Gli F-35 italiani

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Re: Gli F-35 italiani

Messaggio da Phant » 20 novembre 2020, 18:05

Insideover.com ha scritto:
Una guerra interna alla Difesa: cosa succede con gli F-35B

Lo scontro l’Aeronautica Militare e la Marina Militare non si arresta e il tema è sempre lo stesso: gli F-35B. La questione è tanto semplice quanto complessa. Semplice perché si basa sulla ripartizione della versione Stovl degli F-35 (decollo corto e atterraggio verticale); complessa perché si tratta di comprendere il ruolo delle rispettive Forza, il valore degli F-35 e i grandi nodi strategici che esistono dietro quella che è solo all’apparenza una semplice sfida tra Forze Armate.

Negli ultimi mesi si è aperto una sorta di vaso di Pandora su quanto sta accadendo all’interno della Difesa. Scontri che non sono solo politico o di “gelosie” interne, ma che concernono anche il ruolo che deve avere l’Italia nel mondo. Perché dotare una forza armata di un sistema d’arma significa assegnare a essa una precisa connotazione strategica come braccio operativo del Paese. E gli F-35, diventati negli ultimi anni il vero fulcro dei rapporti di forza tra Stati e pilastro dell’aviazione occidentale, non possono essere considerati dei meri aerei da guerra.

Attualmente, il programma italiano per gli F-35 prevede 90 esemplari così ripartiti: 60, nella versione A, in dotazione all’Aeronautica; 30 nella versione B che sarebbero da ripartire equamente tra Marina e Arma Azzurra. Ed è proprio su questa condivisione della versione Stovl che si è accesso un aspro dibattito che sta incendiando la Difesa italiana. Tra chi e quando deve ricevere esemplari che sono destinati a essere protagonisti dei conflitti del futuro.

Le ragioni dell’Aeronautica

Le motivazioni dell’una e l’altra forza risiedono nelle logiche operative. Secondo il generale Leonardo Tricarico, già capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, che ha difeso più volte la necessità dell’Am di possedere questi mezzi, gli F-35 versione B dovrebbero essere concessi alle unità della sua forza armata in quanto utili per i nuovi scenari di guerra in cui sarebbero coinvolte le unità italiane.

Il decollo corto e l’atterraggio verticale sarebbero pertanto fondamentali in aree con piste non particolarmente ampie, in luoghi in cui è difficile che le due suddette fasi siano realizzabili secondo le tecniche “ordinarie” e sarebbero quindi indicate, a detta di diverse fonti dell’Aeronautica, per i nuovi conflitti in cui potrebbe essere coinvolta l’Italia.

Ragioni cui vengono unite questioni di natura economica e logistica. Come spiegato dalle fonti dell’Aeronautica intervenute su Start, la scelta tra avere i primi esemplari a Grottaglie (sede degli AV-8) o ad Amendola comporta anche una volontà di ottimizzare le risorse. Secondo l’Am, infatti, la Marina dovrebbe comunque impiegare il proprio personale per gli AV-8 a Grottaglie – che hanno ancora una breve capacità operativa e non potrebbe inviare altri uomini ad Amendola – mentre la base in cui già operano i mezzi dell’Arma azzurra sarebbe predisposta per il loro impiego attraverso un’infrastruttura ormai collaudata.

A queste posizioni, si aggiunge anche un’altra annotazione da parte dell’aeronautica. E cioè che la versione degli F-35B non sarebbe in realtà nata per le portaerei, perché quella ritenuta più idonea è la C. Sempre come confermato da Start da una fonte della Difesa, “il modello da portaerei é l’F35-C (per portaerei dotate di catapulta) e se il problema fosse far decollare aerei da portaerei, il modello C sarebbe pienamente rispondente alle esigenze di US Navy e US Marines. Il pregio dell’F35-B é invece quello di poter operare da piste corte (requisito espresso proprio dai Marines, oltre che per poter usare navi minori). Moltiplicando significativamente gli aeroporti disponibili a terra e quindi la rischierabilità iniziale dell’aeroplano”.

Le ragioni della Marina

La Marina Militare pone un problema di natura strutturale: la versione Stovl degli F-35 dovrebbe esserle data in dotazione perché è una versione di mezzi nata affinché questi fossero imbarcati sulle portaerei. E quindi non avrebbe senso il loro utilizzo esclusivo da parte dell’Aeronautica.

Per capire le motivazioni tecniche dietro la richiesta della Marina, abbiamo sentito Renato Scarfi, già capitano di vascello e pilota della Marina: “La versione Stovl, che è nota come la versione navale dell’F-35, è destinata esclusivamente per l’utilizzo sulle navi. Questi mezzi non sono sono adatti a piste non preparate in ambiente ostile, ma richiedono una pista perfetta, pulita e totalmente idonea all’atterraggio e al decollo di questi mezzi, già solo la presenza di materiali (Fod) potrebbe portare a danni enormi alle turbine del mezzo. Non sono fatti per piste improvvisate”.

Una questione quindi strutturale cui si uniscono anche le stesse capacità operative. Sempre Scarfi ci ricorda che “la versione B ha un’autonomia inferiore e una potenza maggiore, proprio perché il mezzo è studiato per trovarsi su una portaerei e quindi già in teatro operativo. Anche il carico bellico è inferiore rispetto a quello della versione A proprio per questo motivo, perché ha al suo seguito la nave e può fare più viaggi”. “È chiaro – continua Scarfi – che avere una portaerei, senza che la Marina possa utilizzare gli aerei nati a questo scopo, è completamente inutile”.

L’ammiraglio Michele Consentino, sentito da InsideOver, esprime in maniera chiara l’esigenza della Marina, che è “connessa al requisito di natura strategica connaturato all’esistenza di un’Aviazione Navale. Essa rappresenta una componente organica alla Forza Armata comprendente velivoli ad ala fissa imbarcati sulle portaerei – adesso il Cavour e il Garibaldi, fra un po’ anche il Trieste -, elicotteri imbarcati sulle unità di superficie e basati a terra, mezzi aerei a controllo remoto e un complesso di infrastrutture concentrate nei tre hub aeronavali esistenti nella Penisola, vale a dire Grottaglie/Taranto/Brindisi, Catania/Augusta e Spezia/Luni”.

Un problema strategico

Da una parte la querelle tra forze, dall’altra un problema di natura strategica, perché è chiaro che assegnare questi mezzi alla Marina o all’Aeronautica assume un profilo di proiezione dell’Italia nei prossimi decenni.

Per quanto riguarda l’Aeronautica, l’idea è che (in estrema sintesi) qualsiasi mezzo aereo sia fisiologicamente incardinato nella Forza azzurra. Di conseguenza, questo varrebbe ancora di più per i caccia F-35 A e B.

Un tema che ha diverse sfaccettature e conseguenze. Innanzitutto cambia l’idea che si ha di capacità interforze, visto che secondo questo punto di vista l’Aeronautica metterebbe a disposizione gli aerei e ne avrebbe di fatto il controllo, la Marina i mezzi navali, l’Esercito i mezzi terrestri. Un’idea di jointness su cui però ha espresso pesanti critiche per primo l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, già capo di Stato Maggiore della Marina, il quale in una lettera diretta al ministro Lorenzo Guerini aveva ribadito come il concetto di jointness “significa capacità di Comando integrato, quello sì davvero ‘Joint’, capacità di far operare nel modo più efficace, coordinate e perfettamente integrate le componenti più pregiate delle diverse Forze Armate”. A prescindere quindi dall’appartenenza alla singola forza.

C’è poi un profilo legato proprio all’idea stessa di cosa debba fare una forza armata nei prossimi decenni. Secondo alcuni, le Forze Armate avrebbero compiti diversi ed estremamente chiari: mentre l’Aeronautica sarebbe una forza di presidio, cioè posta a tutela dello spazio aereo nazionale, la Marina avrebbe compiti di proiezione di forza in contesti lontani dai confini nazionali. In questo senso, allora, sarebbe utile assegnare gli F-35B alla Marina in quanto più utili ai compiti che le sono assegnati in diversi settori del mondo, a partire dal Mediterraneo fino al Corno d’Africa o allo stesso Golfo di Guinea. Proiezione che non necessita, per sua natura, di alcun tipo di placet esterno sull’uso delle basi dal momento che la Marina – come ci ricorda il comandante Scarfi – avrebbe di suo una “base”, la portaerei, e non dovrebbe chiedere il permesso di utilizzo di basi all’estero. Cosa che invece dovrebbe fare l’Aeronautica.

Di conseguenza, gli F-35B darebbero modo all’Italia di tutelare maggiormente gli interessi nazionali come già fatto, per esempio, dalla Francia, nel Mediterraneo orientale. Uno “show the flag” in formato più ampio. Lo dimostrerebbe anche il fatto che la portaerei Cavour, dopo l’upgrade, sarebbe in grado di disporre di F-35 versione B facendo sì che la Marina sarebbe l’unica insieme a Royal Navy e Us Marine Corps ad avere la capacità operativa con i caccia multiruolo in tempi brevi. Scarfi lo spiega chiaramente: “Con una portaerei efficiente, l’Italia ha un braccio operativo in aree di interesse fondamentali, che può essere utilizzata anche solo come ‘naval suasion’. Ma la politica sembra latitare e non volere intervenire”.

