Gli F-35 inglesi

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Re: Gli F-35 inglesi

Messaggio da Phant » 22 settembre 2020, 19:30

Insideover.com ha scritto:
Il Regno Unito potrebbe decidere di acquistare solo la metà dei previsti F-35B

Il governo inglese sembrerebbe deciso ad acquistare solo la metà degli F-35 originariamente preventivati a fronte della recessione pandemica in cui è piombato il Regno Unito e poter così reindirizzare le “poche” risorse finanziarie disponibili verso il progetto del caccia di sesta generazione Tempest.

L’intenzione iniziale, per Londra, era acquistare 138 F-35 nella versione B, quella a decollo corto e atterraggio verticale (in inglese Short Take Off Vertical Landing – Stovl), che avrebbero dovuto sostituire sia i Tornado della Royal Air Force, sia andare a formare la spina dorsale della rinata aviazione imbarcata, che col pensionamento della portaerei Hms Ark Royal, avvenuto nel 2011, è sparita dai registri della Royal Navy sino all’avvento del nuovo caccia stealth di quinta generazione che verrà impiegato sulle due nuove unità portaerei: la Hms Queen Elizabeth e la Hms Prince of Wales.

Di questi 138 il primo ordine piazzato dal Regno Uniti è per 48 velivoli da consegnarsi entro il 2025 per una spesa totale di 9,1 miliardi di sterline (11,75 miliardi di dollari). I costi per questa prima tranche di cacciabombardieri, però, sono lievitati del 15% dal 2015 – anno in cui la decisione di acquisto fu messa a bilancio – a causa di miglioramenti al software, sostenibilità e integrazione con gli armamenti made in Uk, arrivando a circa 10,5 miliardi di sterline (13,5 miliardi di dollari).

Anche per questo, lo scorso giugno, il governo britannico, in fase di ridefinizione dei programmi della Difesa, ha ventilato l’ipotesi di non finanziare l’upgrade dell’F-35 al Block 4 per tutti e 48 i velivoli inglesi. Il software Block 4 permette al velivolo di utilizzare le ultime configurazioni dei sensori elettronici ma anche gli ultimi sistemi d’arma come la bomba AGM-154 Joint Stand-Off Weapon (Jsow) o le GBU-53/B StormBreaker, quindi se non venisse fornito a tutti i velivoli, il Regno Unito avrebbe degli F-35 “azzoppati” che non potrebbero effettuare tutte le missioni per le quali sono nati.

Secondo fonti della Difesa inglese, l’aspirazione di Londra di acquistare 138 F-35B è vista ormai come improbabile. Attualmente il contratto di acquisto siglato dal Regno Unito con la Lockheed-Martin non obbliga ad acquistarne più di 48, ma i massimi organi militari inglesi hanno ritenuto che la cifra di 70 F-35 sia il minimo consentito per avere una forza credibile. Del resto le sole portaerei classe Queen Elizabeth sono nate per trasportarne tra i 12 e i 36 – a seconda delle configurazioni di missione – ed il velivolo dovrà comunque sostituire i Tornado della Raf, che sono ormai prossimi al ritiro dal servizio attivo, sebbene il Regno Unito preveda di utilizzare ad interim il Typhoon nello stesso ruolo che fu del velivolo del consorzio Panavia.

Gli F-35B inglesi, dichiarati operativi a gennaio del 2019, hanno fatto segnare il loro primo appontaggio sulla Hms Queen Elizabeth sempre a giugno di quest’anno, quando velivoli del 617 Squadron – noto come i Dambusters – hanno effettuato il debutto in operazioni imbarcate in attesa di quella che sarà la prima crociera operativa dell’unità navale con a bordo i caccia di quinta generazione che dovrebbe cominciare l’anno prossimo.

I ripensamenti del governo inglese sono stati fatti anche alla luce del corposo investimento finanziario che riguarda il nuovo caccia Tempest, al cui programma di sviluppo parteciperà anche l’Italia e la Svezia come vi abbiamo già ampiamente raccontato.

