Lo Spazio

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Re: Lo Spazio

Messaggio da Aviators » 22 settembre 2016, 20:47

Focus.it ha scritto: Il modulo Tiangong-1 è fuori controllo

Confermata ufficialmente la notizia che avevamo anticipato circa un mese fa, con molta diplomazia: Tiangong-1 ha "terminato il suo lavoro". La verità è che precipita...

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Quel che sembrava un sospetto avanzato da un astrofilo americano esperto nell’individuare satelliti in orbita attorno alla Terra, Thomas Dorman, è stato confermato da funzionari cinesi: un modulo di test di un più ampio progetto di stazione spaziale, il Tiangong-1 (Palazzo Celeste), è fuori controllo e sta precipitando sulla Terra. Stando alla situazione attuale, il rientro è previsto per la seconda parte del 2017. Già la settimana scorsa Wu Ping, vice direttore del settore voli spaziali cinesi, aveva affermato che la missione della Tiangong-1 era terminata e che era durata molto più del previsto.
 
Pochi i rischi. Il modulo è stato lanciato nel 2011 e stando ai piani dell’agenzia spaziale cinese avrebbe dovuto rispondere ai comandi da Terra per due anni. Piani abbondantemente rispettati, ma adesso è stato perso il controllo del modulo, che a un certo punto cadrà come un mattone attraverso l’atmosfera. Al momento si trova a 370 chilometri dalla superficie terrestre, poche decine di chilometri al di sotto della Stazione Spaziale Internazionale.

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Spiega Wu che «quando Tiangong raggiungerà la parte più densa dell’atmosfera terrestre, brucerà completamente per via dell'attrito». Secondo Wu è assai improbabile che sulla Terra possano arrivare frammenti grandi.
 
Tutto OK per Tiangong-2. Un po’ di apprensione comunque rimane, perché un rientro incontrollato, cioè senza poter controllare l'angolo di rientro (cosa che garantirebbe la completa combustione del relitto), può riservare delle sorprese, e qualche frammento di grosse dimensioni può comunque arrivare a Terra.

L’agenzia spaziale cinese ha assicurato che seguirà l'evento minuto per minuto: se ci sarà qualche motivo di preoccupazione emetterà un allarme internazionale.
 
Nel frattempo la Tiangong-2, lanciata pochi giorni or sono è arrivata in orbita prestabilita ed è in attesa del primo equipaggio che arriverà verso la metà di ottobre. Qui sotto, un'infografica illustra il progetto della stazione spaziale cinese.

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Il progetto della stazione spaziale cinese.

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Re: Lo Spazio

Messaggio da Aviators » 6 ottobre 2016, 14:42

Tom's Hardware ha scritto: Boeing sfida SpaceX: su Marte ci arriveremo prima noi

Quella di Elon Musk non è l'unica azienda che sta lavorando per portare l'uomo su Marte, lo ribadisce il numero uno di Boeing, storico contraente NASA, secondo cui sarà la sua azienda a tagliare per prima il traguardo.

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"La prima persona a mettere piede su Marte ci arriverà a bordo di un razzo Boeing", parola di Dennis Muilenburg, CEO di Boeing. Passato il tormentone mediatico su Elon Musk seguito alla sua presentazione all'International Astronautical Congress di Guadalajara, Boeing scende in campo per ricordare che SpaceX non è l'unica azienda impegnata nei progetti per portare l'uomo su Marte.

Nel corso della conferenza "Whats Next" a Chicago Muilenburg è scattato alla carica sottolineando che Boeing è nel settore spaziale da decenni, è stata uno dei contraenti principali della NASA fin dagli albori dell'agenzia spaziale, e ha costruito il primo stadio del razzo Saturn V - quello che ha portato gli astronauti sulla Luna. Da allora ha contribuito al programma Space Shuttle, ha realizzato molti componenti per la Stazione Spaziale Internazionale e adesso è impegnata nel progetto e sviluppo dello Space Launch System (SLS), il vettore che potrebbe portare gli esseri umani su Marte nella capsula Orion.
Il messaggio è cristallino: SpaceX non è l'unica in gioco e non è l'unica a innovare nel settore.
Muilenburg non ha attaccato direttamente il concorrente, ma sembra non avere fiducia nella timeline illustrata da Elon Musk. Lasciando perdere per un attimo le gigantesche astronavi da 100 o 200 coloni ciascuna e la creazione di una colonia autosufficiente sul Pianeta Rosso, l'obiettivo primario di Musk è di arrivare per primo su Marte, nel 2024.

