Lo Spazio

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Boeing sta costruendo il nuovo 'Space Shuttle' riutilizzabile della DARPA



Non solo SpaceX sta puntando alla spazio con mezzi riutilizzabili, non è certo una sorpresa, parallelamente anche la Blue Origin di Jeff Bezos e DARPA sono su simili progetti, anche se quest'ultima è ancora in fase prototipale. L'agenzia statunitense sta collaborando con Boeing per la realizzazione del nuovo velivolo spaziale chiamato XS-1, mezzo per raggiungere facilmente l'orbita e semplificare il lancio di satelliti a basso costo.
Per finire la progettazione e costruirlo serviranno ancora degli anni, XS-1 assomiglia ad uno Space Shuttle di nuovissima generazione solo che, sotto la pancia, porta un razzo minore con 'testa cargo'. L'idea è semplice, arrivati all'altezza necessaria questo razzo si sgancerà e partirà verso la destinazione finale, rilasciando il prezioso pacco (satelliti, rifornimenti e altro). Quest'ultimo componente non sembra destinato al ritorno, dovrebbe quindi andar perso ogni volta con probabile incenerimento nella ricaduta verso terra.
La stessa sorte non toccherà invece al velivolo principale, l'XS-1 capace invece di atterrare con le ruote in pista come facevano i vecchi Shuttle, una discesa quindi più comoda e convenzionale rispetto ai Falcon 9 di SpaceX (al momento, magari fra qualche anno cambieranno anche loro).




L'obiettivo è di effettuare dei test di volo già nel 2020, Boeing parla di 10 giorni consecutivi di prove previste per quella data e possibili lanci in LEO (Lower Earth Orbit) di li a poco. Il primo test dei motori verrà fatto invece nel 2019, fino ad allora avremo solo questo video concept.

XS-1 non sarà né un aeroplano tradizionale né un veicolo convenzionale di lancio (spaziale), piuttosto una combinazione delle due cose - ha speigato Jess Sponable della DARPA - con l'obiettivo di abbassare i costi di lancio di dieci volte e annullare le frustranti lunghe attese dei lanci odierni.

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SpaceX pronta al fine settimana di fuoco, 2 lanci in 48 ore



SpaceX lancerà un razzo riutilizzato oggi pomeriggio e uno nuovo domenica: due lanci in meno di 48 ore è un'impresa che non ha precedenti nelle aziende private.

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La corona solare come non l'avete mai vista: eclissi totale in 4K



Migliaia di fotografi e appassionati hanno ripreso l'eclissi solare totale del 21 agosto, qualcuno ne ha anche fatto le spese bruciando ottiche da migliaia di dollari, arrivano così nuove immagini e prospettive che spiegano quanto eccezionale sia stato l'evento. In quei minuti c'era appostato anche il fotografo JunHo Oh con una Panasonic GX85 e un mostruoso obiettivo telescopico 2160mm f/12, dotazione corredata di un braccio robotico RST-150H della RainbowAstro per seguire il movimento dei corpi senza problemi.
Quest'ultimo strumento è un must per chi vuol riprendere simili eventi, o semplicemente gli astri, seguendoli nella loro evoluzione. Pesa soltanto 3.5kg e può reggere fino a 15kg di strumentazione (tra fotocamera e ottica). Ecco un close-up, un crop della ripresa che mostra i dettagli dell'eclissi e della corona.

https://vimeo.com/231484786

Questo è l'incredibile risultato ottenuto durante l'eclissi solare totale più social di sempre, incredibile come si vedano le emissioni di plasma (in violetto) derivate dai cosiddetti brillamenti. Lo stesso filmato in 4K potete vederlo anche da un punto di vista più distanziato, oltre due minuti di emozionante buio.

https://vimeo.com/231479616

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SpaceX: arriva BFR per superare Falcon 9, Falcon Heavy e Dragon