Londra sembra ritenere, infatti, che gli F-35B possano venire sostituiti dal velivolo “autoctono” che però non sarà pronto prima del 2035/2040. Sicuramente un’eventuale decisione di questo tipo è dettata più da considerazioni politico/commerciali che da reali esigenze operative: il Regno Unito spera di imbarcare un altro partner extra-europeo, nella fattispecie il Giappone, sia per poter spalmare ulteriormente i costi di sviluppo, sia per assicurarsi una testa di ponte sul mercato internazionale dei cacciabombardieri, che comunque è sempre stato tradizionalmente abbastanza interessato ai prodotti inglesi: il caccia Typhoon è in servizio, oltre che nelle Forze Aeree dei Paesi del consorzio che lo produce, in Austria, Kuwait e Arabia Saudita e vede altri potenziali clienti in Medio Oriente. Lo stesso Tornado è stato venduto con discreto successo in Arabia Saudita, ma ora, col Tempest, Londra sembra voler ampliare il suo mercato e scalzare quello che è il predominio francese, tra le nazioni europee, della vendita di caccia. In effetti Parigi – insieme a Berlino e Madrid – ha in essere un altro velivolo di sesta generazione, facente parte del programma Scaf (o Fcas nel suo acronimo inglese), che potrebbe proprio godere dell’ampio successo internazionale dei velivoli della Dassault.

Puntare tutto sul Tempest, però, non sarebbe una mossa del tutto assennata per Londra, anche al netto dell’emergenza economica data dalle contingenze pandemiche che hanno dissanguato le casse dello Stato: il velivolo, come già detto, non sarà pronto prima del 2035/2040, periodo in cui si prevede avverrà il suo primo volo (cosa ben diversa dall’entrata in servizio in numero consistente) pertanto per i prossimi 15 e 20 anni la Raf si troverebbe a dover affidarsi a pochi caccia di quinta generazione coadiuvati dai vecchi Typhoon; inoltre, sebbene i requisiti di massima siano già stati stabiliti, il Tempest non è, al momento, un velivolo multiruolo come l’F-35 (che ricordiamo è nato per lo strike, ovvero per l’attacco) ma ha una vocazione più da “superiorità aerea”, pertanto occorrerebbe una importante modifica dei progetti – e quindi della cellula del caccia – che potrebbe non essere ben vista dagli altri partner, ed in particolare dall’Italia che ha deciso di affidarsi proprio all’F-35 per sostituire la sua linea da attacco formata da Amx e Tornado.

Nonostante queste considerazioni, che sicuramente saranno state fatte a Londra, alcuni istituti di analisi strategica britannici, come il Royal United Services Institute, vedono di buon grado al riduzione degli F-35, proprio in considerazione delle particolari congiunture economiche e della necessità di sviluppare l’industria aeronautica made in Uk grazie all’ambizioso programma Tempest.


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Re: Gli F-35 inglesi

Messaggio da Phant » 7 gennaio 2021, 3:49

Aviation-report.com ha scritto:
Il ministero della difesa britannico firma un contratto da 550 milioni di sterline per i missili SPEAR per gli F-35

MBDA ha ricevuto un contratto del valore di 550 milioni di sterline per la produzione del sistema missilistico di prossima generazione SPEAR dal Ministero della Difesa britannico. Lo SPEAR (noto nelle forze armate britanniche come SPEAR3 – Select Precision Effects At Range No.3) è un missile da crociera in “miniatura”.

La sua capacità di attaccare anche bersagli mobili migliorerà la futura capacità aerea di combattimento del Regno Unito e fornirà un’immensa capacità letale alla Lightning Force, con sede sulla base aerea di RAF Marham, e al gruppo d’attacco delle portaerei classe Queen Elizabeth, le HMS Queen Elizabeth e Prince of Wales.

Lungo 1,8 metri, pesante meno di 90 chilogrammi, il sistema missilistico ha una portata di oltre 140 chilometri e, alimentato da un motore a turbogetto, lo SPEAR sarà la principale arma d’attacco a medio-lungo raggio degli aerei da combattimento F-35 del Regno Unito, consentendo loro di attaccare obiettivi impegnativi come i sistemi mobili di difesa aerea a lungo raggio a distanze oltre l’orizzonte in qualsiasi condizione atmosferica e in ambienti altamente contestati.

I lanci degli SPEAR inizieranno entro 18 mesi utilizzando un caccia Eurofighter Typhoon, con la produzione dei missili che inizierà nel 2023. Questo nuovo contratto segue l’implementazione con successo del contratto per la fase di sviluppo delle armi SPEAR stipulato nel 2016 e il contratto di integrazione dello SPEAR sull’F-35 nel 2019.