La NASA prospetta invece un primo viaggio umano all'incirca nel 2035. Se l'agenzia spaziale si appoggerà a Boeing, e se quest'ultima reputa di bagnare il naso (anzi il razzo) a SpaceX, significa che molto probabilmente Muilenburg ha messo in conto consistenti ritardi del concorrente sulla tabella di marcia.
Del resto è da ammettere che SpaceX più di una volta in passato è stata molto ottimistica nel fissare le scadenze.  Per esempio nel 2011 Musk promise che la sua azienda avrebbe portato delle persone nello Spazio entro tre anni. Ne sono passati cinque e sappiamo che quei primi voli umani non ci saranno fino al 2018. Musk inoltre promise di fare il primo lancio del Falcon Heavy nel 2013, ha poi rimandato al 2014 e adesso stiamo aspettando il decollo a novembre 2016.
Questo non significa che Musk sia inaffidabile, anzi, per alcune cose è un pioniere nel settore come vi avevamo spiegato in precedenza. Oltre tutto lo stesso Musk non ha peccato di presunzione a questo giro, dato che illustrando i suoi piani ha sottolineato di non prendere il 2024 come una tempistica tassativa: non è sicuro di farcela, ha promesso che farà del suo meglio.

Quindi chi arriverà per primo su Marte? La cosa interessante è che non abbiamo una risposta, perché c'è una concorrenza serrata, e probabilmente sarà proprio la competizione ad accelerare i tempi lunghi prospettati dalla NASA.
Una competizione che si gioca a distanza con regole diverse. Alla luce del curriculum di Boeing che Muilenburg non ha mancato di far pesare, l'azienda sta incassando cospicui finanziamenti dalla NASA per sviluppare il lanciatore SLS. Sulla carta SpaceX sta auto-finanziando i suoi veicoli per Marte; in realtà riceve finanziamenti federali attraverso altri contratti NASA non correlati. Un modo indiretto della NASA per "tenere il piede in due scarpe".

Muilenburg sembra dare per scontato che su Marte Boeing ci arriverà con la NASA. Musk non se lo può permettere, e nel suo intervento a Guadalajara non ha mancato di "corteggiare" l'agenzia spaziale ringraziandola per la collaborazione finora dimostrata, e di sottolineare che il suo progetto è realizzabile solo grazie a una collaborazione pubblico-privato, dal punto di vista finanziario ma non solo.
Insomma entrambe hanno bisogno della NASA per arrivare su Marte, la NASA ha bisogno di una delle due per il primo volo, poi probabilmente si appoggerà ai servizi di entrambe. Quale delle due sarà la prescelta per il primo sbarco sul Pianeta Rosso? Forse quella che sarà pronta prima. E la prospettiva infastidisce più Boeing (cliente NASA storico) che una SpaceX nata solo nel 2002 ma costantemente al centro dell'attenzione mediatica.

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Messaggio da Aviators » 31 ottobre 2016, 16:36

HDBlog.it ha scritto: SpaceX: test dei razzi pronti a riprendere

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SpaceX, azienda privata impegnata nel settore aerospaziale, ha da poco comunicato che i test dei razzi Falcon 9 riprenderanno nei "prossimi giorni". SpaceX aveva messo in pausa le operazioni per indagare sulle cause dell'incidente che ha determinato, all'inizio di settembre, l'esplosione del razzo in fase di pre-lancio presso Cape Canaveral.
SpaceX non ha ancora determinato con certezza le cause dell'esplosione, ma le relative indagini sono in fase avanzata, circostanza che consentirà di riprendere la fase dei test di volo in Texas entro la fine dell'anno. La possibile causa dell'esplosione, sembra essere riconducibile ad uno dei tre CPOV (composite overwrapped pressure vessels) collocato all'interno del serbatoio di ossigeno liquido.
Il team di esperti di SpaceX è stato in grado di ricreare il problema concentrandosi sulle condizioni di carico dell'elio. Tali condizioni, rende noto l'azienda, sono influenzate dalla temperatura e dalla pressione dell'elio. Partendo da tali presupposti, SpaceX sta affinando il processo di carico dell'elio, finalizzando, parallelamente, le indagini che porteranno ad accertare con certezza la causa dell'incidente.
I siti di lancio utilizzati da SpaceX, situati presso il Kennedy Space Center in Florida e la Vandenberg Air Force Base, in California, torneranno attivi entro la fine del 2016.

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Messaggio da Aviators » 4 dicembre 2016, 13:38

Repubblica.it ha scritto: Turismo spaziale, ''Nel 2020 i primi voli da una base italiana

Accordo tra la Virgin Galactic e la torinese Altec per individuare sulla Penisola gli aeroporti da cui far  decollare le navette

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ROMA - Entro tre anni un "gate" italiano per i turisti spaziali: ci si imbarcherà in Veneto, Puglia o Sardegna per un'andata a ritorno fuori dall'atmosfera terrestre. Ormai è molto più che un progetto, grazie alla collaborazione tra la Altec (partecipata Asi e Thales, che ha sede a Torino) e la Virgin Galactic, la compagnia aerospaziale privata del magnate Richard Branson. Il protocollo di intesa firmato dalle due aziende prevede di creare nel nostro Paese uno spazioporto dal quale potrà decollare la SpaceShipTwo con a bordo sei turisti e due membri dell'equipaggio.