SpaceX si prepara a rivoluzionare il proprio parco mezzi, attualmente composto dai famosissimi Falcon 9, i più potenti Falcon Heavy (in arrivo) e le capsule Dragon. Lo scopo di questa mossa è quello di abbattere ulteriormente i costi di lancio, grazie alla realizzazione di un solo mezzo in grado di gestire ogni tipo di operazione, dal lancio di un satellite sino alle prossime missioni su Marte.
Per fare ciò, Musk ha presentato il nuovo BFR (parente stretto della BFG di Doom!), un veicolo spaziale di nuova concezione che fonde alcuni elementi delle capsule Dragon e dei Falcon 9, trasformandosi in un colossale razzo composto da due stadi, con un diametro di 9 metri, lunghezza totale di 106 metri e ben 31 motori Raptor a smuovere questo gigante dei cieli.
Il modulo principale, lungo 48 metri, può essere configurato in diverse modalità, al fine di adattarsi alle varie esigenze della missione. Come abbiamo detto in apertura, infatti, il BFR è un mezzo estremamente versatile e rappresenta l'unica soluzione che SpaceX intende portare avanti in futuro, anche se questo non significa che i progetti Falcon 9, Heavy e Dragon verranno immediatamente accantonati.
Musk ha sottolineato che la lineup attuale continuerà ad essere presente per tutti i clienti che desiderano affidarsi a queste soluzioni collaudate, almeno sino a quando il BFR non verrà ritenuto abbastanza maturo per sostituirle completamente.

Uno degli aspetti più importanti di BFR riguarda il fatto che il veicolo è riutilizzabile al 100%. Una volta affrontati i costi di produzione, il lancio diventerà molto più economico di quanto non sia attualmente e questo permetterà a SpaceX di poter incrementare le entrate al fine di finanziare più rapidamente lo sviluppo delle tecnologie da affiancare a BFR per procedere alla volta di Marte.
Ma non solo esplorazione spaziale, dal momento che SpaceX intende utilizzare BFR anche per velocizzare notevolmente gli spostamenti tra le varie città della Terra. Nel filmato che potete vedere qui sotto, la società ha simulato il lancio di un trasporto civile, basato su BFR, in grado di collegare New York e Shanghai in appena 39 minuti. Il filmato è interessante anche perché permette di notare il sistema di rientro del primo stadio di BFR in azione.




Ovviamente BFR non entrerà in servizio a breve, dal momento che il progetto Falcon Heavy non è ancora stato lanciato ufficialmente. Ci toccherà attendere ancora qualche anno prima di assistere all'arrivo di questa importante rivoluzione in casa SpaceX.

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Scoperto il buco nero più lontano mai osservato, si trova a 13 miliardi di anni luce



Molto interessante la scoperta effettuata da due gruppi di astronomi del Max Planck Institute for Astronomy in Germania e dell'Università Carnegie in California: è stato individuato quello che ad aggi è il buco nero più lontano, la luce emessa dal quasar che lo circonda ci ha messo 13 miliardi di anni per raggiungere il nostro pianeta.
Se consideriamo la presunta data del Big Bang e della formazione dell'universo, questo buco nero dovrebbe essersi formato solamente 690 milioni di anni dopo, nella fase in cui la cosiddetta Era Oscura (dove la gravità e la densità dei gas trattenevano gli stessi fotoni) stava terminando per lasciare spazio all'era della reionizzazione.
Il quasar che circonda questo antichissimo buco nero si chiama Ulas J134208.10+092838.61, la luce che emette è talmente potente da essere paragonabile a quella che potrebbero sviluppare circa 40.000 miliardi di stelle simili al nostro Sole. Per chiarire il significato di Quasar, le ipotesi affermano che sia il risultato di sorgenti energetiche, gas e stelle, in fase di collasso verso il buco nero centrale, in grado di raggiungere temperature dell'ordine delle centinaia di migliaia di gradi prima di essere inghiottite inesorabilmente.
La scoperta permetterà di acquisire maggiori informazioni sulla nascita dell'universo e sviluppare nuove ipotesi: tra i misteri da risolvere, uno su tutti riguarda le tempistiche davvero strette inerenti la formazione di questo buco nero super massiccio, non in linea con le attuali teorie.

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Le meteore esplodono dall'interno



Nuove simulazioni basate sull'evento di Chelyabinsk dimostrano che la porosità dei massi spaziali ha un ruolo nella loro distruzione in atmosfera. Non è solo l'attrito a farli disintegrare.

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La prima stella con ben 8 esopianeti è stata trovata da Nasa e Google



La Nasa ha annunciato una nuova scoperta del telescopio spaziale Kepler: il primo sistema planetario composto da ben 8 esopianeti. La stella ospite, Kepler-90, era già conosciuta, ma la scoperta dell'8° pianeta (arrivata grazie all'intelligenza artificiale di Google) la fa gareggiare col nostro Sole.