Un problema però che per l’Aeronautica non si porrebbe: la Marina potrebbe farlo ma con un’aviazione il cui perno sarebbe comunque fondato sull’Arma azzurra, negando quindi un punto di forza nell’aviazione imbarcata. E gli F-35B sarebbe utilizzabili meglio se legati all’Aeronautica.

Un problema di “marittimità” o di politica?

L’assenza della politica, fino a questo momento, sembra abbastanza evidente. Dalla Difesa non pare sia arrivato un ordine di far tacere le armi di questa querelle interna che ha risvolti di non poco conto anche nella gestione delle nostre forze di mare e di aria. E questo soprattutto se si pensa che l’Italia è uno dei Paesi maggiormente coinvolti nel programma F-35.

Roma non sembra però interessata a questo problema che solo superficialmente è uno scontro di gelosia. Quella in corso è anche una questione di ordine generale, perché si tratta di capire la direzione che deve prendere l’Italia nel prossimo futuro. Se concentrarsi sul mare o meno, se costruire gruppi portaerei in modo da essere ancora tra le prime due marine dell’Unione europea post-Brexit o se preferire il mantenimento di un assetto come quello di oggi.

Sotto questo profilo, l’ammiraglio Cosentino non ha dubbi: “L’Italia è una media potenza regionale con interessi economici globali, un concetto da cui dovrebbe derivare una strategia di difesa e sicurezza nazionale incardinata nella politica estera del Paese e che dovrebbe essere sviluppata a livello Presidenza del Consiglio, se non della Repubblica. Purtroppo questa strategia è rimasta ben custodita, forse con altri nomi, all’interno dei vari Libri Bianchi prodotti dal Ministero della Difesa dal 1985 fino a qualche anno fa ma mai approdati in Parlamento per la dovuta sanzione legislativa e attuativa delle iniziative discendenti”.

L’ammiraglio continua: “A parte ciò, l’evidenza lapalissiana – se posso usare questa definizione – è che l’Italia è una Nazione a vocazione prioritariamente marittima, con interessi sul mare in termini di sicurezza energetica, di import/export e di gran parte delle attività che contribuiscono al PIL nazionale, e anche in termini di prestigio internazionale. Purtroppo, la marittimità dell’Italia non viene recepita adeguatamente a livello politico, strategico e anche pedagogico, venendo a mancare nel nostro Paese quella tradizione marittima propria invece di altri stati europei ed extraeuropei dove essa è ben presente e radicata e guida le scelte politiche e strategiche nazionali”.

Si tratta di scelte. Decisioni che però ricadono non solo nel presente ma nel prossimo futuro e che riguardano tutta l’Italia.


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Re: Gli F-35 italiani

Messaggio da Phant » 26 novembre 2020, 23:48




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Re: Gli F-35 italiani

Messaggio da Phant » 31 gennaio 2021, 2:58

Aviation-report.com ha scritto:
La portaerei italiana Cavour parte per gli Stati Uniti per la certificazione operativa all’utilizzo degli F-35B

La nave ammiraglia della Marina Militare parte alla volta degli Stati Uniti per la Campagna Ready for Operations. Acquisirà la certificazione operativa che le permetterà di operare con l’F-35B destinato a sostituire l’attuale flotta degli AV-8BII+ Harrier. Ministro della Difesa Guerini: “La convergenza di intenti tra Italia e Stati Uniti sul reciproco rafforzamento e integrazione delle proprie forze navali vede in questa missione un’importante ulteriore occasione di verifica operativa”.

Il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini si è recato oggi a bordo della Portaerei Cavour, in navigazione nel golfo di Taranto, per rivolgere il suo saluto all’equipaggio e al Comandante della nave Ammiraglia della Marina Militare, partita ieri per gli Stati Uniti d’America dove acquisirà la certificazione per operare con il caccia di quinta generazione stealth F35B versione STOVL a decollo corto ed atterraggio verticale.

Il Ministro, accompagnato dal Generale Enzo Vecciarelli, Capo di Stato Maggiore della Difesa, l’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Capo di Stato Maggiore della Marina e l’Ammiraglio Paolo Treu, Comandante in Capo della Squadra Navale, ha voluto rivolgere il suo saluto al Comandante della nave – Capitano di Vascello Giancarlo Ciappina – e all’equipaggio. “Si tratta certamente di un’attività di natura tecnico-operativa, ma con risvolti importanti sul piano strategico-militare per la Difesa e per il Paese nel panorama internazionale. L’Italia, infatti, diventerà uno dei pochi Paesi al mondo, insieme a Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone, a poter esprimere una capacità portaerei con velivoli da combattimento di 5ª generazione. Un risultato che non sarebbe stato raggiunto senza la tenacia, la professionalità, l’abnegazione di donne e uomini che credono fortemente nella loro professione e nella loro missione, pronti a dimostrare le loro capacità in ogni occasione, generosi e straordinari “professionisti del Mare“ ha dichiarato il Ministro.

“La convergenza di intenti tra Italia e Stati Uniti sul reciproco rafforzamento e integrazione delle proprie forze navali vede in questa missione un’importante ulteriore occasione di verifica operativa. Questa campagna consentirà di aumentare ulteriormente, anche in ottica interforze, le capacità che la Difesa, e la Marina in particolare, sapranno mettere a disposizione dell’Italia. Vi recherete negli Stati Uniti, una grande nazione con cui il nostro paese ha un legame profondo, che si fonda sulla storia, sulla condivisione di valori, sulla cultura e sui legami umani. Il rapporto transatlantico riveste un ruolo essenziale per l’Italia nello scenario internazionale e nella cornice di sicurezza collettiva della Nato. Vi chiedo di essere attori protagonisti di questo rapporto e di contribuire a rafforzarlo ulteriormente” ha concluso.

Il Cavour negli Stati Uniti lavorerà insieme al Test Center dello US Marine Corps lo sviluppo dell’F-35B per stabilire i limiti del suo utilizzo a bordo della nave, tra lanci e recuperi e per svolgere le qualificazioni dei piloti dell’Aviazione Navale che sono già negli Stati Uniti per il corso di addestramento sull’F-35.

Le previsioni della Marina Militare sono di ottenere la IOC della Cavour e del Gruppo Aerei Imbarcati nel 2024 con 8 aerei e circa 12 piloti addestrati e combat ready sull’F-35B. Il CSM della Marina Militare, pochi giorni fa alla cerimonia di consegna dei nuovi brevetti al Comsubin, ha detto che la Marina Militare deve raggiungere il traguardo della IOC per la propria componente aerea e che l’integrazione con l’Aeronautica Militare sarà pensabile quando il Cavour e il GrupAer avranno ottenuto una capacità iniziale solida. In quel momento potrebbero convergere gli interessi e le attività addestrativa, ma non prima di aver creato uno zoccolo duro per l’utilizzo degli F-35B.

Nave Cavour CVH550

Consegnata nel 2008, Nave Cavour è stata sviluppata per rispondere a requisiti di versatilità ed efficacia in ottica “dual use”, quindi sia in ambito militare che civile per il supporto alla popolazione in occasione di calamità naturali. La nave può assumere, anche contemporaneamente, il ruolo di portaerei, di piattaforma logistica ed anfibia, di unità di comando e di nave ospedale. Con un ponte di volo lungo 234 metri e due elevatori da 30 tonnellate collegati all’hangar, può ospitare i velivoli a decollo corto ed atterraggio verticale AV-8B Harrier II+ e a breve i nuovi F-35B che li sostituiranno più tutti gli elicotteri della flotta della Marina Militare: AB-212, EH-101 e SH-90.

L’armamento è composto dal sistema missilistico superficie-aria SAAM-IT e cannoni navali da 76mm ed ha un’autonomia di 7000 miglia alla velocità di 16 nodi (velocità massima 32 nodi e 28 nodi continuativa).

La portaerei della Marina Militare è stata sottoposta ad una serie di lavorazioni di ammodernamento e ristrutturazione, tra cui l’importante intervento di carenaggio periodico oltre alla metallizzazione del ponte di volo per contenere gli impatti termodinamici dei nuovi velivoli stealth di quinta generazione F-35B. I lavori allo scafo sono stati svolti attraverso l’applicazione di un ciclo di pitturazione all’avanguardia in termini di tutela dell’ambiente marino.

Le opere di ammodernamento sono terminate nella primavera del 2020 e sono stati eseguiti a cura del personale delle principali industrie nazionali di riferimento in ambito navale militare, come la Fincantieri e la Leonardo, ma anche grazie alla piccola-media impresa tarantina, oltre al concorso delle maestranze arsenalizie.

Joint Strike Fighter: tutti gli F-35 italiani

Per quanto riguarda il programma più importante della difesa italiana, nel DPP – Documento Programmatico Pluriennale 2020-2022 si legge che il programma procede in linea con gli indirizzi operativi e gli impegni di Governo indicati nel DPP 2019-2021 e si procede anche con le attività contrattuali di un primo lotto della Fase 2 avviata nel 2019 anche se gli investimenti previsti per quest’anno sono ridotti rispetto alle previsioni del 2019.

Ricordiamo che sono 60 gli aerei F-35A a decollo convenzionale ordinati dal Ministero della Difesa per l’Aeronautica Militare, oltre a 30 F-35B a decollo corto ed atterraggio verticale destinati sia all’Aeronautica Militare che alla Marina Militare per un totale di 90 macchine, quantità tagliata nel 2021 dalle iniziali 131 macchine previste.

