbus, Germania), F/A-18 Super Hornet (Boeing, USA), Rafale (Dassault, Francia), F-35A (Lockheed-Martin, USA) e Gripen E (Saab, Svezia).

I due aerei da caccia biposto sono atterrati a Payerne il 16 maggio 2019. Questa è la terza tipologia di caccia sottoposto ai test del programma svizzero. Questi aerei appartengono alle forze aeree francesi (Armée de l’Air), uno proveniente dalla base aerea di Istres e l’altro dalla base aerea di Saint-Dizier.

Dopo l’Egitto, il Qatar e l’India, il gruppo Dassault sta lavorando duramente per aggiungere anche la Svizzera alla propria lista di acquirenti. A tal proposito il costruttore ha migliorato i seguenti criteri per convincere i media e i partecipanti locali circa l’acquisizione dell’aeromobile francese. L’obiettivo è di sostenere l’aviazione militare svizzera e Armasuisse attraverso un’ambiziosa cooperazione di difesa (militare e armamenti) al servizio dell’autonomia svizzera.

  • Supporto per l’acquisizione di capacità operative e gestionali del programma
  • Trasferimento di know-how e competenze specialistiche
  • Scambi di personale per l’addestramento e la formazione
  • Condivisione di feedback e di esperienze


Per la cronaca, il Rafale è un aereo da combattimento di nuova generazione entrato a far parte della Marina francese nel 2004 e dell’aeronautica militare francese nel 2006. Da quella data il Rafale ha attraversato una costante evoluzione e cambiamenti per raggiungere la sua attuale capacità operativa ed ha dimostrato di essere operativo su vari teatri di guerra con la sua capacità “omnirole”. E’ sicuramente uno strumento straordinario, ma ora rimane da chiedersi se l’aeronautica militare svizzera ne abbia davvero bisogno?

Gli aeromobili presentati erano della versione Rafale F3-R con il pod TALIOS (Thales) inclusi. Il prossimo aereo nella lista della valutazione sarà l’F-35A entro l’inizio del mese di giugno 2019.


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Re: Gli F-35 svizzeri

Messaggio da Phant » 17 giugno 2019, 2:09

Aviation-report.com ha scritto:
Svizzera Air2030: il candidato F35 Joint Strike Fighter

Air2030 atto quarto. Dopo le presentazioni dei primi tre candidati alla sostituzione degli attuali arei da combattimento in forza all’aviazione svizzera, gli F5 Tiger II e gli F18 Hornet, ovvero dell’Eurofighter, del Boeing F/A 18E/F Block III e del Dassault Rafale, questa volta è il giorno del candidato forse più atteso: il Lockheed Martin F-35. A fine Giugno sarebbe dovuta essere la volta dell’ultimo candidato, il Saab Gripen E ma il test è stato improvvisamente annullato in quanto dopo un’attenta analisi circa il grado di maturità e d’integrazione dei sistemi non sarebbe stato possibile portare a termine le missioni previste.

Il programma, per ognuno quindi dei quattro candidati è stato il medesimo e comprendeva un totale di otto missioni, una delle quali effettuata di notte, con l’obiettivo di verificare le performance in volo degli aerei, in particolare la potenza dei sensori installati e la loro integrazione nel sistema aereo. I voli sono solo un aspetto del collaudo previsto dalle forze aeree svizzere. Una parte altrettanto importante sono stati sicuramente gli aspetti logistici e operativi, come le attività e i processi legati alla preparazione al volo stesso che hanno un peso considerevole nella voce spese.

Il governo federale svizzero ha previsto un investimento di circa 6 miliardi di franchi. La scelta finale del candidato è prevista tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. La fornitura del nuovo modello è prevista nel quinquennio 2025 – 2030. Ma veniamo nello specifico alla presentazione dell’F-35.

La mattina si è svolta tra la conferenza stampa in cui si sono succeduti esponenti della Lockheed Martin (direttore della comunicazione Carolyn Nelson), dell’USAF con il col. David Buchanan appartenente al F35 joint Program Office e con il col. Drew Allen dell’USAF Integration Office in cui sono state condivise con i molti giornalisti accreditati le milestones del progetto F35, dei traguardi raggiunti e degli scenari futuri in fatto di produzione e di logistica a livello globale ( si parla di un incremento delle attuali 24 basi e 458 aerei del 2019 a 30 basi e 868 aerei nel 2022, di cui più di 500 nella sola Europa entro il 2030). Ad integrazione di questi numeri, come non citare anche gli oltre 800 piloti abilitati, più di 7500 manutentori e le oltre 200.000 ore di volo registrate tra tutti i paesi aderenti al programma F35 (USA, Inghilterra, Italia, Olanda, Turchia, Canada, Australia, Danimarca, Norvegia, Israele, Giappone, Korea del Sud e Belgio).

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I punti fondamentali per la proposta F35 per le forze aeree svizzere sono stati riassunti 6 punti principali:

  • Il velivolo possiede le caratteristiche per supportare le forze aeree elvetiche per i prossimi 40 anni;
  • È l’aereo più idoneo per la tipologia di missioni di difesa aerea previste dalla Svizzera;
  • Futuri sviluppi e miglioramenti tecnici già pianificati;
  • Sfruttamento dell’economia di scala per il contenimento dei costi;
  • Programma di partecipazione industriale su misura a supporto dell’autonomia svizzera;
  • Importanti opportunità di cooperazione con i più importanti partner americani.

    Ma vediamo nel dettaglio alcune delle caratteristiche tecniche più importanti di questo aereo di quinta generazione:
  • Velocità supersonica e lungo raggio: il motore pratt & Whitney F135 è il più potente motore per un aereo da caccia, con oltre 40000 libre di spinta. Con una velocità di 1.6 Mach è un caccia supersonico a lungo raggio con alloggiamenti interni per sistemi d’arma e i serbatoi di carburante. Ha un raggio d’azione e durata di missione eccezionali che permettono al pilota di poter operare ad altitudini dove nessun altro caccia può arrivare e di rimanere in volo più a lungo di qualsiasi altro velivolo;
  • Bassa Tracciabilità: con le sue estremità smussate, un motore progettato per ridurre al minimo la traccia di calore, l’F35 si distingue per la sua capacità di rendersi invisibile ai radar. E’ l’unico velivolo in grado di svolgere missioni di pattugliamento e sorveglianza raccogliendo allo stesso tempo informazioni e dati da condividere con le altre forze armate;
  • Sensori Avanzati: è dotato dei sensori più moderni nella storia dell’aviazione come radar a scansione elettronica AESA, visualizzazione integrata di immagini ad alta risoluzione DAS, sistema di puntamento elettro-ottico EOTS, avanzati sistemi di guerra elettronica adatti a localizzare e identificare le forze nemiche, a disturbare dei radar ostili e a rispondere adeguatamente sotto attacco nemico;
  • Fusione dei dati: l’aereo ha la capacità di fondere ed elaborare i dati raccolti dai suoi sensori di bordo dando al pilota la possibilità di avere un quadro unico dello scenario operativo nel quale sta operando, aumentandone la visibilità e garantendo una maggiore sicurezza;
  • Casco del pilota: è il prodotto tecnologicamente più avanzato al mondo. Tutte le informazioni necessarie al pilota per completare la sua missione (velocità, direzione, altitudine, puntamenti ed allarmi) sono proiettati nella visiera invece che su schermi e head up display tradizionali. Questo riduce notevolmente il carico di lavoro del pilota portando ad un miglioramento delle sue capacità di reazione;
  • Sistemi d’arma: L’F35 alloggia sistemi d’arma al suo interno per garantire la minima tracciabilità ai radar. Possono eventualmente anche essere alloggiati esternamente in situazioni idonee per un carico di oltre 18000 libbre di munizioni totali. E’ inoltre l’unico velivolo ad avere un cannoncino alloggiato al suo interno;
  • Operazioni Net Centriche: il velivolo agisce come un portale per trasmettere informazioni e comunicare permettendo alle forze a terra e aria di poter condividere lo scenario operativo. L’F35 utilizza sia il sistema Link16 che il proprio sistema di scambio dati avanzato di scambio dati MADL. Il velivolo opera più che come un semplice caccia ma come un moltiplicatore di forze, capace di raccogliere analizzare e condividere dati migliorando l’operatività di tutte le forze aeree e terresti in azione;
  • Attuatori elettro idrostatici: è la prima volta che attuatori elettro idrostatici operano come sistema primario di controllo di volo, includendo il timone, gli alettoni orizzontali di coda e i flap. Gli attuatori dei comandi di volo, sebbene utilizzino un circuito interno idraulico, sono controllati e comandati da impulsi elettrici e non idraulici aumentando la sicurezza del velivolo e riducendone i rischi.