Nel 2017 gli esperti delle due società valuteranno, tra gli aeroporti militari italiani, il sito più adatto. Non occorre costruire una Cape Canaveral italiana, basterà una pista della lunghezza giusta. A prendere il volo, infatti, sarà una coppia, formata dal White Knight, l'aereo-madre, che trasporta la SpaceShipTwo. Quest'ultima, una volta sganciata a 16mila metri da terra, accenderà i motori per oltrepassare la "linea di Karman", il confine convenzionale con lo spazio a 100 chilometri di altezza. Ma proprio per l'assenza di un booster iniziale, questo tipo di veicolo non ha la spinta necessaria per entrare in orbita intorno alla Terra. E così, dopo una breve permanenza nello spazio, finisce per "ricadere", in modo controllato, nell'atmosfera.

"Faremo partire i primi turisti spaziali entro due o tre anni" spiega Vincenzo Giorgio, amministratore delegato Altec. "Il sito di decollo e atterraggio deve avere caratteristiche precise, in particolare per il vento e le condizioni meteo, perché il rientro avviene in planata. Non abbiamo necessità di trovare posti a bassa densità abitativa e confidiamo nell'interesse degli enti locali per realizzare hangar e infrastrutture. Anche questo sarà un criterio di selezione".

La scelta potrebbe ricadere sull'aeroporto di Decimonannu (Cagliari), che la Altec ha già valutato in studi passati come sito adatto ai voli suborbitali. Un altro sito possibile è quello di Grottaglie, in provincia di Taranto, indicato dal presidente Asi Roberto Battiston. L'Italia però non ha una normativa che regoli il volo verso pazio: "Un accordo con la Faa, l'ente federale Usa dell'aviazione, ci permette di studiare le norme americane" sottolinea l'ad di Altec. "Presto avremo regole precise anche qui".

Ma non è tutto. I pezzi dello SpaceShipTwo coperti da proprietà intellettuale Usa saranno gradualmente sostituiti con elementi progettati e costruiti in Italia. Secondo Giorgio, la navetta a stelle e strisce diventerà, nell'arco di cinque o sei anni, tutta tricolore.

L'accordo apre nuove prospettive anche per la ricerca e l'economia nazionale: dagli esperimenti scientifici ai test per gli equipaggiamenti spaziali. Ma il core business di Virgin Galactic, al momento, resta il turismo. Un posto sulla SpaceShipTwo di Branson costa 250mila dollari. E sarebbero già centinaia le prenotazioni per i primi voli, che nel 2017 decolleranno dalla base americana della compagnia.

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Messaggio da Aviators » 19 dicembre 2016, 15:54

Repubblica.it ha scritto: L'Esa annuncia la seconda missione su Marte a luglio 2020

E' confermato: l'agenzia spaziale europea annuncia la nuova avventura sul pianeta rosso dopo l'incidente di Schiaparelli

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PARIGI - L'Esa ci riprova. L'Agenzia spaziale europea ha confermato di avere le possibilità di lanciare la sua missione su Marte a luglio del 2020, cercando per la seconda volta di scoprire se vi è vita sul Pianeta rosso. "La prima missione su Marte è avvenuta a ottobre del 2016 e ora la seconda viene confermata", ha annunciato in una nota. La prima aveva scatenato qualche polemica a causa di un incidente con il modulo di ingresso e di discesa Schiaparelli, che doveva realizzare misurazioni scientifiche sulla superficie del pianeta e che è precipitato per un errore di calcolo nel veicolo. 

L'agenzia spaziale europea ha ufficializzato l'accordo con il consorzio Thales Alenia Space per costruire il progetto ed eseguire i test prima del lancio del 2020. "Il principale obiettivo del programma Exomars è quello di risolvere una delle questioni scientifiche più straordinarie del nostro tempo: C'è o non c'è vita su Marte", ha spiegato l'Esa, spiegando che di volersi avvalere di sofisticate apparecchiature. Per ExoMars 2020, l'agenzia spaziale russa Roscosmos, partner di Esa, si occuperà della strumentazione adatta a captare l'atmosfera locali e nei dintorni.