Durante i primi passi del programma JSF – Joint Strike Fighter, l’Italia prevedeva di ricevere 131 velivoli: 79 F-35A e 30 F-35B per l’Aeronautica Militare, e 22 F-35B che sarebbero stati commissionati dalla Marina Militare per essere imbarcati sulla portaerei “Cavour” e sulla futura nave d’assalto anfibia “Trieste”. Con una decisione presa dall’ex governo Monti nel 2012, il piano di acquisizione fu ridotto a 60 F-35A e 30 F-35B, 15 per ciascuna delle due forze armate. Il primo velivolo di quinta generazione stealth F-35B della Marina Militare è stato consegnato alla forza armata il 25 gennaio 2018.


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Re: Gli F-35 italiani

Messaggio da Phant » 31 gennaio 2021, 3:03

Aviation-report.com ha scritto:
F-35A e F-35B dell’Aeronautica Militare in modalità “Beast Mode” sganciano simultaneamente armamento inerte a guida laser

Il 28 gennaio 2021, personale del 32° Stormo e del Reparto Sperimentale Volo, rischierato sull’aeroporto di Decimomannu, ha condotto una missione con due F-35A ed un F-35B nella configurazione conosciuta in gergo come “Beast Mode”, per attività di sgancio di armamento inerte presso il Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze di Salto di Quirra (PISQ).

La missione, svolta nel prosieguo delle attività di addestramento operativo e della continua attività di OT&E (Operational Test and Evaluation) dei Sistemi d’Arma di 5^ Generazione, ha consentito di verificare lo sgancio simultaneo di armamento a guida laser da F-35A e F-35B, nonché la prima opportunità per la variante F-35B di praticare il rilascio di armamento GBU-12.

L’attività è stata condotta durante il rischieramento di una componente del 13° Gruppo Volo del 32° Stormo presso la base di Decimomannu, per verificare per la prima volta le capacità del Sistema d’Arma e del personale di operare in “Split Ops”, ovvero contemporaneamente e a ritmi sostenuti su Main Operating Base (MOB) e Deployment Operating Base (DOB). Il successo dell’attività è stato possibile grazie al lavoro di squadra degli uomini e delle donne dei diversi reparti coinvolti e all’attento coordinamento delle operazioni.

Ieri 26 novembre 2020, l’Aeronautica Militare aveva pubblicato per la prima volta le immagini inedite di due F-35, uno versione “A” convenzionale e uno versione “B” a decollo corto ed atterraggio verticale STOVL in volo in formazione e in configurazione “Beast Mode” durante una missione d’addestramento, con armamento inerte, del 13° Gruppo Volo che si era svolta con l’F-35A equipaggiato con quattro bombe GBU-12s LGB e due missili AIM-120 AMRAAM, mentre la versione F-35B con quattro bombe GBU-12s. La configurazione “Bestia” indica la notevole capacità di carico in un contesto operativo in cui la bassa osservabilità non è richiesta.

Quando una missione di combattimento lo richiede, la furtività può essere sacrificata per una configurazione pesante degli armamenti e anche l’Aeronautica Militare deve garantire l’acquisizione ed il consolidamento anche di questa capacità operativa e che i suoi piloti di F-35 siano preparati per tutte le operazioni di combattimento.

Inoltre la configurazione “Beast Mode” consente ai piloti di capire come risponderà l’F-35 mentre trasporta un carico pesante durante una missione di combattimento, questo perché anche se l’F-35 è un aereo incredibilmente potente, quando si imbarcano missili e bombe a guida laser pesanti, vola in modo radicalmente diverso. Volare con un armamento da attacco pesante crea un maggiore senso di consapevolezza per il pilota e consente un’esperienza più realistica in caso di missioni di combattimento con un carico bellico maggiore dello standard.

L’F-35 è conosciuto come il velivolo più avanzato mai progettato, che fa della tecnologia stealth (bassa osservabilità) una delle sue peculiarità per operare in ambienti “non permissivi”. Tutto l’equipaggiamento è infatti stivato nelle baie interne per minimizzare la radar cross section e quindi eludere e penetrare le difese nemiche più avanzate. Allo stesso tempo, però, è un velivolo “omniruolo“, progettato quindi per massimizzare la capacità di ingaggio di più target, anche attraverso il carico trasportabile esternamente.

Il 32° Stormo, con sede ad Amendola (Foggia), è uno dei Reparti di volo dell’Aeronautica Militare dipendente dal Comando Squadra Aerea di Roma, per il tramite del Comando Forze da Combattimento di Milano. Primo Reparto in Europa ad operare con il velivolo F-35A che, da marzo 2018 è integrato nel sistema di Difesa Aerea Nazionale, contribuendo alla difesa dei cieli italiani con specifiche capacità operative e tecnologia di ultima generazione.

Dopo il raggiungimento della Initial Operational Capability (IOC) nel 2018, dal 2019 partecipa alle Operazioni NATO di Air Policing fuori i confini nazionali. Da febbraio 2020 il 32° Stormo è l’unico Reparto del panorama internazionale che impiega congiuntamente sia F-35A (CTOL) che F-35B (STOVL) contribuendo, con il velivolo di 5^ Generazione, alla capacità Expeditionary della Forza Armata. Inoltre, impiegando gli Aeromobili a Pilotaggio Remoto MQ-1C e MQ9-A, effettua operazioni di Intelligence Surveillance Target Acquisition Recoinnissance (I.S.T.A.R.), sia nazionali che di coalizione. Attraverso i velivoli MB-339 completa l’addestramento dei piloti di APR per mantenere un adeguato livello addestrativo sui velivoli a pilotaggio tradizionale.

Il Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze di Salto di Quirra e il dipendente Distaccamento di Capo San Lorenzo costituiscono un unico comprensorio operativo per l’esecuzione di attività addestrative avanzate e di sperimentazione, che consentono alle Forze Armate e realtà industriali nazionali e straniere di testare, collaudare, sperimentare e innovare i nuovi sistemi in uso alla Difesa nell’interesse della sicurezza nazionale e per il raggiungimento degli obiettivi del sistema paese.

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F-35 Beast Mode

La dicitura “Beast Mode” non è un termine ufficiale o tecnico ma rappresenta una configurazione dell’F-35 con carichi esterni ed interni. Con questa configurazione, che dona all’F-35 una linea da molti definita intrigante, il velivolo non fa più affidamento sulla bassa osservabilità per sopravvivere sul campo di battaglia e può trasportare grandi carichi esterni in uno scenario più permissivo quando la difesa aerea nemica è stata degradata da attacchi aerei condotti anche proprio dagli stessi F-35 ma in configurazione “Stealth Mode”.

Avevamo già mostrato nei mesi scorsi alcune immagini degli F-35B della Royal Air Force, imbarcati sulla portaerei Queen Elizabeth II, e degli F-35A dell’US Air Force operare in modalità “Beast Mode”. Come si può vedere anche dalle infografiche, in alto, questa modalità permette agli F-35 di portare fino a 6 bombe GBU-31 da 2,000 libre (4 ai piloni esterni e 2 nella stiva interna) o un mix di GBU-31 PGM, GBU-32 oppure GBU-12 LGB e fino a 4 missili aria-aria dei quali 2 AIM-9X (ai piloni esterni) e 2AIM-120 AMRAAM (in stiva interna) per le missioni aria-aria e aria-suolo, mentre nella sola missione aria-aria può portare fino a 14 missili aria-aria AIM-120 e 2 AIM-9X. Tutto per un totale di oltre 22.000 libbre di carichi di caduta e di lancio.


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Re: Gli F-35 italiani

Messaggio da Phant » 26 marzo 2021, 17:56

Analisidifesa.it ha scritto:
La portaerei Cavour certificata all’impiego degli F-35B

La portaerei Cavour, in rientro nel porto di Norfolk, ha completato oggi le “prove in mare” (sea trials) per l’impiego operativo dell’F-35B, il velivolo da combattimento di quinta generazione del programma Joint Strike Fighter con capacita di decollo corto e atterraggio verticale (STOVL – Short take Off and Vertical Landing), di prossima dotazione alla Marina Militare in sostituzione degli AV8B-plus. Una sfida resa ancor più impegnativa dalla situazione globale legata alla pandemia che ha imposto rigidi protocolli sanitari.

I test di compatibilità sono durati quattro settimane, iniziati con la partenza da Norfolk il 28 febbraio scorso e con il primo appontaggio dell’F-35B avvenuto il 1° marzo. Si tratta di una pietra miliare nel percorso di acquisizione della strategica capacità di impiego dei nuovi velivoli, cui farà seguito, entro la fine del 2024, la “Initial Operational Capability” e successivamente la “Final Operationl Capability” che coinciderà con la consegna dell’ultimo F-35B alla Marina previsto dal programma.

“Abbiamo portato a termine tutte le prove previste e al momento siamo in grado di rilasciare un permesso di volo provvisorio (IFC – Interim Flight Clearance), che permetterà a nave Cavour e al suo equipaggio di proseguire l’addestramento. Al nostro rientro a Pax River analizzeremo attentamente i dati raccolti e al termine saremo in grado di rilasciare la certificazione finale” -ha detto Ron Hess, ingegnere responsabile del team per la verifica di compatibilità dell’F-35 Patuxent River Integrated Test Force (ITF), gruppo composto da 180 persone tra ingegneri, ricercatori, piloti collaudatori, tecnici e operatori di ponte a bordo del Cavour.