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I 7 eventi spaziali da non perdere nel 2018



Le nuove missioni lunari, gli incontri con due asteroidi, l'attesa foto del "bordo" di un buco nero: sulla carta, ci prepariamo a un anno esaltante per le scoperte celesti.

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La tempesta magnetica di Capodanno



Non c'è migliore conclusione per l'attuale ciclo del Sole: il vento solare porterà una tempesta magnetica, debole ma sufficiente a creare spettacolari aurore ai Poli.

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SpaceX completa con successo il primo lancio di un razzo del 2018



Il 2018 è cominciato nel migliore dei modi per l'azienda aerospaziale commerciale SpaceX, il primo lancio effettuato durante il nuovo anno di un razzo Falcon 9 è andato nel migliore dei modi. Sappiamo che si tratta di una missione segreta chiamata "Zuma" ed effettuata per il governo degli Stati Uniti, tuttavia non conosciamo il contenuto inviato nello spazio.
La partenza è avvenuta dal Kennedy Space Center della NASA in Florida poche ore fa, lo streaming condiviso sulla pagina ufficiale Youtube è visibile a seguire.




Il dispiegamento del satellite è stato un completo successo, seguito peraltro da un perfetto atterraggio del Falcon 9 presso l'area situata vicino a Cape Canaveral.
Della missione Zuma ve ne parlammo già lo scorso anno, in effetti il lancio fu previsto inizialmente per il mese di novembre, ma una serie di problemi con la carenatura che ospita il payload, e successivamente le condizioni meteorologiche non ideali, ne hanno ritardato l'avvio fino al nuovo anno.
La prossima sfida per SpaceX sarò il lancio del Falcon Heavy, un sistema formato da ben 3 Falcon 9 connessi insieme, che si preanuncia essere il più potente complesso di razzi mai lanciati nello spazio dall'uomo. Le incognite sono molte e lo stesso Elon Musk ha ventilato la possibilità che il tutto si trasformi in uno spettacolo pirotecnico senza precedenti, tuttavia il primo lancio dimostrativo potrebbe avvenire già a fine gennaio 2018.

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La Terra e la Luna insieme in una foto lontana 5 milioni di KM



Sfruttando una posizione particolarmente favorevole della sonda spaziale OSIRIS-REx, i responsabili della NASA sono riusciti a scattare una foto della Terra e della Luna da una distanza di ben 5 milioni di KM.
Scattare una fotografia che abbia come soggetto la Terra e la Luna allo stesso momento è tutt’altro che facile. Bisogna infatti essere abbastanza lontani da poter far rientrare entrambi i soggetti nella scena. Ebbene, la sonda OSIRIS-REx qualche giorno fa si è trovata nell’esatta posizione e i responsabili della NASA non hanno perso tempo.
La NASA e l’Università dell’Arizona hanno rilasciato anche un’immagine (qui in basso) che mostra il campo visivo di MapCam nell’istante in cui ha scattato la foto. OSIRIS-REx ha recentemente ricevuto un grande aumento di velocità dalla Terra (fionda gravitazionale), inviandola verso l’asteroide Bennu, dove arriverà entro la fine dell’anno. Il 2 Ottobre, era nella posizione perfetta – circa 13 volte la separazione tra la Terra e la Luna – per catturare sia il nostro pianeta natale che il suo amico orbitante.



Per quanto riguarda la foto, sia la Terra che la Luna sono state catturate insieme in tre immagini separate prese in lunghezze d’onda di diversi colori. Queste sono stati combinate e corrette cromaticamente per creare il il lavoro finale. C’è da dire però che la Luna è stata “allungata” (resa più luminosa) per renderla più facilmente visibile, come ha osservato la NASA.

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IllustrisTNG: la più grande simulazione dell'Universo mai realizzata



Grazie a nuovi modelli di calcolo e a uno dei più potenti computer al mondo è possibile ricostruire l'evoluzione di fenomeni passati, presenti e futuri su scala cosmica.

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Space X, il super razzo di Elon Musk lanciato verso Marte con un'auto a bordo sulle note di David Bowie



La partenza da Cape Canaveral con la canzone "Life on Mars". A bordo l'elettrica Tesla Roadster

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Elon Musk fa la storia con Falcon Heavy ma guarda già oltre

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Falcon Heavy: il Central Core si è schiantato e la Tesla viaggia oltre Marte