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Messaggio da Aviators » 2 febbraio 2015, 18:01

Tom's Hardware ha scritto: SpaceX Falcon Heavy: il video del razzo più potente del mondo

SpaceX ha diffuso un'animazione in cui si vede la simulazione del decollo di Falcon Heavy, il razzo più potente del mondo, che sarà realizzato entro fine anno. Trasporterà carichi pesanti e sarà in grado di atterrare su un'apposita piattaforma.

Che effetto fa il decollo del più potente razzo del mondo? Per vederlo "dal vivo" bisognerà aspettare fine anno, ma SpaceX ha pubblicato un'animazione che rende bene l'idea e che riguarda il suo Falcon Heavy, quello che l'azienda stessa definisce "il razzo più potente al mondo", capace di trasportare nell'orbita bassa terrestre oltre 53.000 chilogrammi, ossia l'equivalente di un Boeing 737 a pieno carico (passeggeri, equipaggio, bagagli e carburante).

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"Falcon Heavy" spiega l'azienda "porta con sé eredità e affidabilità dei Falcon 9". "Il primo stadio è costituito di tre moduli del Falcon 9 a nove motori ciascuno, per un totale di 27 motori Merlin, in grado di generare una potenza al decollo pari a quella di 18 Boeing 747". Per avere un'idea, l'unico razzo più potente che finora è stato prodotto è stato il Saturn V, usato dalla NASA nei programmi Apollo e Skylab e dismesso nel 1973.

VIDEO Falcon Heavy - Flight Animation: http://dai.ly/x2g7j5g

L'azienda di Elon Musk puntualizza inoltre che il Falcon Heavy può sollevare più di due volte il carico del Delta IV Heavy, ad un terzo del costo. Non solo: questo razzo gigantesco dovrebbe riuscire ad atterrare in verticale una volta finita la missione. Proprio grazie a questa peculiarità SpaceX spera di ridurre i costi e attivare programmi di lancio ravvicinati.

Falcon Heavy non prenderà il posto degli attuali Falcon, ma vi si affiancherà quando ci sarà bisogno di trasportare in orbita carichi più pesanti.

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Messaggio da Aviators » 5 giugno 2015, 22:01

Perché alcune galassie producono getti luminosi e altre no

http://oggiscienza.it/2015/06/05/perche ... -altre-no/

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Messaggio da Aviators » 14 giugno 2015, 22:40

Missione Rosetta, il robot Philae si risveglia e contatta la terra

http://www.repubblica.it/scienze/2015/0 ... 31086/?rss

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Messaggio da Aviators » 16 giugno 2015, 12:25

Svelata la natura del più grande anello di Saturno

http://www.focus.it/scienza/spazio/svel ... di-saturno

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Messaggio da Aviators » 23 giugno 2015, 12:48

È stata scoperta la galassia più luminosa dell’Universo

http://www.curiosone.tv/galassia-lumino ... so-116057/

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Messaggio da Aviators » 6 luglio 2015, 19:47

Tom's Hardware.it ha scritto: Detriti spaziali: allo studio un Pac-Man spaziale per mangiarli

Un gruppo di scienziati dell'EPFL sta mettendo a punto un satellite Pac-Man per eliminare un satellite in disuso. Potrebbe decollare nel 2018.

La raccolta dei detriti spaziali potrebbe essere affidata al Clean Space One Project progettato gli ingegneri di eSpace, un gruppo di lavoro del Center for Space Engineering and Signal Processing 5 Laboratory (LTS 5) dell'EPFL (École Polytechnique Fédérale de Lausanne).

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Si tratta di un satellite equipaggiato con una fotocamera ad alta risoluzione capace di individuare detriti spaziali alla deriva e catturarli intrappolandoli in una sorta di cono. Gli ingegneri hanno iniziato a studiarlo con l'obiettivo di fare in modo che il satellite SwissCube in orbita attorno alla Terra non diventasse un altro pezzo di spazzatura spaziale. Negli ultimi tre anni hanno lavorato su Clean Space One Project (CSO) che verrà inviato in orbita appunto per recuperare SwissCube. Dopo averlo recuperato si disintegrerà insieme a lui al contatto con l'atmosfera.

