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Messaggio da Aviators » 1 luglio 2015, 20:33

Tom's Hardware ha scritto: Il drone NASA per Marte spiccherà il primo volo a fine anno

La NASA ha annunciato che sta costruendo Prandtl-m, il prototipo di un drone che potrebbe essere spedito su Marte con i rover nel 2022-2024.

A vederlo sembra un sofisticato boomerang, in realtà si tratta di Prandtl-m, il prototipo di un drone che sta progettando la NASA per i cieli di Marte. Come spiegato nel comunicato ufficiale dell'agenzia spaziale statunitense il Preliminary Research Aerodynamic Design to Land on Mars (Prandtl-m) è un prototipo preliminare di drone a vela che dovrebbe essere pronto per il primo test entro fine anno. In quest'occasione verrà lanciato da una mongolfiera per verificare il funzionamento.

I test saranno in tutto tre, da altrettante altitudini differenti, di cui la maggiore sarà di 140 chilometri circa. Con i test di volo più avanzati si cercherà di allungare il tempo di volo, oltre che alzare la quota di lancio.

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I test serviranno a convalidare il funzionamento del velivolo e ad apportare eventuali modifiche che saranno necessarie per ripiegarlo e caricarlo a bordo di un mini satellite 3U CubeSat, ossia tre CubeSat standard impilati l'uno sull'altro.

Stando a quanto spiegato da Al Bowers, responsabile NASA di Prandtl-m, questo drone dovrebbe essere in grado di planare nell'atmosfera marziana. L'obiettivo è di sorvolare alcuni dei possibili punti di sbarco per le future missioni umane e inviare sulla Terra foto ad alta risoluzione utili per creare una mappa che potrebbe far capire agli scienziati quale sia la posizione migliore.

Uno degli aspetti più interessanti è che il Prandtl-m per com'è progettato potrebbe alloggiare nei CubeSat agganciati al contenitore che trasporterà i rover sul Pianeta Rosso nel 2022-2024. Il peso supplementare è talmente irrisorio che non alzerebbe il costo della missione, e una volta nell'atmosfera marziana Prandtl-m si sgancerebbe dal suo ospite e inizierebbe la sua missione in autonomia.

Prandtl-m infatti sarà realizzato in materiale composito di fibra di vetro o fibra di carbonio, avrà un'apertura alare di 60 centimetri circa, e un peso inferiore a un chilo. Tenuto conto che la gravità su Marte è pari al 38% di quella che abbiamo sulla Terra il peso effettivo quando sarà in missione sarà di 450 grammi circa.

I test si terranno a Tucson, in Arizona, o Tillamook, in Oregon. Bowers ha spiegato che inizialmente nei test verrà impiegato il GPS, ma visto che questa tecnologia su Marte non è disponibile bisognerà "trovare qualcos'altro per la navigazione", probabilmente un piccolo pilota automatico.

Non è da escludere che Prandtl-m possa avere a bordo, oltre alla fotocamera per il mapping, un piccolo radiometro ad alta quota per misurare le radiazioni a quote molto elevate dell'atmosfera.

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Messaggio da Aviators » 13 luglio 2015, 13:46

HDBlog.it ha scritto: NASA Eyes, l'applicazione per seguire in diretta l'approccio a Plutone

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Dopo un viaggio durato più di nove anni e quasi 5 miliardi di km percorsi, la sonda New Horizons sta per giungere nei pressi di Plutone, pianeta nano alle periferie del nostro sistema solare. L'arrivo è atteso per le ore 13:49 di domani martedì 14 luglio, sfiorerà il corpo celeste passando a 12.5 mila km di distanza e si avvicinerà anche al più importante dei suoi satelliti, Caronte. Al momento New Horizons viaggia a circa 49.650 km/h e in un giorno riuscirà a coprire il milione e duecento mila chilometri che lo separano dall'obiettivo.

Questo piccolo veicolo spaziale è grande come un pianoforte e pesa 478 kg, un proiettile nello spazio che ha sfruttato l'effetto fionda di Giove (nel 2007) per raggiungere questa velocità e arrivare quindi nei pressi del pianeta nano. Si tratta di un evento storico, finalmente avremo immagini reali di questo corpo, tutti e sette gli strumenti di cui è dotato New Horizons saranno in funzione per registrare quanto più possibile. L'energia elettrica è creata da un generatore che converte il calore creato dal decadimento del Plutonio 238.