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Dopo una breve sessione di domande, incentrate principalmente, sulla percentuale di risposta del velivolo ai requisiti delle forze aeree svizzere, siamo stati accompagnati sul piazzale antistante gli hangar nei quali erano alloggiati i 4 F35 del 34th Fighter Squadron “Rude Rams” provenienti dalla Hill Air force Base situata nello stato dello Utah. Questo gruppo, nel 2016, è stato il primo a raggiungere l’initial operating capabality (IOC) su velivolo F35.

In attesa dei velivoli ci concentriamo su quello in statica, appartenente al Capt Kristin “BEO” WOLFE, preparato per fare le prime foto. In lontananza movimenti di 4 F18 svizzeri che si preparano ad accompagnare in volo i 2 F35 americani che poco dopo escono dai loro shelter per sfilare davanti ai giornalisti presenti per andare ad allinearsi in testata pista 5 pronti al decollo in sequenza.

Dopo circa una trentina di minuti, eccoli invece allinearsi su pista 23 per gli atterraggi che al contrario dei decolli hanno visto prima l’arrivo degli F18 e per ultimi degli F35 i quali percorrendo il raccordo in direzione opposta tornano a sfilare davanti ai media per entrare negli hangar più vicini in attesa delle missioni del pomeriggio previste per lo spotter event, al quale abbiamo avuto la fortuna di essere accreditati nonostante la rapidità con cui i posti sono andati esauriti. Basti pensare che gli accrediti disponibili, circa 500, sono stati assegnati in circa tre minuti da quando la pagina internet è stata aperta alle 9 del mattino.

Un paio d’ore di pausa per riposarci dal lungo viaggio da Milano e rifocillarci con deliziosi hamburger ed hot dog in puro stile americano gentilmente offerti dall’organizzazione all’ingresso dell’area spotter situata sul lato opposto della base rispetto a quello organizzato la mattina per gli addetti ai lavori. Alle 13:45 puntuali vengono aperti i cancelli per accedere all’area riservata. In realtà tutto il perimetro della base è pieno di appassionati dotati di scalette e macchine fotografiche in attesa di immortalare questi fantastici velivoli.

Noi siamo più fortunati e ci posizioniamo a circa metà dell’area spotter a pochi metri dal raccordo che porta verso la testa pista. I primi a decollare in realtà da testata pista 23 sono una serie di F18, monoposto e biposto, che poco dopo si allineeranno in testata pista 5 per decollare ed effettuare una serie di touch and go davvero spettacolari.

Poco dopo è il turno sempre di 4 F18 che invece sfilano proprio di fronte a noi per allinearsi alla testata pista più vicina all’area spotter ed effettuare 2 decolli in sequenza dei primi due velivoli e un decollo in coppia degli ultimi due caccia. Stessa situazione per 2 PC-21 con livrea PC7 Team che in coppia si allontanano verso il lago di Neuchatel per poi tornare in base qualche decina di minuti dopo.

Finalmente da lontano si vedono comparire le due sagome grigie degli F35 che piano piano si avvicinano alla nostra postazione seguiti da 4 F18. I due jet americani decollano a distanza di pochi secondi uno dall’altro seguiti a breve distanza dai 4 jet svizzeri. La prima impressione è sicuramente il differente sound dei propulsori, lasciando immaginare la differente potenza dei moderni motori del F35 rispetto agli ormai più vetusti bireattori degli F18.

In attesa del ritorno dalla missione dei 6 jets, altri decolli e passaggi a bassa quota si susseguono da parte di altri jet elvetici. Come successo per l’evento media, anche in questo caso i primi a tornare alla base sono stati i bireattori rosso crociati per poi lasciare il palcoscenico agli ospiti d’onore della giornata. Ogni jet, prima di ritornare al proprio shelter, ha sostato per qualche minuto davanti agli appassionati accreditati per permettere di scattare il maggior numero di foto possibile da diverse angolazioni.

Una giornata organizzata in maniera impeccabile, come ormai siamo abituati frequentando da qualche anno gli eventi aeronautici in terra elvetica, arricchita anche da innumerevoli gadget che abbiamo portato a casa felici.


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Re: Gli F-35 svizzeri

Messaggio da Phant » 13 dicembre 2019, 2:09

Aviation-report.com ha scritto:
Svizzera: approvata la decisione di acquisto di nuovi aerei da combattimento

Sei miliardi di franchi per i nuovi aerei da combattimento, con la possibilità di una votazione popolare: il Consiglio nazionale approva la decisione programmatica riguardante l’acquisto di nuovi aerei da combattimento. Diversamente dal Consiglio degli Stati e in sintonia con il Consiglio federale, il Consiglio nazionale vuole che gli acquisti all’estero siano compensati al 60% con commesse ad aziende in Svizzera.

Con 124 voti contro 68 il Consiglio nazionale ha approvato nella votazione complessiva la decisione programmatica concernente l’acquisto di nuovi aerei da combattimento. Rimane incontestato che, di principio, le Forze aeree debbano sostituire la totalità degli aerei da combattimento attualmente impiegati affinché l’esercito possa continuare a proteggere anche dopo il 2030 la popolazione della Svizzera e le infrastrutture necessarie al funzionamento della società.

I 30 F/A-18 Hornet raggiungeranno il termine della loro durata di utilizzazione nel 2030. Inoltre, i 26 Tiger F-5 già oggi sono impiegabili per il servizio di polizia aerea soltanto di giorno e con buone condizioni di visibilità e non avrebbero scampo contro un avversario moderno. In Consiglio nazionale sono però emerse opinioni divergenti riguardo a come rinnovare la flotta e al costo di tale rinnovo.

Decisione programmatica senza difesa terra-aria

I Verdi hanno proposto di non entrare in materia. Questa richiesta è stata respinta con 149 voti contro 35 e 6 astensioni. PS e Verdi hanno proposto di rinviare al Consiglio federale il progetto concernente l’acquisto di nuovi aerei da combattimento per un importo massimo di 6 miliardi di franchi. Chiedono una decisione programmatica che non si riferisca solo agli aerei da combattimento, ma che comprenda anche la difesa terra-aria (progetto DTA), nonché il rinnovo del sistema di condotta e di comunicazione (progetto C2Air) e della sorveglianza radar (progetto Radar).

Secondo i due partiti invece di aviogetti da combattimento dovrebbero essere acquistati soltanto aerei da combattimento leggeri e l’importo complessivo per tutti i progetti dovrebbe ammontare a 4 miliardi di franchi. La proposta di rinvio è stata respinta con 122 voti contro 68 e 2 astensioni. Gli argomenti principali: gli aerei da combattimento leggeri, che già non soddisfano i requisiti per il servizio di polizia aerea, non sono impiegabili per la difesa aerea; una proroga della durata di utilizzazione degli F/A-18 Hornet sarebbe priva di senso, poiché a partire dal 2030 tali aerei sarebbero comunque inferiori a quelli utilizzati da un ipotetico avversario; un importo massimo di 4 miliardi di franchi per l’acquisto di aerei da combattimento, l’acquisto di un sistema di difesa terra-aria, il rinnovo del sistema di condotta e di comunicazione nonché dei radar non sarebbe assolutamente sufficiente. Inoltre il rinvio al Consiglio federale avrebbe come conseguenza una posticipazione del progetto. In occasione della deliberazione di dettaglio PS e Verdi avrebbero voluto integrare i contenuti della loro proposta di rinvio nel disegno di decisione programmatica, ma tutte le proposte di modifica sono state respinte.