La parte critica della missione è stata la progettazione dei sistemi di avvicinamento e di cattura, perché "SwissCube non è solo un oggetto di soli 10 x 10 centimetri difficile da localizzare, ma è anche rivestito da parti più chiare e più scure che riflettono in maniera differente la luce del Sole" ha spiegato Christophe Paccolat dell'LTS5.

"Queste variazioni possono disturbare il sistema di approccio visivo e quindi anche le stime della sua velocità e la distanza dell'oggetto" ha aggiunto Muriel Richard-Noca, responsabile del progetto, sottolineando l'estrema delicatezza della missione. Basterà un minimo errore nel calcolo dell'approccio a SwissCube per far rimbalzare CleanSpace One nello Spazio.

Proprio per evitare questi tipi di disastri, gli algoritmi di approccio visivo che stanno dietro alle telecamere del satellite sono attualmente in fase di sperimentazione e tengono in considerazione una varietà di parametri fra cui l'angolo di illuminazione del Sole, i dati fisici del CubeSat, la velocità relativa alla quale si sta muovendo e tutte le incertezze coinvolte in questa misura, compresa la velocità di rotazione.

Per progettare un sistema di acquisizione altamente efficiente gli ingegneri hanno beneficiato della collaborazione di studenti di microingegneria dell'Università di Scienze Applicate di Ginevra (HES-SO hepia), che hanno esaminato diverse soluzioni, dai bracci articolati con artigli alla fine fino ad un sistema di tentacoli. Infine hanno optato per quella che è stata battezzata la soluzione "Pac-Man".

Il prototipo in sostanza ha una rete a forma di un cono che si dispiega e intrappola il piccolo satellite perché "è più affidabile e offre un margine più ampio di manovra di un artiglio o di una mano articolata" spiega Michel Lauria, docente di tecnologia industriale a HEPIA.

CleanSpace One potrebbe essere lanciato nello Spazio già nel 2018 in collaborazione con la società S3. Lo sviluppo dei sistemi di avvicinamento e di acquisizione ha superato la fase di prototipo, ora si passa a quella più avanzata che prevede caratteristiche più raffinate e numerosi test.

Video: http://www.dailymotion.com/video/x2ww9s ... ebris_tech

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Messaggio da Aviators » 10 luglio 2015, 17:01

Focus.it ha scritto: Il satellite Pac-Man che mangia i relitti spaziali

La sonda che mangia i detriti nell'orbita terrestre è in fase di sviluppo presso il Politecnico Federale di Losanna e potrebbe partire nel 2018.

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Nell'orbita terrestre ci sono oltre 21mila detriti spaziali di dimensioni superiori ai 10 centimetri e in mancanza di efficaci contromisure il tassametro è destinato a salire con il trascorrere del tempo.

Se il cannone laser da montare sull'Iss sembra un'ipotesi ancora poco percorribile, dal Politecnico Federale di Losanna spunta una soluzione ben più concreta, che potrebbe essere testata nel 2018: si tratta di un satellite in stile Pac-Man, che va a caccia di oggetti da fagocitare come il protagonista del videogioco di culto.

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PERICOLO HI-TECH. I rifiuti spaziali costituiscono un rischio per i satelliti che circondano la Terra e per la Stazione Spaziale Internazionale, su cui sono sempre presenti degli astronauti.

Alcuni relitti, inoltre, possono cadere sul nostro pianeta, sebbene fino a oggi tali piogge non abbiano mai fatto registrare danni a persone – almeno per quanto ne sappiamo.

MANGIA-MANGIA. Il progetto dell'EPFL (École polytechnique fédérale de Lausanne) si chiama CleanSpace One ed è stato reso pubblico in questi giorni.

Prevede l'utilizzo di una sonda Pac-Man che setaccia lo spazio grazie a un sistema di sensori e poi, una volta individuato il target, lo cattura attraverso l'estrusione di una rete di forma conica, che inghiotte il detrito per consentirne il successivo smaltimento. Il video che trovate qui sotto illustra l'intero processo, con il supporto delle spiegazioni (in inglese) dei ricercatori.