A capo del progetto Alan Stern, della NASA, che ha dichiarato apertamente che si avrà una sola occasione, la sonda passerà a questa velocità senza la possibilità di rallentare, poche ore per assimilare tutto e puntare poi verso la Cintura di Kepler, alla fine del Sistema Solare. Nonostante passerà a oltre 12 mila km di distanza dalla superficie, i suoi strumenti (datati 2006) potranno rilevare molti dettagli: se passasse sopra New York, ad esempio, mapperebbe tutti i piccoli laghetti del Central Park.

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Per l'occasione la NASA vuole tutta l'attenzione mediatica possibile, ha così creato un'applicazione per PC e MAC che permette di vivere in diretta il passaggio su Plutone, sfruttando ovviamente una ricostruzione computerizzata di quanto sta accadendo. New Horizons, necessita 4 ore e mezza per ricevere e inviare informazioni sulla Terra, da domani sera si cominceranno quindi a vedere le prime immagini dettagliate grazie ai dati inediti. Ma serviranno circa due anni per scaricarli tutti.

Il software elaborato dal Jet Propulsion Lab è ben congeniato, ci dà la possibilità di vivere live questa simulazione o pigiare sulla 'Preview', in questo modo potremo scorrere il tempo in avanti e indietro e scoprire anche cosa succederà nel passaggio. Per chi non lo sapesse, la sonda ha già cominciato a scattare qualche immagine, le prime reali dopo decenni di disegni e interpretazioni artistiche.

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Download Eyes on Pluto (tramite la pagina NASA)

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Messaggio da Aviators » 14 luglio 2015, 19:52


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Messaggio da Aviators » 21 luglio 2015, 21:25

tomshw.it ha scritto: Immagine

L'uomo tornerà sulla Luna e costruirà una base permanente, si può fare

Secondo uno studio economico commissionato dalla NASA l'uomo potrebbe tornare sulla Luna entro il 2022 e stabilire una base permanente dal 2027.

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Messaggio da Aviators » 25 luglio 2015, 17:31

Focus.it ha scritto: Quanto costa tornare sulla Luna?

Il 90% in meno di quanto immaginate, secondo uno studio commissionato dalla Nasa, che esplora la possibilità di ricavare dal sottosuolo lunare il propellente per raggiungere Marte.

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Un'ipotetica colonia lunare in una rappresentazione artistica.|IMAGE VIA POPSCIENCE

Per prepararsi all'esplorazione su Marte, la Nasa sembra avere puntato tutto sulla missione ARM (Asteroid Redirect Mission): il piano è catturare un asteroide, trascinarlo in orbita lunare e utilizzarlo per addestrare gli astronauti a missioni spaziali di lunga durata.

MENO DEL PREVISTO. Ma forse converrebbe investire, piuttosto, in una base lunare. Tanto più che i costi di un ritorno sulla Luna sembrano essere molto più bassi di quanto stimato finora. Una colonia lunare costerebbe 10 volte meno del previsto, secondo un nuovo studio commissionato dalla Nasa.

Si parla di una cifra inferiore ai 10 miliardi di dollari, a fronte dei 100 miliardi di dollari stimati in passato. Un costo che la Nasa potrebbe sostenere con il budget attualmente stanziato per l'esplorazione dello Spazio profondo (l'equivalente di 3,6 miliardi di euro all'anno).

ALLEANZE. A far scendere le voci spesa sarebbero le partnership con altre agenzie spaziali e compagnie spaziali private, insieme alla possibilità di estrarre risorse dal nostro satellite: in particolare acqua, e idrogeno da usare come propellente per un'eventuale missione verso Marte.

RAZZI RICICLABILI. Lo studio è stato condotto dalla National Space Society e dalla Space Frontier Foundation, due organizzazioni non profit che promuovono la costruzione di avamposti nello Spazio e di cui fanno parte molti ex amministratori e astronauti della Nasa. Le stime dei costi presuppongono che compagnie private come Boeing e SpaceX, partner commerciali della Nasa, siano coinvolte nei piani per la colonizzazione lunare. E che i piani della compagnia di Elon Musk di creare un vettore riutilizzabile vadano prima o poi a buon fine.