“Grazie alla cooperazione e stretta collaborazione con i team della portaerei siamo riusciti a svolgere le sea trials in modo sicuro, efficace e senza intoppi”.

Nel corso delle prove in mare i due F-35B del Pax River ITF imbarcati hanno effettuato oltre 50 missioni di volo, in diverse condizioni meteo e stato del mare, una sessione notturna, circa 120 appontaggi verticali e altrettanti decolli corti con l’ausilio dello ski jump, e singole prove di decollo verticale.

“È straordinario come l’equipaggio di nave Cavour e il team integrato abbiano raggiunto, così rapidamente, un elevatissimo livello di sinergia e integrazione con grande professionalità e una forte volontà comune di raggiungere l’ambizioso obiettivo”, ha dichiarato il comandante di nave Cavour, il capitano di vascello Giancarlo Ciappina.

Sono state infatti circa 800 le persone che hanno partecipato a questa importante certificazione: ai 580 membri dell’equipaggio partito da Taranto a fine gennaio si sono aggiunti, durante la sosta a Norfolk, il team ITF imbarcato, nonché il nucleo di personale della Marina che opera con i velivoli e che sta svolgendo la formazione nella base dei Marines a Beaufort.

“Sono molto grato a tutti i membri del team ITF e ad ogni singolo marinaio del mio equipaggio – ha continuato il comandante Ciappina – per l’ottimo lavoro svolto per conseguire questo eccellente risultato.

In questo senso, sono molto orgoglioso del successo della Campagna Ready for Operations di nave Cavour, grazie alla quale la Marina e con essa tutta la Difesa italiana saranno presto proiettate in una nuova prospettiva di cooperazione con i nostri alleati, grazie al fattore abilitante che, sul piano strategico, i velivoli di quinta generazione impiegabili da portaerei rappresentano, in qualsiasi scenario internazionale, per specifiche operazioni marittime o interforze”.

La portaerei Cavour nel porto di Norfolk sbarcherà il personale ITF portando a termine l’approntamento necessario ad affrontare le ultime fasi della campagna Ready for Operations.


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Re: Gli F-35 italiani

Messaggio da Phant » 21 maggio 2021, 17:48

Aviation-report.com ha scritto:
Primo volo per il 14° F-35A destinato all’Aeronautica Militare (32-15)

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A pochi giorni di distanza dal primo volo del 10° F-35A prodotto a Cameri per la Reale Aeronautica Olandese, oggi 18 maggio 2021, ha compiuto il proprio maiden flight il 14° F-35A destinato alla nostra Aeronautica Militare.

A distanza di 6 mesi dal primo volo del 13° F-35A “italiano”, la F.A.C.O. di Cameri (Final Assembly & Check-Out), torna a “sfornare” una macchina di quinta generazione per la Difesa Italiana. Il battesimo dell’aria del nuovo JSF italiano, serializzato 32-15, è come di consueto avvenuto con il supporto di un F-2000A Typhoon della forza armata.

La rimodulazione del programma attuato dal precedente governo, anche come conseguenza della pandemia che ancora colpisce l’Italia, ha comportato un rallentamento della produzione con 2 macchine prodotte nel 2018, nessuna nel 2019 e 2 nel 2020.

E’ atteso entro fine anno un ulteriore F-35A (AL-15, MM7365) e un “Bravo” a decollo corto ed atterraggio verticale che dovrebbe andare in volo a breve. L’accelerazione del programma Joint Strike Fighter avverrà invece a partire dal prossimo anno. I voli di collaudo ed accettazione proseguiranno nelle prossime settimane, contestualmente a quelli degli aeromobili in produzione per la Royal Netherlands Air Force.

Joint Strike Fighter: tutti gli F-35 italiani

Per quanto riguarda il programma più importante della difesa italiana, nel DPP – Documento Programmatico Pluriennale 2020-2022 si legge che il programma procede in linea con gli indirizzi operativi e gli impegni di Governo indicati nel DPP 2019-2021 e si procede anche con le attività contrattuali di un primo lotto della Fase 2 avviata nel 2019 anche se gli investimenti previsti per quest’anno sono ridotti rispetto alle previsioni del 2019.

Ricordiamo che sono 60 gli aerei F-35A a decollo convenzionale ordinati dal Ministero della Difesa per l’Aeronautica Militare, oltre a 30 F-35B a decollo corto ed atterraggio verticale destinati sia all’Aeronautica Militare che alla Marina Militare per un totale di 90 macchine, quantità tagliata nel 2021 dalle iniziali 131 macchine previste.

Durante i primi passi del programma JSF – Joint Strike Fighter, l’Italia prevedeva di ricevere 131 velivoli: 79 F-35A e 30 F-35B per l’Aeronautica Militare, e 22 F-35B che sarebbero stati commissionati dalla Marina Militare per essere imbarcati sulla portaerei “Cavour” e sulla futura nave d’assalto anfibia “Trieste”. Con una decisione presa dall’ex governo Monti nel 2012, il piano di acquisizione fu ridotto a 60 F-35A e 30 F-35B, 15 per ciascuna delle due forze armate. Il primo velivolo di quinta generazione stealth F-35B della Marina Militare è stato consegnato alla forza armata il 25 gennaio 2018.


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Re: Gli F-35 italiani

Messaggio da Phant » 15 giugno 2021, 2:32

Aviation-report.com ha scritto:
Primo volo per il quarto F-35B italiano, assegnato alla Marina Militare

Dopo una lunga attesa, nel tardo pomeriggio odierno ha compiuto il battesimo dell’aria il quarto Lockheed Martin F-35B Lightning II. versione STOVL a decollo corto ed atterraggio verticale, ordinato dalla Difesa Italiana ed assegnato alla Marina Militare.

Il primo volo, maiden flight, del terzo velivolo modello “Bravo” destinato all’Aviazione della Marina Militare e serializzato 4-03, si è svolto come di consueto con l’ausilio di un Eurofighter F-2000A Typhoon dell’Aeronautica Militare.

Sono così 18 gli aerei di quinta generazione prodotti dallo stabilimento novarese di Cameri, oltre alle 10 macchine già consegnate alla Reale Aeronautica Olandese.

Nei prossimi giorni verranno eseguiti i voli di collaudo secondo il programma ormai consolidato e, nel caso della versione a decollo corto ed atterraggio verticale, i test riguarderanno anche l’atterraggio ed il decollo STOVL attraverso l’utilizzo del Lift System centrale di produzione Rolls Royce che, assieme alla rotazione dello scarico del motore principale, il Pratt & Whitney F135, ne garantiscono l’hovering.

La nostra Aviazione Navale ha in ordine 15 aerei stealth e il primo velivolo di quinta generazione F-35B della Marina Militare è stato consegnato alla forza armata il 25 gennaio 2018. Ricordiamo inoltre che i primi due F-35B della Marina Militare sono attualmente negli Stati Uniti per i corsi di addestramento dei piloti della forza armata e che la portaerei Cavour è stata certificata per l’utilizzo dei caccia di quinta generazione stealth della Lockheed Martin F-35B dopo essere stata impegnata per tre mesi in mare per la campagna “Ready for Operation”.


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Re: Gli F-35 italiani

Messaggio da Phant » 1 agosto 2021, 1:07

Aviation-report.com ha scritto:
Primo appontaggio di un F-35B della Marina Militare sulla portaerei Cavour

Oggi è stato consegnato alla Marina Militare il primo caccia stealth di quinta generazione F-35B destinato a bordo della portaerei Cavour che quest’anno negli Stati Uniti ha ricevuto la certificazione ad operare con i velivoli di quinta generazione della Lockheed Martin.

A bordo della portaerei Cavour in navigazione è appontato per la prima volta un F-35B della Marina Militare, dopo l’attività di prova e certificazione effettuata con i velivoli statunitensi durante la campagna “Ready for Operations” (RFO) conclusa a fine aprile di quest’anno. Si tratta del terzo F-35B assegnato alla Marina Militare e appena ritirato dallo stabilimento di assemblaggio FACO di Cameri, mentre i due precedenti si trovano negli Stati Uniti per supportare l’addestramento dei piloti della Forza Armata.

Il caccia in questione, il terzo velivolo (4-03 MM7454) della Marina Militare e il quarto italiano in versione STOVL (BL-4) assemblato dalla FACO di Cameri, è andato in volo il 14 giugno 2021, come avevamo già riportato su Aviation Report.

“Assistiamo oggi all’appontaggio sulla portaerei Cavour del primo F-35 della Marina Militare: un grande passo verso l’obiettivo strategico di dotare la Difesa e l’Italia, di una capacità portaerei con aerei imbarcati di ultimissima generazione. Una capacità che ci proietta in un élite di pochi Paesi al Mondo elevando, quindi, il livello e il peso internazionale dell’Italia”, così il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra Giuseppe Cavo Dragone.

L’arrivo del velivolo rappresenta una tappa fondamentale nel processo di sostituzione degli AV-8B Harrier II+ in carico al Gruppo Aerei Imbarcati di Grottaglie. La Marina Militare conta di ottenere entro il 2024 la capacità operativa iniziale (IOC) e, successivamente la Final Operational Capability – FOC, dopo la consegna dell’ultimo velivolo.