Affari di compensazione (offset) pari al 60%

Per quanto riguarda gli affari offset, il Consiglio nazionale si schiera chiaramente a favore della proposta del Consiglio federale: il 20% sotto forma di offset diretti e il 40% sotto forma di offset indiretti nel settore della base tecnologica e industriale svizzera rilevante in materia di sicurezza (STIB). Su questo punto la decisione del Consiglio nazionale diverge da quella del Consiglio degli Stati, che nella sessione autunnale aveva deciso a favore di un obbligo di compensazione integrale con un altro 40% sotto forma di offset nei settori seguenti: industria delle macchine, industria metallurgica, industria elettronica ed elettrotecnica, industria ottica, industria orologiera, industria automobilistica/ferroviaria, prodotti di gomma e plastica, prodotti chimici, industria aeronautica e aerospaziale, industria informatica / software engineering, cooperazioni con scuole universitarie e istituti di ricerca.

La maggioranza del Consiglio nazionale ha argomentato che la condizione della compensazione integrale avrebbe aumentato inutilmente il costo dell’acquisto e che al riguardo non vi è alcuna motivazione militare o di politica di sicurezza. Sono inoltre emersi dubbi riguardo alla capacità dell’industria svizzera di gestire un considerevole aumento degli affari di compensazione, tanto più che deve trattarsi di commesse supplementari e che tali commesse dovrebbero essere sensate sotto il profilo economico.

Il Consiglio federale ha definito una chiave di ripartizione nella decisione programmatica: il 65% degli affari vanno compensati nella Svizzera tedesca, il 30% nella Svizzera romanda e il 5% nella Svizzera italiana. Questi valori indicativi sono menzionati dal Consiglio federale anche nel suo messaggio concernente la decisione programmatica.

Un’eventuale votazione referendaria è prevista per il 27 settembre 2020. La scelta del modello di nuovo aereo da combattimento e del nuovo sistema di difesa terra-aria a lunga portata è prevista per l’inizio del 2021. È importante rammentare che, anche qualora il popolo dovesse approvare la decisione programmatica concernente i nuovi aerei da combattimento in occasione di un’eventuale votazione, il Consiglio federale proporrà al Parlamento l’acquisto concreto degli aerei nel quadro di un resoconto sullo stato delle forze armate nel 2022.

Il programma Air2030

Il Parlamento svizzero ha approvato il prolungamento della durata di utilizzazione della flotta di F/A-18 da 5000 a 6000 ore per ogni singolo velivolo. In tal modo la Svizzera intende coprire fino al 2030 l’attività di protezione dello spazio aereo. Una parte di questo progetto consiste nel risanamento della struttura degli aerei che hanno ormai quasi 20 anni.

Però per poter continuare ad adempiere alla difesa del proprio spazio aereo, lo stato elvetico deve rinnovare la propria flotta per la protezione dalle minacce aeree. Gli aerei da combattimento F/A-18 Hornet come detto dovrebbero raggiungere la fine del periodo di utilizzazione nel 2030 così l’8 novembre 2017 il Consiglio federale ha autorizzato, tramite il programma “Air2030”, il Dipartimento della Difesa a pianificare l’acquisto di nuovi aerei da combattimento “fino” a 40 unità.

Il 25 gennaio 2019 cinque candidati hanno presentato ad Armasuisse le loro offerte per nuovi aviogetti da combattimento, supporto logistico e addestramento. I velivoli oggetto dell’offerta sono: Eurofighter (Airbus, Germania), F/A-18 Super Hornet(Boeing, USA), Rafale (Dassault, Francia), F-35A (Lockheed-Martin, USA) e Gripen E (Saab, Svezia). Con la presentazione delle offerte è partita la fase di analisi e test con i suddetti aviogetti che sono stati messi alla prova sia in volo che a terra tra Aprile e Luglio 2019. Tutti tranne il Saab Gripen E. Come è noto, tra i requisiti di Air2030 vi è la condizione che gli aerei ammessi alle sessioni di valutazione a terra e in volo siano già operativi nel corso del 2019, e il Gripen E non lo è ancora.


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Re: Gli F-35 svizzeri

Messaggio da Phant » 14 gennaio 2020, 2:10

Aviation-report.com ha scritto:
Svizzera Air2030: seconda richiesta di offerta alle aziende produttrici degli aerei da combattimento e dei sistemi di difesa terra-aria

Nell’ambito del programma svizzero Air2030, la seconda richiesta di offerta per un nuovo aereo da combattimento e per un nuovo sistema di difesa terra-aria a lunga gittata è stata consegnata agli enti governativi dei paesi produttori. Le offerte sono attese da Armasuisse entro agosto 2020.

Il 10 gennaio 2020, Armasuisse ha consegnato la domanda di offerta per i nuovi aerei da combattimento agli enti governativi nazionali delle quattro aziende produttrici prese in considerazione: Germania (Airbus Eurofighter), Francia (Dassault Rafale) e Stati Uniti (Boeing F/A-18 Super Hornet e Lockheed-Martin F-35A). La seconda richiesta di offerta si basa sull’analisi della prima, sui risultati delle prove condotte sui simulatori, in volo e al suolo e degli audit eseguiti presso gli utilizzatori dei velivoli presi in considerazione. Tramite l’intermediario dagli enti governativi è stato richiesto ai produttori di proporre l’offerta più vantaggiosa per la Svizzera.

Programma Air2030

Dopo l’esito negativo del referendum elettorale del 2014 che ha visto bocciare l’acquisto di 22 caccia Saab Gripen con oltre il 50% dei voti a sfavore, l’aeronautica militare svizzera messa ormai ancor più alle strette da esigenze tecniche sempre più impellenti, ha deciso di riprovarci. Con gli Hornet ormai verso la fine della vita operativa e i rimanenti Tiger F-5 che possono essere impiegati solo durante il giorno e con ottime condimeteo e che verranno ritirati dal servizio entro quest’anno, il Consiglio federale ha autorizzato il DDPS in data 8 novembre 2017 a pianificare l’acquisto di nuovi aerei da combattimento e di mezzi di difesa terra-aria per l’intero Programma Air 2030 (velivoli più batterie missilistiche) 8 miliardi di franchi svizzeri.

Mentre il 23 marzo 2018 il DDPS aveva definito i requisiti che i nuovi sistemi d’arma avrebbero dovuto soddisfare, il 25 gennaio 2019 i cinque candidati hanno presentato ad Armasuisse le loro offerte per nuovi aviogetti da combattimento: Eurofighter (Airbus, Germania), F/A-18 Super Hornet (Boeing, USA), Rafale (Dassault, Francia), F-35A (Lockheed-Martin, USA) e Gripen E (Saab, Svezia).

La gara prevedeva ben 10 settimane di test complessivi effettuati dai piloti svizzeri che già si sono addestrati a bordo dei relativi simulatori dei velivoli offerti. Berna al momento ha in previsione l’acquisto di una quarantina dii velivoli e ha stanziato ben 8 miliardi di franchi, a fronte dei 3,1 necessari per i 22 Gripen inclusi nel programma tramontato cinque anni or sono, nel quale però non era previsto il sistema di difesa aerea.

La difesa aerea svizzera oggi è incentrata su una rete di sensori, stazioni radar, due dozzine di cannoni anti-aerei Oerlikon da 35mm ed un centinaio di lanciatori FIM-92 Stinger. A questi sistemi “terrestri” si aggiungono i caccia multiruolo McDonnell-Douglas (ora Boeing) F/A-18 Hornet e i vecchi caccia leggeri Northop F-5E Tiger II in servizio dal 1978 i quali hanno partecipato per l’ultima volta alle esercitazioni di tiro di Axalp 2018, 40 anni dopo la sua entrata in servizio.

La disponibilità dei velivoli della flotta di F/A-18 della Swiss Air Force è attualmente ridotta ma il Parlamento ha approvato il prolungamento della durata di utilizzazione della flotta di F/A-18 da 5000 a 6000 ore per ogni singolo velivolo per poter svolgere fino al 2030 l’attività di protezione dello spazio aereo elvetico. Di conseguenza oggi le Forze aeree Svizzere dispongono di un minor numero di velivoli per il servizio di volo. Secondo l’aeronautica militare svizzera i velivoli F/A-18 disponibili sono tuttavia sufficienti a garantire in qualsiasi momento il servizio di polizia aerea come pure le operazioni per la protezione di conferenze ed eventi.