CHI BEN COMINCIA... Il primo obiettivo di CleanSpace One sarà quello di distruggere il piccolo SwissCube, il satellite in miniatura svizzero costruito secondo lo standard CubeSat e lanciato in orbita nel 2009. «L'idea è di avere la più grande apertura possibile», spiega il professore di robotica Michel Lauria, «per aumentare le chance che il cubo finisca nella rete».

VIETATO SCAPPARE. Per evitare che il SwissCube caramboli fuori dalla rete, il dispositivo dovrà richiudersi con il giusto tempismo. Gli scienziati sono attualmente al lavoro per dotare CleanSpace One di un qualche tipo di meccanismo di sicurezza, oltre che di un sistema che misuri con precisione la posizione e la velocità di ciascun oggetto in entrata. L'EPFL ha programmato il primo lancio nello spazio nel 2018.

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Messaggio da Aviators » 11 luglio 2015, 10:05

hwupgrade.it ha scritto: Mars Trek: ecco come visitare Marte stando comodamente seduti in poltrona

È la NASA a proporre uno strumento per visitare il pianeta rosso, ideale anche per i neofiti che vogliono apprendere i rudimenti base su una delle prossime tappe più ambite dall'uomo

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Visitare Marte stando comodamente seduti in poltrona o sul divano con il proprio tablet? A renderlo possibile è Mars Trek, un servizio cartografico per il pianeta rosso. È come Google Earth o Maps, ma con la differenza che ad essere immagazzinate nel servizio non saranno le mappe della Terra, ma quelle di Marte, supportate da un'interfaccia apposita che spiega ai neofiti quello che stanno consultando in un dato momento.

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Mars Trek è una mappa interattiva di Marte composta da immagini e dati catturati dalle tante missioni effettuate dall'uomo sul pianeta. La web-app dà la possibilità di accedere a contenuti tridimensionali e mappe planari, cambiare inquadradura, o visualizzare mappe specifiche per i poli settentrionale e meridionale. La sezione "Bookmarks" consente inoltre di accedere a contenuti dettagliati dei punti di interesse del pianeta.

Fra questi troviamo i punti d'atterraggio e i percorsi delle varie missioni lanciate su Marte, come Spirit, Opportunity, Curiosity, Phoenix e Sojourner. L'applicazione consente anche di stampare in 3D - via file .STL - alcune parti specifiche selezionate dallo stesso utente. Il tour virtuale marziano può essere eseguito da PC Desktop, ma anche via smartphone e tablet tramite browser per la navigazione online in questa pagina.

La web-app racchiude una buona parte delle informazioni note sui luoghi del pianeta rosso, e probabilmente verrà aggiornato con le informazioni che arriveranno con le missioni successive. Fra queste citiamo InSight prevista nel 2016, che consentirà di scavare sotto la superficie per capire meglio l'evoluzione e la struttura interna del pianeta roccioso. In precedenza abbiamo pubblicato una suggestiva foto di un tramonto su Marte, che i più curiosi potranno trovare in questa pagina.

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Re: Lo Spazio

Messaggio da Aviators » 14 luglio 2015, 12:10

Repubblica.it ha scritto: Presto l''aspirapolvere' dello spazio: un satellite ingoierà i detriti

È Clean Space One, ed è in fase di sviluppo a Losanna, nella sezione aerospaziale del centro Politecnico Federale svizzero. Potrebbe funzionare dal 2018, secondo gli scienziati, e ripulire l'universo dagli oltre 600mila oggetti che fluttuano pericolosamente

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UNA SONDA che va a caccia di oggetti da fagocitare nell'universo, come una vera 'aspirapolvere' spaziale. Si chiama "Clean Space One", gli ingegneri ci stanno lavorando da tre anni e sarebbe una soluzione da testare forse già nel 2018. Per ora il progetto del satellite 'pulitore' è in fase di lavorazione al Centro di ingegneria aerospaziale del Politecnico Federale di Losanna.