L’arrivo a bordo del velivolo consente di iniziare a breve l’addestramento per i piloti all’acquisizione della cosiddetta “Caratteristica Bravo”, ovvero l’abilitazione all’appontaggio e al decollo dai ponti di volo delle navi della Marina, che nel caso dei velivoli ad ala fissa che operano da portaerei (Aircraft Carriers), prende il nome di Carrier Qualification (CQ).

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La nostra Aviazione Navale ha in ordine 15 aerei stealth e il primo velivolo di quinta generazione F-35B della Marina Militare è stato consegnato alla forza armata il 25 gennaio 2018.

Lo strumento aeronavale è uno strumento abilitante per la difesa nazionale e degli interessi nazionali, uno strumento che deve essere tecnologicamente avanzato, flessibile, che si adatti alle sfide future, che abbia grandi capacità di proiettabilità a grande distanza dalla nazione con caratteristiche expeditionary e che sia in grado di operare per lungo tempo in mare. Questo strumento aeronavale deve essere articolato su tre pilastri fondamentali: il primo è la capacità portaerei con gli aerei di quinta generazione, il secondo è la capacità anfibia, il terzo è la capacità sottomarina, come indicato durante il primo workshop tecnologico “Future Combat Naval System – Orizzonte 2035” organizzato dalla Marina Militare il 1 luglio scorso.

La campagna Ready For Operations

Come abbiamo riportato su Aviation Report, durante le Sea Trials, svolte in Oceano Atlantico a largo della East Coast degli Stati Uniti, due velivoli F-35B americani equipaggiati per le attività di test, imbarcati sul Cavour, hanno portato a compimento tutte le prove previste, effettuando oltre 50 missioni di volo, in diverse condizioni meteo e stato del mare, attività notturne, circa 120 appontaggi verticali e altrettanti decolli corti con l’ausilio dello ski jump, nonché prove di decollo verticale.

Le attività di prova in mare hanno richiesto un enorme impegno dei team impegnati tanto sul ponte di volo e in hangar della portaerei quanto nei locali operativi dell’unità, da dove sono state gestite le attività di volo. A bordo della portaerei si è realizzata una straordinaria integrazione tra il personale italiano e americano, un vero valore aggiunto per far sì che le delicate attività degli F-35B fossero condotte in sicurezza ottenendo il massimo dell’efficacia.

La campagna Ready For Operations (RFO), durata 3 mesi nei quali la nave ha percorso oltre 15000 miglia marine, ha affermato con forza il legame di cooperazione della Marina Militare con la US Navy e il Corpo dei Marines.

Il Cavour ha condotto anche attività di certificazione del ponte di volo per operare con il convertiplano MV-22 “Osprey” in forza ai Marines degli Stati Uniti. Il velivolo MV-22 “Osprey” è un bimotore, con capacità di decollo e appontaggio verticale grazie ai rotori basculanti. La funzione primaria del velivolo è il supporto alle operazioni anfibie, mediante trasporto di truppe, attrezzature e rifornimenti per unità navali dotate di ponte di volo e basi a terra. Un altro tassello aggiunto all’interoperabilità con le forze armate statunitensi e alla capacità di proiezione sul mare e dal mare.




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Re: Gli F-35 italiani

Messaggio da Phant » 5 febbraio 2022, 17:18

Aresdifesa.it ha scritto:
L’Aeronautica Militare Italiana acquista l’AIM-9X Block II/II + Sidewinder per gli F-35

L’Air-to-Air Missiles Program Office (PMA-259) ha acquisito l’Italia come suo 28 ° Air Intercept Missile (AIM)-9X International Partner il 17 dicembre 2021.

L’Ambasciata d’Italia a Washington DC ha comunicato all’Ufficio Programmi Internazionali della US Navy che gestisce il programma AIM-9X Sidewinder che l’Aeronautica Militare Italiana ha accettato e firmato la Lettera di Offerta & Accettazione (LOA) fornita dal Governo degli Stati Uniti.

Funzionari dell’Aeronautica Militare italiana hanno firmato la LOA lo scorso 19 novembre e poco dopo i rappresentanti di PMA-259 e Raytheon Missiles & Defense hanno presentato il briefing sulle capacità classificate AIM-9X Block II/II+ al personale dell’Aeronautica Militare del quartier generale italiano e ai piloti dell’F-35 Lightning II .

Questa LOA è costituito da una prima quantità di missili AIM-9X Block II/II+ per completare la sua flotta F-35. Questo appalto farà parte del contratto di produzione del Lotto 23 della Marina degli Stati Uniti, che assegnerà nel 2023 e consegnerà i missili nel 2026.

Inoltre, la Marina Militare Italiana, che gestisce anche i caccia di quinta generazione F-35B, è stata dotata di una LOA separata per i missili del Lotto 23 AIM-9X Block II/II+ e dovrebbe accettarla presto. L’Italia riceverà missili AIM-9X che sfrutteranno le vere capacità Block II/II+ di quinta generazione di Lock-On-After-Launch, Data Link e Surface Attack.


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Re: Gli F-35 italiani

Messaggio da Phant » 10 aprile 2022, 17:42

Aresdifesa.it ha scritto:
Barriere d’arresto per i velivoli F-35 JSF sulle basi di Foggia-Amendola e Ghedi

La Direzione degli Armamenti Aeronautici e per l’Aeronavigabilità, Segretariato Generale della Difesa-Direzione Nazionale degli Armamenti, ha reso note la Relazione Preliminare e Determina a Contrarre relative l’acquisto di barriere d’arresto per velivoli F-35 JSF.

Il programma prevede l’acquisizione di n. 6 barriere d’arresto per velivoli Lockheed Martin F-35 JSF Lightning II da installare presso le basi di Foggia-Amendola (sede del 32° Stormo) e di Ghedi (sede del 6° Stormo) dell’Aeronautica Militare Italiana.

La Direzione di Programma JSF ha espresso l’esigenza di dotare l’Aeronautica Militare (AM) di ulteriori sistemi di arresto di emergenza tipo BAK-12 Extended Runout (ER) da installare presso le basi di Ghedi ed Amendola, per soddisfare le esigenze operative dei velivoli F-35A.

La scelta di tali sistemi di arresto è richiesta dai documenti del programma F-35 relativi ai requisiti infrastrutturali previsti per le installazioni operative destinate ad operare con il Sistema d’Arma JSF che prescriveno, per l’utilizzo del velivolo F-35A, l’impiego di sistemi di arresto del tipo BAK-12 Extended Runout (ER).

I sistemi BAK-12ER rispetto ai sistemi tradizionali presentano le seguenti caratteristiche:

- la lunghezza dell’insieme nastro-cavo che deve permettere al velivolo F-35A una corsa di arresto di 1.200 feet;
- un settaggio del motore elettroidraulico da ottenersi mediante la sostituzione di una camma di regolazione;
- una pressione di pretensionamento di 1500 psi ottenibile solo con motori di determinate caratteristiche.

Pertanto, le Basi dell’AM che accolgono, o dovranno accogliere i velivoli F-35A, devono essere equipaggiate su ogni testata pista di un sistema di tipo BAK-12 Extended Runout (ER).

A tal fine è intendimento della Direzione degli Armamenti Aeronautici e per l’Aeronavigabilità (ARMAEREO) procedere mediante procedura negoziata, senza previa pubblicazione del bando di gara, con la Ditta SAFRAN AEROSYSTEMS USA in quanto la suddetta Ditta è progettatrice e produttrice dei sistemi oggetto della fornitura, per i quali detiene altresì i diritti di proprietà intellettuale.

ARMAEREO precisa che tutti i sistemi di arresto di emergenza in dotazione all’AD sono di produzione della Ditta SAFRAN AEROSYSTEM USA, e gran parte dei sottoinsiemi costituenti tali sistemi sono comuni alle varie configurazioni adottate.

Da tale situazione consegue che l’acquisizione di materiali della stessa Ditta assicura completa comunalità logistica e garantisce immediata capacità operativa dei sistemi da utilizzare per far fronte ai nuovi scenari internazionali, oltre che di conoscenza dei sistemi da parte del personale AD che ne curerà la manutenzione.

Inoltre, va sottolineato che le prove di qualifica del velivolo F-35A, finanziate con fondi del programma internazionale, che hanno determinato le caratteristiche dei sistemi idonei a dissipare l’energia generata da tale velivolo in condizioni di arresto di emergenza, sono state condotte, sempre in ambito internazionale, utilizzando le attrezzature prodotte dalla Ditta SAFRAN AEROSYSTEM USA; pertanto, i sistemi di SAFRAN AEROSYTEM USA sono gli unici qualificati per poter essere impiegati senza necessità di ulteriori test, peraltro estremamente onerosi.

Per questo programma è previsto un importo totale di 4,5 milioni di euro suddiviso tra gli Esercizi Finanziari 2022, 2023 e 2024; per l’E.F. 2022 è prevista la spesa di 0,5 milioni di euro, per l’E.F. 2023 saranno impegnati 3,0 milioni di euro e nel E.F. 2024 il restante 1 milione di euro.