Le offerte dovranno includere, tra altri, anche i seguenti elementi:

  • Costi per 36 e 40 aerei, compresa la logistica e l’armamento definiti, quale base di partenza vincolante per le trattative dettagliate con il candidato selezionato dopo la scelta del modello
  • Proposte di cooperazione tra le forze armate e le autorità responsabili per l’acquisto svizzere e del paese fornitore
  • Affari di compensazione previsti o già avviati


La base per la definizione della quantità di aerei da combattimento necessaria è l’esecuzione delle missioni in caso di tensione accresciuta. In questa situazione, le Forze Aeree devono essere in grado di mantenere permanentemente in volo almeno quattro aerei per un minimo di quattro settimane, al fine di salvaguardare la sovranità sullo spazio aereo, impedire l’utilizzazione illecita e le violazioni dello spazio aereo svizzero e per contribuire a far sì che la Svizzera non sia coinvolta in conflitti armati. Con il nuovo aereo da combattimento, le Forze Aeree garantiranno inoltre il servizio di polizia aerea 24 ore su 24, difenderanno lo spazio aereo per un periodo limitato e potranno dare un appoggio alle truppe al suolo in caso di conflitto armato.

Nuovo sistema di difesa terra-aria

Sempre il 10 gennaio 2020, Armasuisse ha inoltrato anche la seconda richiesta di offerta agli enti governativi delle aziende produttrici prese in considerazione per un nuovo sistema di difesa terra-aria a lungo raggio: Francia (Eurosam SAMP/T) e Stati Uniti (Raytheon Patriot). Analogamente al nuovo aereo da combattimento, la seconda richiesta di offerta è basata sull’analisi della prima, sui risultati delle prove dei sensori condotte in Svizzera e sugli audit eseguiti presso gli utilizzatori dei sistemi presi in considerazione. Tramite l’intermediario dagli enti governativi è stato richiesto ai produttori di proporre l’offerta più vantaggiosa per la Svizzera.

Le offerte dovranno includere, tra altri, anche i seguenti elementi:

  • Costi per il sistema di difesa terra-aria di lunga gittata per coprire un minimo di 15’000 km2, compresa la logistica e l’armamento definiti, quale base di partenza vincolante per le trattative dettagliate con il candidato selezionato dopo la scelta del modello
  • Proposte di cooperazione tra le forze armate e le autorità responsabili per l’acquisto svizzere e del paese fornitore
  • Affari di compensazione previsti o già avviati


Prossime tappe del programma Air2030

Il documento “Requisiti per l’acquisto di un nuovo aereo da combattimento e di un nuovo sistema di difesa terra-aria” del 23 marzo 2018 è stato aggiornato. Le modifiche riguardano principalmente gli obblighi negli affari di compensazione e la suddivisione del volume finanziario. Per il sistema di difesa terra-aria di lunga gittata la RUAG MRO Svizzera è stata definita come centro di competenza per il materiale. Inoltre, la capacità di difesa contro missili balistici (Ballistic Missile Defence) deve essere chiarita.

In base alle informazioni ottenute nella seconda offerta e ai risultati delle diverse attività di prova si valuterà l’utilità complessiva di ciascun sistema. Il confronto tra l’utilità complessiva e i costi corrispondenti, nonché dei rispettivi rischi, avrà luogo solo dopo la probabile votazione sul referendum. I risultati della valutazione e un’analisi approfondita dei rischi convergeranno in un rapporto, nel quale saranno confrontati l’utilità complessiva del nuovo aereo da combattimento e del nuovo sistema di difesa terra-aria di grossa gittata con i costi totali di acquisto e utilizzo per un periodo di 30 anni. Sulla base dei risultati del rapporto di valutazione verranno raccomandati al capo del DDPS l’aereo da combattimento e il sistema di difesa terra-aria di grossa gittata più adatti per la Svizzera. La scelta del modello è di competenza del Consiglio Federale.

WEF – World Economic Forum 2020

Nel frattmento è iniziato l’impiego dell’esercito a favore del Cantone dei Grigioni per il 50° incontro annuale del Word Economic Forum (WEF) 2020 che si terrà a Davos dal 21 al 24 gennaio 2020. Le Forze aeree Svizzere hanno rafforzato la sorveglianza dello spazio aereo; sono diversi i radar, i jet da combattimento e i sistemi di difesa terra-aria pronti a intervenire e che garantiscono la sicurezza dello spazio aereo sopra Davos. I caccia F-18 Hornet armati e in servizio di pattugliamento permanente (durante il periodo della conferenza) garantiranno la sorveglianza dello spazio aereo e il servizio di polizia aerea 24 ore su 24 su tutta la Svizzera.

Durante il WEF 2020, il traffico aereo sarà limitato dal 20 al 25 gennaio 2020 in una zona avente un raggio di 25 miglia nautiche (circa 46 km) intorno a Davos e al di sopra del territorio di Svizzera, Austria, Liechtenstein e Italia. Anche quest’anno i visitatori del WEF (VIP) potranno atterrare direttamente a Dübendorf e proseguire per Davos con elicotteri privati o via terra. Presso l’aerodromo militare di Dübendorf verranno pertanto eseguiti controlli di persone ed effettuate procedure doganali secondo le direttive di Schengen.


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Re: Gli F-35 svizzeri

Messaggio da Phant » 21 luglio 2020, 18:27

Analisidifesa.it ha scritto:
I caccia svizzeri di nuovo appesi a un referendum

La Svizzera tornerà al voto referendario popolare il prossimo 27 settembre per approvare o meno il Programma Air 2030 approvato nel dicembre scorso dalle Camere Federali con cui si prevede di sostituire i vecchi caccia F-5E/F Tiger II (nella foto sotto) e F/A-18A/B Hornet (nell’immagine d’apertura) in servizio con un nuovo cacciabombardiere.

La pandemia di Covid-19 ha ritardato l’esecuzione del referendum che avrà luogo comunque prima che del termine di novembre in cui devono essere presentate le offerte delle società in gara.

I velivoli in gara sono l’Eurofighter Typhoon (airbus), il Dassault Rafale, il l Boeing F/A-18E/F Super Hornet e il Lockheed Martin F-35A Lightning II e lo svedese Saab JAS-39 GRIPEN E, quest’ultimo già impostosi nella precedente selezione elvetica con un ordine per 22 esemplari poi annullata dal referendum popolare del 2014.

Il caccia svedese in versione E, non ancora ultimato, è stato escluso dai test dei velivoli in gara effettuati a fine giugno sulla base di Payerne: un’esclusione che potrebbe mettere definitivamente fuori gioco il Gripen E dalla procedura di selezione per l’acquisto dei nuovi aerei da combattimento.

Con un comunicato Saab si è però detta fiduciosa: “Il programma Gripen E prosegue secondo i piani […] e siamo convinti che il nostro aereo sia la scelta migliore per la Svizzera; l’offerta presentata nel gennaio 2019 è ancora valida e ci impegniamo a consegnare almeno 40 caccia Gripen E in tempo, rispettando i requisiti e il budget previsto”.

Il Programma Air 2030 include anche l’acquisto di batterie missilistiche per la difesa aerea con uno stanziamento complessivo di 8 miliardi di franchi svizzeri (7,6 miliardi di euro) di cui 6 destinati ad acquisire i velivoli e 2 i missili terra-aria.

La commessa aerea dovrebbe riguardare 36/40 aeromobili e la decisione avverrà più probabilmente all’inizio del 2021 con consegne a partire dal 2025 mentre per il sistema di difesa aerea missilistico (in gara SAMP/T (Eurosam) e Patriot (Raytheon) l’ingresso in servizio è previsto tra il 2025 e il 2030.

Partito Socialista, Verdi e Gruppo per una Svizzera senza Esercito (GSsE) si sono mobilitati per indire il referendum e bloccare l’acquisto degli aerei da combattimento ritenendolo “uno spreco di denaro inaccettabile”. Quest’alleanza si è formata dopo che in dicembre le Camere Federali avevano approvato definitivamente l’acquisto dei caccia.


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Re: Gli F-35 svizzeri

Messaggio da Phant » 4 ottobre 2020, 18:53

Analisidifesa.it ha scritto:
Berna rinnoverà la difesa aerea

Gli svizzeri hanno approvato il Programma Air 2030 di rinnovamento della difesa aerea nazionale che prevede l’acquisto di nuovi cacciabombardieri e batterie missilistiche terra-aria per 8 miliardi di franchi (6 per gli aerei e 2 per i missili terra-aria) anche se i voti a favore nel referendum tenutosi il 27 settembre sono stati un risicato 50,2%.