Con la sua combinazione unica di invisibilità, radar all’avanguardia, tecnologia dei sensori e armato con SPEAR3, gli F-35 proteggeranno gli interessi britannici da navi, sottomarini, aerei e missili nemici. Il Regno Unito ha attualmente 21 F-35B di quinta generazione, avendo ricevuto tre nuovi jet il 30 novembre 2020. La capacità operativa iniziale (marittima) della piattaforma è stata recentemente dichiarata e, entro la fine dell’anno, i jet F-35B salperanno con la portaerei HMS Queen Elizabeth per il suo primo schieramento Global Carrier Strike Group 2021.

Éric Béranger, CEO di MBDA, ha dichiarato: “MBDA è lieta di chiudere questo contratto, è il risultato di molti anni di duro lavoro da parte del nostro team di ingegneri dedicato e altamente qualificato. Le armi stand-off, abilitate al network e utilizzabili in sciami sono una parte fondamentale della visione di MBDA: SPEAR è all’avanguardia con queste tecnologie ed è l’arma tecnicamente più avanzata del suo tipo”.

Il contratto per il missile SPEAR impiegherà un massimo di 570 persone in MBDA più altre 200 nella catena di fornitura Tier 1. Ciò vedrà la creazione di 190 posti di lavoro tecnologici altamente qualificati presso MBDA in aree tra cui progettazione di sistemi, ingegneria del software, controllo e navigazione del sistema di guida a Stevenage, Bristol e Bolton.

Fa parte del Portfolio Management Agreement (PMA), una partnership avviata nel 2010 tra il Ministero della Difesa britannico e MBDA sulla progettazione e produzione di armamenti complessi. La PMA fornisce equipaggiamenti militari di livello mondiale per le forze armate britanniche e si è assicurata oltre 4.000 posti di lavoro nel Regno Unito presso MBDA, generando risparmi per un valore di oltre 1,2 miliardi di sterline.


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Re: Gli F-35 inglesi

Messaggio da Phant » 20 novembre 2021, 1:07

Aviation-report.com ha scritto:
Missione di salvataggio in corso per recuperare il jet invisibile inglese: l’incidente dell’F-35 britannico innesca la gara con la Russia per recuperare il relitto?

Come abbiamo riportato ieri sul nostro canale Facebook, la Royal Navy britannica ha confermato mercoledì scorso la perdita nel Mediterraneo di un F-35 Lightning II operante dalla portaerei HMS Queen Elizabeth. Il pilota, dopo il decollo, si è lanciato dal velivolo in sicurezza ed è stato prontamente recuperato da un elicottero Merlin e riportato a bordo dell’unità navale inglese.

Il velivolo era uno degli otto Lightning del 617 Dambusters Squadron della RAF, che hanno preso parte a un dispiegamento attraverso l’Oceano Indiano nel Pacifico a bordo dell’ammiraglia da 65.000 tonnellate della Royal Navy da quando è salpata a maggio. Naturalmente l’incidente ha innescato inevitabilmente una corsa per recuperare l’aereo, che contiene molte apparecchiature ancora classificate.

“Una priorità immediata sarà il recupero del relitto“, ha osservato il sito inglese Navy Lookout. “Questo sia per garantire che la tecnologia sensibile e i dati conservati a bordo non cadano nelle mani sbagliate sia per aiutare qualsiasi indagine sulle cause dell’incidente“.

Il Regno Unito ha poche capacità per svolgere una simile missione nelle acque profonde del Mar Mediterraneo immediatamente a nord dell’Egitto, e secondo quanto riferito dai media inglesi starebbe cercando un aiuto commerciale. Durante la Guerra Fredda, sia gli Stati Uniti che la Russia hanno sviluppato capacità avanzate per operazioni di recupero dal fondo del mare.

Il vero premio per i russi sarebbe parte dell’elettronica all’avanguardia dell’F-35 che potrebbe svelare alcuni dei segreti della costruzione del velivolo di quinta generazione stealth americano. Tuttavia il relitto di questo F-35B, che potrebbe essere quasi integro perché caduto appena dopo il decollo ancora a bassa quota e a bassa velocità, rimane un potenziale rischio per la sicurezza, perché pieno di equipaggiamenti classificati di produzione sensibile che potrebbero fornire preziose informazioni industriali.