I rifiuti fluttuanti nello spazio (oltre 21mila detriti più grandi di dieci centimetri, ma secondo l'Esa salgono a 600mila se si calcolano quelli dal centimetro in su) rappresentano un pericolo concreto per i satelliti e per la Stazione spaziale internazionale e anche per il nostro pianeta, anche se in minore misura. Con una velocità di sette chilometri al secondo, possono trasformarsi in proiettili minacciosi per qualunque altro oggetto nello spazio e per chiunque ci lavori, per questo sono monitorati con attenzione dalla Nasa qualora superino i dieci centimetri di massa.

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La sonda avrebbe dei sensori che setacciano lo spazio a caccia di detriti. Una volta individuata la 'preda' da catturare, si aprirebbe una rete a forma di cono che inghiotte l'oggetto. In questo modo, con un lavoro di precisione sui tempi di chiusura di questa particolare gabbia, verrebbero spazzati via, e smaltiti, i relitti spaziali. Per ora c'è solo un prototipo e, dopo svariate proposte degli studiosi, si è optato per questa soluzione 'mangia-tutto' soprannominata "Pac-Man" dal famoso videogioco perché questo sistema a rete è più affidabile e offre un più ampio spazio di manovra rispetto a braccia meccaniche o articolazioni 'a tentacoli'.

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Per l'individuazione e la cattura dei detriti, si deve tenere conto di una serie di fattori che complicano il compito di Clean Space One: parametri come l'angolo di illuminazione e rifrazione dei raggi del sole, velocità di movimento dell'oggetto, la sua rotazione.

La preda più ambita da recuperare, finora, è lo "SwissCube", un satellite svizzero nell'universo da oltre cinque anni: nel suo caso, non si tratta solo "di un oggetto di dieci centimentri di diametro difficile da afferrare - dice Cristophe Paccolat, un dottorando del centro - ma bisogna tenere conto delle sue parti più chiare e più scure che riflettono in modo diverso la luce solare e rendono difficoltoso l'approccio visivo della sonda, così come la stima della sua distanza e velocità di spostamento", aspetto sul quale si stanno concentrando i test attraverso lo studio di algoritmi di avvistamento da elaborare per le telecamere installate sul satellite.

Se Clean Space One funzionerà, SwissCube e tutti i suoi amici 'spazzatura' non saranno più un problema per gli astronauti perché la rete della sonda andrà a 'pescarli' tutti.

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Messaggio da Aviators » 14 luglio 2015, 19:50

Tomshw.it ha scritto: Il futuro di Plutone dopo New Horizons: un viaggio nella fantascienza

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Scoprite tutto sulla sonda New Horizons della NASA, Plutone e le sue lune in attesa dell'arrivo dei dati.

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Messaggio da Aviators » 14 luglio 2015, 19:51

Tomnshw.it ha scritto: Plutone da vicino, New Horizons e la storica missione NASA

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Oggi la sonda New Horizons della NASA passa a soli 12.500 chilometri da Plutone. Oltre alle immagini ravvicinate di Plutone e delle sue cinque lune ci aspettiamo dati relativi all'atmosfera, alla composizione, al nucleo e alla formazione del pianeta nano.

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Messaggio da Aviators » 16 luglio 2015, 11:26


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Messaggio da Aviators » 21 luglio 2015, 9:24

tomshw.it ha scritto:Razzi a microonde per voli spaziali low cost

Il contenimento dei costi dei voli spaziali è un argomento di grande attualità. Ecco la soluzione di una piccola startup che vuole usare fasci a microonde invece del combustibile per razzi.

La startup Escape Dynamics ha annunciato di avere testato con successo un prototipo di motore per astronavi e che è pronta a passare alla fase di sviluppo successiva. Di per sé questa non è una notizia sconvolgente dato che ci sono moltissime aziende che stanno testando prototipi di motori per razzi.

Quello che attira l'attenzione è che Escape Dynamics intende usare motori elettromagnetici alimentati da fasci di microonde generate da una serie di antenne. Un fascio di energia che potrebbe rendere i motori più efficienti.