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Messaggio da Aviators » 3 gennaio 2017, 14:08

HDBlog ha scritto: SpaceX, i lanci in orbita riprenderanno l'8 gennaio

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SpaceX ha da poco fornito un nuovo aggiornamento sui progetti previsti nel breve periodo: la data di riattivazione dei lanci orbitali è stata spostata nuovamente all'8 gennaio - nel precedente comunicato ufficiale si era fatto riferimento al 16 dicembre. Come noto, SpaceX ha interrotto le attività, dopo l'esplosione del razzo Falcon 9 avvenuta a settembre. Obiettivo della prossima missione sarà mandare in orbita un satellite Iridium Next utilizzando lo stesso razzo.
Salvo imprevisti, il nuovo lancio gestito da SpaceX prenderà il via dalla base dell'Aeronautica Militare di Vandenberg in California. La ripresa delle operazioni arriva a margine della definitiva conclusione delle indagini che hanno portato ad individuare le cause dell'incidente di settembre e rappresenta un banco di prova importante per la compagnia di Elon Musk che, comprensibilmente, ha gli occhi puntati e deve dimostrare di aver imparato dai precedenti errori

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Messaggio da Aviators » 15 gennaio 2017, 12:28

Focus.it ha scritto: Lanciato con successo un Falcon 9 con a bordo 10 satelliti Iridium

Era un lancio particolarmente atteso sia da SpaceX, la società che ha costruito il razzo, perché segnava il ritorno allo spazio dopo l’esplosione di settembre, sia da Iridium, la società che sta dando vita alla nuova costellazione di satelliti.

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La partenza del Falcon 9 per deporre nello spazio 10 satelliti Iridium. È stato il 28mo lancio di successo del razzo di SpaceX.

Pieno successo per il lancio del razzo Falcon 9 dalla base di Vandenberg, sulla costa californiana degli Stati Uniti. È il riscatto di SpaceX dopo l'esplosione di un razzo simile avvenuta lo scorso settembre: un incidente causato da un problema mai verificatosi prima e che SpaceX sostiene di avere risolto.

Scopo di questo lancio è la messa in orbita di 10 satelliti Iridium (costruiti dalla società italo-francese Thales Alenia Space) che andranno a sostituirne altrettanti divenuti obsoleti. La partenza è avvenuta alle 18:54 ora italiana di sabato 14 gennaio.
 
Il lancio sarebbe dovuto avvenire la scorsa settimana, ma le condizioni meteo avverse avevano ritardato la partenza.
 
Successo anche per il rientro del primo stadio del razzo che è atterrato felicemente su una piattaforma galleggiante nell'Oceano Pacifico. SpaceX ha come obiettivo quello di riutilizzare i costosi “primi stadi” dei razzi, un sistema che permetterà di abbattere i costi dei lanci del 30%.

Dopo che l’ultimo stadio è arrivato in orbita, a 59 minuti e 16 secondi dalla partenza, i satelliti, del peso di 860 kg ciascuno, si sono staccati a intervalli di 90 secondi. Un’operazione complessa che ha avuto pochi precedenti nella storia dell’astronautica

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La costellazione di Iridium, satelliti per la trasmissione veloce di dati e voce.

Una costellazione di 70 satelliti. Iridium è una società divenuta famosa perché è stata la prima a creare una copertura totale del nostro pianeta con satelliti in grado di trasmettere dati e voce con una connessione veloce ed è stata utilizzata soprattutto per trasmettere informazioni di boe oceaniche, attrezzature minerarie e oleodotti da luoghi estremamente difficili da raggiungere.

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Gli Iridium poco prima di essere "impacchettati" all'interno del Falcon 9.

I nuovi satelliti lanciati da Falcon 9 sono molto più sofisticati dei precedenti e permetteranno anche alle navi e agli aerei di comunicare la propria posizione da qualunque parte del globo.
 
Dopo questi primi 10 satelliti ne verranno lanciati altri 60 per creare una rete che possa coprire completamente il nostro pianeta.  I satelliti si trovano a una quota di 780 km dalla superficie terrestre.

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Messaggio da Aviators » 7 febbraio 2017, 15:06

HDBlog ha scritto: SpaceX prevede di lanciare un razzo ogni due o tre settimane

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La Space Exploration Technologies Corp, meglio conosciuta come Space X, ha un progetto ambizioso che permetterà il lancio di un razzo spaziale ogni due o tre settimane non appena sarà pronta la nuova piattaforma di decollo situata in Florida. Ad affermarlo è stato il Presidente della società, Gwynne Shotwell, durante un'intervista rilasciata a Reuters.
Come molti di voi ricorderanno, il primo settembre del 2016, uno dei razzi Falcon 9 esplose, causando ingenti danni anche alla rampa di lancio situata all'Air Force Station di Cape Canaveral in Florida. I lavori di riparazione sono attualmente in corso e nel frattempo verrà utilizzata una nuova postazione della NASA, che si trova poco più a nord al Kennedy Space Center.
Shotwell ha anche comunicato che sono in atto alcune modifiche ai motori ed alla struttura con le quali verranno aumentate le prestazioni e risolti alcuni potenziali problemi di sicurezza in modo da scongiurare altre possibili rotture del razzo.
Successivamente alla esplosione, la compagnia fondata da Elon Musk ha effettuato un solo lancio, avvenuto poche settimane fa e conclusosi con una perfetta fase di atterraggio, documentata da una serie di scatti fotografici che vi abbiamo mostrato in un precedente articolo.

