Aviation-report.com ha scritto:
Gambit: scopriamo la famiglia di droni da combattimento collaborativi ed autonomi di nuova generazione della General Atomics
L’US Air Force Research Laboratory ha assegnato alla General Atomics (GA-ASI) un contratto per la fase successiva del suo programma di sviluppo, OBSS – Off-Board Sensing Station. In base a tale accordo, GA-ASI sta costruendo e farà volare un aereo, molto probabilmente un drone della famiglia Gambit, per dimostrare lo stato dell’arte e convalidare ciò che è possibile fare con le piattaforme di aerei da combattimento collaborativi (Collaborative Combat Aircraft – CCA).
Il programma dell’OBSS è alquanto misterioso e per lo più classificato, e del quale non si hanno ancora dettagli precisi. Ma in sostanza, il programma avrebbe lo scopo di dimostrare le capacità di un velivolo senza pilota con alti livelli di autonomia e una raffinata suite di sensori, in grado di volare oltre la linea di vista dei caccia di quarta e quinta generazione e inviare dati e altri informazioni su potenziali minacce.
Abbiamo parlato un paio di giorni fa del previsto acquisto da parte dell’US Air Force di 200 nuovi e ancora segreti velivoli NGAD che saranno accompagnati da 1000 droni collaborativi autonomi o semi-autonomi. Questo scenario che si riproporrà anche in Europa con il GCAP (Italia, Regno Unito e Giappone) o l’FCAS (Francia, Germania e Spagna) unito alle nuove e future minacce imporrà un cambiamento su come stabilire e mantenere la superiorità aerea sul campo di battaglia, attività che diventeranno sempre più sfidanti.
Se da un lato il futuro velivolo di sesta generazione americano NGAD sarebbe già sulla via della realizzazione, dall’altro lato l’US Air Force si sta rivolgendo a tutta una nuova serie di generazione di velivoli da combattimento collaborativi, velivoli senza pilota altamente autonomi che amplieranno notevolmente ciò che può fare un pilota in carne ed ossa a bordo di caccia di quinta generazione e di sesta generazione.
Molte industrie aerospaziali statunitensi stanno sviluppando questo tipo di droni, Boeing, Kratos e General Atomics in prima battuta. Tra questi la GA-ASI, leader mondiale nel settore dei velivoli senza pilota e con decenni di esperienza e più di 8 milioni di ore di volo, molte delle quali in combattimento o altre condizioni operative, ha creato la prima “famiglia” al mondo di velivoli collaborativi senza pilota: il Gambit.
Di cosa hanno bisogno i piloti di domani? Hanno bisogno di una massa aggiuntiva di armi, sensori e opzioni di supporto, hanno bisogno di qualcosa che possa precederli o affiancarli, nuovi gregari in grado di sfruttare alti livelli di autonomia per implementare compiti e missioni dirette dalle loro controparti con equipaggio.
Il predominio aereo è sempre stato raggiunto guadagnando e mantenendo la superiorità aerea sia in aria che contro i sistemi integrati di difesa aerea e missilistica. Ma i nuovi sistemi di minaccia richiedono nuove capacità e tecnologie sia per combattere che per sopravvivere in ambienti sempre più contesi e letali.
Questi nuovi sistemi senza pilota saranno meno costosi dei caccia a pilotaggio umano, caratteristica che permetterà di schierarli in numero maggiore con la capacità di svolgere diverse tipologie di missione. Questi droni potrebbero essere impiegati in attività di ricognizione, intelligence, ISR, attacco aria-terra o attacco aria-aria. Quello del Gambit è sicuramente un approccio unico e molto interessante al problema che porta la modularità ad un livello completamente diverso.
Ad esempio la capacità Counter-Air è solo una delle tante missioni necessarie per sostenere la superiorità e solo una delle applicazioni della famiglia Gambit. Il velivolo potrebbe essere impiegato per la soppressione delle difese aeree nemiche, supportare l’interdizione a terra, scortare risorse aeree di alto valore o altro. Il sistema è così versatile perché incorpora quattro modelli distinti per ridurre i costi e la complessità della produzione, ma ciascuno adattato ad un’applicazione specializzata.
La famiglia dei droni GA-ASI Gambit
- Il primo velivolo Gambit è dedicato all’intelligence, alla sorveglianza e alla ricognizione di lunga durata per costruire e mantenere la consapevolezza della situazione dello spazio di battaglia e per supportare i pacchetti di velivoli d’attacco.
- Il secondo velivolo Gambit sarà configurato per trasportare armi aria-aria per supportare il raggiungimento e il mantenimento della superiorità aerea e supportare così i pacchetti degli aerei d’attacco.
- Il terzo velivolo Gambit è dedicato all’addestramento e la qualificazione di piloti umani, sarà praticamente un velivolo “aggressor” da utilizzare per affinare le abilità del combattimento aereo in teaming tra caccia pilotati e droni.
- Il quarto velivolo Gambit con un design a bassa osservabilità è abbinato a sistemi di missione per aumentare la capacità di combattimento dei pacchetti di aerei d’attacco con capacità avanzate nello spettro delle radiofrequenze.
Ogni velivolo è comune per circa il 70% con gli altri, rendendo ogni modello più semplice e meno costoso da produrre. Si parte da una piattaforma di base, il Gambit Core, che incapsula un singolo set di hardware comune: carrello di atterraggio, avionica di base, telaio e altre funzioni essenziali. In questo modo si fornisce un’economia di scala per aiutare a ridurre i costi, aumentare l’interoperabilità e migliorare o accelerare lo sviluppo delle varianti.
Ciò che differenzia i singoli velivoli è il software e altri sistemi di supporto che abilitano il drone alle missioni predeterminate. Oggi GA-ASI è uno tra i leader indiscussi nei sistemi aerei autonomi, con una serie di dimostrazioni uniche nel loro genere a supporto della US Air Force o di altri programmi avanzati.
A novembre del 2022, ad esempio, un jet senza pilota MQ-20 Avenger di proprietà dell’azienda ha dimostrato di poter rilevare e tracciare bersagli aerei mentre era in collegamento ad una serie di altri velivoli reali e virtuali. Prima di questo test, un Avenger aveva dimostrato una serie di rivoluzionarie capacità autonome in una missione aria-aria con aggiornamenti in tempo reale dai sensori di ricerca e tracciamento a infrarossi dei bersagli. E ancora prima sempre un Avenger con cinque velivoli software simulati hanno lavorato insieme tramite l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico per dimostrare le loro capacità di ricerca dei bersagli e combattimento.
Bye
Phant