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"La chiave è andare oltre i razzi chimici" ha spiegato il presidente di Escape Dynamics Laetitia Garriott de Cayeux. "La tecnologia impiegata dai razzi è rimasta la stessa per oltre 50 anni – la propulsione chimica per sfuggire alla gravità terrestre. Ma questo metodo ha due limiti fondamentali: i costi proibitivi e una totale mancanza di capacità di effettuare lanci di routine su richiesta".

Per questo l'idea di Escape Dynamics è differente. I ricercatori si sono posti l'obiettivo di usare un set gigante di batterie per estrarre energia dalla rete elettrica (da pannelli solari, turbine eoliche, o qualsiasi altra fonte di energia disponibile). Una volta che le batterie sono cariche e la navicella spaziale è pronta a decollare, fasci di microonde emessi da una serie di trasmettitori disposti nell'area di un chilometro quadrato attiveranno uno scambiatore di calore sulla navicella. Quest'ultimo a sua volta riscalderà il combustibile nel serbatoio (idrogeno), spedendo la navicella in orbita.

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Il procedimento sembra complicato, e in realtà lo è, prima di tutto perché Escape Dynamics ha bisogno di creare un sistema di accumulo di energia su larga scala. In secondo luogo perché l'azienda dovrebbe costruire una rete globale di emettitori a microonde per mantenere la navicella in volo. Tutti passaggi che sottintendono varie considerazioni ambientali, energetiche e politiche che sono tutte da vedere.

Però i benefici potrebbero essere notevoli, dato che l'energia proverrebbe da fonti rinnovabili invece che dai costosi combustibili per razzi. E il sistema sembra persino più efficiente.

Video: http://www.dailymotion.com/video/x2yo6p ... aunch_tech

Per la cronaca l'efficienza di razzi viene generalmente misurata in funzione dell'impulso specifico ponderale, che nei propulsori a liquido arriva fino a 500 secondi. Con il sistema di propulsione allo studio di Escape Dynamics l'azienda reputa di poter ottenere impulsi specifici superiori a 600 secondi. Ora che i test di laboratorio sono stati completati e promettono bene l'azienda intende procedere con test in cielo, sopra ad aree desertiche. Se anche queste prove andranno bene si passerà via via alle fasi successive, fino alla costruzione di un sistema su larga scala in grado inizialmente di far decollare una navicella (senza mandarla in orbita), per poi procedere con la realizzazione d'infrastrutture in scala reale (tra cui un chilometro quadrato di antenne) sufficienti per portare una navicella in orbita e riportarla indietro, perché il sistema dovrebbe essere riutilizzabile.

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Garriott ha spiegato a Forbes che la parte che va dalla ricerca e sviluppo fino al volo suborbitale ha costi previsti di circa 200 milioni di dollari, mentre il costo totale fino al volo orbitale sarà di circa un miliardo di dollari.

Gli investitori non mancano. Se tutto dovesse andare bene l'azienda ha in programma di far partire i primi voli nei primi anni successivi al 2020. È senza dubbio un progetto a lungo termine, ma secondo i responsabili potrebbe ridurre in maniera sostanziale il costo di spedizione dei satelliti nell'orbita bassa terrestre".

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Messaggio da Aviators » 24 luglio 2015, 0:14

tomshw.it ha scritto:Immagine

Europa e le lune ghiacciate di Giove: è qui che si nasconde il segreto della vita?

Giove e le sue lune saranno nei prossimi anni al centro d'importanti missioni della NASA e dell'ESA. Ecco cosa c'è da sapere.

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Messaggio da Aviators » 24 luglio 2015, 10:18

LeScienze.it ha scritto: La prima comunicazione quantistica via satellite

I quattro diversi stati di polarizzazione dei fotoni possono essere preservati efficacemente anche trasmettendo impulsi laser su satelliti in orbita a una quota di 1000 chilometri e facendoli riflettere verso strumenti a terra. Lo dimostra un nuovo studio italiano che apre la strada alla crittografia quantistica nelle comunicazioni satellitari

L'informazione codificata nello stato quantistico dei fotoni si conserva quando queste particelle elementari sono inviate verso satelliti in orbita a migliaia di chilometri dalla Terra e vengono riflessi sul nostro pianeta. Lo ha dimostrato da uno studio tutto italiano presentato in anteprima il 24 giugno scorso e ora pubblicato su "Physical Review Letters" a firma di Paolo Villoresi dell'Università di Padova e colleghi del Matera Laser Ranging Observatory dell'Agenzia spaziale italiana (ASI) e della società e-GEOS di Matera. Il risultato, oltre a verificare alcuni principi fondamentali della meccanica quantistica, dimostra come le tecniche di crittografia quantistica in futuro potrebbero essere implementate nelle comunicazioni via satellite.