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Messaggio da Aviators » 10 febbraio 2017, 18:20

Tom's Hardware ha scritto: Buco nero divora una stella più grande del nostro Sole

Osservato un buco nero che banchetta da un decennio: non solo il pasto è da record, ma anche la velocità di accrescimento dell'affamato oggetto cosmico.

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Non è la prima volta che assistiamo al banchetto di un buco nero, ma in genere si tratta di eventi che hanno una durata relativamente breve - non più di un anno. Cosa differente è quella a cui hanno assistito gli astrofisici con i telescopi spaziali Chandra X-ray Observatory, Swift ed XMM-Newton: il buco nero XJ1500+0154 situato in una piccola galassia a 1,8 miliardi di anni luce da noi ha divorato una stella due volte più massiccia del nostro Sole, impiegando 10 anni.

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Un pasto decisamente lungo per quello che molte testate straniere hanno soprannominato l'Hannibal Lecter spaziale, immortalato grazie ai sofisticati strumenti di NASA ed ESA. Andando per ordine, l'evento è stato osservato per la prima volta da XMM-Newton (ESA) nel 2005. Nel 2008 Chandra ha osservato un picco di luminosità, per questo negli anni successivi i due telescopi, insieme anche a Swift, hanno continuato a osservarlo più volte.
Ricordiamo che l'osservazione nella banda X è particolarmente efficace proprio in presenza di eventi di questo tipo, particolarmente energetici e causati da fenomeni catastrofici (motivo per cui questa branca è solitamente definita Astrofisica delle Alte Energie). L'idea è sostanzialmente quella di andare ad osservare eventi molto energetici e spesso suscettibili di una rapida variabilità temporale. Ciò che rende unico questo caso è proprio la durata, assolutamente non in linea con quanto noto sinora.
Per capire meglio, dalle prime osservazioni di Chandra si era dedotto che XJ1500+0154 si trovasse al centro di una piccola galassia, il che suggeriva fortemente che si trattasse di un buco nero supermassiccio, dato che questi colossi cosmici si nascondono al centro della maggior parte, se non tutte, le galassie.
Ma se un buco nero non riflette la luce, come si fa a vederlo? Quello che hanno visto gli scienziati è stato il bagliore di raggi X che tipicamente viene generato da un "evento di distruzione mareale" (TDE - Tidal Disruption Event), ossia quando una stella o un altro oggetto viene fatto a pezzi dalla forza di gravità di un buco nero, generando quella che di solito viene definita come una "supernova accidentale". Alcuni dei materiali contenuti nella stella cadono verso l'interno durante un TDE, producendo così tanto calore da generare, appunto, un bagliore di raggi X.

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L'esito delle osservazioni si legge in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Astronomy, firmato dai ricercatori dell'Università del New Hampshire. Fra loro Dacheng Lin, coordinatore del gruppo di ricerca statunitense, secondo cui "dagli anni '90 sono stati osservati decine di eventi di questo tipo, ma mai nessuno così prolungato", a sottolineare l'eccezionalità del caso.

Per ottenere questi risultati, gli astrofisici hanno analizzato in dettaglio gli spettri e generato le "curve di luce" relative al fenomeno in esame, ovvero funzioni matematiche che descrivono come la luminosità emessa varia nel tempo. L'analisi che ne consegue dimostra come l'evento possa essere spiegato solo con la distruzione di una stella di circa due volte la massa del Sole da parte del buco nero centrale.
Per quanto l'ipotesi della distruzione di una stella molto grande, circa dieci masse solari, sia plausibile e potrebbe risultare coerente con i dati, non spiega tuttavia il perché di una così lunga durata del fenomeno. Assumendo invece la presenza di una stella più piccola, due volte la massa del Sole per l'appunto, i ricercatori sono giunti alla conclusione che un oggetto di questo tipo possa dare origine ad una circolazione "lenta", per così dire, del materiale strappato all'astro. Ciò avrebbe permesso quindi al buco nero di nutrirsi per tutto questo tempo.
Sempre nello stesso studio, gli autori fanno notare come nel corso delle osservazioni sia stato osservato un rapido accrescimento del buco nero, che dimostra la capacità di questi affascinanti oggetti cosmici di raggiungere masse pari a miliardi di volte quelle del Sole. "Questo evento dimostra che i buchi neri in realtà possono crescere a tassi straordinariamente elevati" ha infatti commentato il co-autore dello studio Stefanie Komossa della Qiannan Normal University di Duyun City.