CARBURANTE. Le osservazioni del satellite lunare LCROSS (Lunar Crater Observation and Sensing Satellite) sembrano suggerire la presenza di ghiaccio d'acqua in corrispondenza dei poli lunari. Da questo si potrebbero ricavare idrogeno da usare come propellente per i razzi e ossigeno da respirare, riducendo drasticamente anche i costi di una missione marziana. Dopo 12 anni dalla colonizzazione si otterrebbero fino a 200 milioni di tonnellate all'anno di propellente, al costo di 40 miliardi di dollari (36 miliardi di euro).

PIT-STOP. Prima però, sottolinea lo studio, sarebbe necessario inviare sulla Luna robot che accertino che acqua e idrogeno siano accessibili vicino alla superficie. E istituire un'autorità lunare internazionale per gestire i rischi tecnici e le controversie economiche di simili operazioni. La base lunare potrebbe sostenersi economicamente rifornendo di idrogeno, direttamente dalla sua orbita, le navicelle dirette verso Marte.

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Re: NASA

Messaggio da Aviators » 28 luglio 2015, 23:35

Oggiscienza.it ha scritto: Identikit di Kepler-452b, che per la Nasa è cugino della Terra

Si tratta del pianeta extra-solare in assoluto con le caratteristiche più simili al nostro. Le incognite sono ancora moltissime, dalla sua massa all'effettiva possibilità che ci sia acqua liquida, ma la scoperta è stata pubblicizzata alla grande

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SCOPERTE – Giovedì 23 luglio 2015 è una data destinata a diventare un punto di riferimento storico nella ricerca di altri pianeti abitabili al di fuori del nostro sistema Solare. Forse sì, o forse no.

Sul valore scientifico della scoperta non si discute: la Nasa ha annunciato di aver individuato, grazie al telescopio spaziale Kepler, un esopianeta che presenta caratteristiche simili alla Terra più di qualunque altro mai individuato nella storia della ricerca spaziale. Così il pianeta appena scoperto, battezzato Kepler-452b, è diventato direttamente il candidato numero uno tra i 4696 potenziali cugini della Terra individuati nel corso di circa due decenni di osservazioni (di cui poco più di 500 trovati negli ultimi quattro anni).

Tuttavia, prima di parlare con ragionevole certezza di “cugino” della Terra, se non addirittura di “fratello” o di “Terra 2.0?, occorreranno analisi molto più approfondite rispetto ai dati oggi a disposizione. Qualcuno sospetta che il comunicato della Nasa possa essere in realtà un’astuta (e legittima) manovra di marketing per evitare ulteriori tagli al budget ventilati dall’amministrazione Obama. In ogni caso, però, sbilanciarsi con affermazioni sulla possibile presenza di vita su Kepler-452b pare quantomai prematuro.

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Che cosa sappiamo di Kepler-452b
Secondo quanto diffuso dalla Nasa, Kepler-452b ha un diametro circa il 60% più grande di quello terrestre (è comunque tra gli esopianeti più piccoli mai individuati) e compie una rivoluzione completa intorno alla propria stella in 385 giorni, appena il 5% in più di quanto non faccia il nostro pianeta con il Sole. Del 5% è anche la differenza, rispetto alla Terra, del raggio orbitale medio, ossia Kepler-452b si trova grossomodo alla stessa distanza che il nostro pianeta ha dal Sole.

Rilevante è anche la somiglianza tra il nostro Sole e la stella di Kepler-452b (chiamata Kepler-452, senza la lettera b): si tratta di una stella con un’età di circa 6 miliardi di anni, uno e mezzo più del Sole, che però è di tipo G proprio come il nostro astro, e quindi ha sostanzialmente la stessa temperatura e può essere ragionevolmente definita come un parente stretto, anche se più anziano, del Sole. Rispetto alle stelle di tipo K o M intorno a cui orbitano la maggior parte degli esopianeti finora individuati, infatti, Kepler-452 ha caratteristiche molto più simili al Sole, con un diametro del 10% maggiore, una massa del 3,7% più grande e una luminosità superiore del 20% circa.