L’intento di annullare con il voto popolare l’acquisto di nuovi velivoli da combattimento, riuscito nel 2014 quando Berna voleva acquistare 22 Saab JAS-39 Gripen, questa volta è fallito per un soffio aprendo la strada alla decisione, attesa nel 2021, su quale dei caccia in gara (Typhoon, Rafale, Super Hornet e F35A) verrà acquisito per rimpiazzare i vecchi F-5E/F e F/A-18.

“Il Governo continuerà con il processo di scelta dei nuovi caccia all’insegna della trasparenza” ha affermato la titolare del Dipartimento della difesa Viola Amherd alla conferenza stampa di commento dei risultati della votazione. Il decreto federale concernente l’acquisto di nuovi aerei da combattimento è stato accettato dal 50,2% dei votanti (47,2% in Ticino.

Parte delle forze politiche contrarie all’investimento nella Difesa temono soprattutto che l’acquisto di velivoli statunitensi riduca o azzeri l’autonomia militare elvetica.

«Gli Stati Uniti possono far sparire i nostri jet dai nostri cieli schiacciando un pulsante» aveva affermato la consigliera nazionale socialista Priska Seiler Graf (SP/ZH) alludendo a una possibile dipendenza della Svizzera dai produttori per quanto riguarda il software dei jet. «La possibile dipendenza dall’estero è uno dei criteri di valutazione», ha voluto rassicurare Amherd in conferenza stampa.

Come ricordava ieri il Corriere del Ticino la Amherd ha precisato circa la spesa che “gli 6 miliardi di franchi sono il tetto massimo. Ci informeremo sulla possibilità di acquistare gli aerei più adatti a un prezzo più basso e in numero sufficiente. Continueremo la valutazione dei modelli come previsto. La decisione dovrebbe essere presa a metà del 2021.

Il primo aereo dovrebbe essere consegnato nel 2025. L’ultimo nel 2030” ha aggiunto la consigliera federale sottolineando che il voto referendario non dovrebbe creare un precedente per altri acquisti per l’esercito. «altrimenti dovremmo improvvisamente mettere ai voti l’acquisto di vagoni per locomotive per le FFS».

Per Lewin Lempert, segretario del Gruppo per una Svizzera senza Esercito (GSsE) si è trattato di un voto storico perché “quasi la metà della popolazione infatti ha detto no all’acquisto di aerei. Ora ci chiediamo se non sia giusto che la popolazione abbia comunque modo di dire la sua sul tipo di aereo che verrà scelto.

Un referendum non è più possibile. Stiamo quindi pensando ad un’eventuale iniziativa popolare», afferma il segretario. Anche nel 1993, quando in ballo c’erano gli F/A-18, la popolazione aveva votato su un’iniziativa («Per una Svizzera senza nuovi aviogetti da combattimento»). Il testo fu bocciato dal 57,1% dei votanti.


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Re: Gli F-35 svizzeri

Messaggio da Phant » 20 novembre 2020, 17:54

Analisidifesa.it ha scritto:
Programma svizzero Air2030: le offerte per il nuovo caccia e il sistema di difesa aerea

Gli enti governativi dei candidati presi in considerazione per il nuovo aereo da combattimento (NAC) e per il sistema di difesa terra-aria a lunga gittata (DTA) hanno trasmesso le loro seconde offerte ad Armasuisse il 18 novembre 2020. Iniziano così per Armasuisse (l’Ufficio Federale per l’Armamento) i lavori sui rapporti di valutazione che dovranno essere conclusi nel primo trimestre 2021.

Il 18 novembre 2020 Armasuisse ha ricevuto le seconde offerte per i nuovi aerei da combattimento dagli enti governativi nazionali delle quattro aziende produttrici prese in considerazione: Germania (Airbus Eurofighter), Francia (Dassault Rafale) e Stati Uniti (Boeing F/A-18 Super Hornet e Lockheed-Martin F-35A). Con la seconda offerta è stato richiesto ai produttori contattati tramite gli enti governativi di sottoporre l’offerta più vantaggiosa possibile per la Svizzera.

Le offerte includono, tra gli altri, anche i seguenti elementi:

• Costi per 36 e 40 aerei, compresa la logistica e l’armamento definiti quale base di partenza vincolante per le trattative dettagliate con il candidato selezionato dopo la scelta del modello;
• Proposte di cooperazione tra le forze armate e le autorità responsabili per l’acquisto svizzere e del paese fornitore;
• Progetti di compensazione industriale previsti o già avviati.

il nuovo sistema di difesa aerea

Sempre il 18 novembre 2020, armasuisse ha ricevuto anche le seconde offerte dagli enti governativi delle aziende produttrici prese in considerazione per il nuovo sistema di difesa terra-aria a lunga gittata: Francia (Eurosam SAMP/T nella foto sotto) e Stati Uniti (Raytheon Patriot). Come nel caso del nuovo aereo da combattimento, ai produttori contattati tramite gli enti governativi è stato richiesto di sottoporre l’offerta più vantaggiosa possibile per la Svizzera.

Le offerte includono, tra gli altri, anche i seguenti elementi:

• Costi per il sistema di difesa terra-aria a lunga gittata per coprire un minimo di 15’000 km2, compresa la logistica e l’armamento definiti quale base di partenza vincolante per le trattative dettagliate con il candidato selezionato dopo la scelta del modello;
• Proposte di cooperazione tra le forze armate e le autorità responsabili per l’acquisto svizzere e del paese fornitore;
• Progetti di compensazione industriale previsti o già avviati.

Le prossime tappe del programma Air2030

In base alle informazioni ottenute nella seconda offerta e ai risultati delle diverse attività di prova, verrà valutata l’utilità complessiva di ciascun sistema. I risultati della valutazione e un’analisi approfondita dei rischi confluiranno in un rapporto di valutazione nel quale saranno confrontati per ogni candidato per il nuovo aereo da combattimento, rispettivamente per ogni candidato per il nuovo sistema di difesa terra-aria a lunga gittata, l’utilità complessiva con i costi totali di acquisto ed utilizzo per un periodo di 30 anni. I rapporti di valutazione verranno conclusi nel 1° trimestre del 2021. La scelta del modello da parte del Consiglio federale è prevista per entrambi i sistemi durante il 2° trimestre 2021.

I criteri di valutazione

La valutazione dei sistemi militari è complessa. Quale metodologia viene applicata, quali strumenti vengono utilizzati, quali interfacce devono essere considerate o per quali eventualità ci si deve preparare? Il video esplicativo fornisce una panoramica dello svolgimento di una valutazione sull’esempio del nuovo aereo da combattimento.




in questa intervista, l’ingegner Darko Savic (42 anni, nella foto sotto) dal 2018 è responsabile del programma per il nuovo aereo da combattimento, illustra i diversi passaggi del processo di valutazione.

Come comunicate con i candidati?

Prima della valutazione abbiamo riflettuto su come attuare in modo mirato la collaborazione con i candidati. In fin dei conti si tratta di poter comunicare esattamente cosa vogliamo da loro. A questo scopo la comunicazione deve essere chiara e disciplinata: le inefficienze amministrative devono essere, ovunque possibile, ridotte al minimo. Inoltre, per noi è particolarmente importante che tutti i candidati vengano trattati in maniera equa e quindi affrontare gli stessi temi nella stessa sequenza durante ogni colloquio.

In concreto, con i candidati non abbiamo scambiato quasi nessuna e-mail. Inoltre, con i candidati comunica esclusivamente l’ufficio del progetto, alleggerendo così il lavoro dei singoli responsabili dei sotto-progetti. Invece di inviare e-mail, collaboriamo con i candidati tramite SharePoint. Questa collaborazione si basa su regole chiare, che abbiamo trasmesso loro con la richiesta d’offerta. Gli offerenti hanno, ad esempio, la possibilità di porci delle domande sulla richiesta d’offerta secondo un processo predefinito. Le risposte che riguardano tutti i candidati vengono condivise con tutti gli offerenti.

Grazie a processi comunicativi chiari possiamo anche limitare i colloqui con i candidati allo stretto necessario, ovvero a circa quattro colloqui di progetto all’anno, riducendo l’impegno per tutte le parti coinvolte. L’esperienza dimostra che direttive e processi non chiari causano inevitabilmente un aumento del numero di incontri.