Non a caso anche questa volta (non è la prima) si parla del superamento del limite di Eddington - il massimo teorico della luminosità di un corpo sferico, dato dall'equilibrio tra la forza di gravità che agisce in senso attrattivo e la pressione di radiazione che tenderebbe a farlo espandere. Un parametro oggetto da tempo di discussione, e che se realmente superato avrebbe notevoli implicazioni in astrofisica perché spiegherebbe le dimensioni di molti buchi neri.
C'è da dire inoltre che lo studio di questo fenomeno ha portato a una migliore comprensione globale riguardo il funzionamento delle galassie. È infatti interessante il fatto che il banchetto avvenga in una "starburst galaxy", ovvero una galassia in cui il ritmo di formazione di nuove stelle è notevolmente più elevato del normale. Eventi come quello in esame possono aiutare a capirne meglio il perché: quando una stella viene distrutta dal buco nero centrale infatti, non tutto il materiale viene assorbito; una parte viene letteralmente sparato fuori a causa di effetti di tipo gravitazionale, creando onde d'urto che rimescolano e perturbano il gas e il pulviscolo presente nelle parti più esterne della galassia, fungendo da innesco per il processo di formazione stellare. Per questo motivo i buchi neri supermassicci costituirebbero una sorta di motore delle galassie.
Le osservazioni sono tuttora in corso e proseguiranno, perché il pasto non è ancora concluso: le simulazioni degli scienziati evidenziano che il bagliore ai raggi X emesso da XJ1500+154 calerà notevolmente nel prossimo decennio, man mano che l'approvvigionamento di cibo si ridurrà in modo significativo.
Inoltre gli astronomi sottolineano come fenomeni del genere possano essere molto più comuni di quanto non si pensi, ma i limiti nelle osservazioni non hanno permesso sinora di rilevarli con precisione. Sicuramente in futuro la nuova generazione di strumenti X (Spektr-RG e ATHENA per citarne giusto un paio), grazie ai dati che forniranno, consentirà di aumentare notevolmente la comprensione di questi cataclismi cosmici.

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Messaggio da Aviators » 28 febbraio 2017, 14:18

HDBlog.it ha scritto: SpaceX, nel 2018 due turisti spaziali intorno alla Luna

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Il viaggio sulla Luna non è certamente una novità per il genere umano. Sino ad ora, tuttavia, raggiungere il nostro satellite ha rappresentato un'operazione riservata esclusivamente alla stretta cerchia di personale qualificato. Nel 2018, a circa 45 anni di distanza dalla Missione Apollo 17 (l'ultima che ha portato un uomo sulla superficie Lunare) tutto potrebbe cambiare grazie al visionario Elon Musk ed alla sua SpaceX, che, nelle scorse ore, ha confermato il primo viaggio nello spazio intorno alla Luna per fini prettamente ''turistici" e con un equipaggio formato da due comuni cittadini.
Sarebbe forse meglio sostituire il termine "comuni" con "facoltosi", visto che entrambi - l'identità non stata rivelata - hanno versato in anticipo una somma consistente a SpaceX per avere accesso all'esclusivo giro turistico. Naturalmente, salire a bordo di una capsula Dragon di SpaceX, progettata per il trasporto di esseri umani, come sottolinea la compagnia di Musk, richiede specifici requisiti: i test per verificare lo stato di salute dei due ''gitanti'' inizieranno nel corso dell'anno.
Il percorso turistico prevederà: sfiorare la superficie lunare, addentrarsi un po' di più nello spazio profondo - SpaceX, in verità, sottolinea che mai nessun umano si spingerà tanto oltre nel sistema solare - per poi tornare sulla Terra. La durata totale del viaggio, secondo quanto riportato da CNBC, dovrebbe essere pari ad una settimana.
Per raggiungere l'obiettivo, SpaceX effettuerà preliminarmente un primo lancio della capsula Dragon, senza equipaggio, nel secondo trimestre del 2018. I ''turisti spaziali", se tutti i test andranno a buon fine, saranno spediti in orbita intorno alla Luna entro la fine del prossimo anno. Un viaggio che potrebbe non rimanere isolato, visto che anche altri gruppi si sono già detti interessati a scegliere la (per il momento insolita) meta turistica.