Il sistema planetario di Kepler-452 si trova all’interno della costellazione del Cigno, a 1400 anni luce dal sistema Solare. Ma le analogie con il sistema Terra-Sole sono sufficienti, secondo gli scienziati della Nasa, per sostenere che Kepler-452b si trovi nella cosiddetta zona abitabile della propria stella, ossia a una distanza tale da poter consentire – almeno in linea di principio – la presenza di acqua allo stato liquido.

Anche se può sembrare scontato, la Nasa ha chiarito di aver raccolto dati sufficienti per dimostrare che Kepler-452b è davvero un pianeta e non si tratta di un falso positivo. Questo tipo di conferma, in realtà, a oggi è disponibile solo per un migliaio dei 4696 esopianeti catalogati, mentre per tutti gli altri resta il dubbio che si tratti di semplici illusioni ottiche.

Come sono state raccolte le informazioni
Lanciato il 7 marzo del 2009, il telescopio spaziale Kepler orbita intorno al Sole compiendo una rivoluzione completa ogni 371 giorni. Mentre viaggia, Kepler resta orientato sempre verso la stessa piccola porzione del cielo, monitorando in continuazione la luminosità di oltre 150mila stelle. La regione della via Lattea su cui è puntato Kepler contiene stelle che si trovano grossomodo alla stessa nostra distanza rispetto al centro della galassia.

Grazie al suo telescopio lungo quasi 5 metri e ai suoi 42 sensori appositamente progettati, Kepler è capace di registrare minime variazioni dell’intensità luminosa delle stelle, causate dal passaggio dei pianeti orbitanti. I pianeti, infatti, non brillano di luce propria e non possono essere osservati direttamente, ma la loro presenza può solo essere dedotta da una raffinata analisi del modo in cui le stelle ci appaiono.

Le informazioni raccolte da Kepler sono state poi integrate con altri studi condotti dagli osservatori dislocati sulla superficie terrestre. Dal McDonald Observatory di Austin in Texas al Fred Lawrence Whipple Observatory sul monte Hopkins in Arizona, fino al Keck Observatory di Mauna Kea nelle Hawaii, le misure successive sono state determinanti per confermare la natura planetaria di Kepler-452b e per ottenere misure precise sulle dimensioni del pianeta e sulle caratteristiche della sua orbita.

Ciò che ancora non sappiamo
Il termine pianeta non implica necessariamente che si tratti di un corpo roccioso. Anche se la Nasa ritiene sia poco probabile che si tratti di un ammasso di gas, la massa di Kepler-452b è ancora completamente ignota. Questo significa, ad esempio, che non è attualmente possibile stimare la densità del pianeta, e quindi nemmeno ricavare informazioni sulla sua composizione.

La presenza di acqua allo stato liquido sul pianeta non dipende solo dalla distanza rispetto alla propria stella e dalla luminosità di quest’ultima, ma anche dalle condizioni di temperatura e pressione presenti sulla superficie, che dipendono criticamente dalla composizione dell’atmosfera. La possibile presenza di acqua liquida infatti viene stimata supponendo ci sia una pressione paragonabile a quella atmosferica terrestre. Pure Marte e Venere, secondo questo criterio, si trovano ai confini della regione di abitabilità del Sole, anche se di acqua sui due pianeti nostri vicini di casa non c’è (più) alcuna traccia. Su Venere, ad esempio, la composizione dell’atmosfera ha determinato un effetto serra auto-alimentato che ha provocato l’innalzamento della temperatura fino a 400°C e quindi l’evaporazione di tutta l’acqua presente.

Servono molte altre caratteristiche per essere simili alla Terra
Affinché un pianeta sia un corpo celeste (relativamente) ospitale come la Terra, occorre che siano rispettate tutta una serie di altre condizioni. Oltre alle giuste caratteristiche in termini di dimensioni, composizione atmosferica e pressione al suolo, un cugino della Terra dovrebbe avere anche grossomodo la stessa gravità al suolo e molti altri fattori secondari. La vita sulla Terra, ad esempio, si è potuta sviluppare grazie a un sottilissimo e precario equilibrio di condizioni quali la stabilità dell’asse di rotazione, la piccola eccentricità dell’orbita, la presenza di un campo magnetico capace di deflettere le particelle ad alta energia che bombarderebbero la superficie, la relativa regolarità delle temperature e il clima.