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Re: Gli F-35 italiani

Messaggio da Phant » 20 giugno 2022, 23:15

Aviation-report.com ha scritto:
Scortato da tre Tornado il primo F‐35A assegnato al 6° Stormo è atterrato all’aeroporto militare di Ghedi

Alle 10:36 del 16 giugno 2022 è atterrato sulla pista dell’aeroporto militare “Luigi Olivari” di Ghedi, il primo velivolo da combattimento stealth di quinta generazione Lockheed Martin F-35A Lightning II assegnato al 6° Stormo “A. Fusco” dell’Aeronautica Militare.

Identificato dal codice di reparto “6-01” (matricola MM7366 / numero di costruzione AL-16) e con l’ormai famoso simbolo dei “Diavoli Rossi” sulle derive verticali, il primo “Diavolo” è giunto dalla base di Amendola dove si trova temporaneamente rischierato e accompagnato da 1 Tornado IDS e 2 Tornado IT-ECR ha compiuto alcuni passaggi in formazione per poi atterrare a quasi 40 anni dall’analogo evento, era infatti 27 agosto 1982, che vide protagonista il primo velivolo PA-200 Tornado destinato a coabitare prima, e poi essere completamente sostituito dai nuovi velivoli di fabbricazione americana.

Il Generale di Squadra Aerea Alberto Biavati, Comandante della Squadra Aerea di Roma, che ha tenuto un breve ma toccante discorso di benvenuto, il Generale di Divisione Aerea Francesco Vestito, Comandante della 1^ Regione Aerea e Comando Forze da Combattimento di Milano e il Comandante dei “Diavoli Rossi”, Colonnello Giacomo Lacaita hanno accolto pilota e la macchina e presentato il più moderno ed avanzato velivolo da combattimento in dotazione all’Aeronautica Militare al personale di volo e di terra in servizio e ad una folta rappresentanza di autorità militari e civili della provincia di Brescia.

Una volta atterrato, il 6-01 ha raggiunto l’area della cerimonia posizionandosi “on display” tra due Tornado, un ECR e un IDS, i cui numeri di coda 6-02 e 6-03 sono stati simbolicamente significativi ed hanno rappresentato nel miglior modo possibile l’organico dello Stormo del presente e dei prossimi anni prima del definitivo “phase out” dell’eccellente velivolo tri-nazionale costruito dal consorzio Panavia (Italia, Germania, Regno Unito).

La cerimonia, sobria ma di alto valore simbolico, ha suggellato un passaggio importante della storia moderna del glorioso 6° Stormo, che inizierà ad operare con il proprio personale sul nuovo sistema d’arma e lo qualificherà sempre più quale Reparto di spicco in seno alla Forza Armata. Infatti, i “Diavoli Rossi” potranno concorrere ad aumentare le potenzialità operative di quinta generazione dell’Aeronautica militare oltre a continuare ad esprimere le capacità operative assicurate con il velivolo da combattimento PA-200 Tornado.

Tra circa un mese il secondo F-35A (matricola MM7367 / numero di costruzione 6-02) che ha compiuto il suo primo volo il 9 maggio scorso dallo stabilimento F.A.C.O. (Final Assembly & Check-Out di Cameri) dovrebbe essere formalmente commissionato dall’Aeronautica Militare e assegnato al 6° Stormo.

Come ha confermato ai giornalisti il Colonnello Lacaita, entro la fine dell’anno entrambi i velivoli opereranno in pianta stabile dall’aerobase di Ghedi in attesa di essere raggiunti dalle altre macchine in corso di produzione presso lo stabilimento novarese cogestito da Leonardo e Lockheed Martin per conto del Ministero della Difesa.

Sino a quella data, gli F-35A del 6° Stormo opereranno dalla base di Amendola, sede del 32° Stormo che già opera il moderno velivolo nelle sue versione “Alpha” e “Bravo”, per completare le necessarie fasi addestrative degli equipaggi. Il rientro a Ghedi segnerà anche un’importante e operativamente interessante coabitazione con gli attuali velivolo in organico che, nella variante IDS dovrebbero essere ritirati dal servizio attivo entro il 2025 e nella versione ECR in periodi successivi.

Il velivolo F-35A Lightining II è un sistema d’arma di quinta generazione, monoposto, mono motore, caratterizzato dalla bassa osservabilità radar E in grado di esprimere capacità operative decisive prima non esprimibili dalla Forza Armata permettendo così all’Aeronautica Militare di entrare nel novero delle poche nazioni al mondo che operano sul nuovo sistema d’arma.

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Le nazioni che hanno già in servizio o ordinato il Joint Strike Fighter, oltre agli Stati Uniti, sono Australia, Belgio, Canada, Danimarca Finlandia, Israele, Giappone, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Corea del Sud, Svizzera, Regno Unito.

Lo stato dell’arte della tecnologia applicata alla sensoristica di bordo, la notevole flessibilità d’impiego e la bassa osservabilità radar, sono elementi distintivi che consentono di aumentarne esponenzialmente l’efficacia operativa del velivolo, garantendo non solo maggiori livelli di sopravvivenza in territori ostili, ma anche una elevata consapevolezza e conoscenza dello scenario tattico.

Le elevate capacità di identificazione e precisione d’ingaggio, conferiscono al velivolo un potenziale di assoluto rilievo che, unito ad innovative capacità di comunicazione e condivisione istantanea “near real-time” delle informazioni essenziali (capacità Network-Centric) e permette al pilota una gestione del teatro d’operazione senza eguali. Queste peculiari caratteristiche rendono l’F-35A Lightning II un assetto pregiato che s’inserisce perfettamente nei più moderni contesti operativi di crisi.

La macchina è in grado di svolgere contemporaneamente e in autonomia tutte le possibili declinazioni del potere aereo come: il concorso alla difesa aerea nazionale e NATO, l’attacco al suolo di precisione, il supporto alle forze di superficie, la ricognizione aerea e la guerra elettronica; per queste sue caratteristiche, il velivolo F-35A Lightning II è stato scelto come il sistema d’arma più idoneo per le prime linee operative di molte nazioni alleate.

L’F-35 è attualmente in servizio con l’Aeronautica Militare nella variante A Conventional Take-Off and Landing (CTOL) e nella variante B Short Take-Off and Landing (STOVL). Entrambe le versioni sono operate dal 32° Stormo di Foggia-Amendola e sono già parte fondamentale della difesa nazionale e della NATO, dopo aver raggiunto la IOC – Capacità operativa Iniziale nel 2018 ed essere stati già più volte impiegati in esercitazioni nazionali ed internazionali e a missioni operative all’estero nell’ambito delle missioni NATO Air Policing.

Il prossimo settembre, lo Stormo celebrerà i 40 Anni di esercizio del velivolo Tornado e la ricorrenza dall’alto valore simbolico quanto operativo per il futuro a breve termine, sarà nuovamente occasione per vedere volare congiuntamente i due velivoli.


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Re: Gli F-35 italiani

Messaggio da Phant » 9 agosto 2022, 15:47

Aviation-report.com ha scritto:
Aeronautica Militare: gli F-35 del 32° Stormo hanno raggiunto l’importante traguardo delle 10.000 ore di volo

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Il 12 dicembre 2016 per la prima volta un velivolo F-35 veniva assegnato ad un reparto operativo al di fuori degli Stati Uniti. Il primo F-35A atterrò sull’aeroporto di Amendola dando così inizio alla vita operativa del velivolo stealth di quinta generazione in Italia ed in Europa. Oggi, poco più di 5 anni dopo, i velivoli F-35A e F-35B appartenenti al 13° Gruppo Volo del 32° Stormo hanno raggiunto il prestigioso obiettivo delle 10.000 ore di volo in missioni aree volate sia in Patria che all’estero.

Il 32° Stormo è il primo reparto in Europa ad operare con il velivolo F-35A, l’unico che impiega congiuntamente sia l’F-35A (CTOL) che l’F-35B (STOVL) contribuendo ad assicurare il servizio di sorveglianza dello Spazio Aereo nazionale e NATO.

Dopo aver raggiunto le 5.000 ore di volo da meno di due anni, incessanti impegni nazionali ed internazionali hanno visto il 32° Stormo proiettare il potere aereo in tutte le sue possibili declinazioni su più di un continente: dai Baltici ai deserti USA e Mediorientali, dall’Islanda all’Egeo, fino alla partecipazione presso molteplici saloni aeronautici di livello internazionale.

Tale importante traguardo è stato inoltre costellato di numerosissimi eventi addestrativi nazionali ed internazionali. Tempesta Perfetta tesa all’integrazione tra i sistemi d’arma di 4ª e 5ª generazione, ed a cui hanno partecipato nelle diverse edizioni Eurofighter, G-550 CAEW, Tornado e Predator. La Astral Knight 21, una “major exercise” mirata al potenziamento delle attività di coordinamento e di interoperabilità delle capacità aeree, marittime e terrestri, incrementando l’integrazione di comando e controllo. La Falcon Strike 21, esercitazione attagliata ad hoc alla quinta generazione, progettata presso la base aerea di Amendola e particolarmente apprezzata da tutte le nazioni partecipanti.

Nondimeno meritevoli di attenzione sono state le molteplici attività addestrative che l’F-35B ha svolto sull’isola di Pantelleria, che hanno permesso di consolidare le capacità Air Expeditionary della Forza Armata simulando il rischieramento su basi cosiddette bare/austere (a ridotto supporto tecnico-logistico).