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Messaggio da Aviators » 30 marzo 2017, 12:17

Focus.it ha scritto: Un nuovo record di volo per lo spazioplano X-37B

Il mini shuttle militare Usa è nello Spazio, in orbita, da 675 giorni: è la più lunga missione spaziale segreta americana.

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Lo spazioplano X-37B: nelle ultime tre missioni è rimasto in orbita molto più a lungo dei 270 giorni per cui era stato progettato


Le informazioni sullo spazioplano robotico dell'US Air Force, l'X-37B, sono poche e frammentarie, ma ora ne abbiamo una in più: il misterioso velivolo militare ha appena battuto il (proprio) record di permanenza in orbita, conquistando, il 25 marzo scorso, i 675 giorni nello Spazio. La missione corrente - la Orbital Test Vehicle-4 (OTV-4) - iniziata il 20 maggio 2015, è divenuta di diritto la più lunga nella storia dei programmi spaziali non ufficiali americani.

Di che cosa si tratta. Gli spazioplani X-37B, costruiti per l'aeronautica USA dalla Boeing, sono ufficialmente due, alimentati forse anche a energia solare. Lunghi 8,8 metri per 4,5 di apertura alare, sono versioni in miniatura degli Shuttle (e come quelli decollano in verticale e atterrano in orizzontale).

I due velivoli si sono alternati in quattro missioni dal 2010 ad oggi, rispettivamente di 224, 468, 674 e - almeno - 675 giorni. Non è chiaro quando terminerà quella attuale: i portavoce della US Air Force hanno fatto sapere che la data è legata all'esaurimento delle dimostrazioni e degli obiettivi della missione.
 
Che cosa ci fa lassù? Quali obiettivi? Impossibile avere una risposta ufficiale. La segretezza tenuta attorno al programma ha portato alcuni a sospettare si tratti di un'arma, di un satellite spia o di un velivolo destinato a interferire con satelliti nemici (o distruggerli). Sospetti e complottismi a parte, l'X-37B sembra in realtà troppo piccolo e poco manovrabile perché lo si possa sfruttare per manipolare altri oggetti spaziali.
 
Dimostratore tecnologico? Le poche informazioni disponibili sono riportate in una pagina del 2015 del sito dell'aeronautica USA: il piccolo shuttle deve testare tecnologie per una piattaforma spaziale riutilizzabile e aiutare a condurre esperimenti che possano essere riportati a Terra ed esaminati.
 
Tra le tecnologie testate, si evince dalle scarne dichiarazioni, ci sono sistemi avanzati di guida, navigazione e controllo; sistemi di protezione termica, lo studio di apparecchiature elettroniche per impiego aeronautico e la possibilità di sperimentare un sistema di volo orbitale autonomo, di rientro e di atterraggio.

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Re: Lo Spazio

Messaggio da Aviators » 31 marzo 2017, 21:54

Focus.it ha scritto: SpaceX e il lancio storico del Falcon 9 di seconda mano

Il lancio del primo stadio del Falcon 9 "riciclato" è stato un successo.

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Stanotte (dalle 00.36 circa, ore italiane) c'è stato un evento storico per l'esplorazione spaziale. SpaceX ha lanciato un satellite a bordo di un razzo Falcon 9 il cui primo stadio aveva già volato una volta nello spazio per poi rientrare a terra atterrando verticalmente.
 
Il primo stadio "di seconda mano" ha funzionato perfettamente ed è nuovamente atterrato in verticale a bordo della nave appoggio Of Course I Still Love You nell’Oceano Atlantico.
 
È la prima volta che il primo stadio di un razzo orbitale vola due volte nello spazio e ritorna verticalmente. Un traguardo storico in generale, e soprattutto per SpaceX, una società che opera soltanto da 15 anni.
 
Razzi riutilizzabili. Lo scopo di questo esperimento è arrivare a riutilizzare in modo efficiente e sostenibile i razzi spaziali (come facciamo con gli aerei, per intenderci, che non volano soltanto una volta) senza dover spendere troppi soldi tra un volo e l'altro, come accadeva per esempio con lo Space Shuttle.
 
Per questo primo test è stato “ricondizionato” il Falcon 9 che volò nel aprile 2016, la prima missione che si concluse con un appontaggio e la seconda a terminare con un primo stadio intero e non distrutto (il primo rientro non distruttivo di un Falcon avvenne a dicembre 2015 sulla terraferma).
 
Mentre gli occhi di tutto il mondo erano - giustamente - concentrati sul rientro del primo stadio, il secondo completava la sua missione mettendo in orbita il satellite geostazionario SES-10.
 
Il patron di SpaceX Elon Musk, è intervenuto -  durante la diretta del lancio, subito dopo l'atterraggio - visibilmente emozionato: «è stato un evento rivoluzionario nella storia dei voli spaziali» ha detto, spiegando come buttar via il razzo dopo ogni  singolo volo è inconcepibile: quanto costerebbe un biglietto aereo se non potessimo riutilizzare il velivolo alla fine del tragitto?