In questa ottica naturalmente il Regno Unito farà tutto il possibile per tenere i russi e gli altri lontano dal relitto con il monitoraggio della zona di mare dove è caduto il velivolo che potrebbe essere una sorta di grattacapo fino a quando non sarà possibile organizzare un recupero adeguato. Secondo un rapporto del quotidiano Times, il ministero della Difesa del Regno Unito si sarebbe rivolto agli Stati Uniti per chiedere assistenza poiché dispone di attrezzature di recupero situate in Spagna, il più vicino alla scena dell’incidente e che la Russia invece non avrebbe attrezzature simili in zona.

Questo è il quinto incidente di un F-35, di tutte le versioni, ma è la prima perdita di un F-35 britannico e il primo F-35 perso mentre operava da una portaerei o da una nave d’assalto. Il Corpo dei Marines ha perso due F-35B, l’US Air Force un F-35A, e la Japan Air Self-Defense Force un F-35A perso in mare. Il Regno Unito, che ha in servizio 24 su 48 F-35 in ordine, è secondo agli Stati Uniti per numero di ore di volo, quindi ha inevitabilmente un rischio maggiore di incidenti rispetto alle nazioni partner F-35 più piccole.

Come abbiamo detto il Lightning britannico non è il primo esempio di Joint Strike Fighter precipitato in mare. Mentre il pilota inglese dell’F-35B, non sappiamo se un membro della Royal Air Force o della Royal Navy, si è lanciato in sicurezza, il pilota di un F-35A della Japan Air Self-Defense Force (JASDF) è morto quando il suo jet si è schiantato al largo della costa nord-orientale del Giappone nell’aprile 2019.


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Re: Gli F-35 inglesi

Messaggio da Phant » 9 dicembre 2021, 2:09

Aviation-report.com ha scritto:
Recuperato il relitto del velivolo stealth F-35B inglese precipato in mare durante il decollo dalla portaerei HMS Queen Elizabeth

Secondo i media britannici il relitto del jet invisibile F-35B da 100 milioni di sterline che si è schiantato nel Mediterraneo durante il decollo dalla portaerei della Royal Navy HMS Queen Elizabeth sarebbe stato recuperato dal fondo del mare.

Come sappiamo il mese scorso l’F-35B Lightning inglese era precipitato in acque profonde nel Mediterraneo orientale durante il decollo, innescando un’importante missione di ricerca internazionale con i vertici della difesa inglese che temevano che la tecnologia stealth segreta del jet potesse cadere nelle mani dei russi.

Il recupero dell’aereo è stata così la massima priorità per il Ministero della Difesa inglese perché l’F-35B perso potrebbe essere praticamente integro data la bassa velocità con la quale è caduto in mare. Non c’era alcuna indicazione credibile che i sottomarini russi fossero in corsa verso la tomba sottomarina dell’F-35 ma il timore che la Russia potesse mettere le mani su parti del velivolo e dei suoi sensori era molto elevato.

Il filmato di una telecamera di sorveglianza della portaerei che è circolato sui social network e che abbiamo pubblicato anche noi mostrava il pilota che si lanciava in sicurezza mentre l’aereo raggiungendo la fine della pista, cadeva in mare praticamente quasi da fermo.

“Le operazioni per recuperare l’F-35 del Regno Unito nel Mar Mediterraneo si sono concluse con successo“, ha confermato ieri il Ministero della Difesa. La Marina degli Stati Uniti ha collaborato al recupero con una unità navale specializzata per il recupero in acque profonde proveniente da Rota, in Spagna, per guidare la missione di ricerca e recupero.

Ci sono volute due settimane per localizzare il relitto e un’altra settimana per riportarlo alla luce, ha detto una fonte della difesa. Anche la Marina Militare italiana ha partecipato alla missione di salvataggio, che è stata anche ostacolata dal maltempo.

I funzionari del Ministero della Difesa inglese hanno insistito sul fatto che tutto il relitto è stato recuperato e che “non vi è alcun pericolo e che le apparecchiature sensibili sull’aereo non sono state compromesse“.

Il giornale The Sun ha rivelato che l’incidente è stato causato da una copertura antipioggia di plastica a buon mercato che è stata risucchiata nel motore al momento del decollo. Il pilota del famoso 617th Squadron, conosciuto come i “Dambusters” uno squadrone congiunto con un mix di personale della Royal Air Force e della Royal Navy, è stato recuperato da un elicottero Merlin della portaerei e riportato a bordo della nave da 65.000 tonnellate che in navigazione è transitata direttamente sul luogo dell’incidente pochi secondi dopo che l’aereo è affondato.