Anche le attività joint effettuate con gli F-35B della Marina Militare a bordo della portaerei Cavour e con gli F-35B del US Marine Corps (USMC) a bordo della HMC Queen Elizabeth, portaerei della Marina Militare britannica, meritano una particolare menzione, così come lo merita l’esercitazione Thunder che si è svolta in Islanda pochi giorni fa, che ha ratificato di fatto il primo rischieramento estero del velivolo omniruolo nella versione STOVL (Short Take Off and Vertical Landing) in aree remote ed ambienti semi/non permissivi caratterizzati da climi rigidi, con l’impiego di un pacchetto di forze di intervento rapido e dal minimo impatto logistico.

Il 32° Stormo poi, che già dal marzo 2018 contribuisce alla Difesa Aerea nazionale, partecipa dal 27 gennaio 2022 anche al servizio NATO QRA (Quick Reaction Alert), a difesa dello Spazio Aereo sul fianco est dell’Alleanza Atlantica, quale tappa del percorso volto al raggiungimento della Full Operational Capability (F.O.C.).

Il Colonnello Pilota Roberto Massarotto, Comandante del 32° Stormo, nel complimentarsi con l’intero Reparto per quanto raggiunto, ha evidenziato che “le tappe simboliche sono solo l’occasione per celebrare gli obiettivi concreti da perseguire ad esse sottese. L’impegno ed il sacrificio che quotidianamente il personale del Reparto assicura, diventa misurabile anche attraverso la celebrazione di questi momenti. L’indiscussa professionalità e prontezza dimostrata, spesso dietro le quinte, è funzionale a rendere la Forza Armata un’istituzione sempre più coesa e sempre più efficace, a servizio del cittadino e dell’intero Paese“.

Il 32° Stormo è alle dipendenze del Comando delle Forze da Combattimento (CFC) di Milano, la cui missione assegnata è quella di acquisire e mantenere la prontezza operativa di tutti gli organismi della difesa aerea e di attacco e di ricognizione, provvedendo all’efficienza operativa dei sistemi d’arma, dei mezzi e dei materiali, nonché all’addestramento del personale ed al costante aggiornamento ed ottimizzazione delle procedure operative, nel rispetto delle linee guida delle SS.AA.

Il CFC è alle dipendenze del Comando Squadra Aerea che esercita le attribuzioni in materia di addestramento, predisposizione e approntamento operativo dei propri Reparti, affinché gli stessi acquisiscano e mantengano i previsti livelli di prontezza operativa.

Dopo il raggiungimento della Initial Operational Capability (IOC), avvenuta nel 2018, partecipa, dal 2019, alle Operazioni NATO di Air Policing fuori i confini nazionali. Dal febbraio 2020 il 32° Stormo è l’unico Reparto del panorama europeo che impiega congiuntamente sia F-35A (CTOL) che F-35B (STOVL), contribuendo, con il velivolo di 5ª generazione, alla capacità Air Expeditionary della Forza Armata.

Inoltre, impiegando gli Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR) MQ1-C e MQ9-A, il Reparto effettua operazioni di Intelligence, Surveillance, Target Acquisition & Reconnaissance (I.S.T.A.R.), sia nazionali che di coalizione. Infine, attraverso i velivoli MB-339, il 32° Stormo completa l’addestramento dei piloti di APR per mantenere un adeguato livello operativo sui velivoli a pilotaggio tradizionale.

La Japan Air Self-Defence Force visita il 32° Stormo di Amendola

Nel frattempo continuano le attività di collaborazione Internazionale che l’Aeronautica Militare conduce con altre nazioni che hanno acquisito il velivolo da combattimento F-35. Nei giorni scorsi, infatti, alcuni rappresentanti della Japan Air Self-Defence Force (JASDF) hanno fatto visita al 32° Stormo di Amendola, con l’intento di poter condividere l’esperienza che l’Aeronautica Militare ha maturato fino ad oggi nel settore operativo e manutentivo afferente al complesso Sistema d’Arma F-35.

La delegazione Giapponese ha visitato le infrastrutture della “Cittadella JSF”, sede sia delle attività di supporto alle operazioni e all’approntamento del Sistema d’Arma di 5^ generazione, che delle attività connesse alla Quick Reaction Alert (QRA). La visita è poi proseguita presso l’hangar e le sale di lavorazione del comparto manutentivo, nonché presso la Tool Room, dove è stato possibile toccare con mano la gestione peculiare del Support Equipment F-35 mediante il sistema info-logistico Autonomic Logistics Information System (ALIS) e l’innovativo impianto di avio-rifornimento a scomparsa GRIFUS.

Gli esponenti della delegazione Nipponica, avendo riconosciuto la valenza e l’autorevolezza delle informazioni acquisite in merito a tutti gli aspetti concernenti l’impiego di tale Sistema d’Arma, hanno palesato un vivo interesse per lo sviluppo di possibili collaborazioni future tese ad assicurare il più alto livello di cooperazione, di sinergia e di interoperabilità.


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Re: Gli F-35 italiani

Messaggio da Phant » 21 agosto 2022, 1:39

Aviation-report.com ha scritto:
L’Italia firma un altro contratto per l’acquisto di ulteriori 18 velivoli di quinta generazione F-35

Il produttore Lockheed Martin si è aggiudicato un contratto da 524 milioni di dollari per la consegna di ulteriori 18 caccia F-35 Lightning II di quinta generazione all’Italia. L’accordo è stato reso pubblico in un annuncio del 9 agosto dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DoD), che funge da intermediario nella vendita. Il completamento dei lavori è previsto entro giugno 2025, ha aggiunto il Pentagono.

Trattasi del finanziamento di materiali ed equipaggiamenti per la produzione di un totale di 18 cellule dei lotti 15 e 16 coperte da accordi con l’Italia. Di questi aerei 14 saranno in versione convenzionale F-35A, mentre quattro saranno nella variante F-35B a decollo corto e atterraggio verticale e in particolare saranno sette velivoli F-35A del lotto 15, due velivoli F-35B del lotto 15, sette F-35A del lotto 16 e due F-35B del lotto 16. Come sappiamo l’Italia ha un programma che copre un totale di 90 velivoli F-35, dei quali 60 nella versione A e 30 nella versione B, quest’ultimi suddivisi tra Aeronautica e Marina.

L’Aeronautica Militare ha in servizio presso il 13° Gruppo Volo del 32° Stormo di Amendola 13 F-35A e due F-35B con altri due F-35A che sono impiegati per l’addestramento sulla base aerea di Luke negli Stati Uniti. La Marina Militare ha in servizio tre F-35B con il Gruppo Aerei Imbarcati, uno in Italia e due negli Stati Uniti.

Inoltre, lo scorso 18 giugno 2022, anche il 6° Stormo di Ghedi ha preso in consegna il suo primo F-35. Tutti questi aerei naturalmente non rientrano nel conteggio di questa vendita. Ricordiamo inoltre che l’Aeronautica Militare aveva dichiarato la capacità operativa iniziale sui suoi F-35 già nel 2018 e che Lockheed ha affermato anche che gli ulteriori contratti per il resto dell’ordine italiano di F-35 sono imminenti.

La produzione e la consegna di questi 18 aerei, oggetto del contratto, saranno supervisionati dal Naval Air Systems Command degli Stati Uniti a Patuxent River, nel Maryland. La maggior parte del lavoro (83%) sarà svolta a Fort Worth, in Texas e in altre località degli Stati Uniti, con attività aggiuntive presso lo stabilimento BAE Systems di Warton, nel Regno Unito (9%) e nei due siti di produzione e MRO di F-35A/B all’estero a Cameri, Italia (4%) e Nagoya, Giappone (2%).

Nel frattempo l’Aeronautica Militare e la Marina Militare sono impegnate a consolidare ed aumentare le capacità degli F-35A e B tramite le missioni all’estero e le esercitazioni nazionali per integrare i due velivoli con quelli di quarta generazione, con la portaerei Cavour e utilizzando la versione B, a decollo corto e atterraggio verticale, per costruire la capacità “expeditionary”. In particolare L’Aeronautica Militare ha pianificato il raggiungimento della FOC – Full Operational Capability, ovvero la piena capacità operativa nel 2023.

Con l’impiego degli F-35B sia da parte dell’Aeronautica che della Marina si ipotizza una forza proiettabile dal mare e da terra ed integrata tra le due forze armate per il rafforzamento delle capacità di combattimento. L’interoperabilità e il concetto di sinergia Joint and Combined tra le Forze armate sono fatti concreti nel rispetto delle peculiari specificità verso un efficace strumento militare al servizio del Paese e della collettività anche internazionale.

Come riportato anche dal Ministro della Difesa, è importante disporre di una elevata capacità di proiezione (expeditionary) delle forze dall’aria e dal mare, secondo logiche di proiettabilità e sostenibilità; in tal senso, occorre procedere al potenziamento e al completamento della capacità portaerei e all’integrazione dei velivoli di 5° generazione nelle task force land based e sea based, nell’ambito della realizzazione di una moderna capacità nazionale di proiezione in senso interforze (cosiddetta Joint Force STOVL).