Anche se Kepler-452b non ha ancora tutte le carte in regola per essere definito un parente stretto del nostro pianeta, continuare a cercare e a raccogliere dati è l’unica via per trovare quel pianeta “fratello” della Terra che da secoli l’uomo sta cercando. Certo, la distanza di oltre mille anni luce renderà impossibile ancora per molto tempo anche solo pensare di scattare una fotografia di Kepler-452b, come è recentemente stato fatto con Plutone. Tuttavia la scienza ha dimostrato negli ultimi due secoli di saper progredire a un ritmo sempre crescente, quindi è possibile che tra qualche generazione quelle distanze interstellari non appaiano più così proibitive. Ma la buona notizia è soprattutto che le istituzioni scientifiche stanno imparando a divulgare, ad acquisire le logiche di mercato e a intraprendere azioni di marketing e pubblicizzazione dei risultati. Perché i fondi, come sempre, bisogna dimostrare di meritarli.

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Re: NASA

Messaggio da Aviators » 17 agosto 2015, 17:16

Focus.it ha scritto: Aerei scomparsi: la Nasa prova un nuovo localizzatore

Prove tecniche di incidente aereo: la Nasa studia dove installare i localizzatori che segnalano la posizione di un velivolo già a partire dalle prime difficoltà - Forse ritrovate alcune tracce del volo MH370 della Malaysian Airlines, scomparso l'8 marzo 2014.




Sembra incredibile, ma nel XXI secolo è ancora possibile perdere nel nulla un grande aereo passeggeri lungo più di 60 metri e con 250 persone a bordo. L'ultimo in ordine cronologico è il volo MH370 della Malaysian Airlines, partito da Kuala Lumpur l'8 marzo 2014 e mai arrivato a Pechino, del quale sono stati probabilmente trovati i primi rottami solo nei giorni scorsi.

PROVE DI DISASTRO AEREO. Per risolvere almeno questo aspetto di una tragedia aerea, la Nasa sta sperimentando un sistema che, in caso di incidente, invii in tempo reale un segnale con la corretta posizione del velivolo alle autorità di controllo aeronautico.

L'obiettivo dei tecnici americani è quello di trovare la miglior collocazione possibile per questo apparato, in modo che possa continuare a funzionare anche dopo un impatto particolarmente violento.

Il video qui sopra mostra da diverse angolazioni una fase dei test: lo schianto di un piccolo aereo da turismo pilotato da due dummies, i manichini utilizzati nei crash test. In questa simulazione gran parte dell'energia dell'impatto è stata assorbita dal terreno morbido e i due occupanti, pur se mal ridotti, "tecnicamente" sono usciti vivi dalla cabina.

Anche il localizzatore sembra aver funzionato correttamente, e dopo l'urto ha inviato il segnale con la posizione dell'aereo.

A PROVA DI INCIDENTE. Questo è il secondo esperimento di questo tipo condotto dalla Nasa: nella prima simulazione l'aereo è stato fatto cadere sul cemento, dove è scivolato per parecchi metri. L'ultimo test è previsto tra qualche settimana: una volta completate le misurazioni i tecnici dovrebbero avere le informazioni necessarie per decidere dove montare i segnalatori.

Intanto le autorità internazionali stanno studiando i resti dell'aereo rivenuti su una spiagga delle isole della Rèunion per capire se appartengono davvero al volo della Malaysian del quale nessuno sa più nulla da oltre 16 mesi.