Secondo Musk (e gli esperti), il riutilizzo del primo stadio è una tappa fondamentale nella riduzione dei costi per raggiungere lo spazio.
 
Come spiega Paolo Attivissimo: «La prossima sfida, ora che il principio è stato dimostrato, è ridurre i tempi e i costi di riutilizzo e dimostrare non solo la fattibilità tecnica ma anche la convenienza economica».

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Re: Lo Spazio

Messaggio da Aviators » 31 marzo 2017, 21:55

Spaceflight ha scritto: Launch Profile - Falcon 9 - SES-10

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Re: Lo Spazio

Messaggio da Aviators » 2 maggio 2017, 15:33

HDBlog.it ha scritto: SpaceX: concluso con successo il lancio del satellite spia americano

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Nel corso della giornata di ieri, SpaceX ha concluso con successo il primo lancio commissionatole dalle forze armate statunitensi, attraverso lo NRO (National Reconnaissance Organization). Il carico, mantenuto top secret, dovrebbe contenere uno dei nuovi satelliti spia americani, come evidenziato da Elon Musk stesso nel suo tweet con il quale ha annunciato il successo delle operazioni di decollo e di atterraggio del modulo Falcon 9 utilizzato.
Il lancio, inizialmente previsto per il 30 aprile, ma annullato a soli 52 secondi dal decollo, è avvenuto nonostante la presenza di condizioni meteo non propriamente favorevoli, a causa della presenza di forti venti di alta quota, la cui intensità era estremamente vicina al limite di sicurezza (98.6% del limite) che ne avrebbe dovuto comportare la seconda cancellazione.
Nonostante tutto, il lancio, avvenuto dalla piattaforma LC-39A del Kennedy Space Center, si è concluso con successo, così come anche il rientro del primo modulo del Falcon 9, atterrato a Cape Canaveral. SpaceX, nonostante la segretezza dell'operazione, ha comunque trasmesso le fasi del decollo del razzo, come è possibile vedere dalla seguente GIF

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Re: Lo Spazio

Messaggio da Aviators » 9 maggio 2017, 11:38

Focus.it ha scritto: Conclusa nel consueto riserbo la X-37B OTV-4, dopo 718 giorni nello Spazio

Senza preavviso, il piccolo spazioplano quasi segreto dell'U.S. Air Force è atterrato sulla pista dove rientravano gli space shuttle della Nasa.

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Dopo 718 giorni nello Spazio è atterrato il mini space-shuttle "segreto" dell'aeronautica americana.

Dopo 718 giorni di permanenza in orbita, lo space shuttle automatico e riutilizzabile dell’US Air Force, l'X-37B OTV-4 (Orbital Test Vehicle mission 4) è atterrato domenica 7 maggio 2017: un vero record di permanenza nello Spazio per un velivolo del genere.
 
Gli obiettivi della missione sono tutt'ora secretati - si suppone siano di carattere militare - e l’atterraggio al Kennedy Space Center (Florida), che non poteva sfuggire ai tanti "osservatori" e astrofili, è stato notificato al mondo con un tweet. Per quello che ne sappiamo, era la quarta missione per un progetto che vede in attività due velivoli riutilizzabili che si sono alternati in quattro missioni dal 2010 ad oggi, portati in orbita da lanciatori Atlas 5.

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L'X-37B OTV-4 è atterrato sulla pista dove scendevano gli space shuttle della Nasa

L’atterraggio del 7 maggio è stato il primo sulla storica Shuttle Landing Facility, la pista del KSC sulla quale sono rientrate quasi tutte le missioni degli space shuttle dal 1984 al 2011. Al rientro, l'X-37B è stato subito rimorchiato in un hangar modificato che la Nasa già utilizzava per gli space shuttle.

Due anni nello Spazio. Lunghi 8,8 metri e con un’apertura alare di 4,5 metri, gli X-37B sono molto più piccoli dei vecchi space shuttle e, per quello che ne sappiamo, non sono attrezzati per ospitare un equipaggio: sono cioè del tutto automatizzati e sotto controllo da terra.

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Lungo poco meno di 9 metri, può restare nello spazio per mesi

L’Air Force dichiara di avere in programma una quinta missione per la fine del 2017: l'annuncio non deve sembrare in contraddizione con la segretezza, perché oggi è per davvero difficile nascondere un lancio.

A parte questo e le poche informazioni di struttura disponibili, lo scopo delle missioni degli X-37 A e B resta un mistero e, come sempre in questi casi, alimenta le ipotesi più disparate.

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