Il relitto recuperato ora navigherà verso un porto alleato senza nome prima di essere riportato nel Regno Unito per essere sottoposto a indagine per verificare l’esatta dinamica dell’incidente.

L’incidente ha lasciato la Royal Air Force con solo 23 F-35B nella sua flotta con il Regno Unito che si è impegnato ad acquistarne 138, e con i militari che invece si aspettano che la cifra reale sia la metà a causa dei tagli alla difesa.

Questo è il quinto incidente di un F-35, di tutte le versioni, ma è la prima perdita di un F-35 britannico e il primo F-35 perso mentre operava da una portaerei o da una nave d’assalto. Il Corpo dei Marines ha perso due F-35B, l’US Air Force un F-35A, e la Japan Air Self-Defense Force un F-35A perso in mare. Il Regno Unito, che ha in servizio 24 su 48 F-35 in ordine, è secondo agli Stati Uniti per numero di ore di volo, quindi ha inevitabilmente un rischio maggiore di incidenti rispetto alle nazioni partner F-35 più piccole. Il Lightning britannico non è il secondo esemplare di Joint Strike Fighter precipitato in mare, dopo quello della Japan Air Self-Defense Force (JASDF) che si è schiantato al largo della costa nord-orientale del Giappone nell’aprile 2019.


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Re: Gli F-35 inglesi

Messaggio da Phant » 4 maggio 2022, 0:55

Aresdifesa.it ha scritto:
Il Regno Unito acquisterà un nuovo lotto di caccia bombardieri F-35

In occasione di una recente interrogazione parlamentare è emerso che il Ministero della Difesa di Londra ha allocato le risorse ed avviato le procedure tese all’acquisto di un nuovo lotto di F-35.

Attualmente, il Regno Unito ha ordinato solo 48 F-35B che la RAF impiega a terra ed a bordo delle portaerei Queen Elizabeth e Prince of Wales della Royal Navy.

Ovviamente, con un numero così ridotto di piattaforme per la RAF diventa difficile contemporaneamente alimentare e sostenere operazioni dalla terraferma e da portaerei, nonché addestramento e manutenzione dei velivoli.

Il requisito britannico è per un massimo di 138 Lockheed Martin F-35B; peraltro, nonostante le dichiarazioni provenienti dal Ministero della Difesa sarà ben difficile per Londra arrivare a questo traguardo, considerate le spese in atto per l’ammodernamento del Typhoon ed il concomitante avvio del programma Tempest che assorbe ed assorbirà ancor di più nel prossimo futuro notevoli risorse.

Le consegne dei primi 48 F-35B dovrebbero essere completate entro il 2025; le dimensioni del nuovo lotto, secondo le indiscrezioni, si aggirano da un minimo di 12 ad un massimo di 32-36 velivoli; l’obiettivo sarebbe quello di poter organizzare almeno quattro squadrons operativi, considerando anche i primi 48 velivoli.

Oltre i velivoli aggiuntivi, dovranno essere adeguate da parte della Difesa Britannica le infrastrutture destinate ad ospitare i nuovi Lightning II e potenziati i relativi servizi di supporto.

Da quanto emerge la RAF continuerà ad ordinare solo ed esclusivamente la variante B, a decollo corto ed atterraggio verticale, del caccia bombardiere Lockheed Martin F-35 Lightning II.

Sul Lightning II la RAF impiegherà armi di concezione britannica come i missili aria-aria ASRAAM e SPEAR.


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Re: Gli F-35 inglesi

Messaggio da Phant » 23 dicembre 2023, 1:19

Aviation-report.com ha scritto:
Regno Unito: attivato un secondo squadrone di prima linea di caccia stealth F-35B Lightning

Nel Regno Unito, un secondo squadrone di caccia stealth F-35B Lightning di prima linea è stato attivato presso la RAF Marham. L’809 Naval Air Squadron, noto come gli Immortali, ha una storia lunga e illustre ed è stato rimesso in servizio come seconda unità da combattimento di prima linea per utilizzare il caccia stealth F-35B Lightning.