I candidati vengono confrontati tra loro solo alla fine del processo di valutazione. Qual è la ragione?

In linea di principio la metodologia di valutazione è impostata in modo da rendere possibile il confronto dei candidati solo quando disponiamo di dati consolidati e definitivi.
Come mostra il video esplicativo, ci sono due fasi di offerta. Solo con le informazioni della seconda offerta è possibile completare il nostro rapporto su ogni singolo candidato. Sulla base di questo resoconto, i candidati vengono confrontati tra loro dal punto di vista dell’utilità. Segue il confronto tra l’utilità totale ed i costi totali nel rapporto di valutazione. Solo a questo punto, ossia al termine del processo di valutazione, è possibile un confronto completo dei candidati.

Come vengono confrontati i candidati?

Riassumiamo separatamente per ciascun candidato in rapporti tecnici le informazioni raccolte dalle offerte e dalle attività di prova effettuate in collaborazione con le unità del DDPS coinvolte provenienti dallo Stato maggiore dell’esercito, dalle Forze aeree, dalla Base logistica dell’esercito e dalla Base d’aiuto alla condotta dell’esercito. Questi rapporti tecnici costituiscono le basi per il confronto dei candidati.

In breve, per semplificazione e come esempio ipotetico, possiamo immaginare che dal punto di vista dell’utilità sia possibile distribuire tra i candidati un totale di 1’000 punti. Per un singolo tema, ad esempio la facilità di manutenzione, viene assegnata una determinata porzione di questi 1’000 punti. Durante il confronto si tratta di suddividere i punti tra i candidati. Il candidato più adatto per le esigenze della Svizzera in questo ambito ottiene il numero più elevato di punti, il secondo un po’ meno e così via. Ci sono diversi ambiti specialistici nei quali i candidati possono ottenere dei punti. Ognuno di questi viene trattato da specialisti dedicati.

Quali sono le nozioni apprese finora dal processo di valutazione per il NAC? Quale consiglio darebbe ad un aspirante capoprogetto?

In vista della valutazione, abbiamo investito molto tempo nello sviluppo della metodologia di valutazione. A tal fine, abbiamo tenuto conto dei risultati e degli insegnamenti tratti dalle valutazioni precedenti, ed abbiamo anche guardato oltre i nostri confini. In questo ambito ci siamo interessati a come altre autorità incaricate degli acquisti procedono nella valutazione di sistemi complessi. Abbiamo sviluppato la nostra metodologia di valutazione tenendo in considerazione queste nozioni. L’esperienza maturata fino ad oggi dimostra che questa sia robusta e coerente.

Prima di avviare il progetto è necessario fare chiarezza su come questo debba essere portato avanti. In questo modo si evitano in seguito problemi e sprechi di tempo.

Come si compone il gruppo di progetto?

Non importa quanto sia sofisticata la metodologia di valutazione, il successo del progetto dipende dal personale del progetto. Posso contare su un team esperto. Anche se l’elenco non è esaustivo, credo sia importante mostrare quali funzionari interagiscono tra loro in un progetto di questa complessità.

Si parte dagli esperti di pianificazione dell’esercito e dai partner del settore della difesa che definiscono i requisiti per il sistema e incaricano e sostengono Armasuisse nella realizzazione del progetto. Alla realizzazione partecipano collaboratori di diverse unità organizzative e professioni. Ingegneri che analizzano i sistemi dal punto di vista tecnico e si occupano in seguito di integrarli nel panorama dei sistemi esistenti. Ingegneri specializzati nella gestione del ciclo di vita e del supporto al prodotto, i cui metodi devono tenere d’occhio il supporto dei sistemi nei prossimi 30-40 anni. Piloti collaudatori e ingegneri addetti alle prove in volo testano i velivoli da cima a fondo.

Responsabili della qualità si occupano dell’accettazione e più tardi saranno di supporto alla certificazione dei sistemi. Responsabili commerciali ed economisti aziendali assicurano insieme ai giuristi che i processi commerciali vengano rispettati e che i contratti vengano conclusi. Gli specialisti della comunicazione si occupano degli aspetti comunicativi legati al progetto. Gli esperti dell’EMPA misurano le emissioni foniche durante le prove. I giuristi valutano i sistemi d’arma dal punto di vista del diritto internazionale e ne approvano l’impiego. Gli specialisti della gestione delle frequenze assicurano che i sistemi non abbiano un impatto negativo nel panorama delle frequenze svizzera. L’ufficio del progetto dà supporto alla direzione del progetto e a tutto il team nei compiti di gestionali e assicura così che l’«impresa NAC» funzioni senza intoppi.

Questa lista potrebbe continuare ed intende mostrare con alcuni esempi che gli attori coinvolti sono molti e forniscono un contributo importante per il successo del progetto.

Perché la valutazione dura così a lungo?

Il video esplicativo si propone di mostrare quali passi sono necessari per eseguire una valutazione completa di un sistema ad alta tecnologia. Dall’inoltro della prima richiesta d’offerta fino alla redazione del rapporto di valutazione trascorrono nel caso del nuovo aereo da combattimento quasi tre anni, e si tratta di una fase nella quale oltre ai due turni d’offerta è integrata anche una fase di prove. In questo ambito abbiamo testato i velivoli nel contesto operativo svizzero e abbiamo potuto così convalidare i dati forniti dai candidati.

Naturalmente, nel corso di questo processo abbiamo potuto approfondire le nostre conoscenze sui singoli velivoli, il che rappresenta per la Svizzera un vantaggio nelle trattative.

In fin dei conti si tratta di un acquisto strategico e costoso, che deve essere portato avanti con la serietà necessaria. Dopotutto vogliamo impiegare i sistemi in ambito operativo per 30 o 40 anni ed essere sicuri di aver tenuto in considerazione tutto il necessario. D’altro canto i candidati devono analizzare la nostra richiesta d’offerta, che comprende circa 600 pagine, preparare le risposte, rispettare i processi di autorizzazione interni e molto altro. Per farlo ci vuole tempo.

Il video esplicativo parla di un centro dati autonomo appositamente sviluppato. Perché ce n’è bisogno e come funziona?

Principalmente si tratta di proteggere le informazioni, che per noi hanno un’importanza essenziale per tre motivi:

In primo luogo, abbiamo bisogno di informazioni classificate dai candidati per poter effettuare una buona valutazione. In questo modo, ci impegniamo a proteggere le informazioni militari sensibili in maniera consequente.

Ciò è dovuto in particolare al fatto che gli aerei da combattimento dei rispettivi candidati sono elementi importanti per la difesa dei paesi produttori. La divulgazione di informazioni degne di protezione potrebbe quindi causare gravi danni. Si tratta quindi di un rapporto di fiducia tra il DDPS – rispettivamente la Svizzera – ed i fornitori o i paesi produttori. Indiscrezioni potrebbero danneggiare gli interessi della Svizzera in materia di politica estera o le relazioni internazionali.

In secondo luogo si tratta di impedire, dal punto di vista industriale e commerciale, che i segreti commerciali e di fabbricazione dell’offerente vengano resi pubblici.

In terzo luogo, il progetto potrebbe subire danni a causa di una fuga di informazioni non voluta. Ciò potrebbe, ad esempio, perturbare il processo di valutazione e minare la fiducia nell’organizzazione del progetto.

Per garantire la protezione delle informazioni, utilizziamo un centro dati autonomo senza accesso alla rete. Inoltre, lavoriamo secondo il principio della «conoscenza solo se necessario». Il centro dati consente una chiara assegnazione dei diritti di accesso. In questo modo si intende garantire che i rispettivi specialisti abbiano accesso solo alle informazioni necessarie per svolgere i loro compiti. Inoltre, gli specialisti, che valutano i candidati dal punto di vista tecnico, non hanno alcuna conoscenza della struttura dei costi.