Il velivolo F-35A Lightining II è un sistema d’arma di quinta generazione, monoposto, mono motore, caratterizzato dalla bassa osservabilità radar e in grado di esprimere capacità operative decisive prima non esprimibili dalle Forze Armate permettendo così all’Aeronautica Militare e alla Marina Militare di entrare nel novero delle poche nazioni al mondo che operano sul nuovo sistema d’arma.

Le nazioni che hanno già in servizio o ordinato il Joint Strike Fighter, oltre agli Stati Uniti, sono Australia, Belgio, Canada, Danimarca Finlandia, Israele, Germania, Giappone, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Corea del Sud, Svizzera, Regno Unito.

Lo stato dell’arte della tecnologia applicata alla sensoristica di bordo, la notevole flessibilità d’impiego e la bassa osservabilità radar, sono elementi distintivi che consentono di aumentarne esponenzialmente l’efficacia operativa del velivolo, garantendo non solo maggiori livelli di sopravvivenza in territori ostili, ma anche una elevata consapevolezza e conoscenza dello scenario tattico.

Le elevate capacità di identificazione e precisione d’ingaggio, conferiscono al velivolo un potenziale di assoluto rilievo che, unito ad innovative capacità di comunicazione e condivisione istantanea “near real-time” delle informazioni essenziali (capacità Network-Centric) e permette al pilota una gestione del teatro d’operazione senza eguali. Queste peculiari caratteristiche rendono l’F-35A Lightning II un assetto pregiato che s’inserisce perfettamente nei più moderni contesti operativi di crisi.

La macchina è in grado di svolgere contemporaneamente e in autonomia tutte le possibili declinazioni del potere aereo come: il concorso alla difesa aerea nazionale e NATO, l’attacco al suolo di precisione, il supporto alle forze di superficie, la ricognizione aerea e la guerra elettronica; per queste sue caratteristiche, il velivolo F-35A Lightning II è stato scelto come il sistema d’arma più idoneo per le prime linee operative di molte nazioni alleate.

Per quanto riguarda la vendita degli aerei, sotto il sistema di vendita militare estero degli Stati Uniti, il Pentagono funge spesso da intermediario per i paesi alleati e partner che acquistano attrezzature e servizi di origine statunitense tramite l’agenzia nota come Defense Security Cooperation Agency, che sovrintende alla vendita di armi. Questa disposizione consente alle forze militari straniere di utilizzare il sistema di approvvigionamento del Dipartimento della Difesa, inclusa l’assistenza nella negoziazione dei termini del contratto.


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Re: Gli F-35 italiani

Messaggio da Phant » 24 dicembre 2022, 0:19

Aviation-report.com ha scritto:
Rientrano in Italia e atterrano sul Cavour i primi due F-35B della Marina Militare

Con il termine del PIA – Pooling Implementing Arrangement – firmato nel 2018 dalla Difesa e dal US Marine Corps ed il volo di rientro con successivo appontaggio sulla portaerei Cavour dei primi due F-35B consegnati alla Marina (il 4-01 e il 4-02), versione a decollo corto e atterraggio verticale (STOVL – Short Take-Off and Vertical Landing), è stata scritta un’altra pagina significativa per le Forze Armate e per la storia lunga quasi 110 anni dell’Aviazione Navale e della collaborazione, ininterrotta da più di 30 anni, tra gli uomini e le donne della Marina e la componente aerotattica del Corpo dei Marines degli Stati Uniti d’America.

Nel corso della cerimonia svoltasi lo scorso 29 novembre, presso la Marine Corps Air Station di Beaufort (Carolina del Sud – USA), alla presenza del Comandante delle Forze Aeree della Marina Militare, Contrammiraglio Marco Casapieri e dei Comandanti del Marine Aircraft Group (MAG) 31 e del Marine Fighter Attack Training Squadron (VMFAT) 501, sono stati idealmente ripercorse le numerose attività, durate 5 anni, svoltesi nell’alveo del PIA e che hanno consentito di formare la prima significativa aliquota di piloti e di tecnici destinati ad operare il velivolo di 5a generazione F-35B.

Al termine della cerimonia il Corpo dei Marines ha voluto inoltre decorare un “lupo”, così vengono definiti i piloti del Gruppo Aerei Imbarcati (GRUPAER), con la “Navy and Marine Corps Achievement Medal” per le attività svolte ed i brillanti risultati ottenuti nel corso di più di 3 anni di assegnazione al VMFAT 501.

La riuscita del volo di trasferimento da Beaufort al ponte di volo della portaerei Cavour, comprensivo di uno scalo tecnico presso l’aeroporto di Lajes (Arcipelago delle Azzorre), è stata la risultante di una stretta attività di cooperazione e coordinamento interforze tra la Marina e l’Aeronautica Militare.

La trasvolata atlantica è stata infatti supportata da un velivolo rifornitore KC-767A del 14° Stormo dell’Aeronautica Militare che ha risposto alle esigenze di trasporto logistico e di rifornimento in volo (eseguiti più di 20 rifornimenti), da un velivolo C-130J della 46^ Brigata Aerea di Pisa e da un P-72A proveniente dal 41° Stormo di Sigonella che hanno assicurato le attività di Search and Rescue (SAR) durante la rotta di trasferimento. La cornice di sicurezza del personale e degli aeromobili è stata assicurata da un team di Fucilieri del 3° Reggimento della Brigata Marina San Marco.

Nel corso della fasi precedenti all’appontaggio sulla nave ammiraglia della Marina, avvenuto lo scorso 16 dicembre, i due F-35B in rientro dagli USA sono stati scortati da una formazione di velivoli AV-8B+ a testimonianza dell’importante processo di transizione in corso tra la 4a e la 5a generazione di velivoli jet che la Marina sta affrontando.

Con il rientro dei due velivoli dagli USA e con l’imminente consegna del quarto velivolo alla Marina, l’Aviazione Navale prosegue la strada verso il raggiungimento, previsto per il 2024, della Initial Operational Capability (IOC) nell’impiego del velivolo di 5a generazione dalla portaerei Cavour che rappresenta la massima espressione della capacità expeditionary sea-based (capacità di proiettare, in maniera autonoma, lo strumento militare nazionale in aree molto distanti a tutela degli interessi nazionali e della sicurezza collettiva dell’Alleanza).


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Re: Gli F-35 italiani

Messaggio da Phant » 26 settembre 2023, 1:15

Aviation-report.com ha scritto:
Task Force Air 32nd Wing: gli F-35 dell’Aeronautica Militare schierati in Polonia raggiungono la Initial Operational Capability

Dopo i primi voli di familiarizzazione e di addestramento degli F-35 Lightning, la Task Force Air 32nd Wing ha raggiunto la I.O.C. (Initial Operational Capability), lo scorso 15 settembre, nell’ambito delle operazioni di Air Policing della NATO (Block 63). La missione italiana di Air Policing vedrà nei prossimi giorni il raggiungimento della F.O.C. (Full Operational Capability) con il rischieramento di altri due F-35 e proseguirà la sua permanenza sull’aeroporto di Malbork in Polonia fino al prossimo mese di novembre.

I primi due aerei F-35 dell’Aeronautica Militare erano arrivati in Polonia il 13 settembre e contemporaneamente ai quattro velivoli Eurofighter Typhoon schierati in Lituania nell’ambito della Task Force Air 4th Wing “Baltic Horse III” difenderanno lo spazio aereo dell’Alleanza Atlantica, della Polonia e del Baltico a dimostrazione di una capacità operativa seconda a nessuno.

La Task Force Air 32nd Wing, con i velivoli F-35A del 32° Stormo di Amendola e del 6° Stormo di Ghedi, assicurerà il controllo del fianco nord-est della NATO – senza soluzione di continuità – attraverso missioni di intercettazione, garantendo così un rapido intervento a protezione dello spazio aereo in caso di penetrazione di aeromobili non identificati o che possano rappresentare una possibile minaccia per i cieli alleati.

“Con l’offerta dei nostri aerei da caccia di quinta generazione alla NATO, sottolineiamo che l’Italia è pienamente impegnata a sostenere le missioni collettive e durature dell’Alleanza”, aveva affermato il Tenente Colonnello Ciro Maschione, Comandante del distaccamento dei caccia F-35A italiani della Task Force Air 32nd Wing all’arrivo in Polonia.

L’Air Policing (AP) è un’operazione NATO, gestita dall’Allied Air Command (AIRCOM) di Ramstein (Germania), che viene condotta sin dal tempo di pace, senza soluzione di continuità 365 giorni all’anno.

Le attività svolte in Teatro Operativo sono condotte sotto il coordinamento e secondo le direttive impartite dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), che è l’Alto Comando della Difesa deputato alla pianificazione, coordinamento e direzione delle operazioni militari, delle operazioni/esercitazioni interforze nazionali e multinazionali e delle attività a loro connesse.

Oltre ad unirsi ai caccia polacchi e ad altri caccia regionali nelle missioni di polizia aerea della NATO, è previsto che gli F-35 dell’Aeronautica Militare contribuiscano anche alle missioni di addestramento che la NATO conduce nell’ambito delle sue rafforzate attività di vigilanza. Ricordiamo anche che l’Italia è stata il primo alleato a schierare i propri F-35 in una missione NATO – in Islanda – aprendo la strada all’integrazione dei moderni velivoli di quinta generazione nelle operazioni aeree dell’Alleanza insieme a Paesi Bassi, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti.


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