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Messaggio da Aviators » 18 agosto 2015, 20:07

Smartworld.it ha scritto: Google e NASA fianco a fianco per i test di Project Wing

Vi ricordate di Project Wing di Google (o meglio, di Alphabet)? Si tratta di un progetto addirittura antecedente a quello di Amazon, ovvero Amazon Prime Air, relativo ad un sistema di consegne tramite un modello particolare di drone ben diverso da quelli a cui siamo “abituati”.
Per i suoi test Google scelse l’Australia per via delle severe restrizioni vigenti negli Stati Uniti a riguardo proprio dell’utilizzo dei droni, il cui utilizzo è già stato bloccato nei cieli di diversi stati. Grazie ad un accordo con la NASA però le cose sono destinate a cambiare.
Le due società si sono infatti accordate e grazie all’autorizzazione della NASA, Google può testare i droni di Project Wing senza l’approvazione della FAA. Questo perché, grazie all’accordo con l’ente spaziale statunitense, Google può sfruttare lo speciale “Certificate of Waiver or Authorization” che permette ad enti governativi di operare con mezzi aerei non pilotati dall’uomo senza scopi di tipo commerciale nello spazio aereo statunitense.
L’unico “inghippo“, sempre che si possa definire tale, è che dovranno essere piloti dell’ente spaziale stesso a condurre in remoto i droni. Pare proprio inoltre che la NASA continuerà a lavorare fianco a fianco a Google per portare avanti Project Wing, nella speranza che in futuro diventi un servizio funzionante ed utile alla società.

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Messaggio da Aviators » 24 agosto 2015, 15:02

Tom's Hardware ha scritto: Immagine

NASA: ecco le 9 tecnologie vere di The Martian

Nel fim The Martian ci sono 9 tecnologie che la NASA ha già sviluppato o a cui sta lavorando nella realtà. Eccole in sintesi.

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Messaggio da Aviators » 31 agosto 2015, 13:26

Tom'S Hardware ha scritto: Immagine

La NASA simula le missioni su Marte: in sei rinchiusi per un anno alle Hawaii

Venerdì si chiuderà la porta di una struttura alle Hawaii in cui sei volontari dovranno vivere per un anno simulando una missione marziana.

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Messaggio da Aviators » 11 settembre 2015, 15:42

Repubblica.it ha scritto: Space X svela gli interni di Dragon, porterà gli astronauti sulla Iss

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La compagnia aerospaziale SpaceX ha svelato alcuni dettagli dell'interno della sua Dragon, progettata per trasportare gli astronauti alla Stazione spaziale internazionale, forse già dal 2017. Presentata come se fosse un nuovo modello di automobile, appare di certo molto diversa da quella utilizzata ora, la 'vecchia' Soyuz, eredità sovietica che ancora garantisce alla Russia il monopolio del trasporto di equipaggio verso la Iss. La capsula Dragon possiede quattro finestrini così "i passeggeri possono vedere la Terra, la Luna e il Sistema solare dai loro sedili", sedili realizzati in fibra di carbonio e alcantara, sono sette ma probabilmente ne verranno utilizzati solo quattro per il trasporto umano in orbita. Ma, bellezza a parte, una caratteristica che fa della Dragon un veicolo all'avanguardia del viaggio spaziale è il sistema di fuga di emergenza, che agisce al decollo in caso di incidente o anomalia (l'ultimo fallimento è stato proprio quello del cargo SpaceX il 28 giugno 2015) proiettando il modulo con l'equipaggio lontano dalla situazione di pericolo grazie a dei razzi. Proprio per mettere fine al monopolo russo (e contenere i costi) la Nasa ha dato il via al programma commerciale con la Boeing e la stessa SpaceX per la fornitura di taxi spaziali che portino gli astronauti in orbita

Altre foto: http://www.repubblica.it/scienze/2015/0 ... 2/1/?rss#1

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Messaggio da Aviators » 6 ottobre 2015, 21:00

tomshw ha scritto: Missioni Apollo, la NASA pubblica 8400 foto ad alta risoluzione

Su Flickr oltre 8400 immagini in alta risoluzione delle missioni Apollo: una raccolta da lucidarsi gli occhi.

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Messaggio da Gringo » 8 ottobre 2015, 11:02

Ma la discesa degli americani sulla luna... ma non era tutta una finzione? :lol: :lol: :lol:
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Messaggio da Ing » 11 ottobre 2015, 19:33

ma negli anni 60 loro avevano già fotocamere full hd?
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Messaggio da Flanker » 11 ottobre 2015, 22:01

Ing ha scritto:ma negli anni 60 loro avevano già fotocamere full hd?
magari se la sono fatta prestare dagli alieni di stanza nella base nel lato nascosto della luna..
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