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Re: Gli F-35 svizzeri

Messaggio da Phant » 20 novembre 2020, 17:57

Aviation-report.com ha scritto:
Airbus e la Germania hanno presentato l’offerta ufficiale per la vendita degli Eurofighter alla Svizzera

Airbus e la Germania hanno presentato oggi la loro offerta ufficiale, all’Ufficio federale degli armamenti svizzero Armasuisse, per la vendita di aerei Eurofighter alla Svizzera. L’offerta è stata preparata in collaborazione con le altre nazioni utilizzatrici dell’Eurofighter nonché i partner industriali Leonardo e BAE Systems, e soddisfa i requisiti del processo di approvvigionamento dei cosiddetti nuovi aerei da combattimento (Neues Kampfflugzeug – NKF) implementato dalla Svizzera in sostituzione della sua attuale flotta di F/A-18 Hornet con un modello più moderno.

Con l’eventuale acquisizione dell’Eurofighter, la Repubblica Federale di Germania offre alla Svizzera l’opportunità di approfondire la loro partnership militare esistente, in particolare per quanto riguarda l’addestramento congiunto delle due forze aeree. Con l’Eurofighter, la Svizzera acquisirà piena autonomia nell’uso, nella manutenzione e nell’applicazione dei dati dei suoi aerei. Con più di 660 ordini, l’Eurofighter è di gran lunga il velivolo più utilizzato per proteggere lo spazio aereo in Europa.

L’Eurofighter Typhoon è gestito congiuntamente dalle quattro nazioni partner Germania, Regno Unito, Italia e Spagna ed è in continuo sviluppo. Solo pochi giorni fa la stessa Germania ha firmato il contratto per l’acquisizione di 38 Eurofighter dell’ultima tranche 4 e offre alla Svizzera l’opportunità di gettare le basi per una cooperazione politica, economica e di sicurezza ancora più stretta acquistando lo stesso tipo di aeromobile.

Michael Flügger, ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Svizzera, ha dichiarato: ”Con questa offerta, invitiamo la Svizzera come nostro vicino e partner affidabile nella politica di sicurezza e nelle questioni economiche a proteggere il suo spazio aereo con l’Eurofighter e a una stretta cooperazione tra le nostre forze aeree. Per la Germania la Svizzera non è solo un cliente, ma un alleato strategico con il quale vorremmo intensificare ulteriormente la nostra già stretta collaborazione. L’Eurofighter è l’unica piattaforma sviluppata e gestita congiuntamente da diverse nazioni europee e sarebbe quindi una soluzione ideale per la Svizzera“.

Dirk Hoke, CEO di Airbus Defence and Space, ha dichiarato: “Con l’offerta presentata oggi, vogliamo dimostrare che l’Eurofighter è il miglior pacchetto per la Svizzera. È il più moderno aereo da caccia attualmente costruito in Europa e soddisfa tutti i requisiti richiesti dalla Svizzera. Fornendo dati di costruzione e altre informazioni importanti, la Svizzera avrà il controllo completo e indipendente dell’Eurofighter, garantendo la piena trasparenza. Con oltre 200 fornitori nella Confederazione, Airbus è già un partner forte per la Svizzera e non vediamo l’ora di espandere ulteriormente questa collaborazione“.

La Svizzera il 27 settembre 2020, tramite referendum, aveva deciso il futuro della flotta di caccia del paese votando “Si” per procurarsi nuovi caccia, una singola flotta che sostituirebbe sia gli F/A-18 Hornet sia i Northrop F-5 Tigers.


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Re: Gli F-35 svizzeri

Messaggio da Phant » 22 novembre 2020, 18:17

Aviation-report.com ha scritto:
Presentata alla Svizzera la proposta di Lockheed Martin per gli F-35A

Il 18 novembre 2020, il governo degli Stati Uniti e Lockheed Martin hanno ufficialmente presentato la proposta per la fornitura degli F-35 al governo svizzero a sostegno della gara Air2030 per il nuovo caccia svizzero Neues Kampfflugzeug – NKF che sostituirà l’anziana flotta di F/A-18 Hornet.

La proposta F-35 è un pacchetto completo che include fino a 40 aeromobili F-35A, una soluzione di supporto su misura per i requisiti di autonomia svizzeri e un programma di formazione completo. Avevamo già riportato in un articolo del mese scorso che il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha autorizzato preventivamente la Svizzera all’acquisto degli F-35A, degli F/A-18E/F Super Hornet e dei Patriot e che il costo del pacchetto offerto comprendeva 40 velivoli più i servizi connessi ad un prezzo stimato di 6,58 miliardi di dollari.

L’offerta include quindi un pacchetto industriale che fornisce all’industria svizzera notevoli opportunità di lavoro con gli F-35. L’industria svizzera avrebbe l’opportunità di competere per la produzione diretta di componenti da utilizzare su tutti gli F-35 prodotti, progetti di sostegno incentrati sul supporto dell’Aeronautica Militare svizzera, il rafforzamento dell’autonomia svizzera e progetti di sicurezza informatica direttamente correlati all’F-35.

L’offerta utilizza la soluzione di supporto globale F-35 al fine di garantire che la Svizzera tragga vantaggio dalle economie di scala europee degli F-35 per realizzare costi di sostegno inferiori per le proprie forze aeree. Include anche un pacchetto di ricambi di sei mesi per garantire che l’aviazione svizzera abbia la capacità di condurre operazioni autonome. Lockheed Martin offre anche un’opzione per l’assemblaggio di quattro aeromobili in Svizzera per garantire che l’aeronautica militare svizzera e l’industria svizzera acquisiscano subito un know how di come mantenere la cellula degli F-35 per tutta la durata del programma.

“Siamo fiduciosi che la nostra offerta di F-35 sia la soluzione migliore e più conveniente per la competizione NFA svizzera“, ha affermato Greg Ulmer , vicepresidente e direttore generale del programma F-35. “Stiamo offrendo l’unico caccia di quinta generazione al costo di un aereo di quarta generazione, offrendo al contempo alla Svizzera un aereo che proteggerà la sovranità svizzera per i decenni a venire“.

Ad oggi, l’F-35 è stato selezionato da 13 nazioni e opera da 26 basi in tutto il mondo, con nove nazioni che operano con F-35 sul loro suolo di origine. Ci sono più di 585 F-35 in servizio oggi, con più di 1.190 piloti e 9.750 manutentori addestrati sull’aereo.

L’F-35, che darebbe alla Svizzera capacità notevoli di combattimento (forse anche troppo spinte per le esigenze dello stato elvetico) potrebbe essere gravato da maggiori costi iniziali quali, ad esempio, quelli per l’immissione in servizio del velivolo e tutti quelli per le infrastrutture per la gestione del caccia della Lockheed Martin, ma Berna poi potrebbe sfruttare per l’integrazione del caccia e per la formazione del personale la già consolidata esperienza dei partner europei come l’Italia, il Regno Unito e la Norvegia che già utilizzano ampiamente il caccia di quinta generazione.

Ricordiamo che la Svizzera il 27 settembre 2020, tramite referendum, aveva deciso il futuro della flotta di caccia del paese votando “Si” per procurarsi nuovi caccia, una singola flotta che sostituirebbe sia gli F/A-18 Hornet sia i Northrop F-5 Tigers.


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Re: Gli F-35 svizzeri

Messaggio da Phant » 2 luglio 2021, 0:55

Aviation-report.com ha scritto:
Svizzera Air2030: il caccia stealth di quinta generazione F-35A proposto per l’acquisto quale nuovo caccia per le forze aeree svizzere

Nella sua seduta di oggi 30 giugno 2021 il Consiglio federale ha deciso di sottoporre al Parlamento l’acquisto di 36 aerei da combattimento del tipo F-35A del produttore statunitense Lockheed Martin e l’acquisto di 5 unità di fuoco del tipo Patriot del produttore statunitense Raytheon. I due sistemi proposti si sarebbero contraddistinti nella fase di valutazione per la più ampia gamma di benefici e i minori costi complessivi. Il Consiglio federale è convinto che i due sistemi siano i più idonei per proteggere anche in futuro la popolazione svizzera dalle minacce aeree.

Come abbiamo riportato più volte su Aviation Report, la Svizzera aveva lanciato il programma Air2030 per sostituire gli attuali velivoli delle Forze Aeree che giungeranno al termine della loro durata di utilizzazione nel 2030. Per poter continuare a proteggere la popolazione Svizzera dalle minacce aeree, il Consiglio federale intende sostituire gli attuali aerei da combattimento e acquistare un nuovo sistema di difesa terra-aria a lunga gittata (DTA LG).