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Schema dell'esperimento effettuato da Villoresi e colleghi: una serie di impulsi laser vengono inviati dall'Osservatorio di Matera verso cinque satelliti in orbita a circa 1000 chilometri di quota. I segnali sono poi riflessi indietro conservando lo stato di polarizzazione iniziale (Cortesia APS/alanstonebraker)


Gli autori hanno usato la tecnica della distribuzione a chiave quantistica, indicata con la sigla QKD, basata sulla polarizzazione dei fotoni, e ne hanno trasposto i principi fondamentali alle comunicazioni da terra a satelliti in orbita a una quota di circa 1000 chilometri. Si tratta di una tecnica sviluppata diverso tempo fa che sfrutta quattro possibili stati di polarizzazione di un singolo fotone - orizzontale, verticale, circolare verso sinistra e circolare verso destra - per trasmettere la "chiave" che consente a due interlocutori di interpretare correttamente il segnale scambiato. La segretezza del segnale è garantita dal fatto che la chiave non può essere intercettata senza che i due interlocutori se ne accorgano. Di recente le ricerche in questo campo hanno avuto un notevole sviluppo: i protocolli oggi disponibili basati sulla QKD possono trasmettere segnali ad alta velocità e su lunghe distanza sia in aria sia lungo fibre ottiche.

La tecnica sviluppata da Villoresi e colleghi si basa sull'invio di una serie di impulsi laser, ciascuno dei quali ha uno dei quattro possibili stati di polarizzazione, dall'osservatorio di Matera a cinque satelliti equipaggiati con dispositivi in grado di riflettere la luce. Quattro di questi dispositivi erano in grado anche di preservare lo stato di polarizzazione della luce, ma non il quinto. Una volta ritornati all'osservatorio, gli impulsi venivano rilevati da appositi strumenti. Nel caso dei segnali riflessi dai quattro satelliti con conservazione dello stato di polarizzazione, quest'ultimo poteva essere rilevato con un errore paragonabile a quelli dei sistemi QKD. Il quinto, come previsto, era affetto da un errore troppo grande secondo gli standard della QKD.

“Grazie all'esperimento, frutto di 12 anni di ricerche, è stato possibile dimostrare la fattibilità dello scambio di un messaggio cifrato inviolabile via satellite a una distanza mai raggiunta e di verificare alcuni principi di base della meccanica quantistica, come il mantenimento dello stato di un fotone su un canale di telecomunicazioni”, ha spiegato Villoresi durante la presentazione dello scorso giugno. "Scambiare stati quantistici tra corrispondenti distanti via terra presenta alcune limitazioni, tra cui per esempio la curvatura terrestre, che l'utilizzo di satelliti ci permette di superare".

"C'è una gara in atto a livello mondiale tra chi riesce a comunicare dalla distanza più lunga utilizzando un segnale quantistico", ha commentato Roberto Battiston, presidente dell'ASI. E l'Italia "non solo ha battuto grandemente il precedente record che era di 144 chilometri, ma lo ha fatto per la prima volta con un satellite nello spazio".

Il risultato, ottenuto grazie a satelliti e tecniche di comunicazione convenzionali e solo con lievi modifiche agli strumenti a terra, rappresenta un primo passo verso l'implementazione delle tecniche di comunicazione quantistica nelle trasmissioni satellitari. Affinché queste tecniche diventino operative e affidabili occorrono però alcuni sviluppi importanti: l'estensione della portata dei segnali oltre i 1000 chilometri dello studio, l'installazione di alcuni componenti ottici fondamentali per la riflessione dei segnali e infine l'analisi rigorosa della sicurezza dei segnali stessi.

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