Alla celebrazione presso la RAF Marham nel Norfolk, il comandante Smith ha ricevuto formalmente lo stemma dello squadrone dal suo predecessore, il comandante (in pensione) Gedge, dopo quasi 41 anni da quando l’809 NAS fu dismesso come squadrone di Sea Harrier FRS1. In comune con il Sea Harrier, la variante B del Lightning è ugualmente a suo agio operando a terra o dai ponti delle portaerei della Royal Navy.

L’809 Naval Air Squadron si unisce così al 617 Squadron “Dambusters” della RAF, che era stato formalmente riformato sul Lightning II nell’aprile 2018, come seconda formazione di caccia stealth F-35B Lightning. “L’809 Naval Air Squadron ha un patrimonio orgoglioso ed è quindi del tutto appropriato che la forza aerea da combattimento F-35, la più capace della nostra nazione, abbia ora un secondo squadrone di prima linea RN/RAF che porta il nome “Immortals” in questa era moderna mentre continuiamo ad espandere la nostra capacità di combattimento attraverso le nostre portaerei”, ha detto il Vice Ammiraglio Connell, Second Sea Lord.

“A nome della RAF e della nostra Combat Air Force, è semplicemente fantastico vedere lo Squadrone 809 alzarsi in piedi, continuando i nostri sforzi per far crescere la Lightning Force. So dal mio periodo sulla Joint Force Harrier e da numerosi tour nella Lightning Force, che quando la RAF e la RN operano insieme, il tutto è maggiore della somma delle sue parti. E se equipaggiata con il Lightning, costituisce una combinazione imbattibile per la Combat Air Force, in grado di fornire potenza aerea di prossima generazione da terra e dal mare“, ha aggiunto l’Air Marshal Smyth, Air & Space Commander.

Delle oltre 100 unità storiche della Fleet Air Arm oggi in posizione quadro, l’809 Naval Air Squadron era stato selezionato più di dieci anni fa come formazione F-35 Lightning, in gran parte grazie alla sua illustre storia come squadrone d’attacco e bombardamento avendo ricevuto onori in battaglia durante le operazioni nell’Artico, nel Mediterraneo, in Birmania, a Suez e nell’Atlantico meridionale per un periodo di 41 anni. L’unità dovrebbe raggiungere la piena capacità operativa (FOC) nel 2025.

“È un onore e un privilegio avere l’opportunità di comandare l’809 NAS e guidare il processo verso la piena capacità operativa. Lo Squadrone ha una ricca storia di integrazione tra Royal Navy e Royal Air Force, dai giorni in cui operava il Blackburn Buccaneer presso la RAF Lossiemouth negli anni ’60 e ’70, fino al conflitto delle Falkland nel 1982, e questo è destinato a durare anche in futuro. L’ultima reincarnazione del “Phoenix Squadron” vedrà questo approccio di servizio congiunto fornire una capacità aerea da combattimento di quinta generazione leader a livello mondiale, dispiegabile sia da terra che da mare”, ha concluso il Commander Smith, Comandante dell’809 NAS.

La rimessa in servizio vede il numero di squadroni britannici che gestiscono il Lightning espandersi a quattro: L’809 NAS che si unisce al 617 RAF Sqn, al 207 Sqn (Operational Conversion Unit) e al 17 Test and Evaluation Sqn. Tutti sono gestiti sia da personale della Royal Air Force che della Royal Navy e anche l’ufficiale in comando e il senior pilot si alternano tra i due servizi.

Il programma F-35 è il più grande programma di difesa al mondo e il Regno Unito ha svolto un ruolo importante fin dall’inizio, garantendo una significativa prosperità all’industria britannica. Il Lightning è ora diventato l’aereo da caccia preferito dai partner della NATO, il che migliora l’interoperabilità all’interno dell’Alleanza Atlantica.

Al 1° maggio di quest’anno, il Regno Unito aveva ricevuto 31 F-35B, uno dei quali era andato perso in un incidente al decollo nel Mar Mediterraneo nel 2021 e che sarà sostituito in un ordine futuro. Questi 31 jet fanno parte di un ordine iniziale di 48 velivoli, noto come Tranche 1. L’ultimo di questi sarà consegnato entro la fine del 2025. Tuttavia, il Ministero della Difesa britannico ha confermato l’intenzione di effettuare un ordine denominato Tranche 2 per 27 ulteriori velivoli e che aumenterà la flotta totale a 74 velivoli sui 138 che dovrebbero entrare in servizio nei prossimi anni.


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