In occasione della votazione popolare del 27 settembre 2020 è stata approvata una decisione programmatica che prevede l’acquisto di nuovi aerei da combattimento con un volume finanziario massimo di 6 miliardi di franchi. Per il sistema DTA LG è previsto un volume finanziario di 2 miliardi di franchi (stato per ambedue gli importi menzionati: indice nazionale dei prezzi al consumo, gennaio 2018).

Dal 2030 quindi entreranno in servizio 36 F-35A Lightning II che andranno a sostituire i caccia F/A-18 Hornet attualmente in servizio in Svizzera. Per i caccia di quinta generazione della Lockheed Martin il costo di acquisto stimato dovrebbe essere di 5,086 miliardi di franchi svizzeri. Con la selezione del F-35A sarà molto interessante, nei prossimi anni, vedere che tipo interazione/integrazione potranno avere le forze aeree svizzere e quelle italiane.

La decisione del Consiglio federale poggia su un’ampia valutazione tecnica durante la quale sono stati esaminati, per il nuovo aereo da combattimento, quattro candidati (Eurofighter di Airbus, Germania; F/A-18 Super Hornet della Boeing, Stati Uniti; F-35A di Lockheed Martin, Stati Uniti; Rafale di Dassault, Francia) nonché due candidati per il sistema DTA LG (SAMP/T di Eurosam, Francia; Patriot di Raytheon, Stati Uniti).

L’F-35A presenta la più ampia gamma di benefici ed è di gran lunga il modello più economico

Tutti i candidati hanno soddisfatto i requisiti per la Svizzera. Sia nel caso degli aerei da combattimento, sia nella valutazione del sistema DTA LG un candidato è risultato nel contempo il prodotto con i massimi benefici e i costi più economici. Nel caso degli aerei da combattimento si tratta dell’F-35A, che ha conseguito il punteggio più elevato a livello di benefici: 336 punti, distanziando chiaramente di 95 e più punti gli altri candidati. È il candidato con il migliore punteggio in tre dei quattro criteri principali:

Efficacia: l’F-35A ha conseguito il miglior risultato grazie al suo netto vantaggio tecnologico rispetto agli altri candidati. L’F-35A dispone infatti di nuovi sistemi, estremamente efficienti e totalmente interconnessi, per la protezione e la sorveglianza dello spazio aereo. Presenta pertanto una superiorità tecnica a livello di informazioni ed è il candidato che consente ai piloti di ottenere la migliore consapevolezza della situazione in tutti i settori di compiti, in particolare nel servizio di polizia aerea quotidiano.

L’F-35A è inoltre l’unico modello integralmente concepito per essere in massimo grado difficilmente rilevabile da altri sistemi d’arma. La conseguente elevata capacità di sopravvivenza rappresenta un vantaggio particolare per le Forze aeree svizzere.

L’utilizzazione relativamente semplice del sistema e la superiorità a livello di informazioni dell’F-35A incidono sui contenuti degli allenamenti e sul rapporto tra le ore di volo e le ore di addestramento al simulatore. Le ore di volo necessarie sono di circa il 20 per cento inferiori rispetto agli altri candidati. Rispetto agli attuali aerei da combattimento delle Forze aeree destinati ad essere sostituiti con l’F-35A, è inoltre necessario circa il 50 per cento in meno di decolli e atterraggi.

Il vantaggio tecnologico dell’F-35A, sistema d’arma all’avanguardia, resterà ineguagliato probabilmente per un lungo periodo. Considerato che il nuovo aereo sarà utilizzato prevedibilmente per 30 anni, si tratta di un’importante condizione favorevole rispetto agli altri candidati.

Supporto del prodotto: l’F-35A ha conseguito la migliore valutazione grazie all’efficienza dimostrata a livello di esercizio e di manutenzione, a un’istruzione moderna e all’elevata sicurezza di approvvigionamento sull’arco dell’intera durata di utilizzazione. La sicurezza di approvvigionamento è dovuta anche al fatto che l’F-35A registra il maggior numero di unità sinora prodotte ed è impiegato anche in Europa dal più elevato numero di Paesi.

Cooperazione: anche in questo ambito l’F-35A ha conseguito il miglior risultato. Offre possibilità complete di collaborazione a livello di esercizio e un ampio accesso a dati e a risorse tecnico-specialistiche.

Offset diretto: al momento della presentazione, l’offerta dell’F-35A non ha conseguito il miglior risultato. La compensazione con affari offset pari al 60 per cento del valore contrattuale deve essere completamente realizzata al più tardi 4 anni dopo l’ultima fornitura.

Per quanto concerne l’entità della flotta, tutti e quattro i candidati coprono con 36 unità il fabbisogno per la protezione dello spazio aereo in una situazione persistente di tensione elevata. Il compito delle Forze aeree è quello di evitare che lo spazio aereo svizzero venga impiegato da parti coinvolte in un conflitto militare.

L’autonomia in materia di dati è garantita

Il Consiglio federale ha fondato la sua decisione anche sull’aspetto delle dipendenze tecnologiche dai produttori e dal Paese di produzione. Nell’acquisto di sistemi non è possibile escludere del tutto che sorgano dipendenze. È tuttavia risultato che tutti i candidati garantiscono la necessaria autonomia in materia di dati. L’F-35A assicura in particolare un ottimo livello di cyber sicurezza poiché offre piene garanzie a livello di gestione dell’ambito cyber, sicurezza dell’architettura informatica e misure di protezione da cyber eventi.

Come nel caso di tutti gli altri candidati, anche con l’F-35A la Svizzera determina autonomamente quali dati scambiare con altre aviazioni militari tramite connessioni data link o quali dati logistici riportare al produttore. L’esercizio e la manutenzione dell’aereo in Svizzera sono assicurati dalle Forze aeree e dalla RUAG Svizzera.

Il costo dell’F-35A è di circa 2 miliardi di franchi inferiore rispetto agli altri candidati

Oltre che a livello di benefici, l’F-35A ha conseguito di gran lunga il miglior risultato anche nell’ambito dei costi. È il più economico sia al momento dell’acquisto sia nel corso dell’esercizio. Al momento della presentazione delle offerte nel febbraio 2021, i costi d’acquisto ammontavano a 5,068 miliardi di franchi, rientrando chiaramente nel volume finanziario prescritto di 6 miliardi di franchi, approvato dall’elettorato svizzero. I costi d’acquisto rientrano nel credito quadro anche dopo il computo del rincaro sino al termine di pagamento.

L’F-35A è il modello più economico anche per quanto concerne i costi d’esercizio. I costi globali, comprendenti i costi d’acquisto e i costi d’esercizio, ammontano a circa 15,5 miliardi di franchi sull’arco di 30 anni.

La differenza di costo rispetto al modello giunto secondo in classifica relativamente ai costi è di circa 2 miliardi di franchi.

Difesa terra-aria a lunga gittata: il Patriot presenta i maggiori benefici con i minori costi

Per quanto concerne il sistema di difesa terra-aria a lunga gittata, il Patriot spicca, talvolta nettamente, in tutti e quattro i criteri principali. In particolare supera in maniera marcata l’SAMP/T a livello di efficacia. Il sistema è in grado di difendere spazi aerei sia autonomamente sia in combinazione con gli aerei da combattimento. È impiegabile sino a una quota di oltre 20 000 metri (in verticale) e ha una portata di oltre 50 chilometri (dimensione orizzontale). Nell’ambito dei sistemi DTA a lunga gittata si tratta di una distanza d’impiego eccezionalmente elevata. Il Patriot fornisce pertanto un contributo determinante alla difesa aerea integrata.

Per la difesa della superficie auspicata di 15 000 chilometri quadrati sono necessarie 5 unità di fuoco Patriot.

Per quanto concerne i costi, il Patriot si è dimostrato il modello più economico. I costi d’acquisto del Patriot – rincaro e imposta sul valore aggiunto compresi sino al termine di pagamento – ammontano a 1,970 miliardi di franchi. Considerati i costi d’esercizio calcolati sull’arco di 30 anni, i costi globali del Patriot ammontano a circa 3,6 miliardi di franchi. Il Patriot è pertanto risultato nettamente più economico dell’altro candidato. La compensazione con affari offset pari al 100 per cento del valore contrattuale deve essere completamente realizzata al più tardi 4 anni dopo l’ultima fornitura.


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